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Brevi e sagge riflessioni sul CREDO da parte di Berlicche

Ultimo Aggiornamento: 26/11/2011 12:05
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26/11/2011 11:28
 
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[SM=g1740722]veramente da meditare..... un grazie a Berlicche

Premessa
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo signore, Gesu` Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo E per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, mori` e fu sepolto. Il terzo giorno e` risuscitato, secondo le Scritture, e` salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verra`, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati, Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen
.

Onnipotente vuol dire che può tutto. Dio è l’essere illimitato, perciò assoluto, per definizione. Se Dio volesse potrebbe far nascere uomini dalle pietre. Ma - attenzione – non lo fa.
Perchè questo Dio, in qualche maniera, si limita. Non sospende le leggi naturali a capocchia: quando lo fa, lo fa in circostanze precise – e si chiamano miracoli.
Ancora una volta, non è un despota capriccioso. E’ un sovrano che ha deciso, nel suo regno, di autolimitarsi secondo leggi che lui stesso ha scelto.
E l'autolimitazione più forte è quella che si chiama libero arbitrio, cioè la facoltà che hanno tutte le creature pensanti di potere decidere e scegliere - anche contro il loro Creatore.

Certo, potrebbe imporre a tutti la sua esistenza. Potrebbe comparire in mezzo alle nubi, potrebbe materializzarsi in un immenso occhio che ci guarda dal cielo.
Ma come ci sentiremmo noi, nei confronti di quest'occhio?
Sapendo che può tutto, non cominceremmo poi subito a pretendere? Se punisse lo chiameremmo tiranno, se non punisse lo chiameremmo imbelle.

"La mia potenza risplende abbastanza nelle sabbie del mare e nelle stelle del cielo.
Non è contestata, è nota. Risplende abbastanza nella creazione inanimata.
Risplende abbastanza nel governo, nell'avvenimento stesso dell'uomo.
Ma nella mia creazione animata, dice Dio, ho voluto di meglio, ho voluto di più.
Infinitamente di meglio, infinitamente di più. Perchè ho voluto questa libertà.
Ho creato questa libertà stessa. Ci sono molti gradini nel mio trono.
Quando una volta si è provato ad essere amati liberamente, le sottomissioni non hanno più nessun gusto.
Quando si è provato ad essere amati da uomini liberi, il prosternarsi degli schiavi non vi dice più nulla.
Quando si è visto San Luigi cadere in ginocchio, non si ha più voglia di vedere
Quegli schiavi d'Oriente prostrati a terra."

(Peguy, il mistero dei Santi Innocenti, Jaca book)

Dio è un Padre che ci vuole diritti. E vuole che diamo tutto liberamente, tutto quello che Lui ci dà.

segue

Una lettera di berlic

Creatore del Cielo e della Terra...

Non so quanti di voi sono stati davanti al massiccio Monte Bianco. E' una immensa massa di roccia innevata, tanto grande da farti sentire una formicuzza, tanto grande da togliere il fiato. Ma provate ad immaginare la massa del pianeta, tutto intero, su cui il Monte Bianco non è che un brufolo. Se non riusciamo neanche ad abbracciare un monte, cosa dire di tutta la Terra?
Avete presente Giove, il pianeta? Ha una macchia rossa. In quella macchia rossa ci potrebbe entrare la Terra per intera, e ne avanzerebbe ai bordi.
Al confronto della massa del Sole, Giove è un nano.
E il Sole è una stella di dimensioni medio-piccole, che fa parte di una galassia così ampia che alla luce occorrono decine di migliaia di anni per attraversarla e che contiene miliardi di stelle come lei.
Galassia di dimensioni medie. Se guardo il cielo, galassie come granelli di sabbia.

Se guardo il cielo, opera delle tue mani, la luna e le stelle che vi hai posto, chi è mai l'uomo perché ti ricordi di lui? Chi è mai, che tu ne abbia cura? (salmo 8)

La mente non può concepire una immensità così vasta rispetto alla nostra piccolezza, non più di quanto un batterio sulla nostra pelle possa comprendere il concetto di Patagonia. Un'immensità vicina al concetto di infinito.
Eppure chi ha fatto tutto questo, chi lo fa esistere ogni secondo, chi fa esistere ogni secondo, ci ama. E si è chinato su di noi.

 

...di tutte le cose visibili e invisibili.

 


Qualcuno ha detto: "L'essenziale è invisibile agli occhi".
Le cose invisibili non sono solo le gerarchie degli angeli e le sfere celesti: sono anche l’amore, il vento, la passione...
Le equazioni che governano le stelle sono scritte dalla stessa mano che ha scritte quelle che governano i cuori.
Le cose, ogni cosa, sono espressione della potenza di Dio e ci parlano di Lui. Il Monte Bianco "grida" chi l’ha fatto.
La materia non è cattiva, perchè è stata Dio a farla. Il mondo non è cattivo: è chiamato ad esistere dal nulla per un disegno buono.

Questo Dio onnipotente e onnisciente ha la potenza di creare, di chiamare dal non-essere, dal nulla, all’essere. "C’è forse qualcosa impossibile per il Signore?"
Questo Dio, spirito infinitamente perfetto e onnisciente è assolutamente libero e sovrano anche riguardo allo stesso atto della creazione. Se egli è il Signore di tutto ciò che crea, prima di tutto è Signore della propria volontà nell’opera della creazione. Crea perché vuole creare. Crea perché ciò corrisponde alla sua infinita sapienza. Creando agisce con l’inscrutabile pienezza della sua libertà, per impulso di amore eterno.
(Giovanni Paolo II )

Il mondo, tutte le cose sono positive, ovvero tendono verso un bene, sono fatte per un bene.  Anche quelle che non capiamo, anche quelle che ci fanno arrabbiare o disperare. Anche la malattia, la tristezza di una perdita, anche la morte.
Se capissimo tutto, se sapessimo tutto, capiremmo anche il loro senso. Ciò non è, e siamo nella tristezza o nella disperazione, perchè come possiamo giustificarle?

Ma Dio non è un Architetto distante e irraggiungibile, non lascia il mondo da solo dopo che l’ha creato: e viene a consolarci.


[SM=g1740771] 

 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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26/11/2011 11:30
 
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Credo in un solo signore, Gesu` Cristo...

 

Premessa
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo signore, Gesu` Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo E per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, mori` e fu sepolto. Il terzo giorno e` risuscitato, secondo le Scritture, e` salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verra`, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati, Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

"Cristo" non è il cognome di Gesù. Cristo vuol dire, in greco, "unto, prescelto".
Il simbolo della preferenza divina era, presso gli Ebrei, l'ungere d'olio. Venivano unti i Profeti, i Re, i Sacerdoti. A Davide, quando è scelto come Re d'Israele, viene versato olio sul capo; e ancora oggi vengono unti i bambini durante il battesimo, i ragazzi nella cresima, gli ammalati e i sacerdoti durante l'ordinazione.
Perchè, anche se ci potrà sembrare scandaloso, Dio fa preferenze: ne sceglie alcuni, pochi, perchè tutti siano salvati attraverso loro.

Nel mondo antico, in quell'epoca, c'era un grande senso d'attesa. Le profezie annunciavano un evento straordinario, l'arrivo di un personaggio eccezionale. Ne troviamo l'eco anche in Virgilio. Si attendeva un Messia (che vuol dire "unto" in ebraico) il cui avvento era stato profetizzato concordemente proprio per quegli anni.
Ma certamente non ci si aspettava qualcosa di così radicalmente nuovo e sconvolgente.

Il cristianesimo infatti si differenzia da tutte le altre religioni perchè, caso unico, adora un uomo che ha detto di essere Dio.
C’è stato un solo caso nella storia in cui un uomo ha osato dirsi Dio. Normalmente, i geni religiosi (a Gesù bisogna riconoscere al minimo questa qualifica) hanno un chiaro senso delle proporzioni.
Più una persona è consapevole di sè, più il suo senso religioso, il senso del mistero è sviluppato, più questa si accorge di non essere un dio, a meno che non sia completamente pazza. La sproporzione tra quello che siamo e l'Universo è evidente.
Se uno è un mentitore può dire tuttalpiù di essere inviato da Dio. Ma dire di essere Dio...è veramente da matti. E solo un pazzo può credere ad uno che dice di essere Dio, tanto è irragionevole, tanto sarebbe irragionevole...a meno che non provi di esserlo veramente.

Che, come vedremo, è quello che Gesù ha fatto.

<segue>

Una lettera di berlic

...unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli

 


Se leggiamo il primo capitolo del Vangelo di S.Giovanni possiamo notare che questa parte del credo è presa di peso da lì.  L'inizio del racconto di quello che fu il più giovane degli Apostoli, e il primo tra di loro a conoscere Gesù.

E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi vedemmo la sua gloria,
gloria come di unigenito dal Padre,
pieno di grazia e di verità.

Unigenito: figlio unico. Unico, perciò non ce ne potranno essere altri. Noi chiamiamo Dio “Padre”, ed essere “Padre” presuppone dei figli. L’esser figlio, in Gesù, è qualcosa di diverso, di più, perchè condivide la sostanza divina con suo Padre.

Einstein ci ha insegnato che spazio e tempo sono intimamente connesse: senza spazio non ci può essere tempo, e viceversa.
Quindi "prima di tutti i secoli" vuol dire fuori dal tempo, prima della Creazione. Esiste da sempre. O meglio: esiste in un qualcosa dove il tempo e lo spazio non hanno significato. Se vogliamo azzardare un paragone, immaginiamo la storia dell'uomo come un disegno che si snoda sul pavimento. Il pavimento comincia in un angolo della stanza, e sulle piastrelle si affollano tante figurine che siamo noi e le nostre vite, e le esistenze di ogni creatura. Ognuna di quelle figurine vede e può capire solo quanto sta sul pavimento accanto a lei. Che non è che una piccola porzione del tutto, dell'immensa estensione .
Ecco, Dio guarda il pavimento dall'alto. Vede dov'è e dove va ognuna delle figurine. Ma non sta sul pavimento, è altro dal pavimento, il pavimento non potrebbe contenerlo. E lui è lì, prima di ogni piastrella. Con suo Figlio.


Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero

 


Qui si chiariscono un po' di equivoci.
E’ Dio e arriva da Dio. Gesù non è solo un profeta come dicono i maomettani. E’ Dio-con-noi.
E’ la luce che dà la vita, perciò non contiene tenebra. Niente di cattivo, di male (che è l'ombra che regna dove la luce non arriva). Non ha in se niente di malvagio, nè come Dio nè come uomo.
Dio vero e non avatar, contenitore fasullo, immagine falsa, angelo, figlio d’angelo, uomo comune, illusione, mito o quant’altro.
Sapete cos'è un avatar? Nella religione induista è un contenitore che un Dio abita. In informatica, è quel simbolino che indica l'identità di una persona, ad esempio il mio occhietto qui di fianco.
L'avatar non è la persona reale. Se io chatto con Giuseppe da Milano, il suo avatar non è Giuseppe: non è Giuseppe spiattellato contro il vetro dello schermo che vedo, ma un "link" a Giuseppe. Gesù non è una icona, un "collegamento": è Dio stesso.
E’ generato e non è creato, perciò non è una creatura ma è consustanziale a Dio (fatto della stessa sostanza di Dio), niente di meno. Tu generi una cosa che è uguale a te, crei una cosa che è diversa da te. Volendo, io posso fabbricare oggetti. Ma non posso fabbricare un figlio. Un figlio è qualcosa d'altro rispetto a me, ma condivide con me la stessa sostanza, il "materiale" di cui è fatto. E Dio è Colui che fa esistere le montagne e le nuvole, le stelle e ogni edificio lì fuori, e il computer e noi, in ogni istante.

Quando vi dicono "Gesù è venuto a portare dei valori", oppure "Gesù è il primo socialista", oppure "Gesù è stato un grande uomo", sappiate che è una immensa riduzione di quello che Gesù è veramente. Come dire che il Titanic era una barchetta perchè andava in mare. Un pochino più riduttivo di così.



[SM=g1740771]


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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....Per mezzo di lui tutte le cose sono state create

 

Premessa
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo signore, Gesu` Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo E per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, mori` e fu sepolto. Il terzo giorno e` risuscitato, secondo le Scritture, e` salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verra`, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati, Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen

Nelle culture semitiche, e non solo, il nome definisce totalmente, completamente la cosa indicata. Il nome "sedia" non solo indica una sedia, ma la funzione della sedia, l'essenza stessa della sedia.
Ora, il modo in cui Dio ci chiama all'esistenza è pronunciare il nostro nome, quella parola che è il nostro nome. Cioè la nostra essenza, il modo in cui siamo fatti, totalmente fatti; ci chiama, letteralmente, all'esistenza. Come sappiamo da Giovanni, Gesù è, coincide con la Parola (Verbo) di Dio; la Parola di Dio coincide con l'Essenza di Dio, con la Potenza di Dio, è Dio. Tramite la Parola ("Luce!" "Vivi!") l'Universo è creato.

Chi sa qualcosa di fisica, sa che ci sono delle formule che descrivono la realtà. Ad esempio, l'elettricità, il magnetismo, cioè in definitiva la luce, sono governate da alcune equazioni che, dal loro scopritore, sono chiamate equazioni di Maxwell. Bè, Maxwell ha copiato l'idea.
Dio, all'inizio del tempo, ha pronunciato quell'equazione, anzi, l'ha intessuta perchè la luce fosse così com'è. In un certo senso, Dio è quella particolare parola che governa la luce - e molto di più.
Avrebbe potuta "dirla" diversamente, e tutto il nostro mondo sarebbe stato differente, e magari noi non saremmo mai potuti esistere. Se una qualsiasi delle molteplici paroline che compongono il tessuto dell'Universo - gli scienziati le chiamano costanti fondamentali - fosse stata anche di un infinitesima percentuale diversa la vita non sarebbe mai potuta sorgere. E' chiamato principio antropico: il cosmo sembra essere, è, fatto su misura per noi. Ogni parola è ben studiata, calibrata esattamente per chiamarci all'essere.

In altre parole, è Lui che ci fa esistere, scegliendo il nostro Universo tra gli infiniti possibili con infinito amore, è Lui la nostra consistenza: la via, la verità, e la vita.


 

Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo

 


La Chiesa sostiene che esiste una cosa chiamata peccato originale.
Che cos’è il peccato originale? Sostanzialmente, come dicevano Ovidio e S.Paolo, vedo il bene e faccio il male. In altre parole, nessuno, anche l’uomo più buono di questo mondo, ce la fa a stare a lungo senza peccare. E' la lontananza da Dio, il volere allontanarsi da Dio.
Peccato: significa errore, fallimento, sbaglio, allontanarsi da ciò che dovremmo fare veramente per essere felici.
Occorreva qualcuno che ci spiegasse in cosa consiste lo sbaglio, ci salvasse. Ovvero: ci indicasse la strada per essere felici.

Ma non poteva essere un uomo. Un uomo non bastava, perchè non c'è uomo che non sbagli, non c'è uomo che non fallisca.
Occorreva qualcosa più di un uomo, ma che fosse un uomo. Perchè non ci si può fidare che di un uomo, di chi ha fatto l'esperienza di essere pienamente uomo, per dire qualcosa dell'Uomo. Chi ci ha creato, chi ci ha fatto, lo sapeva cosa occorreva: un Dio che si facesse uomo, un uomo che fosse Dio.
Il Verbo, la Parola, la Potenza di Dio, l'immensa potenza di un Dio che ha creato e fa esistere l'Universo e noi è diventato un bambino senza parola, impotente in una mangiatoia di un remoto paesino.

Egli non aveva affatto bisogno di noi.
Ed anche Gesù non aveva che da restare ben tranquillo, nel cielo (...) . 
Egli era proprio tranquillo nel cielo e non aveva affatto bisogno di noi. 
Perché Egli é venuto? Perché é venuto al mondo?
Bisogna credere, amico mio, che io ho una certa importanza, io una donna da niente. Bisogna credere che lo scaglionamento del tempo, lo scaglionamento nel tempo aveva una certa importanza. Bisogna credere che l’uomo e la creazione e la destinazione dell’uomo e la vocazione dell’uomo ed il peccato dell’uomo e la libertà dell’uomo e la salvezza dell’uomo avevano una certa importanza, tutto il mistero, tutti i misteri dell’uomo. Diversamente, contrariamente, era così semplice, e così presto fatto (...) C’era solo da non creare l’uomo, c’era solo da non creare il mondo. Allora non ci sarebbe stata più la decadenza, non ci sarebbe stata più la caduta, non ci sarebbero state né caduta né redenzione. Non ci sarebbe stata più alcuna storia, non ci sarebbe stata più alcuna seccatura. Tutto il mondo sarebbe restato a casa propria. Come é possibile che io non sia grande, amico mio, se ho messo fuori posto tante cose, disordinato tante cose, e un così gran mondo? 
Per aver avviato una storia così tragica. 
Un Dio, amico mio, Dio si é scomodato, Dio si é sacrificato per me.
Ecco il cristianesimo. Ecco il punto di origine, di assemblamento del meccanismo. Tutto il resto non è altro che ciò che nell'intimità Tucidide chiamava "cazzate"; in greco: meno di niente.
 
(Charles Péguy, Veronique)

Il Tutto si è fatto minuscolo perchè noi tutti fossimo salvati, da noi stessi e dal male: perchè potessimo incontrarLo.

La strada per essere felici è Lui stesso: "Io sono la Via, La Verità e la Vita".
Nel Natale ricordiamo il momento, quel momento del Tempo che ha tagliato a metà il Tempo stesso. L’Incarnazione, Dio con noi. Sceso dal cielo, nato per noi, nato per morire per noi.

“Dio non ci lascia brancolare nel buio: Si è mostrato come uomo. Egli è tanto grande da potersi permettere di diventare piccolissimo. Dio ha assunto un volto umano. Solo questo Dio ci salva dalla paura del mondo e dall’ansia di fronte al vuoto della propria esistenza.”
(Benedetto XVI)



 

E per opera dello Spirito Santo si è incarnato... [SM=g1740752]

 


L’incarnazione avviene per opera dello Spirito Santo, che è il tramite tra Padre e Figlio, l'Amore che scorre tra Padre e Figlio.
Sono questi i tre "ruoli" della Trinità: Il Padre crea, il Figlio viene, lo Spirito Santo lega e collega Dio al mondo.
E il Figlio è venuto.

Proviamo ad immaginare la storia dell'uomo come una linea che scorre dal passato al futuro:

Su questa linea sta tutto: ogni avvenimento, la vita di ogni persona mai vissuta, e la nostra.

Ma noi tutti ci rendiamo conto che quello che veramente ci può soddisfare, il compimento di ogni nostro desiderio, di ogni nostra aspirazione, insomma il senso ultimo dell'esistenza non sta su quella linea.
Non ci sta, se no l'avremmo trovato. Qualcuno l'avrebbe trovato. E quindi siamo costretti a mettere quell'incognita, quel Mistero che è lo scopo del vivere al di fuori della linea:

Indichiamo questo Mistero con una X. X per sconosciuto, X per non comprensibile dalla nostra esperienza che sta tutta nella linea sottostante.

Ma l'Uomo non si accontenta, o meglio: non tutti si accontentano.  E così, in ogni epoca, sono sorti dei genii religiosi, dei grandi uomini che hanno cercato di gettare un ponte, di costruire una strada che arrivasse a quella X:


Tentativi grandi e nobili, ma frustrati dal fatto che la X è esterna alla linea della storia. E' Altro.

Ora immaginiamo che qualcosa di nuovo accada. Che sia la X stessa a venire, a scendere sulla linea, a rendersi conoscibile.


E' l'Epifania, la manifestazione della X, di Dio.
La X ha parlato di sè. E la Parola, Il Verbo si è fatto carne. E sangue. Muscoli, ossa, sentimenti, capelli da accarezzare, piedi che si sporcano e vanno lavati, occhi che piangono e sanno guardare. Il contrario della teologia: non parlare di Dio, ma Dio che parla.
Si è fatto Uomo grazie all'Amore e per Amore perchè non potessimo dirlo distante, una X sconosciuta e remota che non ha mai provato cosa vuol dire vivere e soffrire.


 

..nel seno della Vergine Maria...

 


Vergine madre, figlia del tuo Figlio,
umile ed alta più che creatura,
termine fisso d’eterno consiglio...
(Dante, Paradiso, canto XXXIII)

Una ragazzina ebrea di forse quattordici anni. Una ragazzina di un remoto paesino malfamato della più squallida periferia dell'impero. Questo il luogo in cui il Mistero che fa tutte le cose ha scelto di abitare, una volta e per sempre.
Come è scritto a Nazareth, in quella che la tradizione indica come la sua casa: "Il Verbo qui si è fatto carne". Qui è il seno, le viscere, di quella ragazzina:

Nel ventre tuo si raccese l'amore,
per lo cui caldo ne l'etterna pace
così è germinato questo fiore.

Non deve essere preso alla leggera quel "sì" di Maria: una gravidanza avrebbe significato l'annullamento del previsto matrimonio e la sua rovina sociale, se non peggio. Tutta la Creazione, per un momento, è stata sulla lama di un coltello. Perchè la libertà dell'uomo è stata anche la libertà di Maria, che avrebbe potuto negarsi. Come ogni uomo, come ogni donna, nell'istante della chiamata avrebbe potuto riservarsi il futuro per sè.
La sua vocazione, la sua chiamata è questa: e lei risponde.
E così Maria concepisce da Vergine ("Non conosco uomo") e Vergine rimane, nel suo concetto più profondo. Verginità intesa come darsi totalmente ad Altro, essere così padroni del proprio corpo da dedicarlo esclusivamente alla sua sorgente, cioè a Dio.
È un modo di rapportarsi con l’Essere; è un modo di possedere l’Essere, di possedere la realtà.
E possederla totalmente, nella sua piena luminosità, perchè Maria abbandonandosi si fa totalmente trasparente a quella luce che l'attraversa.

"La libertà dell’uomo è la salvezza dell’uomo. Ora, la salvezza è il Mistero di Dio che si comunica all’uomo. La Madonna ha rispettato totalmente la libertà di Dio, ne ha salvato la libertà; ha obbedito a Dio perché ne ha rispettato la libertà: non vi ha opposto un suo metodo. (...)
La Madonna è il metodo a noi necessario per una familiarità con Cristo. Lei è lo strumento che Dio ha usato per entrare nel cuore dell’uomo."
(Luigi Giussani)

Questa ragazzina, che si fa figlia del suo figlio, è veramente colei che tutte le generazioni da quel momento in poi hanno chiamato beata.


 

...e si è fatto uomo.

 

[SM=g1740717]

Quando si pronuncia il Credo, in corrispondenza di queste parole è prescritto che ci si debba inchinare, come ci si inchinerebbe di fronte ad un Re. Perchè proprio di Re si tratta: troppo spesso, nella banalità in cui anche il fatto più importante della storia sembra talvolta affondare, rischiamo di dimenticarcene.
"Io sono Re, ma non di questo mondo" dice Gesù a Ponzio Pilato che l'interroga. E questo non è l'ultimo degli indizi che Gesù ci dà svelando la sua identità.

Gesù nel rivelarsi usa una pedagogia graduale.
Nessuno agli inizi avrebbe potuto credergli: anche dopo esser vissuti con lui per tre anni, dopo la Resurrezione, a poche ore dalla sua Ascensione ancora gli apostoli non hanno capito un tubo e gli chiedono quando realizzarà il Regno d'Israele.
Così il concetto più sconvolgente mai pensato, che Lui potesse essere Dio, è stato gradualmente suggerito fino a quando non è stato più possibile negarlo senza negare l'evidenza.

Passo dopo passo Gesù dapprima si è fatto notare per parlare come uno che ha autorità, e non come un qualsiasi dottore della legge; poi ha mostrato avere un completo dominio della natura
(Mc 4,35-41) ; come nelle profezie il Messia non fosse un semplice uomo ma avesse attributi divini (Mt 22 41-46) ; che lui stesso era la realizzazione di quelle profezie (Lc 4 18-19). Si è esplicitamente attribuito caratteristiche divine come il perdono dei peccati (Mt 22, 15-22) , essere l'origine della Legge (Mt 5, 21ss) ed identificarsi con il principio etico(Mt 25 31-44) ; e ha fatto risorgere dai morti (Lc 7 11-17; Gv 11 1-44).
Alla fine gli apostoli hanno dovuto ammettere che chi stava loro di fronte, che la persona con cui vivevano ogni giorno era qualcosa più di un semplice essere umano
(Mt 16, 15-16).
Fino a quando lui stesso lo ha chiaramente affermato di fronte al Sinedrio
(Mt 26 47-68).
 
Dio si è fatto uomo. Come diceva un mio professore, anche a Lui, in cui dimora corporalmente la pienezza della divinità, puzzavano i piedi. Infante, bambino, ragazzo, uomo.
Uomo incontrabile, che ha incontrato quelli che sarebbero diventato suoi discepoli, ha parlato e mangiato con loro. E tutti loro hanno speso il resto della loro vita a parlare di Lui e, dopo avere alla fine capito chi era veramente, sono morti per Lui.

Per quel Re, per quel Dio, per quell'uomo.


[SM=g1740771] 

 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Fu crocefisso...

 

Premessa
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo signore, Gesu` Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo E per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, mori` e fu sepolto. Il terzo giorno e` risuscitato, secondo le Scritture, e` salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verra`, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati, Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

La crocefissione è la morte più indegna e più dolorosa che un uomo possa infliggere ad un altro.
Fucilazione, sedia elettrica, iniezione letale sono pensate per essere brevi, diciamo misericordiose. La crocefissione segue il criterio inverso.
E’ peggiore dell’impalamento, per il dolore. E’ più lunga, molto più lunga, dell’annegamento, della decapitazione, dell’essere arso vivo, dell’impiccagione. Essere spellato può essere peggio, ma difficilmente sopravvivi fino alla fine. La morte per flagellazione direi che si avvicina abbastanza, ma c’è da dire che Gesù ha avuto anche quella.

La crocefissione è ficcarti chiodi nelle mani e nei piedi e lasciarti appeso finchè non muori. La perdita di sangue, il fatto che ogni movimento pesi sul metallo infisso nella tua carne, i crampi...una morte orrenda, riservata ai peggiori criminali.
Insomma, Dio si è scelto il peggio. Dio, per se stesso, per suo Figlio, ha scelto la morte più sadica e ignominiosa immaginabile.

Perchè nessuno potesse dire “Hai imbrogliato." Perchè nessuno potesse dire "E' stato facile per te". Perchè nessuno potesse dire "Non sai cosa significa soffrire, agonizzare, morire."
 
Il punto è quello: se l’è scelta. Sapeva dove sarebbe andata a finire. Più volte lo annunzia ai discepoli, che non gli credono, perchè come si può credere che colui che conosci così bene, colui che hai visto domare una tempesta con la voce, camminare sulle acque, resuscitare i morti possa lasciarsi prendere e ammazzare nella maniera più atroce immaginabile?
Non è neanche che gli piaccia. La sera prima prega che gli sia risparmiata quella che sa sarà una lunga agonia. Prega tanto da sanguinare. Ma poi ci va, lo fa, ubbidisce.
Va a morire come un cane magro.
Quando si trova davanti al Sinedrio potrebbe stare zitto , mercanteggiare. Quando si trova davanti ad Erode potrebbe compiacerlo. Si sarebbe potuto salvare.
Ma liberamente ha fatto quella scelta.

E’ la libertà di Dio, l’infinita libertà di Dio, che ha scelto di amare, e di morire per amore. Per dimostrare, una volta per tutte, che non è la morte l’ultima parola sul mondo. Che la morte non è l’ultima parola sulla vita. Anche quando si tratta della morte più orribile, ignominiosa e atroce che si possa immaginare.




...per noi...

 

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Abbiamo parlato della crocefissione, e di come Dio abbia scelto liberamente di finire lassù.

E’ la libertà di Dio e specularmente la libertà dell’Uomo.
Perchè avrebbero potuto credergli, quelli del Sinedrio. Avevano assistito anche loro, come gli altri. I ciechi vedevano, gli zoppi camminavano. I morti, addirittura, resuscitavano. Non potevano non sapere, o non intuire quantomeno che una presenza eccezionale stava loro davanti.
Eppure scelgono di non vedere e non udire. Scelgono la loro visione parziale, e decidono di eliminare quella persona che sconvolge il loro potere e il loro mondo.
Alcuni nel Sinedrio magari ne erano anche convinti: bestemmia, vuole farsi Dio, va ucciso.
Questa è l'accusa ufficiale: vuole farsi come Dio. E un uomo che vuole farsi come Dio è la cosa più pericolosa immaginabile, perchè chi può controllare, ostacolare, limitare qualcuno che dice di essere come Dio? Una persona del genere sarebbe un supercattivo da film, un flagello per ogni essere umano.
A meno che non sia veramente Dio.

E così quelli del Sinedrio scelgono per il cadreghino, o perchè nella loro visione del mondo non c’è posto per un Dio che si incarna, e se i fatti dicono il contrario i fatti mentono.

Pilato sceglie di non scegliere. In quel 7 aprile dell’anno 30 il procuratore romano che aveva il potere, lui solo, di mettere a morte Gesù, pur volendolo salvare sceglie di ucciderlo. Sceglie di uccidere un uomo che sa innocente per evitare una sollevazione. Il Giudice sceglie l’ingiustizia di fronte alla necessità.

I soldati fanno il loro dovere. Anche troppo, e così il prigioniero viene sfottuto e picchiato e torturato di quella tortura che il prepotente sempre impone sull'indifeso..

La folla assiste. Se interviene, è per far liberare Barabba, un pluripregiudicato. Altrimenti, si gusta lo spettacolo. In fondo, gliene frega poco.

Gli amici? Gli amici lo hanno tradito. Non solo Giuda, che lo ha venduto per denaro e non solo per quello. Anche Pietro, che gioca a fare il James Bond. E gli altri che scappano e non si fanno neppure vedere, ma sono nascosti a tremare in un buco mentre le sue mani vengono bucate.
Capite, lo avevano visto calmare le tempeste con una parola, camminare sopra le acque; lo avevano veduto passare in mezzo alla folla che lo voleva linciare, resuscitare i morti. Mai avrebbero potuto credere che si sarebbe lasciato prendere, mettere le mani addosso. Ma adesso è lì che muore, e non sanno più cosa credere. E fuggono, scelgono di fuggire.

Maria è sotto la croce, e piange.

Gli ebrei addossavano simbolicamente ad un caprone tutti i loro peccati, e poi uccidevano l’animale: il capro espiatorio. Gesù ha fatto lo stesso.
Perchè dunque è morto Gesù?
O meglio, per chi?
Per Maria. Per gli amici. Per Barabba. Per la folla. Per i soldati, e Pilato, e quelli del Sinedrio. Per tutti loro ha scelto di morire, per la loro codardia, per la loro indifferenza, per la loro rabbia, per il loro odio, per assumere su di sè tutti i loro peccati; per la nostra libertà.
Alcuni lo hanno rifiutato, e lo rifiutano. Per loro è morto inutilmente.
Per gli altri (possiamo dire "per noi"?) quella croce è il seme della salvezza eterna.
E il primo santo, il primo che ne ha beneficiato è stato un tagliagole, un delinquente, un brigante da strada che neanche gli ha chiesto misericordia, ma solamente di ricordarsi di lui, di lui che gli era crocefisso di fianco.
Morendo Lui, sono morti anche i nostri peccati. E’ morto per noi. Siamone degni.



...sotto Ponzio Pilato,...

 


Il cristianesimo è dentro la storia.
Non ragiona per massimi sistemi. La sua storia è la storia concreta, quella di un uomo che era anche un Dio che è morto in un preciso momento del tempo. E quindi, quando parla di se stesso, il cristianesimo indica luoghi, indica date, indica persone che sono punti di riferimento accurati.
Pronunciare "sotto Ponzio Pilato" delimita quell'avvenimento a un determinato arco di anni, quello in cui un romano di quel nome era procuratore della Galilea.
Quello è il tempo. Gli storici poi potranno discutere sull'anno esatto e sul giorno, ma le coordinate sono fissate.

Poche settimane dopo la morte di Gesù quello che era un residuo di ebrei sconfitti, terrorizzati e dispersi inizia inspiegabilmente a testimoniare quegli avvenimenti dapprima in Palestina, poi in tutto il mondo conosciuto e oltre.
In breve giungeranno le prime testimonianze scritte. Il Vangelo di Marco fu redatto entro l'anno 60, probabilmente anche prima (abbiamo le prove documentali): cioè quando i testimoni, quelli che hanno veduto, quelli che hanno conosciuto Gesù sono ancora vivi.
Dei quattro Vangeli due, quello di Matteo e quello di Giovanni, sono di apostoli, quindi riportano cose che sono state viste e udite dagli autori; Marco, che trascrive i racconti di Pietro, fa parte probabilmente anche lui della cerchia dei discepoli; Luca, a lungo accompagnatore di Paolo, afferma di avere compiuto "ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi". Questi libri altro non sono che il mettere per scritto quanto gli apostoli stessi affermavano, cioè una tradizione.

I Vangeli, quindi (non quelli apocrifi, tutti molto più tardi ed evidentemente deliberati falsi) ci forniscono una descrizione accurata e personale della vita di Gesù. Leggendoli, appare evidente che sono una sorta di diario e non opere letterarie; e non mancano parti dove i più alti rappresentanti della Chiesa del tempo, Pietro in testa, fanno autentiche figure di cacca. Circostanze che, se ci trovassimo di fronte a testi adulterati o frutto di immaginazione, sarebbero state certamente omesse.
Non sono romanzi, opere di fantasia:  Gesù è realmente esistito. Circostanza mai negata neanche dei suoi più feroci nemici, compresi quelli più antichi, fino all'Illuminismo.

Diffidate di quelli che pretendono di mettere il cristianesimo in un limbo inconsistente, tra i puri pensieri, o che dicono che le testimonianze e le reliquie non servono a niente, perchè basta la fede. Sono già fuori, si sono persi un pezzo per strada: la concretezza di nomi e di volti, il segno del tempo, i corpi e la verità.



Morì e fu sepolto

 


Gesù è morto, morto sul serio: dopo il decesso in croce, probabilmente per collasso cardiocircolatorio, una lancia gli ha trafitto il cuore. Il sangue misto a siero che ne fuoriesce indica che la morte è avvenuta da qualche ora. E’ messo nel sepolcro, guardie armate vengono poste davanti per ogni evenienza. Già, perchè in passato questo strano personaggio ha detto cose enigmatiche, tipo che sarebbe tornato dai morti. Tanto basta perchè il Sinedrio adotti qualche misura prudenziale.

Giovanni ha visto con i suoi occhi l'urlo di sofferenza, l’agonia e il colpo di lancia. Gesù rimane sulla croce ancora un pezzo dopo che è spirato, con il peso tutto sulle braccia, e quindi impossibilitato a respirare. Normalmente rimarrebbe ancora a lungo crocefisso, ma c'è il sabato e bisogna sbrigarsi.
I soldati sono abituati a colpire con la lancia e a riconoscere cadaveri, e non ritengono necessario spezzargli le gambe. Il centurione, presente nel momento del trapasso e che da esso è rimasto tanto impressionato, lo riferisce al procuratore romano. Solo dopo, Ponzio Pilato concede a Giuseppe d'Arimatea l'autorizzazione a seppellire il cadavere. Il corpo viene unto con abbondantissimo unguento e avvolto in un sudario.
Non può essere una morte apparente, è evidente. Come è evidente che è proprio lui, e non un sostituto, quello che muore.

Muore. Dio muore davvero. Ed è sepolto.
Il sogno di tanti. L'intenzione di tanti, a volte anche nostra. Picchiare, uccidere Dio, togliere il fastidio, e seppellirlo. Il progetto di tanti. Ridurlo in cenere, per dimenticare che sono cenere. E ci riescono, almeno per un po'. A fargliela pagare.

Nel mondo c'è il male, c'è la malattia, la sofferenza, la crudeltà, la morte.
E' una tremenda ingiustizia. Una immane ingiustizia.
Ma facciamo parte di una Chiesa il cui fondatore, un giovane uomo, è stato accusato ingiustamente, torturato, ed ammazzato in modo crudelissimo. Sua madre, la sua ancora giovane madre, piangeva sotto la sua croce. Tutti i suoi amici erano scappati. Che immane ingiustizia! Che incredibile ingiustizia!
Quelli che l'hanno ammazzato, bastardi senza cuore, hanno continuato a vivere. E lui, lui era il Figlio di Dio, pensate. Era Dio.
Quello che ha creato questo mondo con tutto il suo dolore e tutta la sua ingiustizia e tutta la sua morte. Forse allora meritava tutto questo?

Ecco, questo è quello in cui crediamo. In un Dio che non ha dato belle formulette, non è apparso in un alone di gloria a dire "sono qui, credete in me", ma ha spiegato il dolore e il male e l'ingiustizia nella sola maniera possibile, nella sola maniera accettabile, nella sola maniera comprensibile. Sottoponendosi ad esso in prima persona, proprio Lui, proprio il nostro Dio. Facendosi carico di tutta la morte, di tutte le piccole morti del mondo.
E dicendo: non è il male, non è l'ingiustizia, non è il dolore l'ultima parola. L'ultima parola è la Resurrezione.


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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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26/11/2011 11:44
 
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Il terzo giorno è resuscitato

 

Premessa
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo signore, Gesu` Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo E per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, mori` e fu sepolto. Il terzo giorno e` risuscitato, secondo le Scritture, e` salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verra`, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati, Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen

Ai tempi di Gesù non c'erano gli elettrocardiogrammi, gli encefalogrammi e tutti gli altri armamentari che dovrebbero dirci se un morto è veramente tale.
Questa è la ragione per cui un morto era considerato sul serio morto, legalmente morto, e non in stato di morte apparente, dopo un giorno intero nella tomba.
Questa è una ragione per cui lui vi rimane tre giorni. Perchè non vi siano dubbi.

E' venerdì sera, dicevamo. Gesù viene deposto dalla croce, il corpo sommariamente cosparso di aromi, avvolto in un sudario. Quindi viene deposto in un sepolcro scavato nella roccia. Davanti all'ingresso viene fatto rotolare una grande pietra, e per misura prudenziale i Sommi sacerdoti fanno sigillare l'apertura e mettono guardie armate davanti.

Ma le precauzioni non bastano. Domenica mattina, Gesù è visto aggirarsi nei pressi del suo sepolcro da alcune donne. I due discepoli preferiti dal Maestro, Pietro e Giovanni, corsi a sincerarsi dell’accaduto, trovano le guardie fuggite (cos'hanno visto, in realtà?), la pietra (molto pesante) rotolata via.
Dentro, il sudario "ripiegato". Secondo le ricostruzioni lessicali moderne la traduzione corrente è imprecisa: probailmente la frase originale ha il senso di "ancora legato ma svuotato", come se il suo contenuto fosse scomparso. E il Vangelo di uno dei due, Giovanni, annota che lui stesso notando questo "vide e credette".
Perchè non aveva ancora capito. Non ci credevano. Tanto era incredibile, assurdo e incredibile.
Un morto che torna in vita.

E ora il sepolcro è vuoto. Non può darsi che il corpo sia stato trafugato?
Però, da chi?

La tomba era presidiata dalle guardie. Per gente estranea ai fatti non avrebbe avuto senso correre il rischio.
I nemici di Gesù avevano tutto l’interesse che il sepolcro rimanesse intatto, e lui morto.
I discepoli, allora?
Ma quali discepoli?
Quelli che non hanno avuto il coraggio di difenderlo? Quelli che sono scappati a gambe levate? Quelli che non hanno nemmeno osato assistere da vicino alla sua agonia? Che non avevano ancora capito niente? Che neanche dopo ci credono, vedi Tommaso?
Se volevano mettere su un qualche tipo di impostura, c’erano strade meno rischiose. E, ammettendo che l’abbiano fatto: voi morireste (come hanno fatto i discepoli) per un’impostura che voi stessi avete fabbricato?

Quella di Gesù non è una reincarnazione. La reincarnazione è rinascere in un corpo nuovo, riciclando la stessa anima. E’ una dottrina contraria al cristianesimo, completamente contraria.
Il corpo di Gesù è lo stesso che ha subito la tortura e la croce. Infatti Tommaso può mettere le mani nelle piaghe.
Non è neanche un fantasma. Alcuni dei discepoli lo credevano, e lui per smentirli mangia davanti a loro del pesce. E’ un corpo solido, anche se evidentemente con poteri speciali (tant’è vero che entra nelle case senza aprire le porte, e sparisce a volontà).

Nessuno dei discepoli è pazzo o credulone. Anzi, tutta gente concreta: pescatori, agenti delle tasse. Conoscete qualcuno di più concreto di un agente delle tasse? Ma tutti, ad un certo punto, concordemente, devono ammettere: è Gesù.

E’ morto, per tre giorni è morto. Ed ora è tra loro. Non esistesse niente oltre la morte non ci sarebbe stato un luogo da dove tornare.

Dice S.Paolo: "se Cristo non è risorto, è vana la nostra fede". Perchè allora il cristianesimo sarebbe un mucchio di palle.
Ma se la risurrezione è vera, questo ci dice che non finisce tutto con la morte, ma con la vita; che non siamo pulviscolo insignificante, ma che Dio, il Creatore, si è veramente scomodato per noi.

C'è un'altra ragione, oltre a quella data all'inizio,  per cui Gesù resta tre giorni nella tomba. Il sabato è il giorno del riposo di Dio, il giorno in cui Dio non opera. Il giorno in cui Dio è morto, e silenzioso. E l'uomo si rincantuccia, incerto del domani. 
La Domenica Dio ritorna: parla, e dice: sarò sempre con voi.




secondo le Scritture

 


Ai tempi di Gesù vi era una enorme attesa di un Messia, di un qualcuno che avrebbe riportato un'età dell'oro sulla terra. Questa attesa era dovuta ad una serie di profezie che indicavano proprio per quel tempo l'avvento di questo uomo straordinario. L'attesa non era limitata alla sola Palestina: anche nel mondo romano vi erano echi di ciò. False o meno le profezie attribuite alle varie Sibille, ne fa testimonianza la famosa IV ecloga di Virgilio di cui è veramente difficile non stupirsi. Gli stessi Magi partono in seguito al verificarsi di particolari segni da loro attesi.
Tutta la vita di Gesù, dalla nascita alla morte alla resurrezione è tracciata in anticipo nelle Scritture. Il senso delle quali sarà illustrato da Gesù stesso risorto ai due discepoli di Emmaus. "Non ci bruciava forse il cuore in petto mentre lo sentivamo parlare?"

Cosa ci dice questo? Che l'avvenimento di Cristo non si può separare dalle sue radici, dal popolo ebraico e dalla sua storia. Sebbene il Dio dell'Antico Testamento appaia talvolta eccessivamente duro alle nostre sensibilità, comunque è lo stesso che Gesù chiama Padre. Gesù viene a completare, a portare a compimento, quello che era stato iniziato.
Ci dice ancora che gli avvenimenti della storia non sono casuali. Esiste qualcosa che è al di fuori del tempo, al di sopra del tempo, che conosce quello che sarà delle nostre scelte. E che si è mosso per tempo per indicarci - nonostante la nostra pigrizia, i nostri limiti, i nostri difetti, o forse proprio a causa di quelli - la strada della salvezza, Gesù stesso.

Tutta la Sacra Scrittura è un Verbo unico a fine dei conti: tante parole in tanti libri, migliaia di parole bibliche tutte quelle parole si riconducono al Verbo fatto carne, il Verbum abbreviatum che è la sintesi della Scrittura, la sintesi di tutto ciò che Dio voleva dire agli uomini. (Ignace de la Potterie)



E' salito al cielo, siede alla destra del Padre

 


Sono ormai passati quaranta giorni dalla Pasqua. Gli apostoli sono rassicurati dalla presenza continua di Gesù con loro. Ma sanno, gli è stato detto, che questa singolare vita post-mortem, questa permanenza del Risorto con loro non durerà a lungo. Gesù deve "sedersi alla destra del Padre".

Sedere alla destra di qualcuno, nell'antico linguaggio, vuole dire essere nel posto d'onore, essere almeno allo stesso livello. Questo significa che Gesù condivide la divinità del Padre. E, sotto i loro occhi, Gesù sale al cielo fino a sparire tra le nubi. Gli apostoli sono lì a guardare il cielo come allocchi - non è che noi faremmo diversamente, ad ogni buon conto - quando vengono cazziati da due personaggi che sono evidentemente degli angeli, messaggeri divini. Che dicono loro, sostanzialmente: "Che state a fare? Se ne è andato, ma tornerà. Adesso tocca a voi."

E già, adesso tocca a noi. La presenza fisica del Figlio non c'è più: la presenza più discreta ma altrettanto fisica dello Spirito Santo è il modo in cui Dio si fa presente.
Qualcuno potrebbe dire: "Ma non poteva rimanere?"
No, non poteva. O meglio: non voleva. Così come non ha voluto rendersi evidente e visibile, irrefutabilmente, a tutti gli uomini del mondo. Come non ha voluto scendere dalla croce, rendendo inevitabile il credere e inutile la presenza degli apostoli.
Occorreva che se andasse. Occorreva che ci lasciasse a correre sulle nostre gambe, così come una madre ad un certo punto della vita del suo bambino deve imparare a nascondere la sua ingombrante presenza.

Ha confermato Pietro, ponendolo a capo della sua Chiesa: non perchè fosse il più furbo o il più intelligente o il più saggio o il più colto, ma perchè era quello che lo amava di più. Ha lasciato a lui il compito di confermare gli altri, cosa che Pietro e i suoi successori stanno facendo da duemila anni. Ha fatto tutto quello che doveva fare. E poi è salito a quel cielo che è sempre sopra di noi. Da quell'istante in avanti, il gioco è tutto nelle mani dell'Uomo e della sua libertà.


E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti

 


Essere giudicati non fa mai piacere, neanche nella certezza di essere innocenti. Noi vorremmo essere i soli a decidere del nostro destino, non vorremmo che un giudice per quanto giusto potesse immischiarsi con le nostre scelte, tanto siamo orgogliosi che siano giuste, tanto siamo consci che sono sbagliate.

Ma il Giudice che ci giudicherà in questo caso è il più Giusto immaginabile, anzi, la Giustizia personificata. E in ballo ci sarà ogni singolo istante della nostra vita, ogni decisione anche minima, ogni sguardo, ogni pensiero.
Il Giudizio sarà deciso da noi stessi con ogni atto che stiamo compiendo o non compiendo.

Quantus tremor est futurus,
quando judex est venturus,
cuncta stricte discussurus.
"Quanto si tremerà
quando arriverà il giudice
che discuterà ogni cosa nei particolari!"

dice la sequenza del Dies Irae . Quel giorno saremo tutti colpevoli. Non c'è uomo che possa dirsi esente da colpa senza mentire.
Quel giorno ogni persona a cui abbiamo fatto male ce ne chiederà conto. Di ogni volta in cui abbiamo usato male il nostro tempo, ci sarà chiesto conto. Di ogni cattiveria pensata o detta, ci verrà chiesto conto.
Ogni minuscola cazzata, ogni "vabbè fa lo stesso", ogni furbizia, ogni sotterfugio, ogni menzogna agli altri e a noi stessi sarà visibile. E non ci saranno giustificazioni. Si vedrà chi, o cosa, abbiamo realmente amato.

Una sola cosa ci conforta: sapere che il giudice non è solo giusto, ma misericordioso:

Ricordati, o Gesù pietoso,
che sono il motivo della tua venuta,
non perdermi, quel giorno.
Ti sedesti stanco di cercarmi,
mi hai salvato morendo in croce;
fa' che tanta fatica non sia inutile.  (dal Dies Irae)

Sì, quel giudice è un Dio che si è fatto uomo, immischiandosi, patendo, soffrendo ed alla fine morendo in modo atroce. Sarà Lui stesso che tornerà, non sappiamo quando: e tutto sarà reso evidente.
Il Giudice che avremo, il solo giudice che ha il diritto di giudicarci, è colui che è sceso dallo scranno ed ha preso su di sè i nostri peccati. Perchè fossimo salvati.

Poi finirà la gran scena del mondo: ogni vita mortale avrà fine, e Dio metterà le sedie sui tavoli e spegnerà le luci. Per poi accenderne di nuove. E  avremo una nuova vita, per sempre.

giudizio



CLICCANDO QUI, troverete l'Omelia che parla della morte e del Giudizio particolare ed universale....

E il suo regno non avrà fine

 


Il desiderio di ogni uomo è vivere per sempre. Non riusciamo a concepire la nostra mortalità. Non riusciamo a concepire neanche la mortalità altrui, di quelli che ci sono cari e che abbiamo conosciuto intimamente. Di tanto in tanto ci pare di scorgerli, anche se sappiamo che da anni non sono più tra i viventi. La morte, anche quando ne abbiamo vista tanta, rimane sempre come dietro l'angolo della nostra consapevolezza vera. E ci rifiutiamo, ci rifiutiamo totalmente di concepire un universo dove noi non ci siamo più.

I casi sono due: o la nostra è solamente una ilusione, e veramente tutto finisce nell'istante in cui i nostri occhi si spengono, o la nostra esistenza in qualche maniera continua. E se continua non può non continuare per l'eternità.

Se la prima ipotesi è vera, allora dovremmo trarre il meglio da ogni ogni esperienza terrena, infischiandocene degli altri e della loro libertà. Se veramente abbiamo solo una vita, e siamo come minuscole incrostazioni di fango su un remoto pianeta della più insignificante periferia dell'Universo, allora non ha senso la letteratura, il bello, l'amore, la vita, che svanirà dopo un attimo nella polvere dei millenni. Non saremo ricordati, e ogni sforzo da noi fatto perirà con noi, o poco dopo. Ogni regno umano è destinato a perire, e i nomi persino dei loro re ad essere dimenticati.
Tua madre non è che un pezzo di terra, il tuo amore anche, i tuoi figli anche loro si corromperanno in un affannarsi privo di significato.

La Chiesa ci dice qualcosa di diverso. Ci dice che ci sarà un Regno eterno nel quale la Bellezza, la Giustizia, la Verità, tutto ciò che ci attira e ci piace in questo vivere attuale avrà dimora stabile e duratura. Un Regno senza fine fatto non di nuvolette rosa e di arpe, ma di un concreto vivere in una gioia di cui adesso possiamo tuttalpiù cogliere in sprazzi fugaci la remota luce.  No, non ce lo immaginiamo neanche perchè siamo schiavi del peccato, della nostra carnale insufficienza a capire una parola come senza fine. Senza fine, come l'amore di Dio che, quello sì, è destinato a durare per sempre.



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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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26/11/2011 11:48
 
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Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita [SM=g1740752]

 

Premessa
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo signore, Gesu` Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo E per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, mori` e fu sepolto. Il terzo giorno e` risuscitato, secondo le Scritture, e` salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verra`, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati, Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen

Il soffio di Dio anima l'uomo. Se il Padre crea e ricrea la materialità, e il Figlio la redime, lo Spirito è l'alito di vita dentro a ogni vivente.
Si parla spessissimo di Dio Padre, tantissimo del Figlio, molto meno dello Spirito Santo. Eppure è Colui che ci è più vicino, è il modo in cui Dio rimane con noi ogni istante. Se state leggendo questo post da sopra la spalla di qualcuno, lo Spirito santo è lì: "Dove due o più saranno presenti nel Mio nome, là sarò presente..."

Questo Spirito è ben lungi dal non avere effetto sul piano fisico: è vento impetuoso, è acqua, è fuoco; è il roveto che brucia e la colomba, l'olio e la nube. E' l'ombra che copre Maria dopo l'annuncio dell'Angelo. E' la concretezza di Dio ogni giorno con noi. Gli si dà il nome di "Paraclito", letteralmente: "Colui che è chiamato vicino", "ad-vocatus". "Paraclito" viene abitualmente tradotto "Consolatore".

Dal catechismo:
Nessuno può dire: "Gesù è Signore" se non sotto l'azione dello Spirito Santo » (1 Cor 12,3). « Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! » (Gal 4,6). Questa conoscenza di fede è possibile solo nello Spirito Santo. Per essere in contatto con Cristo, bisogna dapprima essere stati toccati dallo Spirito Santo. È lui che ci precede e suscita in noi la fede.

In altre parole: gli animali hanno spirito di animali. Un cane potrà anche capire i nostri comandi e le nostre parole, ma il proverbiale cane in chiesa non ci fa niente: non capisce il senso di quello che vede, il motivo per cui tanta gente si agita, perchè non ha la categoria del trascendente, di ciò che sta oltre.

Così, senza lo Spirito, non riusciremmo a comprendere, a concepire la presenza di Dio. Avremmo il nostro spirito animale, e con la logica dello spirito umano potremmo arrivare a comprendere che esiste una X, un mistero a cui non siamo in grado di arrivare; ma nulla più.
Se leggete questo cucchiaino da caffè mezzo pieno di Dio e riuscite a comprenderlo è grazie a Lui:
Lui che è, qui ed ora.




E procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato...

 


Immaginate che tutto quello che pensate si materializzi. Ecco, Dio è così. Dio trae le cose dal nulla pensandole.
Ma cosa succede quando il Padre pensa al Figlio, il Figlio pensa il Padre?
Ecco lo Spirito Santo. E’ la corrente d’amore che passa tra Padre e Figlio, che procede dal Padre al Figlio e dal Figlio al Padre (quest'ultimo punto, che lo Spirito venga anche dal Figlio -filioque- è stata la scintilla teologica o quantomeno la scusa alla base dello Scisma d'Oriente, ovvero la separazione delle chiese Ortodosse).

Lo Spirito Santo, come il Figlio, non è creato dal Padre, non è creatura, ma della sua stessa sostanza.
E’ la terza persona della Trinità. Certo, è difficile da capire cosa sia la Trinità, com'è possibile che Dio sia Uno e Tre contemporaneamente.

Ci può essere d’aiuto l’immagine del trifoglio, tre foglie che fanno una sola pianta "Come un trifoglio è composto da tre lembi e senza anche solo uno di questi lembi un trifoglio non è più tale, così vale per la Trinità, che è Padre, Figlio e Spirito Santo" (Attribuito a S.Patrizio).

E ancora di più Dante, alla fine del Paradiso:

Ne la profonda e chiara sussistenza
de l’alto lume parvermi tre giri
di tre colori e d’una contenenza;
e l’un da l’altro come iri da iri
parea reflesso, e ’l terzo parea foco
che quinci e quindi igualmente si spiri.

Tre cerchi che generano una sfera, uguali eppure diversi e distinti, come equatore e meridiani di Dio.
Badate bene: non sono tre dèi, c'è un unico Dio; e non è neanche un solo Dio che "cambia il cappello" a seconda delle circostanze.
"Uno infatti è Dio Padre, dal quale sono tutte le cose; uno il Signore Gesù Cristo, mediante il quale sono tutte le cose; uno è lo Spirito Santo, nel quale sono tutte le cose "

Essendo stati fatti ad immagine di Dio anche in noi agisce quell'unità che lega insieme le tre persone, anche noi tendiamo a quell'amore perfetto. Quell'amore che ci ha creati, che ci ha salvati, che ci mantiene presso di Lui, e che ricordiamo tutte le volte che ci facciamo il segno della croce.




...e ha parlato per mezzo dei profeti

 


Il grande pittore di icone Andrej Rublev ha raffigurato la Trinità come tre giovani di identico aspetto intorno ad un tavolo. Sono i misteriosi visitatori di Abramo, che gli annunciano la nascita di Isacco; l'incarnarsi di quella brezza che conforta Elia, sconfortato dalla potenza del male, di quel vento che soffia gagliardo il mattino della Pentecoste sugli apostoli.

Il termine "Spirito" traduce il termine ebraico "Ruah", che nel suo senso primario significa soffio, aria, vento. Un vento che ha sempre spirato sull'uomo e dentro l'uomo, fino dalla sua creazione, quando il Signore ha alitato sul mucchietto di terra che era Adamo.
Quelllo Spirito che, come sempre fa Dio, si è servito di uomini per parlare agli uomini. Uomini da Lui scelti non tra i sapienti, gli astuti, i nobili, gli intellettuali. Ma tra i pescatori e i ragazzini e i pecorai e i balbuzienti. La potenza di Dio non è nella potenza dell'Uomo. Dice Isaia

Lo Spirito del Signore Dio è su di me,
perché il Signore mi ha consacrato con l'unzione;
mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri,
a fasciare le piaghe dei cuori spezzati,
a proclamare la libertà degli schiavi,
la scarcerazione dei prigionieri,
a promulgare l'anno di misericordia del Signore.

Nostante la apparente inadeguatezza delle persone scelte sempre lo Spirito è stato presente, in tutta la storia, parlandoci. Anche nei momenti più neri, anzi, specialmente in essi, quando tutto sembra essere perduto o inutile, e la rocca è sotto assedio.
Anche "nell'angoscia più profonda, quando il nemico assale", occorre "(...)non perdere mai di vista la totalità delle cose come stanno, e in particolare l’effettiva estensione del mondo celeste, popolato di angeli e di santi, esuberante della divina energia da cui viene senza soste investita la terra. Allora svanisce ogni paura e viene superata la tristezza di essere un "ghetto", dal momento che viviamo fin d’ora non in un ghetto, ma in una comunione affollatissima, dove con le Tre Persone divine palpitano e gioiscono le miriadi delle creature beate. Allora possiamo anche percepire quale sia il vero "assedio": il vero assedio è quello operato invisibilmente sui cuori e sulla storia dallo Spirito Santo, effuso senza pause dal Risorto che sta alla destra di Dio; dallo Spirito Santo, che si adopera senza stanchezza a praticare nelle coscienze più indurite innumerevoli brecce segrete, perché penetri e si affermi la luce e il calore della grazia. " (Giacomo Biffi)

E lo Spirito si può servire, si serve, anche di noi, della nostra inadeguatezza. Succede, è successo: e il più grande peccato, l'unico peccato veramente grande è rifiutare questo soffio. Per questo per essere veri uomini, perchè accada quello che deve essere occorrerebbe ripetere cento volte al giorno quella giaculatoria che Von Balthasar definì la sintesi del pensiero cristiano:

Veni sancte spiritus, Veni per mariam.








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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Credo la Chiesa, una...

 

Premessa
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo signore, Gesu` Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo E per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, mori` e fu sepolto. Il terzo giorno e` risuscitato, secondo le Scritture, e` salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verra`, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati, Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen

La Chiesa non è solo espressione di vita, qualcosa che nasce dalla vita, ma è una vita. Una vita che ci raggiunge da molti secoli a noi precedenti. Chi si accinga a verificare una propria opinione sulla Chiesa deve tener presente che per l’intelligenza reale di una vita come la Chiesa occorre adeguata convivenza. (L. Giussani, Perché la Chiesa, Rizzoli, Milano 2003, p.5)

La Chiesa non è un edificio o una gerarchia, ma sono tutti i fedeli in Cristo. Essa risponde alla domanda: "Io, che vengo il giorno dopo che Cristo se ne è andato, come faccio a sapere se veramente si tratta di qualcosa che mi interessa, e come faccio a saperlo con sicurezza?". E' il metodo scelto da Gesù per rimanere in mezzo a noi: una compagnia guidata al Destino.

Se davvero la Chiesa è il prolungamento di Cristo, il modo in cui Cristo si fa presente nella storia, allora si dovrà poterne valutare l’efficacia – per poterci credere - con l’esperienza. "Se prendete un albero buono, il suo frutto sarà buono, se prendete un albero cattivo anche il suo frutto sarà cattivo. Dal frutto riconoscerete l’albero."
Ed è anche per questo che suggerisce con la sua approvazione persone, luoghi, associazioni, circostanze in cui si possa percepire, fare questa esperienza.
Esperienza vera che dovrebbe essere percepibile e valutabile ovunque ci siano cristiani.

I segni del riconoscimento sono questi: "Una, santa, cattolica, apostolica".

L’Unità della Chiesa si fonda sul dogma del Dio uno e trino. Nell’ultima cena Gesù dice: "li riconoscerete dall’unità", e prega per essa, "che siano una cosa sola". La Chiesa è tanto più vera quanto questa unità è visibile.
Dove sorgono divisioni prima o poi i rami che si staccano muoiono, come si può vedere nella storia. Chi si è separato dalla Chiesa di Roma ha finito per essere succube del potere, per cui il potere politico, re o quant'altro, diventa capo della chiesa; o si è estinto o si è frammentato in minuscoli gruppetti. Di fatto le "chiese protestanti" storiche (calvinisti, luterani) non esistono quasi più, divise e ancora divise.

L’Unità si intende come coscienza, spiegazione della realtà e impostazione di vita. Non c'è una faccia che dice così e l'altra cosà.
E non è neanche un sincretismo, un magma indistinto per cui tutte le credenze e le opinioni sono lecite. L'Uno si pone con la sua singolarità e la sua faccia, altrimenti cessa di essere Uno e diventa nessuno.
Nella Chiesa le diversità concorrono all’Uno, sono valorizzate. Quando invece abbiamo il singolo che tenta di valorizzare se stesso abbiamo il peccato originale: "Voglio essere non Uno, ma il solo. Voglio essere come Dio.". Ma il singolo piccolo uomo non è che una parte del tutto. Solo in Dio ogni differenza si può riunire senza escludere le altre e comporre quella Unità che il nostro cuore desidera.



Credo la Chiesa una




...santa...

 


Se il messaggio cristiano si trasmette attraverso uomini, il segno più evidente della verità della Chiesa è la santità.

La santità cristiana è agli antipodi della concezione che ne hanno tutte le altre religioni, dove essa è separazione dal quotidiano normale. Nella concezione cristiana invece non c’è nulla di pro-fanum, fuori dal tempio. Nulla è profano e tutto è sacro, perchè tutto è funzione di Cristo.

La santità non è abnormalità, ma la realtà umana che si realizza secondo il disegno che l’ha creata. Il santo è l’uomo vero, pienamente realizzato, perchè aderisce a Dio e quindi al proprio destino, a quello per cui è stato fatto. I santi sono la dimostrazione della possibilità del cristianesimo, nelle circostanze più varie.
Pensiamo a tutti i personaggi che studiamo nella storia. Pensiamo ai divi, ai ricchi, a tutti quelli che ci vengono proposti come modelli dalla televisione. Quasi tutti hanno vite tragiche: abbandoni, tradimenti, droga, tragedie grandi e piccole. Vorremmo davvero vivere come loro? Paragoniamo le loro vite con quelle dei santi che anche nelle difficoltà, anche nelle tragedie, anche nel caso dei martiri non riempiono che di ammirazione.

La santità si coglie attraverso il miracolo, ovvero l'evidenza di una preferenza eccezionale da parte di Dio. Perchè la Chiesa dichiari che una persona è santa, martiri a parte, occorrono due miracoli riconosciuti. I criteri perchè un miracolo sia ritenuto tale sono strettissimi: ovvero non deve esserci dubbio che un determinato fatto non è spiegabile salvo che con qualcosa che esula dall'esperienza comune.
Un miracolo non è mai un caso, ma un segno per richiamare all'esistenza di qualcosa che va oltre quello che noi possiamo vedere, toccare, fare. I miracoli stessi non sono che il "bollino" che Dio mette su una vita equilibrata e intensa, cioè senza eccessi ma assolutamente non tiepida, consacrata al Suo amore.

E quindi i santi non sono solo quelli canonizzati, quelli sono solo gli esempi che la Chiesa ci mette davanti. Santi lo possiamo essere realmente tutti: perchè essere santi non è uno sforzo moralistico per cercare di essere buoni, ma l'amare Dio più di ogni altra cosa, noi stessi compresi.
Personalmente di santi ne ho conosciuti e conosco parecchi, di quelli da bollino e no. E' stato il vederli vivere che mi ha fatto capire che essere cristiano non solo è possibile, ma che è il meglio che uno può desiderare per la propria esistenza.

Cerchiamo ogni giorno la presenza dei santi, per trovare riposo nelle loro parole (Didachè)



...cattolica...

 


Il termine Cattolica, Katholicos, era usato dai filosofi greci per definire una proposizione universale, valida ovunque.
Ma la Chiesa non è tale perchè è diffusa in tutto il mondo: cattolica lo era già nel cenacolo, lo era già quando ad essa appartenevano poco più di dodici persone, nessuna delle quali probabilmente si era mai allontanata dalla Palestina. La Chiesa è Cattolica perchè va bene per tutti gli uomini, di ogni razza, colore, paese d'origine, in ogni tempo e circostanza.
Vale per il cinese in una prigione di regime come per il re di Francia, per il cacciatore ugandese e la prostituta maori. Niente è escluso, nessuno è escluso: nessuna circostanza e nessun peccato possono limitare la libertà dell'uomo di aderire a Cristo tramite la sua Chiesa.

Mi ha sempre colpito, in Piazza san Pietro, trovarmi accanto il portoghese e l'argentina, e sapere di essere lì per l'identico motivo.

Nessuna religione aveva mai fatto dell'annuncio di sè il suo tratto fondante: prima del cristianesimo ogni popolo aveva il suo Dio, e non vedeva ragione di andare a procacciarsi altri fedeli. Unica eccezione il buddismo, che però si  può considerare una filosofia. L'espansione dell'Islam è avvenuta quasi ovunque sul filo di una spada, e ancora oggi il Corano non può essere tradotto e deve essere studiato in arabo. Le chiese protestanti non hanno mandato missionari fino al XVIII secolo; gli ortodossi neanche oggi.
Solo la Chiesa -appunto- cattolica ha insito come fondamento costitutivo l'annuncio a ogni uomo, per ogni uomo: "Andate in tutto il mondo e predicate il mio Vangelo", questa meravigliosa novità.

Ecco, per ogni uomo: l'astuto e il cretino, il santo e il peccatore, il ricco e il povero, il saggio e il semplice, l'intellettuale e l'analfabeta. Nessuno di loro può accampare scuse per rimanerne fuori. E neanche noi.




...e apostolica.

 


Il sacerdote che celebra messa nella mia parrocchia è stato ordinato dal vescovo della mia diocesi. So perfettamente chi è il predecessore del vescovo attuale, e chi era vescovo qui prima di lui. E' possibile risalire indietro nel tempo, ininterrottamente, fino al primo vescovo della città, più di millecinquecento anni fa. Ma da questi è possibile andare ancora più indietro, a colui che lo mandò, e di vescovo in vescovo, di città in città fino a giungere ai primi apostoli.

Insomma, la memoria di Cristo mi giunge passata di bocca in bocca da coloro che hanno visto e udito Gesù, relamente, in carne ed ossa, e a lui si sono accompagnati sulle strade della Palestina: dai testimoni del Risorto.
Una fede trasmessa di persona in persona (cinquanta, sessanta passaggi?) dal suo inizio fino a noi, che affonda le radici nel passato per garantirne il futuro.

Il Papa attuale è il successore di Pietro. Conosciamo esattamente, puntualmente la lista di tutti i Papi che si sono succeduti nei secoli. Che magari non sempre sono stati degni, ma pur nella pochezza personale e nel peccato che talvolta li hanno caratterizzati non hanno mai tradito o contraddetto il depositum fidei, il nucleo della fede che li rendeva quello che erano.
Una tradizione ininterrotta, confermata da una autorità: questo si intende con apostolicità. Nessuno si può improvvisare sacerdote, o vescovo, e amministrare i sacramenti, senza che la sua investitura arrivi tramite questa catena che ha attraversato i secoli.
 
Non abbiamo, come in altri casi, chi pretende di punto in bianco di avere capito tutto di Cristo, e considera quelli prima di lui falsi o imbecilli. L'autorità che garantisce arriva direttamente da quel mattino sul lago di Tiberiade in cui Cristo diede a Pietro l’incarico di “pascolare il gregge” e confermare i fratelli, e il potere di sciogliere e legare.

La Chiesa ortodossa, pur non riconoscendo l'autorità papale, conserva la continuità apostolica e quindi i suoi sacramenti sono validi; non altrettanto la Chiesa anglicana o le altre confessioni protestanti che, pur essendo talvolta simili formalmente alla cattolicità hanno avuto una interruzione della successione stessa.

E' questo il significato del termine: che la nostra Chiesa è colei che è stata fondata su Pietro, il pescatore di Galilea, e di cui da Cristo è stato detto che giammai l'Inferno sarebbe prevalso su di essa. Se cercate qualcuno di cui fidarvi non troverete referenze migliori


Cattolica e apostolica



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Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati

 

Premessa
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo signore, Gesu` Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo E per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, mori` e fu sepolto. Il terzo giorno e` risuscitato, secondo le Scritture, e` salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verra`, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati, Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen

"È capace di ricevere il Battesimo ogni uomo e solo l'uomo non ancora battezzato"
Il battesimo è pulizia, è purificazione, è la porta al Regno di Dio. "Per mezzo del Battesimo sono rimessi tutti i peccati, il peccato originale e tutti i peccati personali, come pure tutte le pene del peccato"
In pratica ti lascia pulito delle tue lordure interiori, così come delle schifezze esteriori ti lascia pulito un bagno. Questo non vuol dire che tu non ti possa tornare a  sporcare, anzi, la cosa è più che probabile.
Quelle che non spariscono, purtroppo per noi, sono infatti le conseguenze del peccato. Ci rimane infatti non solo la libertà, ma la libertà di fare del male; per dirla tutta, l'inclinazione a far del male, quella che si richiama al peccato originale.
Vedo il bene e faccio il male, dicevano 2000 anni fa Ovidio e San Paolo. E' il valutare il mio desiderio immediato più del desiderio di un bene più grande. E' una cosa ben difficile riuscire ad evitare questo errore, ed infatti ce la possiamo fare solo se Dio stesso ci dà un aiutino.
Questo aiutino a non essere animali, siccome è gratis, dato senza pagamenti di sorta, senza che noi lo meritiamo realmente, si chiama Grazia.

Ma se il battesimo pulisce così bene, forse, allora, facendolo più volte...
Eh, no! Il battesimo vale una volta sola. Dopo che l'hai fatto, sei dentro: in un certo senso hai acquisito il tesserino. Senza tesserino, spiace tanto, rimani fuori. A meno che non sia il padrone di casa stesso ad invitarti ad entrare.
Proprio per questo è meglio battezzare i bambini piccoli. Essendo una grazia e un dono di Dio non presuppone meriti umani. Quello che manca per l'età sarà fornito a suo tempo dai genitori, o dai padrini che in loro mancanza ne fanno le veci.

Ai discepoli Gesù ha dato l'incarico di battezzare tutti i popoli, di fare entrare in questa storia di Grazia, nella sua Chiesa.




Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà.

 


E già, resurrezione dei morti. Perchè non saremo mica degli angioletti su nuvolette rosa. Avremo un corpo, il nostro corpo. Le nostre dita, i nostri capelli. Rifatti, nuovi. Avremo un mondo nel quale abitare. In cui la gloria, il nascosto, il senso di tutto sarà finalmente visibile. Non ci sarà più bisogno di prova, perchè in esso ci saranno quelli che si sono abbandonati, si sono lasciati andare, si sono fidati.

Il cristianesimo è vivere cento volte meglio la propria vita qui, adesso, su questa terra funestata dalla morte e dal dolore. E' godere cento volte di più di quello che ci è posto davanti, è amare cento volte di più chi ci è caro, gustare cento volte di più ogni musica, ogni fiore, ogni colore. Questo da solo basterebbe.
E invece no, c'è ancora di più. La morte è sconfitta. Non è la tomba l'ultima parola sulla vita. E quello che ci aspetta è l'eternità.
Io non so come sarà. Ma so che sarà.
Ogni lacrima asciugata, ogni cosa spezzata riparata, ogni dubbio risolto; quante risate ci faremo, quando tutto sarà chiaro, sulle nostre paure e sulle nostre incertezze.
Guarderemo ai nostri peccati e li vedremo per quelli che sono. E saremo quelli che siamo veramente.

Salvaci, fonte della pietà. Salvaci in questo mondo, e nel prossimo.

aspetto la risurrezione dai morti



Amen

 


E' l'ultimo sorso, il più dolce, il più importante.
La parola che dà il senso a quanto detto fino ad ora.

Quattro volte abbiamo scandito "credo". Credo non basta. Occorre anche desiderare che quello che crediamo avvenga, divenga vero per ogni uomo, e soprattutto per noi. Se rimane una sfilza di parole spesso pronunciate sovrappensiero, che non si sarebbe magari neanche in grado di ripetere da soli, allora questo è tutto quanto è: parole.

Le parole non cambiano la vita. Le parole sono suono che si spegne, sono inchiostro che stinge.
Se la parola non divenda grido, se la parola non diventa carne non è che una eco che si dissolve nel fiume del tempo.

La carne viva cresce; e perchè la Parola divenuta carne e sangue cresca occorre che diciamo quell'amen, che con tutto noi stessi diciamo quell'amen, quel così sia, quel così è.

***

La tazzina è vuota. Spero che sorseggiarla vi abbia un scaldato l'anima.

AMEN



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26/11/2011 12:05
 
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Al chiuso

L'uomo discute ad alta voce. "La Chiesa non serve. Ma l'avete letta la Bibbia? Se uno deve pregare lo deve fare da solo, a tu per tu con Dio. Io mi chiudo nella mia stanza e prego benissimo". Lui e i suoi interlocutori si dirigono verso l'uscita, hanno terminato la visita. Fuori il sole accecante del pomeriggio. Dentro, la magnificenza barocca dell'antica chiesa, i suoi quadri, la sua architettura, i suoi colori che rischiarano l'anima.

Un popolo chiuso nella sua stanza a rigirar pensieri chiusi su se stessi non costruisce queste meraviglie colore dell'alba. Non costruisce niente.
Si costruisce quando si è insieme
.

Fraternamente CaterinaLD

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