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Brevi e sagge riflessioni sul CREDO da parte di Berlicche

Ultimo Aggiornamento: 26/11/2011 12:05
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26/11/2011 11:38
 
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Fu crocefisso...

 

Premessa
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo signore, Gesu` Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo E per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, mori` e fu sepolto. Il terzo giorno e` risuscitato, secondo le Scritture, e` salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verra`, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati, Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

La crocefissione è la morte più indegna e più dolorosa che un uomo possa infliggere ad un altro.
Fucilazione, sedia elettrica, iniezione letale sono pensate per essere brevi, diciamo misericordiose. La crocefissione segue il criterio inverso.
E’ peggiore dell’impalamento, per il dolore. E’ più lunga, molto più lunga, dell’annegamento, della decapitazione, dell’essere arso vivo, dell’impiccagione. Essere spellato può essere peggio, ma difficilmente sopravvivi fino alla fine. La morte per flagellazione direi che si avvicina abbastanza, ma c’è da dire che Gesù ha avuto anche quella.

La crocefissione è ficcarti chiodi nelle mani e nei piedi e lasciarti appeso finchè non muori. La perdita di sangue, il fatto che ogni movimento pesi sul metallo infisso nella tua carne, i crampi...una morte orrenda, riservata ai peggiori criminali.
Insomma, Dio si è scelto il peggio. Dio, per se stesso, per suo Figlio, ha scelto la morte più sadica e ignominiosa immaginabile.

Perchè nessuno potesse dire “Hai imbrogliato." Perchè nessuno potesse dire "E' stato facile per te". Perchè nessuno potesse dire "Non sai cosa significa soffrire, agonizzare, morire."
 
Il punto è quello: se l’è scelta. Sapeva dove sarebbe andata a finire. Più volte lo annunzia ai discepoli, che non gli credono, perchè come si può credere che colui che conosci così bene, colui che hai visto domare una tempesta con la voce, camminare sulle acque, resuscitare i morti possa lasciarsi prendere e ammazzare nella maniera più atroce immaginabile?
Non è neanche che gli piaccia. La sera prima prega che gli sia risparmiata quella che sa sarà una lunga agonia. Prega tanto da sanguinare. Ma poi ci va, lo fa, ubbidisce.
Va a morire come un cane magro.
Quando si trova davanti al Sinedrio potrebbe stare zitto , mercanteggiare. Quando si trova davanti ad Erode potrebbe compiacerlo. Si sarebbe potuto salvare.
Ma liberamente ha fatto quella scelta.

E’ la libertà di Dio, l’infinita libertà di Dio, che ha scelto di amare, e di morire per amore. Per dimostrare, una volta per tutte, che non è la morte l’ultima parola sul mondo. Che la morte non è l’ultima parola sulla vita. Anche quando si tratta della morte più orribile, ignominiosa e atroce che si possa immaginare.




...per noi...

 

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Abbiamo parlato della crocefissione, e di come Dio abbia scelto liberamente di finire lassù.

E’ la libertà di Dio e specularmente la libertà dell’Uomo.
Perchè avrebbero potuto credergli, quelli del Sinedrio. Avevano assistito anche loro, come gli altri. I ciechi vedevano, gli zoppi camminavano. I morti, addirittura, resuscitavano. Non potevano non sapere, o non intuire quantomeno che una presenza eccezionale stava loro davanti.
Eppure scelgono di non vedere e non udire. Scelgono la loro visione parziale, e decidono di eliminare quella persona che sconvolge il loro potere e il loro mondo.
Alcuni nel Sinedrio magari ne erano anche convinti: bestemmia, vuole farsi Dio, va ucciso.
Questa è l'accusa ufficiale: vuole farsi come Dio. E un uomo che vuole farsi come Dio è la cosa più pericolosa immaginabile, perchè chi può controllare, ostacolare, limitare qualcuno che dice di essere come Dio? Una persona del genere sarebbe un supercattivo da film, un flagello per ogni essere umano.
A meno che non sia veramente Dio.

E così quelli del Sinedrio scelgono per il cadreghino, o perchè nella loro visione del mondo non c’è posto per un Dio che si incarna, e se i fatti dicono il contrario i fatti mentono.

Pilato sceglie di non scegliere. In quel 7 aprile dell’anno 30 il procuratore romano che aveva il potere, lui solo, di mettere a morte Gesù, pur volendolo salvare sceglie di ucciderlo. Sceglie di uccidere un uomo che sa innocente per evitare una sollevazione. Il Giudice sceglie l’ingiustizia di fronte alla necessità.

I soldati fanno il loro dovere. Anche troppo, e così il prigioniero viene sfottuto e picchiato e torturato di quella tortura che il prepotente sempre impone sull'indifeso..

La folla assiste. Se interviene, è per far liberare Barabba, un pluripregiudicato. Altrimenti, si gusta lo spettacolo. In fondo, gliene frega poco.

Gli amici? Gli amici lo hanno tradito. Non solo Giuda, che lo ha venduto per denaro e non solo per quello. Anche Pietro, che gioca a fare il James Bond. E gli altri che scappano e non si fanno neppure vedere, ma sono nascosti a tremare in un buco mentre le sue mani vengono bucate.
Capite, lo avevano visto calmare le tempeste con una parola, camminare sopra le acque; lo avevano veduto passare in mezzo alla folla che lo voleva linciare, resuscitare i morti. Mai avrebbero potuto credere che si sarebbe lasciato prendere, mettere le mani addosso. Ma adesso è lì che muore, e non sanno più cosa credere. E fuggono, scelgono di fuggire.

Maria è sotto la croce, e piange.

Gli ebrei addossavano simbolicamente ad un caprone tutti i loro peccati, e poi uccidevano l’animale: il capro espiatorio. Gesù ha fatto lo stesso.
Perchè dunque è morto Gesù?
O meglio, per chi?
Per Maria. Per gli amici. Per Barabba. Per la folla. Per i soldati, e Pilato, e quelli del Sinedrio. Per tutti loro ha scelto di morire, per la loro codardia, per la loro indifferenza, per la loro rabbia, per il loro odio, per assumere su di sè tutti i loro peccati; per la nostra libertà.
Alcuni lo hanno rifiutato, e lo rifiutano. Per loro è morto inutilmente.
Per gli altri (possiamo dire "per noi"?) quella croce è il seme della salvezza eterna.
E il primo santo, il primo che ne ha beneficiato è stato un tagliagole, un delinquente, un brigante da strada che neanche gli ha chiesto misericordia, ma solamente di ricordarsi di lui, di lui che gli era crocefisso di fianco.
Morendo Lui, sono morti anche i nostri peccati. E’ morto per noi. Siamone degni.



...sotto Ponzio Pilato,...

 


Il cristianesimo è dentro la storia.
Non ragiona per massimi sistemi. La sua storia è la storia concreta, quella di un uomo che era anche un Dio che è morto in un preciso momento del tempo. E quindi, quando parla di se stesso, il cristianesimo indica luoghi, indica date, indica persone che sono punti di riferimento accurati.
Pronunciare "sotto Ponzio Pilato" delimita quell'avvenimento a un determinato arco di anni, quello in cui un romano di quel nome era procuratore della Galilea.
Quello è il tempo. Gli storici poi potranno discutere sull'anno esatto e sul giorno, ma le coordinate sono fissate.

Poche settimane dopo la morte di Gesù quello che era un residuo di ebrei sconfitti, terrorizzati e dispersi inizia inspiegabilmente a testimoniare quegli avvenimenti dapprima in Palestina, poi in tutto il mondo conosciuto e oltre.
In breve giungeranno le prime testimonianze scritte. Il Vangelo di Marco fu redatto entro l'anno 60, probabilmente anche prima (abbiamo le prove documentali): cioè quando i testimoni, quelli che hanno veduto, quelli che hanno conosciuto Gesù sono ancora vivi.
Dei quattro Vangeli due, quello di Matteo e quello di Giovanni, sono di apostoli, quindi riportano cose che sono state viste e udite dagli autori; Marco, che trascrive i racconti di Pietro, fa parte probabilmente anche lui della cerchia dei discepoli; Luca, a lungo accompagnatore di Paolo, afferma di avere compiuto "ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi". Questi libri altro non sono che il mettere per scritto quanto gli apostoli stessi affermavano, cioè una tradizione.

I Vangeli, quindi (non quelli apocrifi, tutti molto più tardi ed evidentemente deliberati falsi) ci forniscono una descrizione accurata e personale della vita di Gesù. Leggendoli, appare evidente che sono una sorta di diario e non opere letterarie; e non mancano parti dove i più alti rappresentanti della Chiesa del tempo, Pietro in testa, fanno autentiche figure di cacca. Circostanze che, se ci trovassimo di fronte a testi adulterati o frutto di immaginazione, sarebbero state certamente omesse.
Non sono romanzi, opere di fantasia:  Gesù è realmente esistito. Circostanza mai negata neanche dei suoi più feroci nemici, compresi quelli più antichi, fino all'Illuminismo.

Diffidate di quelli che pretendono di mettere il cristianesimo in un limbo inconsistente, tra i puri pensieri, o che dicono che le testimonianze e le reliquie non servono a niente, perchè basta la fede. Sono già fuori, si sono persi un pezzo per strada: la concretezza di nomi e di volti, il segno del tempo, i corpi e la verità.



Morì e fu sepolto

 


Gesù è morto, morto sul serio: dopo il decesso in croce, probabilmente per collasso cardiocircolatorio, una lancia gli ha trafitto il cuore. Il sangue misto a siero che ne fuoriesce indica che la morte è avvenuta da qualche ora. E’ messo nel sepolcro, guardie armate vengono poste davanti per ogni evenienza. Già, perchè in passato questo strano personaggio ha detto cose enigmatiche, tipo che sarebbe tornato dai morti. Tanto basta perchè il Sinedrio adotti qualche misura prudenziale.

Giovanni ha visto con i suoi occhi l'urlo di sofferenza, l’agonia e il colpo di lancia. Gesù rimane sulla croce ancora un pezzo dopo che è spirato, con il peso tutto sulle braccia, e quindi impossibilitato a respirare. Normalmente rimarrebbe ancora a lungo crocefisso, ma c'è il sabato e bisogna sbrigarsi.
I soldati sono abituati a colpire con la lancia e a riconoscere cadaveri, e non ritengono necessario spezzargli le gambe. Il centurione, presente nel momento del trapasso e che da esso è rimasto tanto impressionato, lo riferisce al procuratore romano. Solo dopo, Ponzio Pilato concede a Giuseppe d'Arimatea l'autorizzazione a seppellire il cadavere. Il corpo viene unto con abbondantissimo unguento e avvolto in un sudario.
Non può essere una morte apparente, è evidente. Come è evidente che è proprio lui, e non un sostituto, quello che muore.

Muore. Dio muore davvero. Ed è sepolto.
Il sogno di tanti. L'intenzione di tanti, a volte anche nostra. Picchiare, uccidere Dio, togliere il fastidio, e seppellirlo. Il progetto di tanti. Ridurlo in cenere, per dimenticare che sono cenere. E ci riescono, almeno per un po'. A fargliela pagare.

Nel mondo c'è il male, c'è la malattia, la sofferenza, la crudeltà, la morte.
E' una tremenda ingiustizia. Una immane ingiustizia.
Ma facciamo parte di una Chiesa il cui fondatore, un giovane uomo, è stato accusato ingiustamente, torturato, ed ammazzato in modo crudelissimo. Sua madre, la sua ancora giovane madre, piangeva sotto la sua croce. Tutti i suoi amici erano scappati. Che immane ingiustizia! Che incredibile ingiustizia!
Quelli che l'hanno ammazzato, bastardi senza cuore, hanno continuato a vivere. E lui, lui era il Figlio di Dio, pensate. Era Dio.
Quello che ha creato questo mondo con tutto il suo dolore e tutta la sua ingiustizia e tutta la sua morte. Forse allora meritava tutto questo?

Ecco, questo è quello in cui crediamo. In un Dio che non ha dato belle formulette, non è apparso in un alone di gloria a dire "sono qui, credete in me", ma ha spiegato il dolore e il male e l'ingiustizia nella sola maniera possibile, nella sola maniera accettabile, nella sola maniera comprensibile. Sottoponendosi ad esso in prima persona, proprio Lui, proprio il nostro Dio. Facendosi carico di tutta la morte, di tutte le piccole morti del mondo.
E dicendo: non è il male, non è l'ingiustizia, non è il dolore l'ultima parola. L'ultima parola è la Resurrezione.


[SM=g1740771]


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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