È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Messaggi e Catechesi del Papa per l'evangelizzazione e l'Anno della Fede

Ultimo Aggiornamento: 27/07/2013 21:28
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
06/04/2013 14:34
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Testimoniare con coraggio l’integralità della fede:
è l’invito lanciato stamani da Papa Francesco durante la Messa presieduta nella Cappellina della Casa Santa Marta. Alla celebrazione erano presenti una famiglia argentina e alcune religiose delle Figlie di San Camillo e delle Figlie di Nostra Signora della Carità. 


Nella sua breve omelia, il Papa ha commentato le letture di questo Sabato dell’Ottava di Pasqua: la prima vede Pietro e Giovanni testimoniare con coraggio la fede davanti ai capi giudei nonostante le minacce, mentre nel Vangelo Gesù risorto rimprovera l’incredulità degli apostoli che non credono a quanti affermano di averlo visto vivo.

Il Pontefice pone questa domanda: “Come va, la nostra fede? E’ forte? O alle volte è un po’ all’acqua di rose?”. Quando arrivano delle difficoltà “siamo coraggiosi come Pietro o un po’ tiepidi?”. Pietro – ha osservato – non ha taciuto la fede, non è sceso a compromessi, perché “la fede non si negozia”.

Sempre – ha affermato il Papa – “c’è stata, nella storia del popolo di Dio, questa tentazione: tagliare un pezzo alla fede”, la tentazione di essere un po’ “come fanno tutti”, quella di “non essere tanto, tanto rigidi”. “Ma quando incominciamo a tagliare la fede, a negoziare la fede, un po’ a venderla al migliore offerente – ha sottolineato - incominciamo la strada dell’apostasia, della non-fedeltà al Signore”.


“L’esempio di Pietro e Giovanni ci aiuta, ci dà forza” – rileva ancora il Papa - ma nella storia della Chiesa sono tanti i martiri fino ad oggi, “perché per trovare i martiri non è necessario andare alle catacombe o al Colosseo: i martiri sono vivi adesso, in tanti Paesi. I cristiani – afferma Papa Francesco - sono perseguitati per la fede. In alcuni Paesi non possono portare la croce: sono puniti se lo fanno. Oggi, nel secolo XXI, la nostra Chiesa è una Chiesa dei martiri”, di quelli che dicono come Pietro e Giovanni: “Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato”. E questo – ha proseguito – “ci dà forza, a noi, che alle volte abbiamo la fede un po’ debole”.

Ci dà la forza di testimoniare con la vita la “fede che abbiamo ricevuto, questa fede che è il dono che il Signore dà a tutti i popoli”. Ma questo – ha precisato – “non possiamo farlo da noi stessi: è una grazia. La grazia della fede. Dobbiamo chiederla, tutti i giorni: ‘Signore … custodisci la mia fede, falla crescere, che la mia fede sia forte, coraggiosa, e aiutami nei momenti in cui – come Pietro e Giovanni – devo renderla pubblica. Dammi il coraggio’. Questa – ha concluso - sarebbe una bella preghiera per il giorno di oggi: che il Signore ci aiuti a custodire la fede, a portarla avanti, ad essere, noi, donne e uomini di fede. Così sia”.




del sito Radio Vaticana








SANTA MESSA E CANONIZZAZIONI

OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Piazza San Pietro
VII Domenica di Pasqua, 12 maggio 2013

[Video]




Cari fratelli e sorelle!

In questa settima Domenica del Tempo di Pasqua ci siamo radunati con gioia per celebrare una festa della santità. Rendiamo grazie a Dio che ha fatto risplendere la sua gloria, la gloria dell’Amore, sui Martiri di Otranto, su Madre Laura Montoya e su Madre María Guadalupe García Zavala. Saluto tutti voi che siete venuti per questa festa –  dall’Italia, dalla Colombia, dal Messico, da altri Paesi – e vi ringrazio!

Vogliamo guardare ai nuovi Santi alla luce della Parola di Dio proclamata. Una Parola che ci ha invitato alla fedeltà a Cristo, anche fino al martirio; ci ha richiamato l’urgenza e la bellezza di portare Cristo e il suo Vangelo a tutti; e ci ha parlato della testimonianza della carità, senza la quale anche il martirio e la missione perdono il loro sapore cristiano.

Gli Atti degli Apostoli, quando ci parlano del diacono Stefano, il protomartire, insistono nel dire che egli era un uomo “pieno di Spirito Santo” (6,5; 7,55). Che significa questo? Significa che era pieno dell’Amore di Dio, che tutta la sua persona, la sua vita era animata dallo Spirito di Cristo risorto, tanto da seguire Gesù con fedeltà totale, fino al dono di sé.

Oggi la Chiesa propone alla nostra venerazione una schiera di martiri, che furono chiamati insieme alla suprema testimonianza del Vangelo, nel 1480. Circa ottocento persone, sopravvissute all’assedio e all’invasione di Otranto, furono decapitate nei pressi di quella città. Si rifiutarono di rinnegare la propria fede e morirono confessando Cristo risorto. Dove trovarono la forza per rimanere fedeli? Proprio nella fede, che fa vedere oltre i limiti del nostro sguardo umano, oltre il confine della vita terrena, fa contemplare «i cieli aperti» - come dice santo Stefano – e il Cristo vivo alla destra del Padre. Cari amici, conserviamo la fede che abbiamo ricevuto e che è il nostro vero tesoro, rinnoviamo la nostra fedeltà al Signore, anche in mezzo agli ostacoli e alle incomprensioni; Dio non ci farà mai mancare forza e serenità.

Mentre veneriamo i Martiri di Otranto, chiediamo a Dio di sostenere tanti cristiani che, proprio in questi tempi e in tante parti del mondo, adesso, ancora soffrono violenze, e dia loro il coraggio della fedeltà e di rispondere al male col bene.

Il secondo pensiero lo possiamo ricavare dalle parole di Gesù che abbiamo ascoltato nel Vangelo: «Prego per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una cosa sola; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi» (Gv 17,20). Santa Laura Montoya è stata strumento di evangelizzazione prima come insegnante e poi come madre spirituale degli indigeni, ai quali infuse speranza, accogliendoli con l’amore appreso da Dio e portandoli a Lui con una efficacia pedagogica che rispettava la loro cultura e non si contrapponeva ad essa. Nella sua opera di evangelizzazione Madre Laura si fece veramente tutta a tutti, secondo l’espressione di san Paolo (cfr 1Cor 9,22). Anche oggi le sue figlie spirituali vivono e portano il Vangelo nei luoghi più reconditi e bisognosi, come una sorta di avanguardia della Chiesa.

Questa prima santa nata nella bella terra colombiana ci insegna ad essere generosi con Dio, a non vivere la fede da soli - come se fosse possibile vivere la fede in modo isolato -, ma a comunicarla, a portare la gioia del Vangelo con la parola e la testimonianza di vita in ogni ambiente in cui ci troviamo. In qualsiasi luogo in cui viviamo, irradiare questa vita del Vangelo! Ci insegna a vedere il volto di Gesù riflesso nell’altro, a vincere indifferenza e individualismo, che corrodono le comunità cristiane e corrodono il nostro cuore, e ci insegna ad accogliere  tutti senza pregiudizi, senza discriminazioni, senza reticenze, con amore sincero, donando loro il meglio di noi stessi e soprattutto condividendo con loro ciò che abbiamo di più prezioso, che non sono le nostre opere o le nostre organizzazioni, no! Quello che abbiamo di più prezioso è Cristo e il suo Vangelo.

Infine, un terzo pensiero. Nel Vangelo di oggi, Gesù prega il Padre con queste parole: «Io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro» (Gv 17,26). La fedeltà dei martiri fino alla morte e la proclamazione del Vangelo a tutti si radicano, hanno la loro radice nell’amore di Dio effuso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo (cfr Rm 5,5), e nella testimonianza che dobbiamo dare di questo amore nella nostra vita quotidiana. Santa María Guadalupe García Zavala lo sapeva bene. Rinunciando a una vita comoda – quanto danno arreca la vita comoda, il benessere; l’”imborghesimento” del cuore ci paralizza –, rinunciando a una vita comoda per seguire la chiamata di Gesù, insegnava ad amare la povertà, per poter amare di più i poveri e gli infermi. Madre Lupita si inginocchiava sul pavimento dell’Ospedale davanti agli ammalati e agli abbandonati per servirli con tenerezza e compassione. E questo si chiama: “toccare la carne di Cristo”. I poveri, gli abbandonati, gli infermi, gli emarginati sono la carne di Cristo. E Madre Lupita toccava la carne di Cristo e ci ha insegnato questo modo di agire: non vergognarsi, non avere paura, non provare ripugnanza a “toccare la carne di Cristo”! Madre Lupita aveva capito che cosa significa questo “toccare la carne di Cristo”. Anche oggi le sue figlie spirituali cercano di riflettere l’amore di Dio nelle opere di carità, senza risparmiare sacrifici e affrontando con mitezza, con perseveranza apostolica (hypomonē), sopportando con coraggio qualunque ostacolo.

Questa nuova Santa messicana ci invita ad amare come Gesù ci ha amato, e questo comporta non chiudersi in se stessi, nei propri problemi, nelle proprie idee, nei propri interessi, in questo piccolo mondo che ci arreca tanto danno, ma uscire e andare incontro a chi ha bisogno di attenzione, di comprensione, di aiuto, per portagli la calorosa vicinanza dell’amore di Dio, attraverso gesti di delicatezza, di affetto sincero e di amore.

Fedeltà a Cristo e al suo Vangelo, per annunciarlo con la parola e con la vita, testimoniando l’amore di Dio con il nostro amore, con la nostra carità verso tutti: sono luminosi esempi ed insegnamenti che ci offrono i Santi proclamati oggi, ma che suscitano anche domande alla nostra vita cristiana: Come io sono fedele a Cristo? Portiamo con noi questa domanda, per pensarla durante la giornata: come io sono fedele a Cristo? Sono capace di “far vedere” la mia fede con rispetto, ma anche con coraggio? Sono attento agli altri, mi accorgo di chi è nel bisogno, vedo in tutti fratelli e sorelle da amare? Chiediamo, per intercessione della Beata Vergine Maria e dei  nuovi Santi, che il Signore riempia la nostra vita con la gioia del suo amore.
Così sia.









Cari fratelli e sorelle,

(...)

Saluto i partecipanti alla “Marcia per la vita” che ha avuto luogo questa mattina a Roma e invito a mantenere viva l’attenzione di tutti sul tema così importante del rispetto per la vita umana sin dal momento del suo concepimento. A questo proposito, mi piace ricordare anche la raccolta di firme che oggi si tiene in molte parrocchie italiane, al fine di sostenere l’iniziativa europea “Uno di noi”, per garantire protezione giuridica all’embrione, tutelando ogni essere umano sin dal primo istante della sua esistenza. Un momento speciale per coloro che hanno a cuore la difesa della sacralità della vita umana sarà la “Giornata dell’Evangelium Vitae”, che avrà luogo qui in Vaticano, nel contesto dell’Anno della fede, il 15 e 16 giugno prossimo.

.... Con amore filiale ci rivolgiamo ora alla Vergine Maria, madre e modello di tutti i cristiani.

marcia per la vita 2013 Papa Francesco
[SM=g1740733]



Intervista al cardinale Burke sulla Marcia per la Vita di Roma (Rusconi)

Riceviamo e con piacere e gratitudine pubblichiamo:


INTERVISTA AL CARD. BURKE SULLA MARCIA PER LA VITA DI ROMA

di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 12 maggio 2013


Un lungo serpentone colorato, partito dal Colosseo, si è snodato questa mattina per il centro di Roma, raggiungendo san Pietro in tempo per l’Angelus domenicale. E lì ha ascoltato le parole di papa Francesco: “Saluto i partecipanti alla ‘Marcia per la vita’ e invito a mantenere viva l’attenzione di tutti sul tema così importante del rispetto della vita umana sin dal momento del suo concepimento”.


E’ ben riuscita dunque anche questa terza edizione (la seconda romana) della “Marcia per la vita” indetta dall’ “Associazione Famiglia domani” e “Movimento europeo per la difesa della vita” contro l’aborto e la relativa legge 194. Oltre 20mila i partecipanti (con un consistente aumento rispetto all’anno scorso, massiccia la presenza di ragazzi e ragazze), tra i quali abbiamo notato il sindaco di Roma Alemanno e i parlamentari Giorgia Meloni, Sacconi, Gasparri, Giovanardi, Garavaglia. Numerosi i religiosi e le religiose, dai francescani (e le francescane) dell’Immacolata agli orionini (presenti tra l’altro con il superiore generale don Flavio Peloso) alla Congregazione del Verbo incarnato. Tante le associazioni laicali provenienti da tutta Italia, con rappresentanze consistenti ad esempio di “Scienza e Vita” (una trentina di giovani bergamaschi), della “Federvita del Piemonte”, di “Alleanza cattolica”, del “Movimento cristiano lavoratori”, dei “Gruppi di preghiera padre Pio”, della “Fondazione Lepanto”, del”Gruppo amici di Medjugorje”, del “Timone”, di “Politica, etica, responsabilità”, di “Tradizione, ordine, proprietà”, del “Popolo della vita”, di “Vita umana internazionale”, di “Italia cristiana”, di “Il Faro”, di “Ginecologi e ostetriche cattolici”. Non poche le pettorine gialle di “Uno di noi” a ricordare la raccolta di firme europea promossa dal Movimento per la vita. La Marcia è stata connotata dalla partecipazione di trecento giovani venuti dalla Polonia, da gruppi francesi (“Manif pour tous”, “Droit de naitre”), spagnoli (“Derecho a vivir”), da rappresentanti statunitensi (come la portavoce della celebre marcia di Washington Jeanne Monahan), svizzeri, austriaci, croati, albanesi, cinesi. Tra i partecipanti recita del Rosario, canti sacri come “Christus vincit” (cantato dalla Fraternità sacerdotale san Pio X di Albano) o vandeani (gruppo di “Forza nuova”), slogan come “Viva viva ogni bambino/abbasso l’aborto e la Bonino” (scandita da un consistente gruppo perlopiù giovanile proveniente da Caivano, dalla parrocchia retta da don Maurizio Patriciello). La Bonino è stata anche rievocata in diversi cartelli non onorifici di diversa provenienza (“On. Bonino, mani insanguinate”).


All’ombra del Colosseo abbiamo incontrato prima dell’avvio della ‘Marcia’ il cardinale Raymond Leo Burke, prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura apostolica. Con la consueta affabilità il sessantaquattrenne porporato statunitense ha risposto ad alcune domande sulla sua presenza alla ‘Marcia’ per il secondo anno consecutivo (anche come unico cardinale di santa Romana Chiesa).

http://cdn.tempi.it/wp-content/uploads/2012/05/burke-cardinale-marcia-vita.jpg

Eminenza, nella precedente occasione del 2012 si era augurato che anche in Italia la testimonianza della ‘Marcia per la vita’ diventasse sempre più massiccia…


Direi che l’augurio si è concretizzato. Quest’anno qui al Colosseo la partecipazione è certamente aumentata…del resto avevo già percepito un clima di forte attesa nelle settimane scorse. Penso che più passeranno gli anni, più si accrescerà il numero dei partecipanti, così che questa testimonianza per il rispetto della vita umana si faccia sentire in misura sempre maggiore nell’intera società. Un rispetto che anzitutto si deve ai meno protetti, i bimbi che stanno nel grembo della mamma!


Perché è importante scendere in piazza? Alcuni sostengono che è inutile, che si agisce meglio attraverso i massmedia, gli articoli di giornale, la raccolta di firme…


Lo scendere in piazza è ancora un qualcosa di diverso, è una testimonianza personale per una scelta di vita. Sì, uno può scrivere ed è molto importante! Ma lo scendere fisicamente in piazza mostra a tutti quanto è vitale per noi difendere e promuovere la vita. E, siccome siamo in tanti, ciò ci dà forza e morale per continuare la testimonianza nel resto dell’anno. Rincuora vedere quanti siamo a marciare!


Eminenza, la mobilitazione di piazza statunitense, ormai tradizionale, ha portato dei risultati concreti e positivi per la società? Non bisogna dimenticare che è stato rieletto Obama…


Negli Stati Uniti si registra una grande anomalia. Da una parte tutto ci dice che i movimenti per la vita sono in sintonia con il sentire della maggioranza degli americani… ed è, come certificano anche gli istituti di sondaggio, una sintonia addirittura crescente. Dall’altra, però, gli americani hanno rieletto un presidente che è il più anti-vita che abbiamo mai avuto!


Perché questa contraddizione?


Credo che al momento delle elezioni molti non riflettano profondamente quanto si dovrebbe. C’è poi chi condivide l’azione di Obama in genere per una sanità sociale, tanto da giustificare il suo voto per lui, pur abortista. Per me questo è un tipo di ragionamento contraddittorio in se stesso…


In Europa quest’anno c’è stata la grande novità delle enormi manifestazioni francesi per la famiglia, contro la rivoluzione antropologica imposta dal presidente Hollande e dalla sua maggioranza con la guardasigilli Taubira…


Si vede che la gente comune ha ancora il senso della legge naturale, la convinzione che c’è un ordine che Dio ha voluto per la sua creazione. Le manifestazioni francesi mi hanno impressionato molto. I francesi sono stati bravissimi, vanno complimentati e imitati, anche se poi il governo è voluto andare avanti lo stesso con la sua rivoluzione innaturale del diritto di famiglia.


C’è un atteggiamento assai diffuso anche tra alcuni cattolici italiani che dicono: “Io non sono d’accordo con i ‘matrimoni gay’, però penso che lo Stato pluralista debba riconoscere anche le unioni tra persone dello stesso sesso”…


E’ un atteggiamento irrazionale quello di chi ragiona così! Come si fa a dire che si è contrari ai cosiddetti ‘matrimoni’ tra persone dello stesso sesso e nel contempo si è d’accordo che lo Stato legittimi la loro richiesta di compiere atti contro natura? Vorrebbe dire contribuire alla distruzione della società, come già è ben documentato dalla storia! La famiglia non potrà sopportare tutto ciò!


Eminenza, è evidente che la questione non è solo cattolica, ma è prima di tutto razionale, di buon senso, dunque condivisibile da tutti…


L’ha ribadito anche papa Benedetto XVI a Westminster, in occasione della visita pastorale nel Regno Unito: “Sì, la Chiesa annuncia queste verità. Però esse non sono proprie della Chiesa, ma della legge naturale che Dio ha iscritto in ogni cuore”. Ogni persona di buona volontà può riconoscere questo.


La Chiesa è bersagliata da attacchi violenti e continui forse perché è una delle ultime istituzioni a difendere il diritto naturale e dunque disturba?


A me questo è chiaro. Nel mio Paese, gli Stati Uniti, la Chiesa è l’unica istituzione di spessore a difendere il diritto naturale. E’ chiaro che è sotto attacco costante da parte di forze relativiste, materialiste che vogliono che ogni uomo possa scegliere il significato della vita, del matrimonio.


Nelle motivazioni che spingono tali lobby all’attacco c’è anche l’elemento finanziario, visto che i single spendono normalmente di più?


Sì, c’è anche l’elemento finanziario, oltre a quello libertario.


[Modificato da Caterina63 12/05/2013 18:05]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 08:33. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com