È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Sacerdoti, riscopriamo insieme l'uso degli ABITI LITURGICI e della stessa LITURGIA SACRA (2)

Ultimo Aggiornamento: 01/08/2014 09:08
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
26/02/2012 17:29
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

[SM=g1740733]ATTENZIONE, PER TUTTI I SACERDOTI ALCUNE NORME DA NON SOTTOVALUTARE, ANZI....


Congregazione per il Culto Divino.
Benché nella celebrazione della messa il primo posto spetti alla preghiera eucaristica, l'orazione colletta, quella sulle offerte e quella dopo la comunione sono molto importanti, perché sono dirette a Dio, a nome di tutto il popolo santo e di tutti i presenti, dal sacerdote che presiede l'assemblea dei fedeli in persona di Cristo.

Notitiae, 30 giugno 1991

È lecito al sacerdote celebrante omettere di propria iniziativa l'una o l'altra delle orazioni presidenziali, cioè la colletta o l'orazione sulle offerte o l'orazione dopo la comunione?

Risp.: No.


Benché nella celebrazione della messa il primo posto spetti alla preghiera eucaristica, l'orazione colletta, quella sulle offerte e quella dopo la comunione sono molto importanti, perché sono dirette a Dio, a nome di tutto il popolo santo e di tutti i presenti, dal sacerdote che presiede l'assemblea dei fedeli in persona di Cristo. Il loro carattere "presidenziale" esige che vengano proferite a voce chiara ed elevata e siano ascoltate con attenzione da tutti. Per quanto riguarda l'orazione "colletta", con essa viene espressa l'indole della celebrazione e la supplica con le parole del sacerdote è diretta a Dio Padre, per Cristo, nello Spirito santo.
L'orazione sulle offerte poi conclude la preparazione dei doni e prepara la preghiera eucaristica. Infine nell'orazione dopo la comunione, il sacerdote prega per i frutti del mistero celebrato. Il popolo, unendosi a queste tre orazioni e dando il suo assenso ad esse, fa propria l'orazione con l'acclamazione "Amen".
Di grande importanza dunque nella struttura della messa, esprimendo le volontà e i propositi, sembrano facilmente accessibili ai fedeli cristiani. Perciò, secondo le norme promulgate nel Messale romano, le suddette orazioni non si possono affatto omettere. E il sacerdote che le tralascia commette un abuso di non poco conto.

[SM=g1740771]

CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI. Risposta a un dubbio Quomodo agendum est su come comportarsi con il vino consacrato rimasto dopo la comunione, 31 dicembre 2000, 36 (2000), n. 412-413 (nov.- dic. 2000), p. 541

[SM=g1740733] D. - Come ci si deve comportare circa il vino consacrato eventualmente rimasto dopo la comunione?

R. - Finita la distribuzione della sacra comunione, il vino consacrato eventualmente rimasto "deve essere consumato subito dopo la comunione, e non può essere conservato" (Istr. Inaestimabile donum, 3 aprile 1980. n. 14). Inoltre l’Istruzione generale del Messale romano (2000) precisa a più riprese la cosa, stabilendo che "il sacerdote consuma subito personalmente presso l'altare tutto il vino consacrato eventualmente rimasto" (n. 163) o, dove c'è un diacono, questi porga il calice ai fedeli e poi "subito consumi devotamente all'altare il sangue di Cristo che fosse rimasto, con l'aiuto, se è il caso, degli altri diaconi e presbiteri" (n. 182: cf. n. 247).
Il sangue di Cristo non può essere conservato dopo la celebrazione della messa, e perciò "si ponga attenzione a consacrare soltanto la quantità di vino necessaria per la comunione" (Istr. Inaestimabile donum, 3 aprile 1980. n. 14).
Si fa eccezione soltanto, secondo quanto si precisa nel Rito dell'Unzione e cura pastorale degli infermi, per il caso in cui si dovesse amministrare il viatico ai malati. In tal caso, se l'infermo non può ricevere l'eucaristia sotto la specie del pane e neppure si può celebrare la messa presso di lui. il sangue di Cristo, in modo strettamente temporaneo e soltanto per questo, sia riposto nel tabernacolo fino al momento in cui sarà portato all'infermo (n. 95). E inoltre, se dopo l'amministrazione della comunione "rimanesse ancora del preziosissimo sangue, sia consumato dal ministro" (ivi).

È un gravissimo abuso, e dolorosa profanazione, e va assolutamente condannato spargere per terra il sangue di nostro Signore Gesù Cristo o anche versarlo nel sacrario dell'edificio sacro o fare di esso qualsiasi altro uso non contemplato nelle norme sopra esposte.
Chi osasse compiere un tale delitto, sia punito a norma dei canoni. Inoltre si tenga presente il can. 1367 e la sua interpretazione autentica (AAS 91 [1999] 918).

[SM=g1740771]

CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI. Risposte Celebratio integra a questioni circa l'obbligatorietà alla recita della Liturgia delle Ore. Prot. No. 2330/00/L. 15 novembre 2000: Notitiae. 37(2001) 190-194.

La celebrazione integra e quotidiana della Liturgia delle ore è, per i presbiteri e i diaconi avviati al presbiterato, parte sostanziale del loro ministero ecclesiastico.
Sarebbe riduttivo guardare a tale responsabilità come al numero compimento di un obbligo canonico, che pure esiste, e verrebbe trascurato il fatto che l'ordinazione sacramentale conferisce al diacono e al presbitero l'incarico speciale di elevare a Dio uno e trino la lode per la sua bontà, per la sua sovrana bellezza e per il suo disegno misericordioso riguardo alla nostra salvezza soprannaturale.
Insieme alla lode, i presbiteri e i diaconi presentano alla maestà divina la preghiera di intercessione, affinchè si degni di aver cura dei bisogni spirituali e temporali della chiesa e di tutta l'umanità.
Il "sacrificio di lode" si realizza anzitutto nella celebrazione della santissima eucaristia, ma si prepara e si continua nella celebrazione della liturgia delle ore (cf. IGLH 12). la cui forma principale è la recita comunitaria, sia in una comunità di chierici, o di religiosi che, cosa molto desiderabile, con la partecipazione di fedeli laici.

Senza dubbio, la liturgia delle ore, detta anche Ufficio divino o Breviario, non perde in alcun modo valore quando la si recita individualmente, o in certo qual modo privatamente, poiché anche in questo caso "queste orazioni avvengono privatamente, ma non implorano cose private" (Gilberto di Holland, Sermo XXIII in Cant.: PL 184, 120).

Infatti, anche in simili circostanze, queste orazioni non costituiscono un atto privato poiché fanno parte del culto pubblico della chiesa, in modo tale che recitandole il ministro sacro adempie il suo dovere ecclesiale: il sacerdote o diacono che nell'intimità di un tempio, o di un oratorio, o nella sua residenza, si dispone alla celebrazione dell'Ufficio divino, realizza. anche quando non ci sia nessuno che lo accompagna, un atto eminentemente ecclesiale, in nome della chiesa e a favore di tutta la chiesa, includendo tutta l'umanità. Nel Pontificale romano si legge: "Volete custodire e alimentare nel vostro stato di vita lo spirito di orazione e adempiere fedelmente l'impegno della Liturgia delle ore, secondo la vostra condizione, insieme con il popolo di Dio per la Chiesa e il mondo intero?" (cf. Pontificale Romano, rito dell'ordinazione dei diaconi).

In tal modo. nello stesso rito dell'ordinazione diaconale, il ministro sacro chiede e riceve dalla chiesa il mandato della recita della Liturgia delle ore, mandato che appartiene, pertanto, all'ambito delle responsabilità ministeriali dell'ordinato, e supera abbondantemente quello della sua pietà personale. I sacri ministri, in unione con il vescovo, si incontrano nel ministero di intercessione per il popolo di Dio a loro affidato, come è stato per Mosé (Es 17,8-16). per gli apostoli (I Tm 2,1-6) e per lo stesso Gesù Cristo, "che siede alla destra del Padre e mercede per noi" (Rrn 8,34).

Ugualmente, nella Institutio generalis de Liturgia Horarum n. 108 si dice: "Chi recita i salmi nella liturgia delle ore, li recita non tanto a nome proprio quanto a nome di tutto il corpo di Cristo, anzi nella persona di Cristo stesso". [SM=g1740733]

Al n. 29 della stessa Institutio generalis de Liturgia Horarum si dice: "I vescovi, i sacerdoti e gli altri ministri sacri, che hanno ricevuto dalla chiesa il mandato di celebrare la Liturgia delle ore, recitino ogni giorno tutte le ore, rispettando, per quanto è possibile, il loro vero tempo".
Il Codice di diritto canonico, poi, al can. 276 § 2 n. 3. stabilisce questo: "I sacerdoti e i diaconi aspiranti al presbiterato sono obbligati a recitare ogni giorno la liturgia delle ore [SM=g1740733] secondo i libri liturgici approvati: i diaconi permanenti nella misura definita dalla conferenza episcopale".

Premesso tutto ciò, è possibile rispondere alle domande presentate nel seguente modo:

1. Qual è l'intenzione della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti rispetto all'estensione dell'obbligo di celebrare o recitare quotidianamente la liturgia delle ore?

R. Coloro che sono stati ordinati sono moralmente obbligati. in virtù della medesima ordinazione ricevuta, alla celebrazione o recita integrale e quotidiana dell'ufficio divino nel modo stesso in cui è canonicamente stabilito nel canone 276 § 2 n. 3 del CIC, sopra citato. Tale recita non detiene pertanto l'indole di una devozione privata, o di un pio esercizio attuato per volontà propria del chierico, ma di un atto proprio del sacro ministero e ufficio pastorale.

2. Alla recita integrale del divino ufficio è applicato l'obbligo sub gravi?

R. Va tenuto presente che:
a) un motivo grave, di salute o di servizio pastorale del ministero, o l'esercizio della carità, o di stanchezza, non di semplice scomodo, può scusare la recita parziale e anche totale dell'Ufficio divino, secondo il principio generale che stabilisce che una legge meramente ecclesiastica non obbliga gravemente:
b) l'omissione totale o parziale dell'ufficio per sola pigrizia o per compiere attività varie non necessarie, non è lecita, ma anzi costituisce un disprezzo, secondo la gravità della materia, dell'ufficio ministeriale e della legge positiva della chiesa.
c) per omettere l'ufficio delle lodi e dei vespri è richiesta una causa ancora più grave, dal momento che tali ore sono "il duplice cardine dell'ufficio quotidiano" (Sacrosanctum concilium, n. 89):
d) se un sacerdote deve celebrare varie volte la santa messa nello stesso giorno o ascoltare confessioni per varie ore o predicare varie volte nel medesimo giorno, e ciò gli procura fatica, può considerare, con tranquillità di coscienza, di avere una legittima scusa per omettere proporzionalmente qualche parte dell'Ufficio:
e)  l'Ordinario proprio del sacerdote o diacono può, per causa giusta o grave, a seconda del caso. dispensarlo totalmente o parzialmente dalla recita dell'Ufficio divino, o commutarlo con un altro atto di pietà (come. ad esempio, il santo rosario, la via crucis, una lettura biblica o spirituale, un tempo di preghiera mentale ragionevolmente prolungato, ecc.).

3. Qual è l'incidenza del criterio della "veritas temporis" su questo problema?

R.:  La risposta va data distinguendo i diversi casi:

a) L'Ufficio delle letture non comporta un tempo strettamente stabilito, e si può recitare in qualsiasi ora del giorno, e può essere omesso se sussiste una delle cause segnalate nella risposta indicata sotto il precedente n. 2. Di solito, l'Ufficio delle letture può essere celebrato a partire dalle ore del tardo pomeriggio o notturne del giorno precedente, dopo aver recitato i vespri (cf. IGLH 59).
b) Lo stesso vale per l' "ora media", la quale non prevede nessun tempo determinato di celebrazione. Per la sua recita va osservato un tempo intermedio tra la mattina e il pomeriggio. Fuori del coro, fra le tre ore terza, sesta e nona, "si può scegliere quella che più si adatta al momento della giornata, in modo che sia conservata la tradizione di pregare nel corso della giornata, nel mezzo del lavoro" (cf. IGLH 77).
c) Di per sé le Lodi vanno recitate nelle ore mattutine e i Vespri nel tardo pomeriggio, come indicano i nomi di queste parti dell'Ufficio. Se uno non può recitare le Lodi di mattina, ha l'obbligo di farlo al più presto. Ugualmente, se non si può recitare i Vespri nelle ore pomeridiane, si devono recitare appena possibile. In altri termini, l'ostacolo che impedisce di osservare la "verità delle ore" non rappresenta di per sé una causa che scusi dalla recita delle Lodi o dei Vespri, in quanto si tratta di "ore principali" (Sacrosanctum concilium, n. 89). che " meritano grandissima considerazione" (IGLH 40).

Chi recita con gioia la liturgia delle ore e si adopera a celebrare con impegno le lodi del Creatore dell'universo, può recuperare almeno la salmodia dell'ora che è stata omessa dopo l'inno dell'ora corrispondente e concludere con una sola lettura breve e l'orazione.
Queste risposte sono pubblicate con il beneplacito della Congregazione per il clero.

Città del Vaticano, 15 novembre 2000.
Jorge A. Card. MEDINA ESTEVEZ, prefetto
* Francesco Pio TAMBURRINO, arcivescovo segretario

[SM=g1740771]

CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI. Risposta a dubbi Is it the case circa talune norme della Institutio generalis Missalis Romani, Prot. N. 2372/00/L, 7 novembre 2000. Communicationes 32(2000), 173-174.
 
[SM=g1740733] 1. Nel caso in cui la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, al n. 43 della Institutio generalis Missalis Romani, intende proibire ai fedeli di inginocchiarsi durante qualunque parte della messa eccetto durante la consacrazione, ciò significa che proibisce ai fedeli di inginocchiarsi dopo l'Agnus Dei e dopo aver ricevuto la santa comunione?

R.: No.


2. La Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti nella Institutio generalis Missalis Romani, ai nn.160-162, 244, o altrove, intende che la gente non può più genuflettere o inchinarsi come segno di riverenza verso il santissimo sacramento subito prima di ricevere la santa comunione?

R.: No. [SM=g1740722]


3. La  Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti nella Institutio generalis Missalis Romani ai nn. 314-315, o altrove, intende affermare che una cappella separata per la riserva del santissimo sacramento all'interno delle chiese parrocchiali è preferibile a una collocazione prominente e centrale nella chiesa, quindi visibile dai fedeli durante la celebrazione della messa?

Risp.: No, e ad mentem. [SM=g1740733]


Mens: All'interno delle norme specificate dal diritto, spetta al vescovo diocesano, nel suo ruolo di moderatore della sacra liturgia nella Chiesa particolare a lui affidata, dare un giudizio riguardo al posto più appropriato per la riserva del santissimo sacramento, avendo anzitutto presente la finalità di incoraggiare e favorire i fedeli a visitare e adorare il santissimo sacramento.

Città del Vaticano, 7 Novembre 2000.
Jorge A. card. MEDINA ESTÉVEZ, presidente
+ Francesco Pio TAMBURRINO, arcivescovo segretario


[SM=g1740771]

CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI. Risposta a un dubbio Utrum in institutis circa l'obbligo di indossare il camice nella concelebrazione della messa, Notitiae 36(2000), 320, del 30 agosto 2000.
 
Negli istituti presso i quali c'è l'usanza di indossare l'abito corale possono i presbiteri concelebrare la messa indossando solo la stola, senza il camice?

R. No. [SM=g1740733]


Infatti permangono pienamente in vigore le norme contenute in Principi e norme per l'uso del Messale romano (2000). che riguardano l'abito per la concelebrazione, cioè per il sasacerdote celebrante le vesti sacre sono: il camice, la stola e la casula o pianeta, per gli altri concelebranti almeno l'alba e la stola (Cf. n. 81). Perciò il camice dev'essere sempre indossato sia dai sacerdoti religiosi che hanno l'abito corale, anche se di colore bianco, sia da coloro che non lo portano, secondo il n. 336 della citata Istruzione (2000): "La veste sacra comune a tutti i ministri ordinati e istituiti di qualsiasi grado è il camice stretto ai fianchi dal cingolo, a meno che non sia fatto in modo da aderire al corpo anche senza cingolo. Se il camice non copre pienamente, intorno al collo, l'abito comune, prima di indossarlo si deve mettere l'amitto".

Tali norme sono soggette alla vigilanza della competente autorità ecclesiastica, e tuttavia in modo speciale del vescovo: infatti i religiosi "sono soggetti alla potestà dei vescovi, ai quali devono rispetto devoto e riverenza, in ciò che riguarda la cura delle anime, l'esercizio pubblico del culto divino e le altre opere di apostolato" (can. 678 § 1).


[SM=g1740771]

Infine: è vietato dire il Rosario durante l'Adorazione Eucaristica nella Sua esposizione?
R. No!


"Quando si recita il Santo Rosario con il senso cristologico che gli è proprio, recitandolo in un clima meditativo-adorante, e quando la recita del medesimo aiuta ad ottenere una maggiore stima del mistero eucaristico, sarebbe inaccettabile proibirlo. Nella fede cattolica il mistero dell'incarnazione presenta inseparabile l'amore a Cristo e l'amore che nutriamo verso la sua Santissima Madre


La recita del rosario davanti al Santissimo esposto
 
(15 gennaio 1997)
 
Eccellenza reverendissima,

Questo dicastero ha ricevuto la sua lettera nella quale lei pone tre domande riguardanti la recita del rosario mariano davanti al Santissimo esposto alla pubblica venerazione.
 
Per rispondere a ciascuna delle sue tre domande è necessario tener presente i principi della costituzione conciliare Sacrosanctum concilium e la documentazione postconciliare che parla della finalità e spirito dell'esposizione del Santissimo e del rosario.
 
Le risposte devono essere oggetto di riflessione da parte dei gruppi che si riuniscono per l'orazione, poiché il contesto cambia sensibilmente se si tratta di un gruppo di seminaristi, di religiose, di giovani o di fedeli di una parrocchia.
 
Nella Nota aggiunta troverà i necessari riferimenti alla documentazione con alcune riflessioni che possono essere utili per capire meglio le risposte che qui si danno in forma breve:
 
1. Quando si recita il santo rosario con il senso cristologico che gli è proprio, recitandolo in un clima meditativo-adorante, e quando la recita del medesimo aiuta ad ottenere una maggiore stima del mistero eucaristico, sarebbe inaccettabile proibirlo. Nella fede cattolica il mistero dell'incarnazione presenta inseparabile l'amore a Cristo e l'amore che nutriamo verso la sua santissima madre.
 
2. La catechesi che si deve dare ai fedeli deve andare unita alla prassi, poiché non si tratta di eliminare una usanza ma di darle il suo significato profondo. Perciò è bene cercare di introdurre gradualmente e con sensibilità pastorale ciò che può servire affinché i fedeli giungano ad una maggiore conoscenza sia del significato dell'esposizione del Santissimo sia del santo rosario.
 
3. Si deve incentivare tutto quello che aiuta il rinnovamento della vita liturgica e il significato pieno degli esercizi di pietà, fra i quali il santo rosario merita un'attenzione speciale.
 
È necessario che i sacerdoti in questa materia procedano con grande tatto e rispettando accuratamente la fede dei cristiani semplici e non tanto formati, evitando atteggiamenti che essi non comprenderebbero e che potrebbero considerare come disprezzo della loro fede o offesa dei loro diritti.
 
Approfitto dell'occasione per porgere a sua eccellenza i miei rispettosi saluti e reiterarle la mia stima e considerazione.
 
Dev.mo nel Signore
Jorge MEDINA ESTÉVEZ, arcivescovo pro-prefetto
Gerardo M. AGNELO, arcivescovo segretario

Allegato al Prot. 2287/96/L
 
Nota relativa alla recita del rosario davanti al Santissimo esposto

I. Principi
 
1. La costituzione conciliare Sacrosanctum concilium, n.13, dice: "I pii esercizi del popolo cristiano, purché siano conformi alle leggi e alle norme della chiesa, sono vivamente raccomandati, soprattutto quando si compiono per mandato della sede apostolica.... Bisogna però che tali esercizi siano regolati tenendo conto dei tempi liturgici, in modo da essere in armonia con la sacra liturgia, da essa in qualche modo traggano ispirazione e ad essa, data la sua natura di gran lunga superiore, conducano il popolo cristiano". Il Catechismo della chiesa cattolica fa riferimento alla citazione della Sacrosanctum concilium: "Queste espressioni sono un prolungamento della vita liturgica della chiesa, ma non la sostituiscono".
 
- L'esposizione eucaristica è una celebrazione che ha riferimento con la liturgia, come si deduce dalla Istruzione Eucharistìcum mysterium, n. 62, dal Rituale romano Rito della comunione fuori della messa e culto eucaristico e dal Cerimoniale dei vescovi che ne tratta al cap. XXII.
 
[SM=g1740733] - Il santo rosario è senza alcun dubbio uno degli esercizi di pietà più raccomandati dall'autorità ecclesiastica; cf. anche le indicazioni che da il Catechismo della chiesa cattolica: nn. 971, 1674, 2678, 2708.
 
- Il sentire cattolico non separa mai il Cristo da sua madre né viceversa.
 
2. La lettera apostolica Vicesimus quintus annus, al n. 18 dice: "Infine, per salvaguardare la riforma e assicurare l'incremento della liturgia, occorre tener conto della pietà popolare cristiana e del suo rapporto con la vita liturgica. Questa pietà popolare non può essere né ignorata, né trattata con indifferenza o disprezzo, perché è ricca di valori, e già di per sé esprime l'atteggiamento religioso di fronte a Dio. Ma essa ha bisogno di essere di continuo evangelizzata, affinché la fede, che esprime, divenga un atto sempre più maturo e autentico. Tanto i pii esercizi del popolo cristiano, quanto altre forme di devozione, sono accolti e raccomandati purché non sostituiscano e non si mescolino alle celebrazioni liturgiche. Un'autentica pastorale liturgica saprà appoggiarsi sulle ricchezze della pietà popolare, purificarle e orientarle verso la liturgia come offerta dei popoli".
 

II. Relazione tra esposizione eucaristica e santo rosario
 
Tre sono i documenti più importanti, dai quali cito un numero di ciascuno di essi, e cioè:
 
1. "Durante l'esposizione si disponga tutto perché i fedeli, intenti alla preghiera, si dedichino a Cristo, il Signore" Istruzione Eucharisticum mysterium, n. 62).
 
2. "Per alimentare l'orazione inferiore, si può ricorrere a letture della sacra Scrittura con omelia o brevi esortazioni che guidino ad una maggiore stima del mistero eucaristico"

(Rito della comunione fuori della messa e culto eucaristico, n. 95).
 
3. L'esortazione apostolica Marialis cultus fa presente che il santo rosario: "come preghiera evangelica, incentrata nel mistero dell'incarnazione redentrice è preghiera di orientamento nettamente cristologico" (n. 46).
 

III. Qui sembra opportuno annotare:
 
Dal concilio Vaticano II ad oggi si è osservato quanto segue:
 
* Nei primi due decenni, più o meno, è sorta all'interno della chiesa cattolica una tendenza a eliminare tra il popolo cristiano l'adorazione davanti al Santissimo esposto.
 
* Negli ultimi anni si torna a valorizzare la preghiera davanti al Santissimo esposto. In questo caso si osservano due fenomeni, e cioè: Si adora il Santissimo con il medesimo stile, mentalità e preghiere come prima del concilio o si celebra tenendo presenti gli orientamenti dei documenti della chiesa.
 
Dal punto di vista pastorale è il momento importante affinché la preghiera di adorazione davanti al Santissimo si svolga secondo lo spirito dei documenti della chiesa. Non si può perdere questa occasione di riorientare questa pratica popolare.
 
 - Si deve incoraggiare la recita del rosario nella sua forma autentica, cioè secondo il suo carattere cristologico. Invece la forma tradizionale di recitare il rosario sembrerebbe ridursi alla recita del Padre nostro e dell'Ave Maria. Ultimamente in alcuni luoghi, accompagnano l'enunciazione del mistero con la lettura di un breve testo biblico, con lo scopo di aiutare la meditazione, e questo è molto positivo. Il Catechismo della chiesa cattolica (cf. n. 2708) precisa che la preghiera cristiana deve tendere più lontano: deve condurre alla conoscenza d'amore del Signore Gesù, all'unione con lui incontrando nella pietà liturgica verso l'eucaristia un grande stimolo e appoggio.
 
 - Non si deve esporre l'eucaristia solo per recitare il rosario, ma fra le preghiere che si compiono si può includere certamente la recita del santo rosario mettendo in evidenza gli aspetti cristologici con letture bibliche relative ai misteri, e dando spazio alla meditazione silenziosa e adorante dei medesimi.
 
 - "Durante l'esposizione, le preghiere, i canti e le letture devono essere organizzate in modo che i fedeli in preghiera si orientino a Cristo, il Signore. Per favorire la preghiera interiore, sono ammesse letture della sacra Scrittura, omelia o brevi esortazioni che conducano a una migliore comprensione del mistero eucaristico" (Rito della comunione fuori della messa e culto eucaristico, n. 95).
 
In questo campo della pietà popolare tuttavia conta molto far sì che i pii esercizi possano condurre alla vita liturgica e viceversa, ed educare il popolo cristiano a penetrare nel significato di questo pio esercizio per coglierne l'autentica ricchezza.


[SM=g1740733]


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 11:31. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com