A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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ATTENZIONE: SE VUOI AVERE UN FUTURO DIFENDI LA VITA, DA ADESSO

Ultimo Aggiornamento: 10/03/2017 13:01
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23/04/2012 21:30
 
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Marcia nazionale per la Vita

 


 
Domenica 13 maggio 2012 a Roma
 
Gli attacchi alla vita umana innocente sono sempre più numerosi e nuovi strumenti di morte minacciano la sopravvivenza stessa del genere umano: Ru486, Ellaone, pillola del giorno dopo ecc.
 
Da oltre trent’anni una legge dello Stato (la 194/1978) regolamenta l’uccisione deliberata dell’innocente nel grembo materno e i morti si contano a milioni.
 
La Marcia per la Vita è il segno dell’esistenza di un popolo che non si arrende e vuole far prevalere i diritti di chi non ha voce sulla logica dell’utilitarismo e dell’individualismo esasperato, sulla legge del più forte.
L’iniziativa vuole:
  • affermare che la vita è un dono, indisponibile, di Dio;
  • chiedere il Suo aiuto, per una società smarrita;
  • deplorare l’iniqua legge 194 che ha legalizzato l’uccisione, sino ad oggi, in Italia, di 5 milioni di innocenti;
  • ribadire che esiste una distinzione tra Bene e male, tra Vero e falso, tra Giusto ed ingiusto;
  • invitare alla mobilitazione i cattolici e gli uomini di buona volontà.
Lo straordinario successo della prima edizione della marcia per la vita di Desenzano, organizzata in breve tempo e con poche risorse a disposizione, ci spinge a moltiplicare le forze e l’impegno profusi per la buona battaglia.
 
La seconda edizione della marcia sarà a Roma, centro della cristianità e del potere politico. Le strade della capitale sono state attraversate, anche recentemente, da numerosi cortei indecorosi e blasfemi; il nostro corteo vuole invece affermare il valore universale del diritto alla vita e il primato del bene comune sul male e sull’egoismo.
L’iniziativa sarà una “marcia” e non una processione religiosa e come tale aperta anche ai pro life non credenti e a tutti i gruppi che potranno partecipare con i loro simboli ad esclusione di quelli politici.
E’ previsto inoltre un convegno, sempre a Roma, il 12 maggio, sulla vita a cui hanno già dato la loro adesione personalità conosciute del mondo pro life italiano.
 
Abbiamo però bisogno dell’aiuto di tutti!
 
- Con la preghiera, che smuove le montagne (1 Cor. 13,2) e vince ogni difficoltà
- Con la costituzione, in ogni città italiana, di centri locali che ci aiutino sul piano organizzativo (fotocopiando e diffondendo materiale, organizzando pullman per venire a Roma, preparando striscioni, bandiere, cartelli…)
- Con il sostegno economico che può moltiplicare le nostre possibilità. Si può versare un contributo sul conto corrente postale allegato oppure tramite bonifico bancario a:
  • Associazione Famiglia Domani:
    Banca:Intesa San Paolo,
    Iban: IT 86 N 03069 03227 100000000810
  • Mevd (Movimento Europeo Difesa Vita):
    Unicredit, Agenzia di Verona,
    Iban: IT 31 R 02008 11796 000101130378
Chiunque volesse aiutare e per qualsiasi informazione scrivere a:
info@marciaperlavita.it , oppure telefonare a : 06-3233370
Da questa pagina è possibile consultare l’elenco delle città italiane da cui partiranno i pullman per Roma con i relativi referenti e recapiti telefonici
 
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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24/04/2012 09:55
 
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Tavarnelle Val di Pesa ( FI) : Santa Messa e presentazione del libro del Prof. De Mattei. Roma : seconda Marcia per la Vita

Sabato 28 aprile 2012 alle ore 18,00 preso la Pieve di San Donato in Poggio (Tavarnelle Val di Pesa - Firenze) sarà celebrata la S. Messa in rito romano antico a gloria di Dio e del Suo servo fedele il Beato Pio IX.
Dopo la S. Messa, alle ore 19.00, si terrà la Conferenza di presentazione del libro "Il Beato Pio IX e l'invasione rivoluzionaria" del Prof. Roberto de Mattei, che parteciperà all'incontro. 
 
 Domenica 13 maggio si terrà a Roma la seconda Marcia per la Vita. 
Sono ancora disponibili alcuni posti sul pullman che partirà da Firenze (costo previsto Euro 25,00 a persona) domenica mattina. 
Vista l'importanza dell'evento, siamo invitati vivamente a partecipare alla Marcia. 
 Hanno aderito alla Marcia per la Vita, oltre al Presidente della Conferenza Episcopale Italiana Cardinale Bagnasco, anche l' Arcivescovo di Firenze Cardinale  Betori. 
Per ogni informazione è possibile consultare il sito ufficiale della Marcia: www.marciaperlavita.it
 
Come preparazione spirituale alla Marcia per la Vita di Domenica 13 Maggio, sarà celebrata una Santa Messa nell'antico rito romano venerdì 4 maggio 2012 alle ore 20.30 presso la Chiesa di S. Salvatore in Ognissanti (Borgo Ognissanti 42, Firenze) . 
Dopo la S.Messa sarà esposto il Santissimo Sacramento per la Veglia  in riparazione dei crimini dell'aborto.  
Si prega di pubblicizzare l'evento.( A.C.)
 
[SM=g1740733]
 
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25/04/2012 20:27
 
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[SM=g1740733] insieme alla FSSPX

 

Perché partecipare alla Marcia per la vita del 13 maggio

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Freccia bluProgramma da Rimini

Sabato 12 e domenica 13 maggio si svolgerà a Roma una grande e memorabile manifestazione, che vedrà una larghissima partecipazione italiana ed europea sulle parole d’ordine di intransigente battaglia contro le leggi inique che pretendono legalizzare pratiche omicide, con particolare riferimento al delitto di aborto volontario (la famigerata legge 194 del 1978 che ha già causato in Italia 5 milioni di morti innocenti).

L’evento potrebbe segnare una svolta nella storia della galassia pro-vita in Italia, che da troppi anni ha avuto difficoltà ad esprimersi perché oscurata e soffocata da una appropriazione verticistica da parte di personaggi e forze legati a certi partiti della vecchia politica, e che hanno perciò più volte mostrato di essere inclini ad ogni tipo di compromesso sui c.d. “principi non negoziabili” (in realtà norme di legge naturale e Divina): dall’apologia della legge di aborto (che sarebbe “una buona legge”, solo da applicare meglio), alla redazione addirittura in proprio – con tanto di successivo patrocinio fino alla approvazione in Parlamento - dell’iniqua legge (la famigerata 40 del 2004) che introduce nel nostro paese la fecondazione artificiale, una pratica contro natura altamente uccisiva che comporta 20 vittime innocenti per ogni singolo bambino nato (già 1.600.000 morti innocenti in 8 anni dal varo della legge, per 80.000 nati/prodotti).

Alla manifestazione hanno già aderito (fino ad oggi) numerosissime associazioni, gruppi, congregazioni tra cui la FSSPX, il Comitato San Carlo Borromeo (che aveva già meritoriamente organizzato la protesta contro lo spettacolo blasfemo di Castellucci), l’ACIM, i Francescani dell’Immacolata e molti altri soggetti anche dai Paesi Europei. Numerosi e significativi sono anche i messaggi di sostegno da parte di Cardinali e Vescovi fino ai più alti livelli della gerarchia, fatto anche questo interessante perché dimostra che anche nei sacri palazzi sta tramontando l’epoca del referente unico, autoinvestito della rappresentatività di tutto l’universo pro-vita (e di cui è stato però anche spesso di fatto – salve le intenzioni - il commissario liquidatore che ne ha curato la svendita).

Tant’è che il Movimento Italiano per la Vita ignora platealmente e copre di silenzio l’appuntamento del 13 maggio, contrapponendovi una propria manifestazione il giorno 20 dello stesso mese, verosimilmente per pochi intimi, nel chiuso dell’aula Paolo VI. C’è anche da aspettarsi, in base alla consolidata prassi “bulgara” del vertice monocratico e partitocratico, l’espulsione dal Movimento nazionale di quei Centri Aiuto alla Vita e Movimenti locali federati che parteciperanno alla marcia del 13 maggio.

Vista la grande importanza dell’avvenimento tutte le persone di buona volontà sono caldamente invitate a partecipare, magari promuovendo anche l’organizzazione di pullman dalle varie città. Si ricorda in particolare che una Santa Messa verrà celebrata alle ore 8.00 di domenica 13 maggio nella Cappella S. Caterina della FSSPX in Via Urbana a Roma.

Dott. Luca Poli

 

[SM=g1740722]

 

 

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05/05/2012 22:52
 
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Lettera di mons. Mario Oliveri al presidente del MEVD

Il Vescovo di Albenga – Imperia

Stim.mo e Caro Presidente,

La ringrazio di avermi fatto partecipe delle nuova Iniziativa in difesa ed in favore della vita, che codesto Movimento organizza – insieme con altre Associazioni “pro life” – con la celebrazione di un Convegno e con la Seconda Marcia Nazionale per la vita, il 12 ed il 13 c. m.

Entrambi i momenti, che saranno vissuti dai partecipanti con intensità di convinzioni, saranno una chiara proclamazione che “la vita è un dono, indisponibile, di Dio”, e che, quindi, tutto ciò che viene da Dio va accolto con rendimento di grazie, va accolto nella sua vera natura, come è stata determinata da Dio, non dall’uomo, e che perciò in nessun modo e da nessuno può essere violato.

Quando si perde questa concezione della vita umana, si smarrisce la verità circa l’uomo, circa l’origine della sua esistenza, e si sconvolge inesorabilmente l’ordine di ogni cosa, di ogni rapporto umano, di ogni rapporto di vita sociale: la società diventa “smarrita”, si organizza con disorientamento.

La partecipazione ai due momenti dell’iniziativa non è però soltanto proclamazione della verità, ma è anche espressione della volontà di operare, con ogni metodo conforme alla dignità della persona umana, affinché questa verità attecchisca nel cuore dell’uomo e generi tutte le positive conseguenze che soltanto la verità può generare.
Se questo non avviene, assai fievole diventa la speranza di ottenere legislazioni che in nulla violino la verità sulla vita umana, e che anzi con opportune ed efficaci disposizioni la difendano e la promuovano, creando o favorendo la creazione di quelle condizioni sociali dove la vita umana sia veramente accolta come sublime dono di Dio, come realtà inviolabile.

A Lei, Presidente, ed a tutti i partecipanti la mia cordiale e convinta partecipazione spirituale, ed il mio personale sostegno morale.

Albenga, 06 Maggio 2012 V Domenica di Pasqua Mario Oliveri Vescovo di Albenga – Imperia


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07/05/2012 18:41
 
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in Marcia per la Vita



Marcia per la Vita



 
DOMENICA 13 MAGGIO TUTTI A ROMA,
PER LA MARCIA NAZIONALE PER LA VITA
 
di Federico Catani
 
 
Continua a crescere giorno dopo giorno il numero delle adesioni alla seconda Marcia Nazionale della Vita del 13 maggio prossimo a Roma. Tra le ultime novità, in campo ecclesiale va segnalato il messaggio di approvazione e incoraggiamento per l’iniziativa dell’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola. Degne di nota sono anche le adesioni di gruppi come l’Unitalsi, l’Associazione Medici Cattolici Italiani e l’Unione Cattolica Farmacisti Italiani.

L’Unitalsi porterà a Roma i propri malati, testimoniando così, contro ogni tentativo di introdurre nel nostro sistema giuridico l’eutanasia, che la vita va difesa sempre, anche nei momenti più difficili, quando il dolore prostra fisicamente la persona.
Molti medici e farmacisti cattolici, invece, sfileranno dal Colosseo a Castel Sant’Angelo in camice bianco, mettendo in risalto che la medicina è fatta per guarire e non per uccidere. Di fronte alla diffusione di pillole abortive di ogni genere, la presenza del mondo della sanità contribuirà a ribadire che la vita è un bene indisponibile e che ogni medico, osservando il sempre valido giuramento di Ippocrate, ha il dovere di salvare la vita umana e non di procurare la morte, né tantomeno di somministrare sostanze chimiche che possano provocare l’aborto.
Sul versante istituzionale, il Comitato organizzatore della Marcia per la Vita ha ottenuto per l’evento il patrocinio di Roma Capitale. Lo stesso sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha assicurato la sua partecipazione. Significativa è stata inoltre l’adesione dei deputati e senatori aderenti all’“Associazione Intergruppo parlamentare per il valore della vita”, promossa dal senatore Stefano De Lillo.

La Marcia si preannuncia quindi una manifestazione della massima importanza, che probabilmente sarà decisiva per il mondo pro-life italiano e segnerà il punto di non ritorno dopo decenni fatti di compromessi e di timori. Anche l’Italia avrà la sua grande mobilitazione di piazza contro la legislazione abortista, segno di un popolo che non si arrende e non si rassegna all’iniqua legge 194 e che vuole testimoniare di fronte a Dio e alla storia che quella norma non lo rappresenta, essendo frutto di una distorta concezione della democrazia.
Di una democrazia che, avendo perso ogni riferimento a qualsiasi valore e alla legge naturale, è diventata «un totalitarismo aperto o subdolo», come ebbe a dire il beato papa Giovanni Paolo II. Proprio per opporsi a quella che l’allora cardinale Ratzinger definì «dittatura del relativismo» e per riaffermare la centralità di quei valori che papa Benedetto XVI chiama «non negoziabili» ‒ tra i quali la difesa della vita dal concepimento alla morte naturale ‒ la Marcia del 13 maggio, pur essendo di iniziativa laica, trarrà forza dalla preghiera.

Tra le celebrazioni religiose legate all’evento, va segnalata l’adorazione eucaristica in riparazione del crimine dell’aborto, che si svolgerà dalle 21 alle 22,30 del 12 maggio presso la Basilica di Santa Maria Maggiore e verrà presieduta dal cardinale Raymond Leo Burke, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica.

Domenica 13 maggio, invece, al termine della Marcia, nella Basilica di San Pietro il cardinale Angelo Comastri, Vicario del Papa per la Città del Vaticano, celebrerà una Santa Messa per i partecipanti che desidereranno prendervi parte. Inoltre, nello stesso giorno, padre Alessandro Apollonio, dei Francescani dell’Immacolata, celebrerà una Messa in rito antico nella Basilica dei Santi Giovanni e Paolo, alle ore 7,45, mentre padre Serafino Lanzetta, del medesimo ordine religioso, celebrerà, sempre more antiquo, nella chiesa di Santa Maria Annunziata in Borgo, verso le ore 12,30.
 
[Modificato da Caterina63 12/05/2012 15:48]
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13/05/2012 22:01
 
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[Modificato da Caterina63 15/05/2012 09:40]
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13/05/2012 23:38
 
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la Marcia per la vita del cattolici stanchi "della politica di tergiversazione del Movimento per la Vita" e desiderosi "di condurre una battaglia contro l’aborto a viso aperto, come accade in tutti i Paesi di Occidente"

Marcia per la Vita: le ragioni di uno straordinario successo

di Roberto de Mattei

 
Sono passati quasi trentacinque anni da quando l’aborto fu legalizzato in Italia, con la legge 194 del 22 maggio 1978. Quella legge ha un peccato d’origine: essa fu firmata dal presidente del Consiglio Giulio Andreotti e dal presidente della Repubblica Giovanni Leone, entrambi democristiani, che per salvare il governo si arresero ad una esigua ed improvvisata maggioranza parlamentare di orientamento laicista.

Il peccato di origine della “ragion politica” ha pesato sul trentennio successivo, in cui la classe politica cattolica, ma anche alcuni ambienti della Conferenza Episcopale Italiana, hanno considerato la 194 come una legge da “migliorare”, piuttosto che da abrogare, senza comprendere che sarebbe stato impossibile raggiungere il risultato minimale di una restrizione della legge, senza proporsi l’obiettivo massimale della sua cancellazione. Mentre in tutto il mondo, e soprattutto negli Stati Uniti, nascevano movimenti pro-life all’insegna di una lotta all’aborto senza compromessi, in Italia il Movimento per la Vita di Carlo Casini ha condotto, per oltre un trentennio, una strategia di negoziazione sui princìpi che non ha ottenuto, fino ad oggi, nessun risultato.

Giovanni Paolo II fu eletto pochi mesi dopo l’approvazione della 194 e si stupì della mancanza di combattività del movimento pro-life italiano. La promulgazione della Evangelium Vitae il 25 marzo 1995 fu una frustata, diretta in primis ai cattolici minimalisti. In quel documento, il Papa ammoniva a non usare mai termini equivoci come “interruzione della gravidanza”: “l’aborto procurato – ribadiva – è l’uccisione deliberata e diretta, comunque venga attuata, di un essere umano nella fase iniziale della sua esistenza, compresa tra il concepimento e la nascita” (n. 58); la sua approvazione legislativa costituisce un “crimine” commesso in nome del “relativismo etico” (n. 70).

Quando, per un “tragico oscuramento della coscienza collettiva“, il relativismo giunge a porre in dubbio i principi fondamentali della legge morale, lo stesso ordinamento democratico è “scosso nelle sue fondamenta, riducendosi a un puro meccanismo di regolazione empirica dei diversi e contrastanti interessi”. Ripetendo le parole di Giovanni Paolo II, i cattolici devono la 194 come una legge ”iniqua” priva “di validità giuridica” perché “quando una legge civile legittima l’aborto o l’eutanasia, cessa per ciò stesso, di essere una vera legge civile, moralmente obbligante” (n. 72).

Sono questi princìpi, ribaditi da Benedetto XVI, ad aver guidato la Marcia per la Vita che si è svolta con straordinario successo il 13 maggio a Roma. L’iniziativa è nata spontaneamente, dalla base cattolica, stanca della politica di tergiversazione del Movimento per la Vita e desiderosa di condurre una battaglia contro l’aborto a viso aperto, come accade in tutti i Paesi di Occidente. Un cardinale statunitense il Prefetto della Segnatura Apostolica Raymond Leo Burke ha testimoniato con la sua presenza la vicinanza della Chiesa ai pro-life italiani.

Molti vescovi italiani, anche tra i più autorevoli, hanno inviato messaggi di adesione e di incoraggiamento, altri hanno assunto un atteggiamento di prudente attesa, per verificare l’esito della iniziativa. Il successo, per molti inaspetttato, è particolarmente significativo per il fatto che la Marcia per la Vita, a cui hanno aderito centocinquanta associazioni di diversa importanza, è completamente libera, anche sul piano economico, da condizionamenti politici o ecclesiali.

Non sono stati ammessi simboli e slogan di partito, proprio al fine di evitare le facili strumentalizzazioni degli avversari ideologici privi di argomenti per affrontare la discussione. In fondo si tratta proprio di questo: di mostrare che il dibattito sull’aborto è ancora aperto e che in Italia esiste un popolo della vita pronto a scendere in piazza per proclamare le proprie convinzioni, Il 13 maggio ha segnato una svolta nella storia del movimento pro-life italiano.

Ora l’appuntamento è a maggio dell’anno prossimo. Ci attende un anno di mobilitazione in difesa della vita.



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16/05/2012 21:46
 
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MARCIA NAZIONALE PER LA VITA - ROMA, DOMENICA 13 MAGGIO 2012
Galleria fotografica
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inizio
ore 9,45: partenza
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Giorgio Celsi, presidente dell'Associazione "Ora et labora in difesa della Vita"
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a destra, on. Olimpia Tarzia, presidente dell'Associazione PER - Politica Etica Responsabilità
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I Francescani dell'Immacolata. Il primo a sinistra è P. Serafino M. Lanzetta, teologo, che tante volte ci è stato Maestro sulle pagine di Riscossa Cristiana
agnoli
sul palco, con la maglietta gialla, il prof. Francesco Agnoli, da tanti anni attivo a difesa della vita, conclude la manifestazione
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in maglietta verde, il prof. Giovanni Zenone, direttore della Editrice Fede & Cultura, con la gentile Signora e i loro figli. A destra, Paolo Deotto, direttore di Riscossa cristiana
tibet
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anc est
est3
est6
da diverse Nazioni, uniti nella difesa della Vita
cc
un doveroso ringraziamento anche alle Forze dell'Ordine, che hanno condiviso con noi questa splendida giornata
Mancano tante immagini, ma il ricordo della giornata è nel cuore di tutti. In particolare, ci rammarichiamo perchè in questa Galleria manca una foto della carissima VIRGINIA CODA NUNZIANTE, organizzatrice instancabile, alla quale dobbiamo tutti profonda gratitudine per lo splendido lavoro, compiuto con vera abnegazione e sempre donando il sorriso.
Grazie, Virginia, e grazie a tutti gli altri organizzatori. Ci avete fatto un dono stupendo.
 
 
Anche Una Fides si associa al ringraziamento a colei che è stata l'anima di queste splendide giornate per la Vita, Virginia Coda Nunziante e a tutti i suoi collaboratori
 
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Un Rosario per chi non ha mai visto la luce


L'appello su Facebook della giovane madre Annarosa Rossetto a pregare per le vittime dell'aborto


di Salvatore Cernuzio

ROMA, venerdì, 11 maggio 2012 (ZENIT.org) – Una preghiera per tutte le donne che di fronte ad una nuova vita si sentono sole e scoraggiate. Una preghiera perché la vita torni ad essere il valore primario e non un oggetto del libero arbitrio umano. Una preghiera per tutti i bambini che, per una colpa mai commessa, sono stati puniti con la più atroce delle condanne: la morte.

Animata da questi sentimenti, Annarosa Rossetto, giovane madre di cinque figli, attiva insieme al marito nella comunità cattolica di Imperia, ha lanciato un appello su Facebook, affinchè tutti i cittadini del mondo si uniscano nello spirito recitando un rosario per i non nati e la difesa della vita nascente.

"Per la cessazione dell'uccisione dei bambini non ancora nati" è l’intenzione proposta da Annarosa per questo rosario universale. Un’idea che s’ispira ad un’iniziativa della scorsa settimana negli USA, dove la parrocchia di San Michele Arcangelo nel Tennessee, aveva organizzato, nel weekend dal 4 al 6 maggio, l’evento “Un milione di rosari per i bambini non nati”, che coinvolgeva scuole e parrocchie (http://www.saintmichaelthearchangelorganization.org/).

“Sarebbe bello che riuscissimo a coinvolgere anche le nostre parrocchie, i movimenti di cui facciamo parte e i gruppi in cui operiamo!” ha scritto infatti Annarosa sul social network.

Le intenzioni di preghiera proposte nel rosario esprimono tutta la compassione dei cristiani per questi bambini vittime del male altrui. Ad ogni mistero della vita di Cristo viene associato, infatti, un pensiero per essi, per le famiglie e per l’umanità intera.

Nel primo mistero doloroso, ad esempio, in cui si contempla “la fiducia di Gesù nel Padre e l’abbandono a Lui nell'orto degli ulivi”, si affidano a Dio “tutte le mamme sfiduciate e disperate di fronte alle difficoltà di una nuova vita che si annuncia inaspettata”.

Nel secondo si prega per il corpo, perchè sia “puro” come quello di Gesù ferito dalla flagellazione, e che tale purezza “torni ad essere un valore apprezzato dai giovani, nelle famiglie e nella società”. Nel terzo, invece, l’intenzione per cui pregare è che “i cristiani superino ogni compromesso e s’impegnino a promuovere la cultura della vita”, con la stessa “fermezza e fedeltà” con cui Cristo “ha sopportato la sua missione”.

Nel quarto mistero, la preghiera va a tutti coloro che si sentono schiacciati dalle difficoltà, perché “accettino queste prove” allo stesso modo con cui Gesù “ha accettato la Croce per il bene di tutti”. Mentre, nel quinto perchè “ogni essere umano, dal concepimento alla morte naturale, sia accolto, rispettato e amato come dono di Dio”.

Passando ai misteri gaudiosi, la preghiera è per “ogni mamma, che sappia dire sì alla vita che si annuncia in lei” come “Maria ha detto sì alla volontà del Padre”. Nei misteri che seguono, si ricorda la visita della Vergine alla cugina Elisabetta e, quindi, “il valore del servizio gratuito alle sorelle e ai fratelli nel bisogno”. Il pensiero è perciò rivolto a “tutti i volontari al servizio della famiglia e della vita”.

Si chiede aiuto al Signore, poi, per tutti i genitori, “perché si sentano sempre collaboratori di Dio nel dare la vita e nello sviluppo integrale dei figli” e per ogni mamma, che “sappia superare con la fiducia in Dio e l'aiuto dei fratelli ogni paura”.

Nei misteri della terza decina del Rosario - i Misteri gloriosi - contemplando la Risurrezione di Gesù e la sua vittoria sulla morte e sul peccato, l’orazione è rivolta a “tutti gli uomini”, soprattutto quelli “condizionati dal materialismo consumistico ed edonistico”, affinché “si aprano a Cristo e scoprano il senso vero della vita”.

Nei misteri successivi, si chiede, quindi, a Dio che “i cristiani accolgano sempre più l’azione dello Spirito Santo per diventare testimoni e servitori di ogni forma di vita umana” e che “ogni uomo possa amare la propria madre Maria, Regina della vita”.

Nell’ultimo mistero glorioso, si esorta a pregare per tutte quelle “vittime innocenti sacrificate nel grembo materno”: che questi piccoli martiri “siano intercessori e protettori di chi si prodighino per la vita e implorino perdono per quanti vi hanno mancato”.

Ancora una preghiera per le mamme nei misteri luminosi: che ognuna di loro “trovi chi riconosce in lei una testimone dell'amore”. Dalla contemplazione della partecipazione di Gesù e Maria alle Nozze di Cana, si snoda, poi, nel secondo mistero, l’orazione “per tutti gli sposi, perché sappiano accogliere la gioia dei figli”.

Un invito alla conversione è invece al centro della terza meditazione, soprattutto per chi si è macchiato del delitto di aborto: che “sappia chiedere perdono e riconciliarsi con Dio”. Non solo le madri, ma anche “tutti i medici e gli scienziati, perché vedano la Gloria di Dio nella persona del bambino non ancora nato”.

L’ultima preghiera del Rosario va, infine, a “tutti i padri”, perché, riflettendo sull’Eucarestia, atto di bontà del Padre che ci ha donato suo Figlio, “riconoscano nel loro bambino non ancora nato il segno dell'amore di Dio”

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Il nostro contributo alla "marcia sulla vita" della quale non avevamo parlato

Mi sono imbattuta in questo intervento di Costanza Miriano, fatto sabato scorso dal palco dell’Università Regina Apostolorum, dove si è tenuto il convegno per La Marcia per la Vita, un evento che come cattolici ci ha coinvolti idealmente, anche se stavamo parlando d'altro.Secondo me è una testimone che vale la pena di ascoltare. Mi ha commossa il suo richiamo alle radici della bellezza e amo il suo approccio molto femminile. C'è anche un accenno alla crisi dell'Autorità, che si vive anche nelle famiglie. Che provoca anche una tragica desistenza... Sono tante le cose da chiamare col loro nome per ripareggiare la verità.

Non ho alcuna autorità per essere qui se non, credo, perché sono una moglie, una mamma di quattro bambini, e ho scritto un libro(1) con cui ho cercato di sedurre le donne per conquistarle alla causa del matrimonio e della dedizione alla famiglia, e per farlo ho cercato un linguaggio nuovo. Per esempio divertendomi ad accentuare un po’ la mia frivolezza, che nella realtà non è per me così fondamentale. Credo infatti che, per riconquistare le donne che si sono perse, la partita dobbiamo giocarla prima di tutto sulla bellezza; è per questo che la cosa che mi ha fatto diventare tanto simpatica Gianna Beretta Molla è che lei sfogliava Vogue anche poco tempo prima di morire, per questo mi sono innamorata di lei.
 
Dobbiamo partire dalle donne perché, mi dispiace, voi uomini dovete combattere per la legge, pregare, discutere, fare opinione, ma sta alle donne accogliere la vita, dire il primo sì, sempre, anche nelle situazioni difficili. Amare anche quando non c’è speranza, anche quando la situazione diventa difficile. Eppure le donne di oggi hanno completamente perso la bussola.
 
Va di gran moda parlare di violenza sulle donne. Ogni tanto c’è una marcia, un appello in televisione, ne parlano le autorità. Ci sarebbe molto da dire sui dati veri, che non sono quelli sparati disonestamente da certi giornali, ma adesso non è il momento… È chiaro comunque che è in atto una campagna di delegittimazione dell’uomo: è nei suoi confronti, piuttosto, che io vedo violenza, una violenza ideologica. Mi sembra che gli uomini siano davvero sotto attacco: lo è la loro identità, la loro autorevolezza, il loro ruolo dentro e fuori casa. Questo mi dice la mia esperienza personale.
 
Quanto alla violenza sulle donne, penso anche a quella che le donne hanno fatto a se stesse con il movimento di cosiddetta liberazione.
 
Ci siamo prese una fregatura incredibile, e scusate il termine poco accademico, poco consono a questa sede, ma non me ne viene un altro più efficace. Vedo intorno a me tante, tantissime donne che, imbevute dell’ideologia unica, sono andate incontro alla loro sofferenza a braccia aperte. Quelle che hanno abortito ma anche quelle che hanno rifiutato la possibilità di aprirsi alla vita, perché pensavano di poter giudicare loro il momento giusto e la persona giusta, non sapendo che noi non siamo onnipotenti, e neanche in grado di capire da sole quello che è buono per noi, e che il corpo della donna ha dei tempi e dei limiti che non può valicare.
 
Abbiamo tradito la nostra prima chiamata, che è quella di accogliere e difendere la vita. Ho visto così tante donne fiorire quando finalmente sono diventate madri, diventare felici, risolvere tutte le inquietudini, trasformarsi. Molte di più però sono quelle che continuano a rifiutare questa vocazione, e anche quando diventano madri sono talmente condizionate ideologicamente che si sentono in dovere di parcheggiare i figli, lasciarli, delegarne l’educazione, in nome di una malintesa emancipazione. Quanto a quelle che uccidono il bambino in grembo, be’, la loro sofferenza è infinita, e incredibile, accresciuta a dismisura dal fatto che non viene ammessa, riconosciuta, chiamata col suo nome.
 
Bisogna dunque dire alle donne che ce la possono fare, ad accogliere quella vita, che ce la faranno senz’altro perché sono forti, e perché saranno felici: in un mondo che ha tolto Dio dal suo orizzonte secondo me è questo il tasto su cui battere. Bisogna dire loro che è qui la vera felicità, bellezza, realizzazione: nel non chiudersi alla vita (ci sono anche casi in cui poi una nuova vita non arriva, e le donne possono aprirsi ad altre vite, non generate biologicamente ma sempre bisognose di aiuto).
 
Invece in cambio del potere di vita, di non vita, attraverso la contraccezione, e di morte sui suoi figli la donna ha guadagnato solo dolore, inquietudine, stanchezza, senso di inadeguatezza, perché nessuna donna, pur essendo noi notoriamente tutte multitasking, è onnipotente (per fortuna) e nessuna donna riesce a stare su tutti i fronti sui quali le è richiesto di essere. Questa violenza le donne se la sono inflitta e se la continuano a infliggere da sole.
 
Ho conosciuto personalmente tante paladine dell’aborto, di quelle che lo facevano nei primi anni nel salotto di casa, e le ho viste poi guardare con incredibile rimpianto i bambini, senza avere il coraggio di ammettere che quella cosa per cui erano scese in piazza, in politica, le aveva rese incredibilmente infelici per sempre.

Ma la battaglia non si ferma alla questione dell’aborto, che è la primissima irrinunciabile imprescindibile non negoziabile questione.
C’è anche bisogno di ricordare che viviamo in una cultura che è contro la vita in ogni suo aspetto, anche nel lavoro
: il lavoro manca per gli uomini, e quanto alle donne, quando si parla di conciliazione si parla solo di asili nido, di quote rosa, perché in nome della balla del tempo di qualità, o dell’altra balla, che i bambini di tre mesi socializzano al nido (chi l’ha detta non ha mai visto un bambino di tre mesi neanche in foto), le donne vengono incoraggiate, spinte, spesso costrette a tornare al lavoro col bambino ancora attaccato al seno. Quando si parla di donne e lavoro si parla solo, poi, di incentivi alle industrie che assumono donne, e di quote rosa (io personalmente se mi mettono in qualche cda, evenienza per fortuna estremamente remota, mi suicido). Non si parla mai di rendere i tempi e i modi del lavoro adatti alle madri, di dare loro la possibilità di scegliere se e quanto a lungo stare a casa, per esempio con abbondanti assegni familiari, ricordando che una mamma che segue i suoi figli è un vantaggio per tutta la società.
______________________
(1) Il libro è “Sposati e sii sottomessa – Pratica estrema per donne senza paura”, Vallecchi, 2011, 252 pagine, 12,50 euro
Così ne parla la filosofa Laura Boccenti durante la prima presentazione a Milano, il 7 ottobre 2011: Cos’ha questo libro di speciale? Cosa ne ha fatto un successo così grande nonostante proponga alcune delle tesi più politicamente scorrette in circolazione? Parlare di temi come la sottomissione dalla sposa al marito, di generare figli come fine obiettivo del matrimonio, parlare di autorità ed ottenere quest’enorme quantità di consensi è un successo impensabile. È una interiorità che si apre al lettore senza narcisismo, con semplicità e, soprattutto, con verità. Costanza parla molte verità a partire dalla realtà vissuta, del quotidiano. Dall’episodio narrato emerge la verità. La verità posta a nudo dissipa qualunque ideologia. La verità nata dalla realtà quotidiana di ogni lettore – che si riconosce negli episodi – è efficace, possiede un senso che può essere percepito da tutti, tutti quelli che condividono quella sperienza.
« Quando parliamo – sottovoce per evitare il linciaggio – di sottomissione dobbiamo uscire dal linguaggio del mondo, che legge tutto nell’ottica del dominio, del potere. Il nostro Re sta in croce, però così ha vinto contro l’unico nemico invincibile, la morte. Anche noi quindi dobbiamo uscire dalla logica del potere, capovolgerla completamente. Innanzitutto perché la sottomissione non viene dal deprezzamento, non la si sceglie perché si pensa di non valere. E poi perché è il frutto della scelta della donna è il fatto che l’uomo sarà pronto a morire per lei. Quando san Paolo dice alle donne di accettare di stare sotto, non pensa affatto che siano inferiori. Anzi, è al cristianesimo che dobbiamo la prima vera grande rivalutazione delle donne… La sottomissione di cui parla Paolo è un regalo, libero come ogni regalo, che sennò sarebbe una tassa. È un regalo di sé spontaneo, fatto per amore. »
[Modificato da Caterina63 20/05/2012 10:09]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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[SM=g1740733] dal Regina Coeli di stamani, Festa dell'Ascensione di Gesù al Cielo, 20.5.2012

DOPO IL REGINA CÆLI
 
Cari fratelli e sorelle!


Rivolgo un cordiale saluto alle migliaia di aderenti al Movimento per la Vita italiano, riuniti in Aula Paolo VI. Cari amici, il vostro Movimento si è sempre impegnato a difendere la vita umana, secondo gli insegnamenti della Chiesa. In questa linea avete annunciato una nuova iniziativa chiamata «Uno di noi», per sostenere la dignità e diritti di ogni essere umano fin dal concepimento. Vi incoraggio e vi esorto ad essere sempre testimoni e costruttori della cultura della vita.

(..)

Il Movimento per la Vita in festa per dare speranza all'Europa


Benedetti dal Pontefice il MPV e gli altri movimenti cattolici per una cultura del bene che risollevi l'Italia e il mondo


di Antonio Gaspari

ROMA, domenica, 20 maggio 2012 (ZENIT.org).- Di fronte ad un popolo per la vita il festa, il Pontefice Benedetto XVI, domenica 20 maggio, dopo la recita dell’Angelus ha rivolto un caloroso saluto “alle migliaia di aderenti al Movimento per la Vita italiano, riuniti in Aula Paolo VI”

“Cari amici, - ha affermato il Papa - il vostro Movimento si è sempre impegnato a difendere la vita umana, secondo gli insegnamenti della Chiesa. In questa linea avete annunciato una nuova iniziativa chiamata ‘Uno di noi’, per sostenere la dignità e diritti di ogni essere umano fin dal concepimento”.

“Vi incoraggio e vi esorto ad essere sempre testimoni e costruttori della cultura della vita” ha concluso Benedetto XVI.

Con i canti delle “Verdi Note” dell’Antoniano di Bologna, con le danze dei giovani della Comunità di Nomadelfia, circa 18.000 persone, per l’80% giovani sotto i 20 anni, il sindaco di Roma, i rappresentanti del Forum delle Associazioni familiari, delle Acli, del Mcl, dell’Azione Cattolica, del Movimento dei Focolari, del Rinnovamento nello Spirito, del Centro Internazionale di Comunione e Liberazione, dell’Associazione Papa Giovanni XXIII, del Cammino Neocatecumenale, dei Francescani dell’Immacolata, della Presidente del Fiuggy Family Festival, della scrittrice Costanza Miriano. Il cardinale Ennio Antonelli, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, i politici, Paola Binetti, Eugenia Roccella, Stefano de Lillo, Maurizio Gasparri, Pierferdinando Casini, Luisa Santolini, Rocco Buttiglione, Olimpia Tarzia, hanno affollato, festanti e gioiosi l’Aula Paolo VI in Vaticano.

Il presidente del Movimento per la Vita, Carlo Casini, ha spiegato che l’interruzione volontaria di gravidanza “è una tragedia immensa” a cui si deve rispondere con una montagna di bene.

A questo proposito ha ricordato che solo nel 2011, il 60% dei centri di aiuto alla vita ha salvato dall’interruzione di gravidanza 10.078 bambini, “che hanno fatto sentire la loro voce, che hanno avuto un nome, che hanno fatto gioire le loro madri e i loro parenti”.

E sono circa 140.00 i bambini che i CAV hanno aiutato a nascere. Bambini e bambine che non sarebbero mai nati perché destinati all’interruzione di gravidanza.

Il presidente del MpV ha ricordato che il 17 maggio del 1986, al termine di una manifestazione del MpV, Madre Teresa di Calcutta e Chiara Lubich sottoscrissero un “Appello per l’Europa” affinché “in nome di un rinnovato umanesimo il bambino fosse riconosciuto fin dal concepimento”

Da quell’anno il MpV propose il concorso scolastico a cui hanno partecipato in questi anni oltre un milione di studenti delle scuole medie superiori con 7000 vincitori.

In questo contesto, Casini ha annunciato l’iniziativa denominata “Uno di noi” finalizzata alla raccolta di almeno un milione di firme in sette paesi appartenenti alla Unione Europea, per far riconoscere la persona umana “fin dal concepimento”.

I rappresentanti di 20 movimenti per la vita di altrettanti Paesi appartenenti all’Unione hanno presentato il primo aprile scorso tale richiesta. Il dieci maggio la Commissione europea ha ufficialmente dichiarato l’ammissibilità dell’iniziativa, ed ora c’è tempo fino al dieci maggio 2013 per consegnare le firme raccolte.

A questo proposito il presidente del Mpv ha chiesto la mobilitazione di tutto il popolo per la vita, certo che la voce si eleverà in tutti e ventisette i Paesi della Ue.

Il concepito ha precisato Casini è “la meraviglia delle meraviglie, il vero big bang della creazione, il fine dell’evoluzione dell’universo, la speranza gettata sul futuro, la parola d’amore dell’infinito!”, ed è “uno di noi” perché “ciascuno di noi è stato esattamente come lui”.

A partire dal Sindaco di Roma, tutti gli esponenti dei movimenti presenti sono intervenuti per annunciare il proprio sostegno al Life day ed all’iniziativa europea “uno di noi”.

Alcuni di questi interventi sono riportati fedelmente nella edizione quotidiana di ZENIT.

La manifestazione si è conclusa con l’intervento del cardinale Ennio Antonelli il quale ha affermato che “l’impegno del Movimento per la Vita è più necessario e urgente che mai. Esso trova incoraggiamento anche in alcuni segnali positivi che provengono dalla politica come le iniziative di prevenzione dell’aborto, che cominciano a essere prese dalle istituzioni, e il divieto della Corte di giustizia Europea riguardo alla brevettabilità di embrioni e derivati”.

“Per i cristiani – ha aggiunto li Presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia - il decisivo incoraggiamento viene dal Signore Gesù, che proprio oggi con il mistero dell’Ascensione al cielo ci indica la meta definitiva e il valore assoluto della vita umana”.

“E’ Lui – ha concluso il cardinale Antonelli – che ci chiama e ci manda a difendere la vita umana, quando è più fragile: ‘In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me (Mt 25,40)”.





[Modificato da Caterina63 21/05/2012 23:25]
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09/10/2012 19:40
 
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Campagna Voglio Vivere: Toccante video sulla sindrome post aborto

AIUTIAMO LA DONNA, PER DAVVERO!!!

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23/04/2013 00:20
 
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[SM=g1740733] ATTENZIONE....

IL 12 MAGGIO 2013 A ROMA PER LA III MARCIA PER LA VITA....


www.gloria.tv/?media=433122





[SM=g1740717]

[SM=g1740757]

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29/04/2013 14:03
 
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[SM=g1740758]LA DIFESA DELLA VITA CONCEPITA, NELLA PREGHIERA A MARIA, DI SANTA CATERINA DA SIENA....

QUELLA SPLENDIDA PREGHIERA AL “TEMPIO DELLA TRINITÀ” E LA DIFESA DELLA VITA

Maria e Caterina. Un solo amore: la Trinità.

La più alta espressione devozionale e teologica che santa Caterina riesce ad esprimere su Maria Santissima è nella Orazione XI, che non è solo una delle più belle preghiere che una donna abbia mai scritto alla “Benedetta fra tutte le donne”, ma è anche un concentrato di purissima mariologia nella quale è racchiuso il tesoro della Tradizione stessa della Chiesa.

Scritta per la Festa dell’Annunciazione nel marzo 1379, ecco cosa dice: “Tu, o Maria, sei diventata un libro, nel quale, oggi, viene scritta la nostra regola. In te è oggi scritta la sapienza del Padre. In te si manifesta oggi la dignità, la fortezza e libertà dell’uomo…

Si rivolge alla Tuttasanta chiamandola “Tempio della Trinità, portatrice di fuoco, porgitrice di misericordia, germinatrice del frutto, ricomperatrice  de l’umanità, donatrice di Pace, carro di fuoco… libro nel quale troviamo la nostra regola“. Per trattare teologicamente ogni termine usato dalla santa senese, occorrerebbero centinaia di volumi, ma a noi basta sapere che questi termini sono patrimonio stesso della nostra Tradizione viva e che sempre hanno nutrito e dottrinalmente sostenuto molti santi in tutto il percorso storico della Chiesa fino ai giorni nostri. Basti citare uno per tutti, un’altro Terziario domenicano (perdonate la partigianeria): san Luigi M. Grignon de Montfort, con i suoi Trattato della vera Devozione a Maria e il Segreto ammirabile del santo Rosario, dove troviamo simili termini. Si trovano, però, anche in san Bernardo o in sant’Alfonso M. de’ Liguori e in tanti altri nomi.

Sì alla vita.

Analizzando ancora questa preghiera, possiamo confermare la sua attualità riguardo alla difesa della vita umana, tema così scottante in questo tempo in cui l’aborto è considerato un diritto. Scrive santa Caterina: “Se io considero il grande tuo consiglio, Trinità eterna, vedo, che nella tua luce vedesti la dignità e la nobiltà dell’umana generazione. Per cui, come l’amore ti costrinse a trarre l’uomo da te, così quel medesimo amore ti costrinse a ricomprarlo, essendo egli perduto. Ben dimostrasti che tu amasti l’uomo prima che egli fosse, quando tu lo volesti trarre da te, solo per amore; ma maggiore amore gli mostrasti, dando te medesimo, rinchiudendoti oggi nel vile saccuccio  della sua umanità. E che più gli potevi dare, che dare te medesimo?” Per la nostra santa Patrona, nel momento in cui Maria diveniva Madre del Verbo, diventava Essa stessa “paciera”, ossia, riconciliatrice dell’umanità con Dio Padre, Avvocata, come dicevano i Padri della Chiesa: per cui ogni vita concepita e per tanto già riscattata dal sangue del Figlio sulla Croce è da ritenersi “un figlio che Maria vuole portare a Gesù”. Ogni concepito è già un riscattato e quindi da amare incondizionatamente, un “figliol prodigo” di cui Ella si fa Avvocata, riconciliatrice verso il Figlio e, come suggerisce la Costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II, Lumen Gentium: una moltitudine di fratelli, cioè di fedeli, e alla cui nascita e formazione Maria coopera con amore di Madre




PER IL RESTO CLICCATE QUI

[SM=g1740733]


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06/05/2013 08:49
 
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[SM=g1740733] Un credente vive prima di tutto nella sua famiglia la novità della fede. La famiglia è il centro di ogni problema e il centro della risoluzione di ogni problema. Se le famiglie sono malate, anche la società è malata; se le famiglie fossero nella pace, tutta la società sarebbe nella pace. E’ nella famiglia che si impara ad amare e, purtroppo, anche ad odiare.


Vieni anche tu, domenica 12 maggio, alla Marcia per la vita a Roma e poi all'Angelus da Papa Francesco......

[SM=g1740736]

Hannah, 2 anni e senza trachea. Grazie alle cellule staminali adulte e all’ospedale cattolico ora «sta bene»

maggio 3, 2013  Benedetta Frigerio

L’intervento pionieristico sulla bambina ha avuto successo e se ne è parlato in tutto il mondo. Ma senza la donazione di centomila dollari non sarebbe mai potuto avvenire

Hannah Warren, Bethany McGrawI dottori dicevano che non sarebbe sopravvissuta. Poi la tenacia dei genitori, la forza della bambina e il successo del trattamento tramite cellule staminali adulte. Infine l’annuncio dell’équipe medica martedì scorso: «La piccola potrebbe tornare a casa e condurre una vita regolare».

CENTOMILA DOLLARI. Questa la vicenda di Hannah, una bimba di 2 anni nata senza trachea, prima operata con l’applicazione di un tubo inserito nell’esofago per permetterle di respirare. Poi, grazie al supporto dell’ospedale cattolico Saint Francis medical centre di Peoria, in Illinois, che ha sostenuto le spese dell’intervento pionieristico nell’uso di trattamenti con staminali adulte, Hannah è riuscita persino a mangiare. «Era la prima volta per lei», ha raccontato il padre, Darryl Warren, al canale americano Fox News.
Tutto iniziò nel 2008 quando i genitori contattano Paolo Macchiarini, il medico italiano che completò con successo il primo trapianto di trachea “anti-rigetto”. Il dottore accettò di operare la piccola, ma nell’ospedale in cui lavora, il Karolinska Institute di Stoccolma, i costi per un simile intervento erano troppo elevati. Fu a quel punto che, grazie al dottor Mark Holterman che decise di ospitare Macchiarini presso il Saint Francis, e di sostenere la famiglia con circa centomila dollari, che l’operazione poté essere compiuta. Effettuata il 9 aprile scorso e durata nove ore, l’operazione ha avuto successo e non ha, finora, generato complicazioni.

«È STATO BELLO». La piccola, nata in Corea del Sud, è diventata così la più giovane paziente sottoposta a queste cure che hanno dato speranza a un bambino sui 50mila che vengono al mondo senza trachea: «Ci sentiamo come se Hannah fosse rinata», hanno commentato i genitori della piccola. Ci sono buone possibilità che la bambina possa fare tutto quello che fa ogni bambino, anche se ci vorrà tempo. «Questa è la sua unica chance ma è fantastica e incredibile», ha concluso il padre. «La bambina era quasi sconcertata quando ha visto che non c’era più il tubo che aveva in bocca per respirare – ha affermato Macchiarini al New York Times – e’ stato molto bello».



Leggi di Più: Staminali adulte, ricostruita trachea a bimba di 2 anni | Tempi.it

[SM=g1740733]

Io mi domando e chiedo a chi vanta sempre l'uso della ragione: come può una Nazione, un Paese pretendere di avere un futuro SE PER LEGGE LO UCCIDE?
possibile che la gente non ci arriva a capire che stiamo uccidendo per legge il nostro stess...o futuro?
Una semplice domanda:
Se conoscessi una donna incinta che avesse già 8 figli, di cui tre sordi, due ciechi, uno ritardato mentale, e lei avesse la sifilide... le consiglieresti di abortire?

Se hai risposto "si", hai appena ucciso Ludwig van Beethoven. e di esempi se ne possono fare a milioni.... Non esiste la "razza perfetta", non esiste la famiglia perfetta, esistono le PERSONE che una volta CONCEPITE HANNO IL DIRITTO di esprimere la propria vita....
DODICI MAGGIO, MARCIA A ROMA PER LA VITA!!

[SM=g1740720] Una strage di oltre 7 milioni di bambini

di Lorenzo Schoepflin
La NuovaBussola  07-05-2013

 

abortoIl 27 aprile di 45 anni fa, dopo il via libera parlamentare dell’ottobre precedente, entrava in vigore la legge che dal 1968 regola il ricorso all’aborto nel Regno Unito. Il bilancio ufficiale delle interruzioni volontarie di gravidanza oltremanica assume oggi dimensioni ben più catastrofiche di un bollettino di guerra: a tutto il 2011, ultimo anno di cui si conoscono i numeri complessivi, oltre 7 milioni e 600mila bambini sono stati eliminati nel grembo materno.

Negli ultimi dieci anni, la cifra annuale oscilla costantemente attorno ai 200mila aborti, il che significa più di un aborto ogni tre minuti. Di questi, con riferimento all’anno 2011, più della metà sono stati effettuati su ragazze al di sotto dei 24 anni di età (33mila quelli che hanno coinvolto adolescenti tra i 15 e i 19 anni, mille le gravidanze interrotte da donne che non avevano raggiunto il quindicesimo anno di età).
Tra tutte coloro che hanno scelto di non proseguire la gravidanza, sempre relativamente al 2011, oltre 50mila avevano già abortito una volta, ma si registrano casi di madri che per ben sette o più volte avevano già optato per l’aborto e di ragazzine di 16 anni al terzo o quarto aborto.

In calo, ma sempre attestati oltre le 6mila unità ogni anno, gli aborti effettuati da donne residenti all’estero, in particolare provenienti dalla vicina Irlanda, dove la legge che regolamenta l’interruzione di gravidanza è molto restrittiva. Non dimentichiamo che Londra era la meta dei viaggi organizzati negli anni Settanta dal Cisa, il Centro informazione sterilizzazione e aborto diretto tra gli altri da Emma Bonino, che portava le donne italiane ad abortire laddove la legge lo consentiva. Proprio tra il 1972 e il 1974 le donne provenienti dall’estero e recatesi ad abortire in Inghilterra furono oltre 160mila.

Significative sono anche le statistiche relative all’età gestazionale e alla tecnica utilizzata per abortire: la tendenza emersa nell’ultimo decennio sembra essere quella di gravidanze interrotte molto precocemente (nel 2011 quasi l’80% entro la nona settimana) grazie al ricorso sempre più diffuso all’aborto farmacologico a scapito di quello chirurgico.
Un fenomeno, insomma, che non conosce limiti di età e confini geografici e che appare inarrestabile anche in termini di recidive, con margini sempre più ristretti per intervenire per salvare il concepito.

A dispetto dei numeri, come detto praticamente costanti da anni, le politiche sanitarie dello Stato – spaventato dal ricorso all’aborto così comune tra le adolescenti – si concentrano più sulla massiccia propaganda a favore della contraccezione che su reali misure preventive. Non ci si concentra, cioè, sul sostegno alla maternità, soprattutto se non accettata dalla donna, ma piuttosto sull’evitare il concepimento. Non ci si arrende al fatto, chiaro proprio grazie alle statistiche britanniche e confermato da pubblicazioni scientifiche e analisi di dati provenienti da altri Paesi, che più contraccezione non significa meno aborti.

Non accoglienza della vita, dunque, ma rifiuto: tutto in nome di una cultura figlia della cosiddetta liberazione sessuale, che ad essa non vuol rinunciare anche qualora la riconosciuta piaga dell’aborto ne sia uno degli esiti allarmanti.
Tra gli aspetti importanti relativi agli aborti praticati nel Regno Unito c’è anche quello delle ragioni che inducono i medici ad acconsentire alla richiesta della donna: nella quasi totalità dei casi (98%), l’interruzione di gravidanza viene catalogata tra quelle effettuate per preservare la salute fisica o mentale della donna. Tra questi, addirittura il 99,96% degli aborti è riconducibile a questioni legate alla sola salute mentale. Un passepartout, quello del rischio psichico della madre, che tanto ricorda la legge 194 italiana.

Sembra esserci una sorta di di assuefazione all’orrore quando si parla di difesa della vita nascente, se si considera che da non molto sono state rese note anche le statistiche legate al ricorso alla fecondazione artificiale.
A inizio 2013, grazie a insistite interrogazioni parlamentari, la Human Fertilisation Embryology Authority, autorità governativa britannica in tema di procreazione medicalmente assistita, pubblicò le cifre del ricorso alla provetta: 3 milioni e 600mila embrioni creati in laboratorio dal 1991. Tra essi, 1 milione e 700mila sono stati eliminati subito dopo il concepimento, mentre oltre 1 milione, seppur impiantati in utero, non sono sopravvissuti.
Trascurando gli oltre 800mila embrioni congelati, se si sommano quelli morti nei laboratori e gli aborti farmacologici e chirurgici dal 1968 ad oggi, si supera l’esorbitante totale di 10 milioni di esseri umani eliminati col benestare delle leggi dello Stato.


la mia mamma

marcia per la vita 2013



[SM=g1740733]







[Modificato da Caterina63 09/05/2013 18:19]
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[SM=g1740732]IL VERGOGNOSO ATTEGGIAMENTO DEL TG1 .... VERGOGNA A ZAVATTARO E AI VATICANISTI CHE HANNO MANIPOLATO LA NOTIZIA DELLA MARCIA PER LA VITA CITANDO SOLO LO SQUADRONE POLITICO E SPACCIANDOLA PER UNA INIZIATIVA IDEOLOGICA MENTRE HANNO TACIUTO LE PAROLE DEL PAPA AL REGINA CAELI, ECCOLE QUI:







Cari fratelli e sorelle,

(...)

Saluto i partecipanti alla “Marcia per la vita” che ha avuto luogo questa mattina a Roma e invito a mantenere viva l’attenzione di tutti sul tema così importante del rispetto per la vita umana sin dal momento del suo concepimento. A questo proposito, mi piace ricordare anche la raccolta di firme che oggi si tiene in molte parrocchie italiane, al fine di sostenere l’iniziativa europea “Uno di noi”, per garantire protezione giuridica all’embrione, tutelando ogni essere umano sin dal primo istante della sua esistenza. Un momento speciale per coloro che hanno a cuore la difesa della sacralità della vita umana sarà la “Giornata dell’Evangelium Vitae”, che avrà luogo qui in Vaticano, nel contesto dell’Anno della fede, il 15 e 16 giugno prossimo.

.... Con amore filiale ci rivolgiamo ora alla Vergine Maria, madre e modello di tutti i cristiani.

marcia per la vita 2013 Papa Francesco

Intervista al cardinale Burke sulla Marcia per la Vita di Roma (Rusconi)

Riceviamo e con piacere e gratitudine pubblichiamo:


INTERVISTA AL CARD. BURKE SULLA MARCIA PER LA VITA DI ROMA

di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 12 maggio 2013


Un lungo serpentone colorato, partito dal Colosseo, si è snodato questa mattina per il centro di Roma, raggiungendo san Pietro in tempo per l’Angelus domenicale. E lì ha ascoltato le parole di papa Francesco: “Saluto i partecipanti alla ‘Marcia per la vita’ e invito a mantenere viva l’attenzione di tutti sul tema così importante del rispetto della vita umana sin dal momento del suo concepimento”.


E’ ben riuscita dunque anche questa terza edizione (la seconda romana) della “Marcia per la vita” indetta dall’ “Associazione Famiglia domani” e “Movimento europeo per la difesa della vita” contro l’aborto e la relativa legge 194. Oltre 20mila i partecipanti (con un consistente aumento rispetto all’anno scorso, massiccia la presenza di ragazzi e ragazze), tra i quali abbiamo notato il sindaco di Roma Alemanno e i parlamentari Giorgia Meloni, Sacconi, Gasparri, Giovanardi, Garavaglia. Numerosi i religiosi e le religiose, dai francescani (e le francescane) dell’Immacolata agli orionini (presenti tra l’altro con il superiore generale don Flavio Peloso) alla Congregazione del Verbo incarnato. Tante le associazioni laicali provenienti da tutta Italia, con rappresentanze consistenti ad esempio di “Scienza e Vita” (una trentina di giovani bergamaschi), della “Federvita del Piemonte”, di “Alleanza cattolica”, del “Movimento cristiano lavoratori”, dei “Gruppi di preghiera padre Pio”, della “Fondazione Lepanto”, del”Gruppo amici di Medjugorje”, del “Timone”, di “Politica, etica, responsabilità”, di “Tradizione, ordine, proprietà”, del “Popolo della vita”, di “Vita umana internazionale”, di “Italia cristiana”, di “Il Faro”, di “Ginecologi e ostetriche cattolici”. Non poche le pettorine gialle di “Uno di noi” a ricordare la raccolta di firme europea promossa dal Movimento per la vita. La Marcia è stata connotata dalla partecipazione di trecento giovani venuti dalla Polonia, da gruppi francesi (“Manif pour tous”, “Droit de naitre”), spagnoli (“Derecho a vivir”), da rappresentanti statunitensi (come la portavoce della celebre marcia di Washington Jeanne Monahan), svizzeri, austriaci, croati, albanesi, cinesi. Tra i partecipanti recita del Rosario, canti sacri come “Christus vincit” (cantato dalla Fraternità sacerdotale san Pio X di Albano) o vandeani (gruppo di “Forza nuova”), slogan come “Viva viva ogni bambino/abbasso l’aborto e la Bonino” (scandita da un consistente gruppo perlopiù giovanile proveniente da Caivano, dalla parrocchia retta da don Maurizio Patriciello). La Bonino è stata anche rievocata in diversi cartelli non onorifici di diversa provenienza (“On. Bonino, mani insanguinate”).


All’ombra del Colosseo abbiamo incontrato prima dell’avvio della ‘Marcia’ il cardinale Raymond Leo Burke, prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura apostolica. Con la consueta affabilità il sessantaquattrenne porporato statunitense ha risposto ad alcune domande sulla sua presenza alla ‘Marcia’ per il secondo anno consecutivo (anche come unico cardinale di santa Romana Chiesa).

http://cdn.tempi.it/wp-content/uploads/2012/05/burke-cardinale-marcia-vita.jpg

Eminenza, nella precedente occasione del 2012 si era augurato che anche in Italia la testimonianza della ‘Marcia per la vita’ diventasse sempre più massiccia…


Direi che l’augurio si è concretizzato. Quest’anno qui al Colosseo la partecipazione è certamente aumentata…del resto avevo già percepito un clima di forte attesa nelle settimane scorse. Penso che più passeranno gli anni, più si accrescerà il numero dei partecipanti, così che questa testimonianza per il rispetto della vita umana si faccia sentire in misura sempre maggiore nell’intera società. Un rispetto che anzitutto si deve ai meno protetti, i bimbi che stanno nel grembo della mamma!


Perché è importante scendere in piazza? Alcuni sostengono che è inutile, che si agisce meglio attraverso i massmedia, gli articoli di giornale, la raccolta di firme…


Lo scendere in piazza è ancora un qualcosa di diverso, è una testimonianza personale per una scelta di vita. Sì, uno può scrivere ed è molto importante! Ma lo scendere fisicamente in piazza mostra a tutti quanto è vitale per noi difendere e promuovere la vita. E, siccome siamo in tanti, ciò ci dà forza e morale per continuare la testimonianza nel resto dell’anno. Rincuora vedere quanti siamo a marciare!


Eminenza, la mobilitazione di piazza statunitense, ormai tradizionale, ha portato dei risultati concreti e positivi per la società? Non bisogna dimenticare che è stato rieletto Obama…


Negli Stati Uniti si registra una grande anomalia. Da una parte tutto ci dice che i movimenti per la vita sono in sintonia con il sentire della maggioranza degli americani… ed è, come certificano anche gli istituti di sondaggio, una sintonia addirittura crescente. Dall’altra, però, gli americani hanno rieletto un presidente che è il più anti-vita che abbiamo mai avuto!


Perché questa contraddizione?


Credo che al momento delle elezioni molti non riflettano profondamente quanto si dovrebbe. C’è poi chi condivide l’azione di Obama in genere per una sanità sociale, tanto da giustificare il suo voto per lui, pur abortista. Per me questo è un tipo di ragionamento contraddittorio in se stesso…


In Europa quest’anno c’è stata la grande novità delle enormi manifestazioni francesi per la famiglia, contro la rivoluzione antropologica imposta dal presidente Hollande e dalla sua maggioranza con la guardasigilli Taubira…


Si vede che la gente comune ha ancora il senso della legge naturale, la convinzione che c’è un ordine che Dio ha voluto per la sua creazione. Le manifestazioni francesi mi hanno impressionato molto. I francesi sono stati bravissimi, vanno complimentati e imitati, anche se poi il governo è voluto andare avanti lo stesso con la sua rivoluzione innaturale del diritto di famiglia.


C’è un atteggiamento assai diffuso anche tra alcuni cattolici italiani che dicono: “Io non sono d’accordo con i ‘matrimoni gay’, però penso che lo Stato pluralista debba riconoscere anche le unioni tra persone dello stesso sesso”…


E’ un atteggiamento irrazionale quello di chi ragiona così! Come si fa a dire che si è contrari ai cosiddetti ‘matrimoni’ tra persone dello stesso sesso e nel contempo si è d’accordo che lo Stato legittimi la loro richiesta di compiere atti contro natura? Vorrebbe dire contribuire alla distruzione della società, come già è ben documentato dalla storia! La famiglia non potrà sopportare tutto ciò!


Eminenza, è evidente che la questione non è solo cattolica, ma è prima di tutto razionale, di buon senso, dunque condivisibile da tutti…


L’ha ribadito anche papa Benedetto XVI a Westminster, in occasione della visita pastorale nel Regno Unito: “Sì, la Chiesa annuncia queste verità. Però esse non sono proprie della Chiesa, ma della legge naturale che Dio ha iscritto in ogni cuore”. Ogni persona di buona volontà può riconoscere questo.


La Chiesa è bersagliata da attacchi violenti e continui forse perché è una delle ultime istituzioni a difendere il diritto naturale e dunque disturba?


A me questo è chiaro. Nel mio Paese, gli Stati Uniti, la Chiesa è l’unica istituzione di spessore a difendere il diritto naturale. E’ chiaro che è sotto attacco costante da parte di forze relativiste, materialiste che vogliono che ogni uomo possa scegliere il significato della vita, del matrimonio.


Nelle motivazioni che spingono tali lobby all’attacco c’è anche l’elemento finanziario, visto che i single spendono normalmente di più?


Sì, c’è anche l’elemento finanziario, oltre a quello libertario.


[SM=g1740733]

[Modificato da Caterina63 12/05/2013 18:04]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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18/01/2014 11:44
 
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2014-01-18 Radio Vaticana

Papa Francesco appoggia la Marcia per la vita in programma questa domenica - 19 gennaio - a Parigi. In un messaggio agli organizzatori, il nunzio in Francia, mons. Luigi Ventura, scrive che il Papa è stato informato dell’iniziativa e sostiene i partecipanti alla marcia, “invitandoli a mantenere viva l’attenzione su un tema così importante”.
Il Papa li invita inoltre a riprendere la sua omelia del 16 giugno del 2013, in occasione della Giornata per l’Evangelium Vitae.
Nel discorso al Corpo diplomatico, lunedì scorso, il Papa aveva affermato che “desta orrore il solo pensiero che vi siano bambini che non potranno mai vedere la luce, vittime dell’aborto”. 




Marcia per la vita a Washington. Il Papa: rispettare i più vulnerabili



“Mi unisco alla Marcia per la Vita a Washington con le mie preghiere. Possa Dio aiutarci a rispettare ogni forma di vita, in particolare i più vulnerabili”. Così Papa Francesco nel tweet di mercoledì - 22 gennaio - in coincidenza con la 41.ma Marcia per la Vita di Washington. L'iniziativa contro l'aborto, ricorda la sentenza con cui la Corte Suprema legalizzò questa pratica contro la vita, negli Stati Uniti, nel 1973. Il tema di quest’anno è stata l’adozione. Elena Molinari:RealAudioMP3 

Se la marcia vera e propria è stata accorciata per il gelo, in compenso sono stati potenziati i momenti al coperto, come due eventi organizzati dall’arcidiocesi di Washington che hanno raccolto più di 30mila giovani. In tutto sono state centinaia di migliaia le persone radunatesi al centro della capitale Usa per la ’March for Life’, che da 41 anni ricorda la sentenza con cui la Corte Suprema legalizzò l’aborto negli Stati Uniti.
Molti i messaggi di solidarietà arrivati da tutto il mondo, a partire da quello di Papa Francesco che via Twitter si è unito alla Marcia con le sue preghiere. “Possa Dio aiutarci – ha scritto il Papa – a rispettare ogni forma di vita, in particolare i più vulnerabili".
Barack Obama ha invece confermato il suo “impegno a favore del principio secondo cui ogni donna deve essere in grado di fare le proprie scelte sul suo corpo". 
Per il primo anno la marcia ha avuto una presenza massiccia sui social media, tenendo vivo tutto il giorno il dialogo su Twitter fra chi marciava e chi pregava nelle parrocchie, e raccogliendo centinaia di migliaia di adesioni su Facebook. Una conferma che negli ultimi anni il volto dell’evento è ringiovanito, facendo presa sugli under 30, determinati ad essere la generazione che abolirà l’aborto.

Testo proveniente dalla pagina del sito Radio Vaticana 



 

[Modificato da Caterina63 20/02/2017 17:59]
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29/01/2014 00:23
 
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[SM=g1740717] L'incredibile e meraviglioso sviluppo della vita umana nel seno materno ricostruita da uno scienziato. Voce narrante Fabrizio Poletti. Video realizzato da Fausto Demartis - Movimento per la vita Civitavecchia.-

it.gloria.tv/?media=561981





[SM=g1740738]



[SM=g1740720] [SM=g1740750] [SM=g1740752]


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02/02/2014 15:49
 
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  altra ed ulteriore smentita del Papa che tacerebbe sulla difesa della vita... ecco le sue parole stamani da San Pietro.....



Dopo l'Angelus del 2.2.2014:

Saluto le famiglie, le parrocchie, le associazioni e tutti i pellegrini venuti da Roma, dall’Italia e da tante parti del mondo. In particolare saluto gli studenti spagnoli di Villafranca de los Barros e Zafra; i devoti del beato Stefano Bellesini provenienti da Verona, i fedeli di Taranto, i cori di Turriaco, di Modena e della provincia di Taranto.

Oggi si celebra in Italia la Giornata per la Vita, che ha come tema «Generare futuro». Rivolgo il mio saluto e il mio incoraggiamento alle associazioni, ai movimenti e ai centri culturali impegnati nella difesa e promozione della vita. 
Mi unisco ai Vescovi italiani nel ribadire che «ogni figlio è volto del Signore amante della vita, dono per la famiglia e per la società» (Messaggio per la XXXVI Giornata nazionale per la Vita). Ognuno, nel proprio ruolo e nel proprio ambito, si senta chiamato ad amare e servire la vita, ad accoglierla, rispettarla e promuoverla, specialmente quando è fragile e bisognosa di attenzioni e di cure, dal grembo materno fino alla sua fine su questa terra.

Saluto il Cardinale Vicario e quanti sono impegnati nella Diocesi di Roma per l’animazione della Giornata per la Vita. Esprimo il mio apprezzamento ai docenti universitari che, in questa circostanza, hanno dato vita a convegni sulle attuali problematiche legate alla natalità. Grazie tante.




 

[Modificato da Caterina63 02/02/2014 15:50]
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14/02/2014 18:52
 
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DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI FIDANZATI CHE SI PREPARANO AL MATRIMONIO

Piazza San Pietro
Venerdì, 14 febbraio 2014

Video

 

Domanda 1 : La paura del “per sempre”

Santità, in tanti oggi pensano che promettersi fedeltà per tutta la vita sia un’impresa troppo difficile; molti sentono che la sfida di vivere insieme per sempre è bella, affascinante, ma troppo esigente, quasi impossibile. Le chiederemmo la sua parola per illuminarci su questo.

Ringrazio per la testimonianza e per la domanda. Vi spiego: loro mi hanno inviato le domande in anticipo… Si capisce… E così io ho potuto riflettere e pensare una risposta un po’ più solida.

E’ importante chiedersi se è possibile amarsi “per sempre”. Questa è una domanda che dobbiamo fare: è possibile amarsi “per sempre”? Oggi tante persone hanno paura di fare scelte definitive. Un ragazzo diceva al suo vescovo: “Io voglio diventare sacerdote, ma soltanto per dieci anni”. Aveva paura di una scelta definitiva. Ma è una paura generale, propria della nostra cultura.  Fare scelte per tutta la vita, sembra impossibile. Oggi tutto cambia rapidamente, niente dura a lungo… E questa mentalità porta tanti che si preparano al matrimonio a dire: “stiamo insieme finché dura l’amore”, e poi? Tanti saluti e ci vediamo… E finisce così il matrimonio. Ma cosa intendiamo per “amore”? Solo un sentimento, uno stato psicofisico? Certo, se è questo, non si può costruirci sopra qualcosa di solido. Ma se invece l’amore è una relazione, allora è una realtà che cresce, e possiamo anche dire a modo di esempio che si costruisce come una casa. E la casa si costruisce assieme, non da soli! Costruire qui significa favorire e aiutare la crescita. Cari fidanzati, voi vi state preparando a crescere insieme, a costruire questa casa, per vivere insieme per sempre. Non volete fondarla sulla sabbia dei sentimenti che vanno e vengono, ma sulla roccia dell’amore vero, l’amore che viene da Dio. La famiglia nasce da questo progetto d’amore che vuole crescere come si costruisce una casa che sia luogo di affetto, di aiuto, di speranza, di sostegno. Come l’amore di Dio è stabile e per sempre, così anche l’amore che fonda la famiglia vogliamo che sia stabile e per sempre. Per favore, non dobbiamo lasciarci vincere dalla “cultura del provvisorio”! Questa cultura che oggi ci invade tutti, questa cultura del provvisorio. Questo non va!

Dunque come si cura questa paura del “per sempre”? Si cura giorno per giorno affidandosi al Signore Gesù in una vita che diventa un cammino spirituale quotidiano, fatto di passi - passi piccoli, passi di crescita comune - fatto di impegno a diventare donne e uomini maturi nella fede. Perché, cari fidanzati, il “per sempre” non è solo una questione di durata! Un matrimonio non è riuscito solo se dura, ma è importante la sua qualità. Stare insieme e sapersi amare per sempre è la sfida degli sposi cristiani. Mi viene in mente il miracolo della moltiplicazione dei pani: anche per voi, il Signore può moltiplicare il vostro amore e donarvelo fresco e buono ogni giorno. Ne ha una riserva infinita! Lui vi dona l’amore che sta a fondamento della vostra unione e ogni giorno lo rinnova, lo rafforza. E lo rende ancora più grande quando la famiglia cresce con i figli. In questo cammino è importante, è necessaria la preghiera, sempre. Lui per lei, lei per lui e tutti e due insieme. Chiedete a Gesù di moltiplicare il vostro amore. Nella preghiera del Padre Nostro noi diciamo: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”. Gli sposi possono imparare a pregare anche così: “Signore, dacci oggi il nostro amore quotidiano”, perché l’amore quotidiano degli sposi è il pane, il vero pane dell’anima, quello che li sostiene per andare avanti. E la preghiera: possiamo fare la prova per sapere se sappiamo dirla? “Signore dacci oggi il nostro amore quotidiano”. Tutti insieme! [fidanzati: “Signore dacci oggi il nostro amore quotidiano”]. Un’altra volta! [fidanzati: “Signore dacci oggi il nostro amore quotidiano”]. Questa è la preghiera dei fidanzati e degli sposi. Insegnaci ad amarci, a volerci bene! Più vi affiderete a Lui, più il vostro amore sarà “per sempre”, capace di rinnovarsi, e vincerà ogni difficoltà. Questo ho pensato che volevo dirvi, rispondendo alla vostra domanda. Grazie!

Domanda 2: Vivere insieme: lo “stile” della vita matrimoniale

Santità, vivere insieme tutti i giorni è bello, dà gioia, sostiene. Ma è una sfida da affrontare. Crediamo che bisogna imparare ad amarsi. C’è uno “stile” della vita di coppia, una spiritualità del quotidiano che vogliamo apprendere. Può aiutarci in questo, Padre Santo?

Vivere insieme è un’arte, un cammino paziente, bello e affascinante. Non finisce quando vi siete conquistati l’un l’altro… Anzi, è proprio allora che inizia! Questo cammino di ogni giorno ha delle regole che si possono riassumere in queste tre parole che tu hai detto, parole che ho ripetuto tante volte alle famiglie: permesso - ossia ‘posso’, tu hai detto – grazie, e scusa.

“Posso-Permesso?”. E’ la richiesta gentile di poter entrare nella vita di qualcun altro con rispetto e attenzione. Bisogna imparare a chiedere: posso fare questo? Ti piace che facciamo così? Che prendiamo questa iniziativa, che educhiamo così i figli? Vuoi che questa sera usciamo?... Insomma, chiedere permesso significa saper entrare con cortesia nella vita degli altri. Ma sentite bene questo: saper entrare con cortesia nella vita degli altri. E non è facile, non è facile. A volte invece si usano maniere un po’ pesanti, come certi scarponi da montagna! L’amore vero non si impone con durezza e aggressività. Nei Fioretti di san Francesco si trova questa espressione: «Sappi che la cortesia è una delle proprietà di Dio … e la cortesia è sorella della carità, la quale spegne l’odio e conserva l’amore» (Cap. 37). Sì, la cortesia conserva l’amore. E oggi nelle nostre famiglie, nel nostro mondo, spesso violento e arrogante, c’è bisogno di molta più cortesia. E questo può incominciare a casa.

Grazie”. Sembra facile pronunciare questa parola, ma sappiamo che non è così… Però è importante! La insegniamo ai bambini, ma poi la dimentichiamo! La gratitudine è un sentimento importante! Un’anziana, una volta, mi diceva a Buenos Aires: “la gratitudine è un fiore che cresce in terra nobile”. E’ necessaria la nobiltà dell’anima perché cresca questo fiore. Ricordate il Vangelo di Luca? Gesù guarisce dieci malati di lebbra e poi solo uno torna indietro a dire grazie a Gesù. E il Signore dice: e gli altri nove dove sono? Questo vale anche per noi: sappiamo ringraziare? Nella vostra relazione, e domani nella vita matrimoniale, è importante tenere viva la coscienza che l’altra persona è un dono di Dio, e ai doni di Dio si dice grazie! E in questo atteggiamento interiore dirsi grazie a vicenda, per ogni cosa. Non è una parola gentile da usare con gli estranei, per essere educati. Bisogna sapersi dire grazie, per andare avanti bene insieme nella vita matrimoniale.

La terza: “Scusa”. Nella vita facciamo tanti errori, tanti sbagli. Li facciamo tutti. Ma forse qui c’è qualcuno che non mai ha fatto uno sbaglio? Alzi la mano se c’è qualcuno, lì: una persona che mai ha fatto uno sbaglio? Tutti ne facciamo! Tutti! Forse non c’è giorno in cui non facciamo qualche sbaglio. La Bibbia dice che il più giusto pecca sette volte al giorno. E così noi facciamo sbagli… Ecco allora la necessità di usare questa semplice parola: “scusa”. In genere ciascuno di noi è pronto ad accusare l’altro e a giustificare se stesso. Questo è incominciato dal nostro padre Adamo, quando Dio gli chiede: “Adamo, tu hai mangiato di quel frutto?”. “Io? No! E’ quella che me lo ha dato!”. Accusare l’altro per non dire “scusa”, “perdono”. E’ una storia vecchia! E’ un istinto che sta all’origine di tanti disastri. Impariamo a riconoscere i nostri errori e a chiedere scusa. “Scusa se oggi ho alzato la voce”; “scusa se sono passato senza salutare”; “scusa se ho fatto tardi”, “se questa settimana sono stato così silenzioso”, “se ho parlato troppo senza ascoltare mai”; “scusa mi sono dimenticato”; “scusa ero arrabbiato e me la sono presa con te”… Tanti “scusa” al giorno noi possiamo dire. Anche così cresce una famiglia cristiana. Sappiamo tutti che non esiste la famiglia perfetta, e neppure il marito perfetto, o la moglie perfetta. Non parliamo della suocera perfetta…. Esistiamo noi, peccatori.
Gesù, che ci conosce bene, ci insegna un segreto: non finire mai una giornata senza chiedersi perdono, senza che la pace torni nella nostra casa, nella nostra famiglia. E’ abituale litigare tra gli sposi, ma sempre c’è qualcosa, avevamo litigato… Forse vi siete arrabbiati, forse è volato un piatto, ma per favore ricordate questo: mai finire la giornata senza fare la pace! Mai, mai, mai! Questo è un segreto, un segreto per conservare l’amore e per fare la pace. Non è necessario fare un bel discorso… Talvolta un gesto così e… è fatta la pace. Mai finire… perché se tu finisci la giornata senza fare la pace, quello che hai dentro, il giorno dopo è freddo e duro ed è più difficile fare la pace. Ricordate bene: mai finire la giornata senza fare la pace! Se impariamo a chiederci scusa e a perdonarci a vicenda, il matrimonio durerà, andrà avanti. Quando vengono nelle udienze o a Messa qui a Santa Marta gli anziani sposi, che fanno il 50.mo, io faccio la domanda: “Chi ha sopportato chi?” E’ bello questo! Tutti si guardano, mi guardano, e mi dicono: “Tutt’e due!”. E questo è bello! Questa è una bella testimonianza!

Domanda 3: Lo stile della celebrazione del Matrimonio

Santità, in questi mesi stiamo facendo tanti preparativi per le nostre nozze. Può darci qualche consiglio per celebrare bene il nostro matrimonio?

Fate in modo che sia una vera festa - perché il matrimonio è una festa - una festa cristiana, non una festa mondana! Il motivo più profondo della gioia di quel giorno ce lo indica il Vangelo di Giovanni: ricordate il miracolo delle nozze di Cana? A un certo punto il vino viene a mancare e la festa sembra rovinata. Immaginate di finire la festa bevendo tè! No, non va! Senza vino non c’è festa! Su suggerimento di Maria, in quel momento Gesù si rivela per la prima volta e dà un segno: trasforma l’acqua in vino e, così facendo, salva la festa di nozze. Quanto accaduto a Cana duemila anni fa, capita in realtà in ogni festa nuziale: ciò che renderà pieno e profondamente vero il vostro matrimonio sarà la presenza del Signore che si rivela e dona la sua grazia. È la sua presenza che offre il “vino buono”, è Lui il segreto della gioia piena, quella che scalda il cuore veramente. E’ la presenza di Gesù in quella festa. Che sia una belle festa, ma con Gesù! Non con lo spirito del mondo, no! Questo si sente, quando il Signore è lì.

Al tempo stesso, però, è bene che il vostro matrimonio sia sobrio e faccia risaltare ciò che è veramente importante. Alcuni sono più preoccupati dei segni esteriori, del banchetto, delle fotografie, dei vestiti e dei fiori... Sono cose importanti in una festa, ma solo se sono capaci di indicare il vero motivo della vostra gioia: la benedizione del Signore sul vostro amore. Fate in modo che, come il vino di Cana, i segni esteriori della vostra festa rivelino la presenza del Signore e ricordino a voi e a tutti l’origine e il motivo della vostra gioia.

Ma c’è qualcosa che tu hai detto e che voglio prendere al volo, perché non voglio lasciarla passare. Il matrimonio è anche un lavoro di tutti i giorni, potrei dire un lavoro artigianale, un lavoro di oreficeria, perché il marito ha il compito di fare più donna la moglie e la moglie ha il compito di fare più uomo il marito. Crescere anche in umanità, come uomo e come donna. E questo si fa tra voi. Questo si chiama crescere insieme. Questo non viene dall’aria! Il Signore lo benedice, ma viene dalla vostre mani, dai vostri atteggiamenti, dal modo di vivere, dal modo di amarvi. Farci crescere! Sempre fare in modo che l’altro cresca. Lavorare per questo. E così, non so, penso a te che un giorno andrai per la strada del tuo paese e la gente dirà: “Ma guarda quella che bella donna, che forte!…”. “Col marito che ha, si capisce!”. E anche a te: “Guarda quello, com’è!…”. “Con la moglie che ha, si capisce!”. E’ questo, arrivare a questo: farci crescere insieme, l’uno l’altro. E i figli avranno questa eredità di aver avuto un papà e una mamma che sono cresciuti insieme, facendosi - l’un l’altro - più uomo e più donna!

   

 



Terra Santa: Fondazione "Centro Famiglia di Nazareth" incontra famiglie in vista del Papa



La Fondazione vaticana “Centro Internazionale Famiglia di Nazareth”, voluta da Benedetto XVI per dare corso alla costruzione a Nazareth di una “Casa del Papa” per le famiglie di tutto il mondo, d’intesa con il Patriarcato Latino di Gerusalemme e con il Pontificio Consiglio per la famiglia, ha promosso una tre giorni dedicata alle famiglie in vista della visita di Papa Francesco prevista alla fine del mese di maggio.

A partire da oggi - riferisce l'agenzia Sir - il presidente della Fondazione, Salvatore Martinez, con una delegazione, sarà a Betlemme, Nazareth e Amman per realizzare incontri di evangelizzazione e di formazione aperti a tutte le famiglie o riservati a coppie già coinvolte in attività di animazione pastorale.

Con loro anche il patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, e i suoi vicari, mons. William Shomali, mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo e mons. Maroun Elias Lahham, quest’ultimo delegato per la pastorale familiare in Terra Santa. “Le famiglie - commenta Martinez - possono rappresentare un importante stabilizzatore sociale e un efficace antidoto ai fondamentalismi religiosi. Il tema della famiglia è caro alle tre religioni monoteiste sfidate dalla modernità e spesso impreparate sul piano educativo e della trasmissione della fede alle nuove generazioni”.










PapalePapale.com - Raccontare "on the road" la Chiesa
Citazioni non citabili 

Maurizio Blondet 08 Marzo 2014 

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Text size Le ho raccolte qua e là.

Gilbert K. Chesterton, 1926 (notare la data):

«La prossima grande eresia sarà semplicemente un attacco alla moralità, in particolare la moralità sessuale. E non viene da quale sopravvissuto socialista della Fabian Society (1), ma dalla esultante energia vitale dei ricchi decisi infine a divertirsi, senza Papismo, né Puritanesimo, né Socialismo che li trattengano... La follia di domani non sta a Mosca ma molto più a Manhattan».

Bernard Lazare, polemista ebreo francese, pre-sionista:

«Con il protestantesimo, lo spirito ebraico trionfò. La Riforma [protestante], sia in Germania che in Inghilterra, fu uno di quei momenti in cui il cristianesimo si ritemprò alle fonti ebraiche. Per certi aspetti, la Riforma fu un ritorno all’ebionismo del periodo evangelico. Gran parte delle sette protestanti furono semi-ebraiche; più tardi dei protestanti predicarono dottrine anti-trinitarie. (...) Persino in Transilvania l’anti-trinitarismo era fiorito nel XVI secolo e Seidelius aveva sostenuto l’eccellenza dell’ebraismo e del Decalogo. I Vangeli furono abbandonati a favore della Bibbia e dell’Apocalisse. È ben nota l’influenza che questi due libri esercitarono sui luterani e i calvinisti, e soprattutto sui riformatori rivoluzionari inglesi, influenza che perdurò fino al XVIII secolo: a lei si devono i quaccheri, metodisti, pietisti e soprattutto i millenaristi (...) gli uomini che con Venner a Londra sognavano la repubblica, e si allearono con i Livellatori di John Lilburn. Anche in Germania il protestantesimo all’inizio cercò di attirare gli ebrei».

Ernesto Buonaiuti, presbitero, principale esponente del Modernismo, per questo scomunicato:

«Fino ad oggi si è voluto riformare Roma senza Roma, o magari contro Roma. Bisogna riformare Roma con Roma, fare che la riforma passi attraverso le mani di coloro che devono essere riformati. Ecco il vero infallibile metodo. Hic opus, hic labor [...] Il culto esteriore durerà come la gerarchia, ma la Chiesa, in quanto maestra dei sacramenti e dei suoi ordini, modificherà la gerarchia e il culto secondo i tempi: essa renderà quella più semplice e liberale, e questo più spirituale; e per quella via essa diventerà un protestantesimo; ma un protestantesimo ortodosso, graduale, non uno violento, aggressivo, rivoluzionario, insubordinato» (2).

Cardinal Walter Kasper, presidente emerito del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani: 

La « confessione di Gesù Cristo Figlio di Dio... è un residuo di mentalità mitica, passivamente accettato» (p. 223). I miracoli di Gesù nel Vangelo: «Un problema che rende piuttosto strana e difficilmente comprensibile all'uomo moderno l'attività di Gesù…», e scrive che «si ha l’impressione che il N. T. abbia arricchito la figura di Gesù di motivi extra-cristiani per sottolinearne la grandezza e l'autorità» . I miracoli «possono essere interpretati anche come opera del demonio. In se stessi, poi, non sono così chiari e non costituiscono necessariamente una prova della divinità di Gesù» (p. 129). La Resurrezione: «Nessun testo neo-testamentario asserisce di aver visto Cristo risorgere». E continua: «Gli enunciati della tradizione neo-testamentaria della risurrezione di Gesù non sono affatto neutrali: sono confessioni e testimonianze prodotte da gente che crede» (p. 176). Anche della scoperta del «sepolcro vuoto», scrive: «dobbiamo supporre che non si tratti di cenni storici, ma soltanto di artifizi stilistici, escogitati per richiamare l'attenzione e creare «suspence»» (p. 172)… «in ciò su cui si vuole richiamare l'attenzione, non é il sepolcro vuoto; si annuncia la risurrezione, e il sepolcro viene considerato soltanto come segno di questa fede» (p. 173). (Cfr. W. Kasper, Gesù il Cristo, Queriniana, Brescia).

Cardinale G.L. Muller, attuale prefetto per la Congregazione della Dottrina della Fede, sulla Presenza Reale: 

«In realtà, il corpo e il sangue di Cristo non significa le parti fisiche del Gesù uomo durante la sua vita e nel suo corpo glorificato.Corpo e sangue qui significa in particolare la presenza di Cristo nel simbolismo del pane e del vino....«Ora abbiamo la comunione con Gesù Cristo, attraverso il mangiare e bere del pane e del vino.Proprio come in una relazione interpersonale, una lettera può mostrare l’amicizia tra le persone e illustrano l’affetto del mittente per il destinatario. (…) La natura di questi doni possono essere chiarite solo nel loro rapporto con l’uomo.L’essenza del il pane e il vino, quindi, deve essere definito in modo antropologico .Il carattere naturale di queste offerte pane e il vino come un frutto della terra e del lavoro dell’uomo, come unità di prodotti naturali e culturali, è quello di rafforzare e nutrire l’uomo e la comunità umana nel carattere di un pasto comune....Questa essenza naturale del pane e del vino si trasforma da Dio, nel senso che la natura del pane e del vino si presenta ora e raggiunge salvifica comunione con Dio».(GL Müller,Die Messe, Quelle Christlichen Lebens.Augsburg: Sankt Ulrich Verlag, 2002, pp 139-140)

Padre Timothy Ratcliffe, già maestro generale dell’Ordine Domenicano (1992-2001), alle Giornate Nazionali di pastorale giovanile vocazionale, Madrid 2004:

«Voglio parlare di Ultima Cena e sessualità. Può sembrare un po’ strano, ma pensateci un momento. Le parole centrali dell’Ultima Cena sono state: !Questo è il mio corpo, offerto per voi!. L’eucarestia, come il sesso, è centrata sul dono del corpo. Vi rendete conto che la prima lettera di San Paolo ai Corinzi si muove fra due temi, la sessualità e l’eucarestia? Ed è così perché Paolo sa che abbiamo bisogno di capire l’una alla luce dell’altra. Comprendiamo l’eucarestia alla luce della sessualità e la sessualità alla luce dell’eucarestia» (Citata da Mons. Brunero Gherardini, in Concilio Vaticano II – Il discorso mancato). (3)

1) La Fabian Society, fondata a Londra nel 1889, si proponeva di giungere al socialismo, al materialismo, all’uguaglianza e all’abolizione della proprietà privata, con mezzi graduali, inserendo graduali cambiamenti «progressivi» nelle legislazioni e nella società. In base a questa loro ideologia, i fabiani vedevano nell’evoluzione delle imprese in grandi corporations quotate in Borsa, e gestite non dai proprietari ma da manager professionali (i tecnici), un superamento della proprietà privata... La City di Londra, in più di un senso, è il santuario del socialismo fabiano, e il luogo della sua piena realizzazione.

2) Quello di Buonaiuti era un invito al gruppo modernista a costituirsi in società segreta «all’interno» della Chiesa, in possibile convergenza con le logge pre-esistenti, sette giudaizzanti et similia, per una strategia basata sulla doppiezza: finto ossequio ai dogmi, al Santo Padre e alla Tradizione, e selezione ed influenza su prelati guadagnati o da guadagnare al progetto di modifica della gerarchia e del culto. Secondo un’ipotesi che potrete definire complottista, tale società segreta s’è effettivamente costituita ed ha agito praticando una sorta di «egemonia culturale» gramsciana su seminari, prelati e soprattutto sui teologi di cattedra (dalla cattedra, devono «produrre» continuamente «studi» e quindi novità). Mi limito a ricordare come assestò il colpo contro Pio XII preparando i conclavi in cui sarebbero emersi papi novatori. Il 6 giugno 1950, il Nunzio apostolico a Parigi, Giuseppe Roncalli futuro Papa Giovanni XXIII, rivelò la sua posizione ideologica quando scrisse una lettera pubblica di elogio funebre per Marc Sangnier, alto esponente del modernismo francese, esplicitamente condannato da San Pio X Papa con la lettera «Notre Charge Apostolique». Roncalli così esaltava il defunto Sangnier: «...anime come la sua capaci di mantenersi così fedeli e rispettose del Vangelo e della Santa Chiesa sono fatte per le più alte ascese che assicurano quaggiù la gloria preso i contemporanei e la posterità, a cui l’esempio di Marc Sangnier resterà come un insegnamento e un incoraggiamento». L’8 settembre 1950, monsignor Montini, allora sostituto alla segreteria di Stato e braccio destro di Pio XII che se ne fidava completamente, riceveva Jean Guitton: si parlò della Humani Generis, l’enciclica emanata nell’agosto da Pio XII, che conteneva duri altolà contro il modernismo.
A Guitton, il futuro Paolo VI disse che «i teologi francesi» avevano «torto a prendere per condanne quel che altro non era che avvertimento, invito alla prudenza, alla lentezza, alla maturazione. E’ un segno di indicazione paterna, che è ispirato dall’ammirazione» (sic). Solo nel 1954 Pio XII, accortosi che il suo fidato segretario Montini preparava con Dossetti, Fanfani e La Pira l’apertura sinistra in Italia, e aveva aperto segretamente una sua «Ostpolitk» verso il comunismo sovietico ad insaputa di lui pontefice, e del segretario di stato titolare Tardini, allontanò Montini da sé e dai suoi uffici riservati, spedendolo a Milano come Arcivescovo, ma chiaramente in disgrazia: infatti, senza nominarlo cardinale, allo scopo di impedire che partecipasse al successivo Conclave e vi venisse eletto. Da tutte le parti negli ambienti clericali e fra cattoliconi adulti, già si sussurrava che Montini era «il Papa di domani». La rivista cattolica Ambrosius (nov-dic. 1954) pose in exergo questo strano saluto: «Dignum et justum est/Johannes Baptista Montini/ papa tu eris». Invece, bisognò attendere un giro, facendo Papa frattanto il Roncalli, che fece cardinale Montini... Roncalli intanto aprì il Concilio novatore, sapendo che lui morto, l’avrebbe affidato a buone mani.
Se questa ipotesi complottista avesse qualche verosimiglianza, si potrebbe constatare che la società segreta modernista, assurta al massimo soglio e consolidata nel potere dal Concilio, sta eliminando tutti i residui di amanti della Tradizione, sistematicamente - vista una certa rinascita tra i fedeli del tema del rigore e della bellezza liturgica, dell’Adorazione eccetera, che fa paventare un inizio di restaurazione nel senso di San Pio X e del non beatificabile (per le note opposizioni della lobby di Giuda) Pio XII. Lo fa, sia chiaro, in perfetta buona fede: ormai anche il modernismo si è «evoluto» (di per sé è una ideologia evolutiva, anzi evoluzionista) e non ha più esitazione nel credere che i duemila anni di dogmatica, liturgia e tradizione precedente siano solo incrostazioni, residui di storie passate, che tengono lontano dalla fede l’uomo moderno... E dunque, con piena coscienza del proprio diritto novatore, il Papa e la sua cerchia attuano un programma di epurazione con ogni evidenza a lungo elaborato, utilizzando senza remore contro gli epurandi tutti gli strumenti a cui – per esser fedeli a sé stessi – debbono piegarsi: l’obbedienza al Papa, all’autorità, all’infallibilità… Il tutto indurito ina autoritarismo, arbitraria intolleranza, soppressione della «santa libertà dei figli di Dio».
Oserete disobbedire al Santo Padre? Proprio voi? È notevole il fatto che il Santo Padre non sembri avere altri nemici sopprimere, se non all’interno alla Chiesa, e non bolli con le condanne e i divieti, e non trovi nessuno da disciplinare e mettere in riga, se non i fedeli che preferiscono l’antico rito. In questa ipotesi, la nota intervista compiacente al Ricco Epulone Eugenio Scalfari, andrebbe intesa come un colpo tattico magistrale: ha garantito previamente e guadagnato l’adorazione e l’approvazione dei «grandi media», e della «opinione pubblica» miscredente; sicché oggi, i media, possono attestare che «le masse sono col Papa»; ad avversarlo ci sono solo pochi passatisti che «le gente non capisce più» e che non hanno alcun peso, la cui repressione viene accolta con gioia dai media progressisti o borghesi. E’ anche ipotizzabile che la setta modernista, a questo punto, possa aver interesse a spingere le provocazioni fino a far esplodere uno scisma (quello che fu il grande errore di Lefevre), approfittando per una bella scomunica e sospensione a divinis di questa minoranza «fuori dalla Chiesa profetica», completando così la purga. Naturalmente, i tradizionalisti wahabisti stanno cadendo nella trappola a piè pari... Senza considerare che i Papi sopracitati, comunque se ne possa discutere, hanno mantenuto la fede nella Presenza Reale, e ancor più quest’ultimo, che ne ha avuto una prova visiva nel miracolo eucaristico di Buenos Aires: e a ciò è bene aggrapparsi... Questa è beninteso una tesi complottista che mi sono limitato ad articolare; ma naturalmente, me ne dissocio con forza. 

3) Citato da Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, «La Bella Addormentata – Perché dopo il Vaticano II la Chiesa è entrata in crisi – Perché si sveglierà». Levo qui il mio saluto a Mario, che è in agonia sulla croce, offrendo tutto per la Bella Addormentata.






[Modificato da Caterina63 10/03/2014 14:06]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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  due interventi (taciuti dai Media) fondamentali ed ufficiali, del Santo Padre Francesco in difesa della vita e in difesa dell'autentica antropologia umana, in difesa di bambini aventi diritto ad avere un padre e una madre....


DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AL MOVIMENTO PER LA VITA ITALIANO

Sala Clementina
Venerdì, 11 aprile 2014


 

Cari fratelli e sorelle,

quando sono entrato ho pensato di aver sbagliato porta, di essere entrato in un Kindergarten ...Mi scuso!

Do il mio cordiale benvenuto a ciascuno di voi. Saluto l’Onorevole Carlo Casini e lo ringrazio per le sue parole, ma soprattutto gli esprimo riconoscenza per tutto il lavoro che ha fatto in tanti anni nel Movimento per la Vita. Gli auguro che quando il Signore lo chiamerà siano i bambini ad aprigli la porta lassù! Saluto i Presidenti dei Centri di Aiuto alla Vita e i responsabili dei vari servizi, in particolare del “Progetto Gemma”, che in questi 20 anni ha permesso, attraverso una particolare forma di solidarietà concreta, la nascita di tanti bambini che altrimenti non avrebbero visto la luce. Grazie per la testimonianza che date promuovendo e difendendo la vita umana fin dal suo concepimento! Noi lo sappiamo, la vita umana è sacra e inviolabile. Ogni diritto civile poggia sul riconoscimento del primo e fondamentale diritto, quello alla vita, che non è subordinato ad alcuna condizione, né qualitativa né economica né tantomeno ideologica. «Così come il comandamento “non uccidere” pone un limite chiaro per assicurare il valore della vita umana, oggi dobbiamo dire “no a un’economia dell’esclusione e della inequità”. Questa economia uccide … Si considera l’essere umano in se stesso come un bene di consumo, che si può usare e poi gettare. Abbiamo dato inizio alla cultura dello “scarto” che, addirittura, viene promossa» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 53). E così viene scartata anche la vita.

Uno dei rischi più gravi ai quali è esposta questa nostra epoca, è il divorzio tra economia e morale, tra le possibilità offerte da un mercato provvisto di ogni novità tecnologica e le norme etiche elementari della natura umana, sempre più trascurata. Occorre pertanto ribadire la più ferma opposizione ad ogni diretto attentato alla vita, specialmente innocente e indifesa, e il nascituro nel seno materno è l’innocente per antonomasia. Ricordiamo le parole del Concilio Vaticano II: «La vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura; l’aborto e l’infanticidio sono delitti abominevoli» (Cost. Gaudium et spes, 51). Io ricordo una volta, tanto tempo fa, che avevo una conferenza con i medici. Dopo la conferenza ho salutato i medici - questo è accaduto tanto tempo fa. Salutavo i medici, parlavo con loro, e uno mi ha chiamato in disparte. Aveva un pacchetto e mi ha detto: “Padre, io voglio lasciare questo a lei. Questi sono gli strumenti che io ho usato per fare abortire. Ho incontrato il Signore, mi sono pentito, e adesso lotto per la vita”. Mi ha consegnato tutti questi strumenti. Pregate per quest’uomo bravo!

A chi è cristiano compete sempre questa testimonianza evangelica: proteggere la vita con coraggio e amore in tutte le sue fasi. Vi incoraggio a farlo sempre con lo stile della vicinanza, della prossimità: che ogni donna si senta considerata come persona, ascoltata, accolta, accompagnata.

Abbiamo parlato dei bambini: ce ne sono tanti! Ma io vorrei anche parlare dei nonni, l’altra parte della vita! Perché noi dobbiamo aver cura anche dei nonni, perché i bambini e i nonni sono la speranza di un popolo. I bambini, i giovani perché lo porteranno avanti, porteranno avanti questo popolo; e i nonni perché hanno la saggezza della storia, sono la memoria di un popolo. Custodire la vita in un tempo dove i bambini e i nonni entrano in questa cultura dello scarto e vengono pensati come materiale scartabile. No! I bambini e i nonni sono la speranza di un popolo!

Cari fratelli e sorelle, il Signore sostenga l’azione che svolgete come Centri di Aiuto alla Vita e come Movimento per la Vita, in particolare il progetto “Uno di noi”. Vi affido alla celeste intercessione della Vergine Madre Maria e di cuore benedico voi e le vostre famiglie, i vostri bambini, i vostri nonni, e pregate per me che ne ho bisogno!

Quando si parla di vita viene subito il ricordo alla madre. Rivolgiamoci alla nostra Madre perché ci custodisca tutti. Ave Maria

Benedizione

Un’ultima cosa. Per me quando i bambini piangono, quando i bambini si lamentano, quando gridano, è una musica bellissima. Ma alcuni bambini piangono di fame. Per favore dategli da mangiare qui tranquillamente!





DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
ALLA DELEGAZIONE DELL'UFFICIO INTERNAZIONALE 
CATTOLICO DELL'INFANZIA (BICE)

Venerdì, 11 aprile 2014

 

Vi ringrazio di questo incontro. Apprezzo il vostro impegno in favore dei bambini: è una espressione concreta e attuale della predilezione che il Signore Gesù ha per loro. A me piace dire che in una società ben costituita, i privilegi devono essere solo per i bambini e per gli anziani. Perché il futuro di un popolo è in mano loro! I bambini, perché certamente avranno la forza di portare avanti la storia, e gli anziani perché portano in sé la saggezza di un popolo e devono trasmettere questa saggezza.

Possiamo dire che il BICE è nato dalla maternità della Chiesa. Infatti prese origine dall’intervento del Papa Pio XII in difesa dell’infanzia all’indomani della II guerra mondiale. Da allora questa organizzazione si è sempre impegnata a promuovere la tutela dei diritti dei minori, contribuendo anche alla Convenzione dell’ONU del 1989. E in questo suo lavoro collabora costantemente con gli uffici della Santa Sede a New York, a Strasburgo e soprattutto a Ginevra.  

Lei con delicatezza ha parlato del buon trattamento. La ringrazio per questa espressione delicata. Ma mi sento chiamato a farmi carico di tutto il male che alcuni sacerdoti – abbastanza, abbastanza in numero, ma non in proporzione alla totalità - a farmene carico e a chiedere perdono per il danno che hanno compiuto, per gli abusi sessuali sui bambini. La Chiesa è cosciente di questo danno. E’ un danno personale e morale loro, ma di uomini di Chiesa. E noi non vogliamo compiere un passo indietro in quello che si riferisce al trattamento di questo problema e alle sanzioni che devono essere comminate. Al contrario, credo che dobbiamo essere molto forti. Con i bambini non si scherza! 

Ai nostri giorni, è importante portare avanti i progetti contro il lavoro-schiavo, contro il reclutamento di bambini-soldato e ogni tipo di violenza sui minori.

In positivo, occorre ribadire il diritto dei bambini a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua maturazione affettiva. Continuando a maturare nella relazione, nel confronto con ciò che è la mascolinità e la femminilità di un padre e di una madre, e così preparando la maturità affettiva.  

Ciò comporta al tempo stesso sostenere il diritto dei genitori all’educazione morale e religiosa dei propri figli. E a questo proposito vorrei manifestare il mio rifiuto per ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio! Gli orrori della manipolazione educativa che abbiamo vissuto nelle grandi dittature genocide del secolo XX non sono spariti; conservano la loro attualità sotto vesti diverse e proposte che, con pretesa di modernità, spingono i bambini e i giovani a camminare sulla strada dittatoriale del “pensiero unico”. Mi diceva, poco più di una settimana fa, un grande educatore: “A volte, non si sa se con questi progetti - riferendosi a progetti concreti di educazione - si mandi un bambino a scuola o in un campo di rieducazione”. 

Lavorare per i diritti umani presuppone di tenere sempre viva la formazione antropologica, essere ben preparati sulla realtà della persona umana, e saper rispondere ai problemi e alle sfide posti dalle culture contemporanee e dalla mentalità diffusa attraverso i mass media. Ovviamente non si tratta di rifugiarci in ambienti protetti nasconderci, che al giorno d’oggi sono incapaci di dare vita, che sono legati a culture che già sono passate… No, questo no, non va bene. Ma affrontare con i valori positivi della persona umana le nuove sfide che ci pone la cultura nuova. Per voi, si tratta di offrire ai vostri dirigenti e operatori una formazione permanente sull’antropologia del bambino, perché è lì che i diritti e i doveri hanno il loro fondamento. Da essa dipende l’impostazione dei progetti educativi, che ovviamente devono continuare a progredire, maturare e adeguarsi ai segni dei tempi, rispettando sempre l’identità umana e la libertà di coscienza.   

Grazie ancora. Vi auguro un buon lavoro.

Mi viene in mente il logo che la Commissione della protezione dell’infanzia e dell’adolescenza aveva a Buenos Aires, e che Norberto conosce molto bene. Il logo della Sacra Famiglia sopra un asinello che scappa in Egitto per difendere il Bambino. A volte per difendere, è necessario scappare; a volte è necessario fermarsi per proteggere; a volte è necessario combattere. Però sempre bisogna avere tenerezza.

Grazie per quello che fate!

   


Fraternamente CaterinaLD

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17/08/2014 20:35
 
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  Francesco prega davanti al "Giardino dei bambini abortiti"


http://www.photogallery.va/content/dam/photogallery/corea2014/or140816103037_002261.jpg/_jcr_content/renditions/cq5dam.web.800.800.jpeg


Il Papa prega davanti alle croci del "Giardino dei bimbi abortiti" nel viaggio in Korea

16/08/2014

Una sosta breve ma capace di catalizzare rapidamente l’attenzione mondiale. È quella, di appena qualche minuto, che Papa Francesco ha compiuto al “Giardino dei bambini abortiti”, poco dopo essersi congedato dai disabili e dai loro assistenti incontrati nella vicina “House oh Hope” a Kkottongnae.

Il Papa è sceso dall’auto che lo portava all’incontro con i religiosi e si è avvicinato al simbolico cimitero formato da dozzine di croci bianche piantate nell’erba, rimanendo per qualche istante in silenzio e in preghiera. Prima di ripartire, Papa Francesco ha salutato una rappresentanza degli attivisti “Pro-life” coreani e il missionario senza gambe e braccia, Br. Lee Gu-won.

Nella sua Esortazione apostolica “Evangelii gaudium”, Papa Francesco aveva ricordato che tra i “deboli di cui la Chiesa vuole prendersi cura con predilezione, ci sono anche i bambini nascituri, che sono i più indifesi e innocenti di tutti, ai quali oggi si vuole negare la dignità umana al fine di poterne fare quello che si vuole, togliendo loro la vita e promuovendo legislazioni in modo che nessuno possa impedirlo”.

Ribadendo che sul punto “non ci si deve attendere che la Chiesa cambi la sua posizione su questa questione”, Papa Francesco scriveva: “Voglio essere del tutto onesto al riguardo. Questo non è un argomento soggetto a presunte riforme o a ‘modernizzazioni’. Non è progressista pretendere di risolvere i problemi eliminando una vita umana. Però è anche vero – riconosceva con schiettezza – che abbiamo fatto poco per accompagnare adeguatamente le donne che si trovano in situazioni molto dure, dove l'aborto si presenta loro come una rapida soluzione alle loro profonde angustie”. 
(A cura di Alessandro De Carolis - Radio Vaticana )

  

[Modificato da Caterina63 17/08/2014 20:54]
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30/09/2014 17:54
 
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  MEGLIO TARDI CHE MAI......


Che sorpresa, ora anche la Coop tiene famiglia
di Rino Cammilleri28-09-2014
Un supermercato Coop

 

Leggendo su zenit.org il sunto del Rapporto Coop 2014 “Consumi&Distribuzione” presentato a Milano il 3 settembre viene da ghignare amaramente. Infatti, per la prima volta in vita sua detto Rapporto si occupa della “bomba demografica” italiana, accorgendosi, bontà sua, che è uno sboom. I cattolici lo dicono da sempre e addirittura un banchiere famoso come Ettore Gotti Tedeschi ne ha fatto il suo cavallo di battaglia, la sua profezia di cassandra, il suo tormentone, la sua coperta di Linus, il suo delenda Carthago: la crisi economica è una crisi innanzitutto demografica. 

La Coop se n’è accorta ora, nel 2014. Già, perché quando il portafogli piange non c’è ideologia che tenga. Bambole, non c’è (più) una lira, diceva Tino Scotti. E oggi la Coop getta la spugna e ammette che, sì, il re è nudo, contrordine compagni. Marco Pedroni, presidente di Coop Italia, primo distributore italiano di beni di largo consumo, arriva a dire, sconsolato, che «senza figli non c'è ripresa delle aspettative, non c'è incremento dei consumi, non c'è futuro». E lo manda a dire pure a Renzi: «Nel programma dei Mille giorni è fondamentale rimettere al centro una nuova politica di sostegno alle nuove famiglie e alla natalità: è questo lo choc di cui avremmo bisogno». Ma di certo chiacchiere e distintivo lo sa, solo che non sa che farci. 

Il mercato delle auto e quello degli immobili si è dimezzato. Pure i consumi alimentari (i più cari alla Coop) sono crollati. Il 2014 è stato l’anno col minor numero di nascite in Italia, Paese già recordman mondiale di denatalità. Ogni 100 giovani con meno di 15 anni sono 151 le persone con più di 65 anni. Con una speranza di vita diventata di 80 anni per gli uomini e 85 per le donne. La disoccupazione cresce così come il numero degli italiani che lasciano il Paese.  Di fronte a tutto ciò, il Fondo Monetario Internazionale ci manda a dire che dobbiamo tagliare le pensioni.

Il che, in un Paese di vecchi, darà il colpo di grazia ai consumi (e alla Coop). Ma non tutto è così nero, nel Rapporto Coop. Un segnale positivo c’è: il commercio elettronico, che nel 2013 ha registrato una crescita del 20,4% rispetto al 2012. Tradotto nella lingua di Bertoldo ciò significa che gli italiani si tolgono letteralmente il pane di bocca per comprarsi l’ultimo modello di iPhone, di tablet, di smart, di galaxy, di playstation eccetera. E non c’era bisogno delle cifre del Rapporto, perché, all’annuncio di una nuova uscita, ogni volta si vede la gente bivaccare (alcuni con la tenda!) fin dalla sera prima davanti ai negozi di elettronica. 

Circenses, così come le nozze gay e tutte le altre «priorità» che i nostri amministratori e governanti e magistrati si affannano a collazionare in nome di una «libertà» che, senza pane&lavoro, è solo fumo negli occhi. Dài e dài, sono riusciti a trasformare il Popolo dei Santi e dei Navigatori, che un tempo fu anche degli Artisti, dei Mercanti e dei Banchieri, in una folla indistinta di beoti sempre connessi e incollati a uno schermo. Basta fare un viaggetto in metropolitana per rendersene conto. L’Italia è fatta, ora bisogna fare gli italiani: così diceva Massimo D’Azeglio nel 1861.

Ci hanno messo centocinquant’anni e questo è il risultato. Ma ce lo vedete Matteo Renzi del Pd mettersi a chiedere «figli alla Patria» come Mussolini? Il giornale storico dei comunisti, «L’Unità», preferisce chiudere pur di non farsi comprare da Daniela Santanché, con la sola motivazione che costei è di destra e pure berlusconiana. Con simili teste ancora in giro, Matteo Renzi non oserà. Morirà sansone con tutti i filistei, e se i fatti contraddicono l’ideologia tanto peggio per i fatti (Ernst Bloch, filosofo marxista). L’Italia deve tornare alla pastorizia (ma non sui monti, perché là ci devono stare orsi e lupi), così è stato deciso dai veri padroni del mondo. E a poco servirà, temiamo, la tardivissima resipiscenza della Coop. 



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“Ecco com’è un bambino di 11 settimane nel grembo materno: i genitori di Ezekiel Burns ne danno testimonianza contro la pratica iniqua dell’aborto” di Pietro Romano


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Ne dà notizia il sito LifeSiteNews a testimonianza di come un essere umano di sole 11 settimane si presenta nel grembo materno, per volontà degli stessi genitori.
(https://www.lifesitenews.com/news/mother-shares-picture-of-11-week-old-stillborn-baby-my-sweet-little-mission)

Davanti all’evidenza solo un cuore di pietra può affermare che si tratti di un “agglomerato di cellule” o possa inventarsi qualche umana teoria che non si tratti “ancora” di una persona.

Lasciamo pertanto che Dio confonda le menti di chi si rende sapiente (ma in realtà stolto), felici di rimanere nella stoltezza per il mondo, ovvero saggezza per Dio, e continuare a sostenere chela persona è tale fin dal concepimentoche Dio infonde immediatamente ad essa l’anima immortale e pertanto l’aborto è in ogni caso un crimine, nonostante tutte le umane attenuanti si possano o vogliano cercare.

Dal profilo Facebook dei genitori leggiamo queste parole:
(https://www.facebook.com/photo.php?fbid=922581348918&set=a.566419355408.2054466.149700362&type=3)

“Questa è la mia mano che tiene il mio dolce piccolino, Ezekiel. L’ho partorito il 20 Gennaio 2016. Il suo cuoricino si è fermato a 11 settimane e 2 giorni. 
Egli aveva un battito. Un suono così dolce. Aveva vita ! Non era un ammasso informe. Non era un agglomerato di cellule. Era formato. Perfetto. Guardate i suoi dettagli. Le sue dolci dita. Dita dei piedi. Sono benedetta per essere sua madre. Ha vissuto per testimoniare agli altri la sua stessa vita!
Per favore sentitevi liberi di condividere la sua VITA con altri. E’ il mio piccolo Missionario!”

E lo faccio con piacere, sig.ra Burns, e la ringrazio a nome di quella Chiesa Cattolica che ancora si batte per i valori non negoziabili della vita.

bimbo11settimane

 

Articolo di Pietro Romano






EDITORIALE
Norma McCorvey
 

Norma McCorvey si è spenta a 69 anni. Fu lei, con lo pseudonimo di Jane Roe, a portare alla sentenza della Corte Suprema americana che nel 1973 sentenziò l'omicidio dei bambini in grembo. Anni dopo si convertì svelando le menzogne del femminismo che la usò senza scrupoli e girando in lungo e in largo gli Usa per offrire in sacrificio il suo errore e le sue riparazioni. 

di Benedetta Frigerio

Si è consumato ieri il suo ultimo sacrificio, dopo 27 anni in cui ha dovuto portare il peso enorme di essere stata la principale causa delle milioni di vittime dell’aborto, quelle che poi ha cercato di difendere con tutta se stessa. Norma McCorvey, simbolo mondiale della legalizzazione dell’aborto in Occidente e poi icona della causa pro life, è morta a 69 anni in una casa di riposo del Texas.

Nota con lo pseudonimo di Jane Roe, spinse la sua richiesta di normalizzare l’omicidio dei figli in grembo alle madri fino alla Corte Suprema, che accolse il suo caso emettendo la nota sentenza Roe vs Wade del 1973. Poi, come succede sempre in questi casi, aperta la diga americana, l’aborto legale si diffuse come un’onda in tutta Europa. Sì può quindi dire che grazie al sì di questa donna, oltre 60 milioni di bambini sono stati uccisi solo in Usa e quasi 7 milioni in Italia, per non parlare delle cifre di altri paesi e degli aborti non conteggiati, come quelli clandestini o provocati dalle pillole del giorno dopo. McCorvey allora era una 22enne, convivente con un’altra donna, quando portò come motivazione di fronte al tribunale la sua povertà, i suoi problemi di tossicodipendenza e il fatto che era stata stuprata, non immaginando però che ben 7 giudici contro 2, tre anni dopo, le avrebbero dato ragione. Come a dire che la strada era già stata spianata da anni di lavoro da parte del movimento femminista, a cui serviva solo un caso "estremo" per convincere il popolo e quindi rendere accettabile la decisione dei giudici.

Fu lei stessa, convertendosi al cristianesimo e ricevendo il battesimo nel 1995, a svelare la menzogna montata dagli attivisti della morte, che la usarono chiedendole di mentire su uno stupro mai avvenuto. Infatti, ammetterà McCorvey ,“sono stata persuasa da avvocati femministi a mentire, a dire che ero stata stuprata e che avevo bisogno di un aborto ma era tutta una bugia. E da allora oltre 50 milioni di bambini sono stati uccisi. Mi porterò questo peso nella tomba”. Il suo caso conferma dunque la tattica che ancora oggi viene utilizzata per far sì che siano approvate norme contrarie alla vita e alla famiglia, come le unioni dello stesso sesso, l’eutanasia e prima ancora il divorzio. Non solo, perché la vicenda di McCorvey parla anche a chi, pur dicendosi contrario all’aborto, ne fa una questione di coscienza personale, spesso sbeffeggiando quanti si battono pregando o mostrando alle donne ingannate dalla scappatoia abortista le immagini dei feti.

Nella sua biografia, “Won by Love ("Vinta dall'amore"), pubblicata nel 1998, McCorvey scriverà delle milioni di persone che dopo la sentenza cominciarono a pregare per lei e di quando, 17 anni più tardi, si convertì alla causa pro life: “Ero seduta in un ufficio quando ho notato un poster con uno sviluppo fetale. La crescita del feto era così evidente, gli occhi erano così dolci. Il mio cuore mi faceva male solo a guardarli. Sono corsa fuori dalla stanza e mi sono detta: "Norma hanno ragione”. Qualcosa in quel poster mi aveva fatto perdere il respiro, continuavo a vedere l’immagine di quel piccolo embrione di 10 settimane e non ho potuto non dire: questo è un bambino. E’ come se un paraocchi mi fosse caduto dagli occhi, ho capito subito la verità: è un bambino! Mi sentivo schiacciata sotto la verità di questa rivelazione. Ho dovuto affrontare una realtà terribile: l’aborto non si trattava di un “prodotto del concepimento” (...). Si trattava di bambini uccisi nel grembo della madre. In tutti quegli anni mi ero sbagliata. Tutto il mio lavoro nelle cliniche abortiste era sbagliato. Divenne chiaro, dolorosamente chiaro”.

Fu da qui che McCorvey si decise a dare tutta se stessa per combattere l’aborto, girando il paese senza sosta per svelare l’inganno. Accompagnata al battesimo dagli stessi preti pro life che aveva combattuto, nel 1996 dichiarò anche di aver abbandonato la sodomia. Nel 2003 fece anche ricorso alla Corte Suprema ammettendo di essere stata usata, proprio perché povera e ignorante, e di aver dato falsa testimonianza. Ma il ricorso fu respinto. “Aspetto il  giorno in cui giustizia sarà fatta e il peso di tutte queste morti sarà rimosso dalle mie spalle”. McCorvey non ha visto quel giorno, ma ha speso oltre due terzi della sua vita a immolarsi per riparare alla sua scelta di offrire il proprio braccio alla vittoria della causa abortista. E chissà se il sacrificio ultimo e supremo della sua vita non sia il presagio del compimento delle sue attese: la fine della causa principale delle guerre nel mondo, come spiegò santa Madre Teresa di Calcutta, chiarendo che una società in cui le madri arrivano a uccidere i loro figli non può che essere piena di odio. 





[Modificato da Caterina63 20/02/2017 17:57]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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  «Non ti ho mai tradito»

L'amore da ragazzini, subito le nozze, i figli. Poi il campione Stefano Borgonovo si ammala di Sla. «Ho visto il suo corpo crollare», racconta la moglie Chantal. Lo ha assistito fino (quasi) alla fine, quando lui poteva parlare solo con sms...

23 luglio 2013


 Mi apre Alessandra, la seconda figlia di Stefano Borgonovo. È lei che ha visto il padre morire, giovedì 27 giugno alle 16,30. Sua madre Chantal era partita la mattina per Zoagli con la terza figlia, Benedetta. Dovevano preparare la casa per l’arrivo di Stefano, il 7 luglio. Sento la voce di Chantal Borgonovo in una stanza vicino, dove hanno allestito la camera ardente, mentre  parla con Roberto Baggio, l’amico e il compagno di squadra: è timido, parla poco, lui e Stefano si volevano molto bene e in questi anni si sono sempre sentiti. Chantal arriva, si siede fra arredi di design, la passione che sarebbe potuta diventare una professione se non avesse scelto di dedicarsi alla famiglia. È una donna luminosa e solida, una roccia.

«L’ho sentito morire in diretta, al telefono, perché mia figlia mi ha chiamato appena ha cominciato a star male. Diceva: “Mamma, no, papà non ce la fa”. Non ce lo aspettavamo, altrimenti non sarei andata via. Sapevamo che sarebbe accaduto, che ogni giorno era un successo strappato alle previsioni dei medici che all’inizio gli avevano dato un anno di vita. Lui ne ha vissuti otto: questo per me è stato un grande regalo. Pensavo di accompagnarlo fino alla fine. Invece mi ha fregato».

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Stefano Borgonovo circondato dalla famiglia ©Emblema

La vostra storia è iniziata presto. «Io  avevo 15 anni e lui 17. Mi vide, mi scelse e non ci siamo più lasciati. A 20 anni ero sposata, a 22 madre. Era dolce, buono, educato, molto elegante, con una forza interiore pacata che gli dava una saggezza innata».

Quanto lo aveva cambiato la malattia?
 «Dopo la diagnosi, nel maggio 2006, aveva perso la bussola. All’improvviso vidi mio marito all’angolo, spaventato a morte. Non era più lui, si vergognava. Per due anni siamo rimasti chiusi in casa. Quando, nel maggio 2008, abbiamo toccato il fondo con la prima crisi respiratoria, sono riuscita a fargli capire che ci poteva essere una dignità anche nella malattia».

Pensa che questa sua dedizione l’abbia aiutato a vivere più del previsto?


«Sì, e Stefano lo sapeva. Ripeteva: “Io non posso lasciarti da sola. Io devo aiutarti”, ed è vero che lui mi ha aiutato, ma io l’ho tirato per i capelli – da egoista lo riconosco –perché non volevo perderlo».

 
Stefano Borgonovo e Chantal Guinard ©Emblema

Stefano Borgonovo e Chantal Guinard ©Emblema

Come cambia l’amore per un uomo che perde la sua prestanza fisica? «Stefano era un bell’uomo, mi amava tantissimo e io mi vantavo di lui. Quando mi hanno dato la diagnosi sono impazzita e per un certo periodo ci siamo staccati, ognuno ha avuto bisogno di vivere il proprio dolore da solo. Lui si era trasferito a dormire nel piano di sotto. La sera lo sentivo piangere, ma non potevo andare da lui perché mi avrebbe trascinato giù. Avevo quattro figli, lui da accudire, avevo perso 15 chili in 8 mesi, non potevo crollare. Quando ho ritrovato il mio baricentro siamo riusciti ad andare avanti insieme e l’ho amato ancora di più. E non l’ho mai tradito, né prima né dopo».







Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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