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La Visitatio sepulcri: il rito a Padova nel '300

Ultimo Aggiornamento: 16/07/2012 19:27
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16/07/2012 19:26
 
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Il rito padovano (XIII-XIV sec.)

Rispetto a questa tradizione, le fonti che documentano la Visitatio sepulchri celebrata nella cattedrale di Padova sono più tarde, ma esse testimoniano un rito ormai compiuto e stabile, coerentemente strutturato nei singoli aspetti. Pur nella sostanziale fedeltà ai testi originari, la lezione padovana del dramma della resurrezione risulta arricchita di nuove intonazioni, presuppone una regia circostanziata e si presenta come parte integrante di una celebrazione liturgica più ampia e unitaria, che incomincia con la Depositio crucis, prosegue con l'Elevatio crucis e, quindi, con la Visitatio sepulchri, per concludersi con la processione che precede la Missa maior del giorno di Pasqua.

L'ampia rappresentazione ha luogo nella cattedrale e inizia il venerdì santo con l'adorazione della croce, quando i suddiaconi, riuniti con il vescovo dietro l'altare maggiore, prendono la croce coperta da un drappo e, assieme al cantor, si dirigono in coro, davanti all'altare. Poi scendono dal presbiterio «a latere aquilonis» e posizionano la croce prima «iuxta pergum», successivamente «ad gradus» davanti all'altare della Santa Croce, collocato al centro del transetto «sub podiolo ante chorum».Venerdì santo:
[trasferimento della croce]
Infine, dopo essere stata scoperta, la croce viene posta «super pavimentum» della chiesa per essere adorata e baciata dai presenti. Durante l'esposizione, due sacerdoti che seguono la croce intonano gli Improperia e due scolari «discalciati», uno dietro e l'altro davanti la croce, rispondono ad ogni versetto cantando in ginocchio Agyos, che il coro, a sua volta inginocchiato «cum populo», completa eseguendo Sanctus Deus.Depositio crucis
Nei due Processionali C55 e C56 l'adorazione e il bacio della croce sono introdotti dal canto dell'antifona Crucem tuam. Segue poi l'inno Crus fidelis intonato da due chierici ai quali i cantori, suddivisi in due semicori, rispondono in forma responsoriale, alternando alle singole strofe i versetti Crux fidelis e Dulce lignum. A questo punto C55 e C56 prescrivono il canto del testo Flete, fideles animce, un lungo planctus eseguito dalla Madonna in dialogo con l'apostolo Giovanni.
Nell'Ordinario E57, invece, è rubricato il rito della comunione, per cui un diacono e due suddiaconi devono prelevare l'ostia, il calice e le ampolle dell'acqua e del vino dalla sacrestia maggiore per portarli, assieme al magister scholarum, all'altare della Santa Croce, cantando «submissa voce» l'antifona In spiritu humilitaris. Conclusa la comunione, il vescovo prende la croce e, accompagnato da tutto il clero, la depone nel sepolcro predisposto presso l'altare di S. Daniele, nel lato meridionale del transetto, cantando il responsorio Vadis propiciator. Al termine del rito, il vescovo dà in custodia il sepolcro al sacrista e tutti ritornano in coro, cantando «submissa voce» il responsorio Sepulto domino.
 
Nella notte della resurrezione, quando ha inizio la celebrazione del Mattutino della festa di Pasqua, i custodi prelevano la croce dal sepolcro e, «dimisso pallio», la collocano sopra l'altare della Santa Croce. Dopo le letture, il coro dei chierici scende «in corpore ecclesie», portando dei ceri ed eseguendo il responsorio Dum transisset sabbatum [a]. 
Terminato il responsorio, tre scolari vestiti come fossero le tre Marie si dirigono al sepolcro di Cristo con un turibolo e degli unguenti, accompagnati dal magister scholarum o dal cantor e intonando «plana voce» il verso Nos mulieres . Così cantando, le tre Marie attraversano il coro dei chierici e raggiungono l'altare di S. Daniele dove, «superius» vicino al sepolcro di Cristo, si trovano due scolari vestiti come due angeli preparati «cum alis et liliis» fra le mani. Quando le donne giungono al sepolcro, gli angeli intonano il dialogo Quem quceritis in sepulchro , dopo il quale in C55 e C56 segue il planctus di Maria Maddalena, O Ihesu, rex saeculorum [d].
All'annuncio della resurrezione, gli angeli scendono per le scale «versus aquilonem», mentre le Marie salgono al sepolcro lungo le scale «versus meridiem» e, non trovando il corpo di Cristo, prendono il drappo che ricopriva la croce, si dirigono verso l'ingresso dell'altare di S. Daniele, «ad cancellos», e lo espongono alla vista di tutti come prova del Cristo risorto, cantando l'antifona Surrexit dominus [e]. Subito dopo il magister scholarum e il cantor intonano il verso Dic nobis Maria [f] [dalla sequenza Victimae Paschali laudes], che viene alternato in forma responsoriale alle strofe successive della sequenza di Pasqua cantata da Maria Maddalena e conclusa dal coro. 
Dopo la sequenza, E57 prescrive che due chierici intonino l'antifona Dicant nunc Iudaei presso l'altare di San Daniele. 
Conclude la celebrazione del Mattutino l'esecuzione del Te Deum [h], che tutto il clero della cattedrale deve cantare mentre fa ritorno in coro. 
Dopo il canto delle Lodi e prima della messa solenne, il giorno di Pasqua è prevista una solenne processione che coinvolge il vescovo, i ministri impegnati nella celebrazione, i chorarii e gli scolari.
Il rito inizia davanti l'altare maggiore della cattedrale, dove due chierici intonano l'antifona Populus adquisitionis, rivolti verso il clero e l'assemblea dei fedeli. Il coro risponde con l'antifona Christus resurgens ex mortuis e il vescovo asperge i presenti intonando l'antifona Vidi aquam, cantata dal coro.
 
Tutti si dirigono processionalmente al battistero, mentre due accoliti seguono la croce alternandosi in forma responsoriale con il coro nel canto dell'inno Salve, festa dies. Usciti dal battistero, il cantor inizia l'antifona Sedit angelus ad sepulchrum e la processione fa ritorno in cattedrale «a foribus versus orientem», cioè dall'ingresso principale, mentre due canonici o due chierici che hanno preso posizione presso l'altare della Santa Croce cantano l'antifona Crucificum in cruce laudate, alla quale risponde il coro con Nolite metuere. Dall'altare di san Daniele, altri due chierici intervengono cantando l'antifona Recordamini quomodo predixit e, ancora una volta, risponde il coro con il canto dell'Alleluia. Dopo di che, inizia la celebrazione della messa.


[SM=g1740771]  continua....
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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