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La Vocazione Sacerdotale e il suo servizio in video canti e musiche (2)

Ultimo Aggiornamento: 16/01/2014 12:00
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06/12/2012 00:06
 
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A Marsiglia un giovane parroco (sempre in talare) evangelizza e fa rifiorire la fede dove si era inaridita. E suscita conversioni

Padre Michel-Marie, una tonaca nella Marsiglia profonda.
Vita, opere e "miracoli" di un parroco di una città di Francia. Che ha fatto rifiorire la fede dove si era inaridita
di Sandro Magister, da Chiesa del 4.12.2012

ROMA, 4 dicembre 2012 – Il titolo di questo servizio è lo stesso che "Avvenire" ha dato a un reportage da Marsiglia della sua inviata Marina Corradi, sulle tracce del parroco di un quartiere dietro il vecchio porto.

Un parroco le cui messe sono stracolme di gente. Che confessa ogni sera fino a tarda ora. Che ha battezzato tanti convertiti. Che indossa sempre la veste talare affinché tutti lo riconoscano come prete anche da lontano.

Michel-Marie Zanotti-Sorkine è nato nel 1959 a Nizza da una famiglia un po' russa e un po' corsa. Da giovane canta nei locali notturni di Parigi, ma poi con gli anni prorompe in lui la vocazione al sacerdozio, avuta fin da bambino. Gli fanno da guida padre Joseph-Marie Perrin, che fu direttore spirituale di Simone Weil, e padre Marie-Dominique Philippe, fondatore della congregazione di Saint Jean. Studia a Roma all'Angelicum, la facoltà teologica dei domenicani. È ordinato prete nel 2004 dal cardinale Bernard Panafieu, allora arcivescovo di Marsiglia. Scrive libri, l'ultimo dei quali ha per titolo "Au diable la tiédeur", al diavolo la tiepidezza, ed è dedicato ai sacerdoti. È parroco a Saint-Vincent-de-Paul.

E in questa parrocchia sulla rue Canabière, che risale dal vecchio porto tra case e negozi dimessi, con molti clochard, immigrati, rom, dove i turisti non si avventurano, in una Marsiglia e in una Francia dove la pratica religiosa è quasi ovunque ai minimi termini, padre Michel-Marie ha fatto rifiorire la fede cattolica.
Come? Marina Corradi l'ha incontrato. E racconta.

Il reportage è uscito su "Avvenire", il quotidiano della conferenza episcopale italiana, il 29 novembre. Primo di una serie che vuole presentare dei testimoni della fede noti e meno noti, capaci di generare stupore evangelico in chi li incontra.
 
Di seguito l'articolo su don Zanotti di Marsiglia
 
"IL PAPA HA RAGIONE: TUTTO DEVE RICOMINCIARE DA CRISTO"
di Marina Corradi su Avvenire del 29.11.2012
 
Quella tonaca nera svolazzante sulla rue Canabière, tra una folla più maghrebina che francese, ti fa voltare. Toh, un prete, e vestito come una volta, per le strade di Marsiglia. Un uomo bruno, sorridente, eppure con un che di riservato, di monacale. E che storia, alle spalle: cantava nei locali notturni di Parigi, solo otto anni fa è stato ordinato e da allora è parroco qui, a Saint-Vincent-de-Paul.
Ma la storia in realtà è anche più complicata: [...]

Perché la talare? "Per me – sorride – è una divisa da lavoro. Vuole essere un segno per chi mi incontra, e soprattutto per chi non crede. Così sono riconoscibile come sacerdote, sempre. Così per strada sfrutto ogni occasione per fare amicizia. Padre, mi chiede uno, dov’è la posta? Venga, l’accompagno, rispondo io, e intanto si parla, e scopro che i figli di quell’uomo non sono battezzati. Me li porti, dico alla fine; e spesso quei bambini, poi, li battezzo. Cerco in ogni modo di mostrare con la mia faccia un’umanità buona. L’altro giorno addirittura – ride – in un bar un vecchio mi ha chiesto su quali cavalli puntare. Io gli ho dato i cavalli. Ho chiesto scusa alla Madonna, fra me: ma sai, le ho detto, è per fare amicizia con quest’uomo. Come diceva un prete, che è stato mio maestro, a chi gli chiedeva come convertire i marxisti: 'Occorre diventare loro amici', rispondeva".

Problemi, in strade a così forte presenza di musulmani immigrati? No, dice semplicemente: "Rispettano me e questa veste".
Più tardi poi lo intravedi da lontano, per strada, con quella veste nera mossa dal passo veloce. "La porto – ti ha detto – perché mi riconosca uno che magari altrimenti non incontrerei mai. Quello sconosciuto, che mi è estremamente caro".

Poi, in chiesa, la messa è severa e bella. Il prete affabile della Canabière è un prete rigoroso. Perché cura tanto la liturgia? "Voglio che tutto sia splendente attorno all’eucarestia. Voglio che all’elevazione la gente capisca che Lui è qui, davvero. Non è teatro, non è pompa superflua: è abitare il Mistero. Anche il cuore ha bisogno di sentire".

In confessionale, padre Michel-Marie va tutte le sere, con assoluta puntualità, alle cinque, sempre. (La gente, dice, deve sapere che il prete c’è, comunque). Poi resta in sacristia fino alle undici, per chiunque desideri andarci: "Voglio dare il segno di una disponibilità illimitata". A giudicare dal continuo pellegrinaggio di fedeli, a sera, si direbbe che funzioni. Come una domanda profonda che emerga da questa città, apparentemente lontana. Cosa vogliono? "La prima cosa è sentirsi dire: tu sei amato. La seconda: Dio ha un progetto su di te. Non bisogna farli sentire giudicati, ma accolti. Occorre far capire che l’unico che può cambiare la loro vita è Cristo. E Maria. Due sono le cose che secondo me permettono un ritorno alla fede: l’abbraccio mariano, e l’apologetica appassionata, che tocca il cuore"."

«Chi mi cerca – continua – prima di tutto domanda un aiuto umano, e io cerco di dare tutto l’aiuto possibile. Non dimenticando che il mendicante ha bisogno di mangiare, ma ha anche un’anima. Alla donna offesa dico: mandami tuo marito, gli parlo io. Ma poi, quanti vengono a dire che sono tristi, che vivono male... Allora chiedo: da quanto lei non si confessa? Perché so che il peccato pesa, e la tristezza del peccato tormenta. Mi sono convinto che ciò che fa soffrire tanta gente è la mancanza dei Sacramenti. Il Sacramento è il divino alla portata dell’uomo: e senza questo nutrimento non possiamo vivere. Io vedo la grazia operare, e che le persone cambiano».

Giornate totalmente donate, per strada, o in confessionale, fino a notte. Dove prende le forze? Lui – quasi pudicamente, come si parla di un amore – dice di un profondo rapporto con Maria, di una confidenza assoluta con lei. «Maria è l’atto di fede totale, nell’abbandono sotto alla Croce. Maria è assoluta compassione. È pura bellezza offerta all’uomo». E ama il rosario, l’umiltà del rosario, il prete della Canabière: «Quando confesso, spesso dico il rosario, il che non mi impedisce di ascoltare; quando do la Comunione, prego». Lo ascolti intimidita. Ma allora, tutti i preti dovrebbero avere una dedizione assoluta, quasi da santi? «Io non sono un santo, e non credo che tutti i preti debbano essere santi. Però possono essere uomini buoni. La gente sarà attratta dal loro volto buono».

Problemi, in strade a così forte presenza islamica? No, dice semplicemente: «Rispettano me e questa veste». In chiesa accoglie chiunque con gioia, «anche le prostitute. Do loro la Comunione. Che dovrei dire, "diventate oneste, prima di entrare qui"? Cristo è venuto per i peccatori e io ho l’ansia, nel negare un Sacramento, che Lui un giorno me ne possa rendere conto. Ma noi sappiamo ancora la forza dei Sacramenti? Ho il dubbio che abbiamo troppo burocratizzato l’ammissione al battesimo.

Penso al battesimo di mia madre, ebrea, che fu, quanto alla richiesta di mio nonno, solo formale: eppure, anche da quel battesimo è venuto un sacerdote». La nuova evangelizzazione? «Vede – dice al congedo, nella sua canonica claustrale – più invecchio e più capisco ciò che ci dice Benedetto XVI: tutto davvero ricomincia da Cristo. Possiamo solo tornare alla sorgente». Più tardi poi lo intravedi da lontano, per strada, con quella veste nera mossa dal passo veloce. («La porto – ti ha detto – perché mi riconosca uno che magari altrimenti non incontrerei mai. Quello sconosciuto, che mi è estremamente caro"».


Marina Corradi


(fonte qui )

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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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