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La Vocazione Sacerdotale e il suo servizio in video canti e musiche (2)

Ultimo Aggiornamento: 16/01/2014 12:00
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16/01/2014 11:12
 
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"Roga Filium tuum..."
   

«Dalla Vergine si debbono ottenere i sacerdoti, i missionari, gli apostoli che ancora mancano alla Chiesa».
  

Durante un corso di Esercizi spirituali, tenuto alle Figlie di San Paolo nel luglio del 1947 sul tema:Ragioni per cui Maria è apostola e quale parte ha la Regina degli apostoli nell’Istituto, don Giacomo Alberione affermò: «È la Vergine che suscita le vocazioni buone, che ha suscitato la vostra vocazione.

Noi spesso diamo tanto peso alle cause umane; sì, questi sono mezzi di cui si serve il Signore. Ma è Maria che vi ha ottenuto la grazia di intraprendere una vita di perfezione, di scegliere la parte migliore, di poter consacrare tutto il cuore a Dio. E questa è la più grande grazia della vita: a cui seguirà poi quella della buona morte e del Paradiso...

Le vocazioni dipendono da Maria: e noi l’abbiamo ottenuta da Maria la vocazione...

Dovete però continuare a chiederla, poiché non basta incominciare, ma bisogna perseverare. E sarà la Regina degli apostoli colei che vi darà la grazia di corrispondere fino all’ultimo giorno».

Suore apostoline della prima ora (anni '60) con don Giacomo Alberione.
Suore apostoline della prima ora (anni ’60) con don Giacomo Alberione (Archivio Storico Paolono).

Il grande apostolato

Un suo articolo del 1950 è come il compendio di un trattato sull’argomento: «Maria ha dato Gesù "Via, Verità e Vita" al mondo: questo è il grande apostolato. Maria fu proclamata madre di tutti, ma specialmente degli apostoli, da Gesù sul Calvario. Maria compì nel Cenacolo tra gli apostoli l’ufficio di madre degli apostoli.

Maria in ogni tempo custodì, guidò, difese la Chiesa.

Maria è la regina dell’Azione cattolica. Maria suscitò nei secoli vocazioni, apostoli, sacerdoti, missionari.

Da Maria si debbono ottenere i sacerdoti, i missionari, gli apostoli che ancora mancano alla Chiesa.

La divozione alla Regina degli apostoli è la grande divozione di oggi, di domani. Sempre più e sempre meglio le famiglie, i sacerdoti, i membri dell’Azione cattolica, tutte le suore, che esercitano qualche apostolato, ricorrono a Maria.

Seminari, istituti, missionari, parrocchie, diocesi, missioni, vocazionari, sotto la protezione dellaRegina apostolorum. Al mondo occorrono sacerdoti, missionari, religiosi, religiose, apostoli, formati sulle ginocchia di Maria.

Questi saranno il sale della terra che risana il mondo; la luce che fugherà l’ignoranza, l’errore, l’eresia; la città posta sul monte, a vista dell’umanità, perché rivolga il suo passo verso il cielo.

La strada per trovare Dio e il Paradiso è Gesù Cristo Via, Verità e Vita; ma la via a Gesù Cristo è Maria. Ella offre Gesù Cristo al mondo».

«Tutto è più facile»

In un altro articolo, intitolato Maria e le vocazioni, don Alberione dice: «A Maria regina degli apostoli si chiedono operai per la messe evangelica. A Maria si affidano i chiamati nella giovinezza, nel periodo della formazione. Con Maria ed in Maria compiamo il nostro lavoro apostolico.

Assistiti da Maria intendiamo chiudere i nostri occhi alla luce terrena per aprirli alla luce perpetua in cielo. Con Maria tutto è più facile, tutto è più lieto, tutto è più fruttuoso, tutto è più santo. Consacrare a Maria noi stessi e tutti i mezzi del nostro apostolato. Consacrare a Maria i nostri vocazionari...

Sentire con Cristo il quotidiano assillo: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi". Diffondere la devozione a Maria regina degli apostoli e di ogni apostolato è preparare il terreno per buone vocazioni».

 

«Confidiamo che...»

In un intervento, durante la novena per la dedicazione del santuario Regina apostolorum, il Fondatore disse: «Per mezzo di Maria noi speriamo le vocazioni e speriamo che le vocazioni corrispondano al volere di Dio. Confidiamo che i chiamati, una volta arrivati sul campo del lavoro, con l’assistenza di Maria, raccolgano per sé tanti meriti e siano luce a tante anime, siano sale per la terra e siano come la città posta sul monte che deve indicare agli uomini la strada di Dio, la strada per cui si arriva alla salvezza... Centro vocazionario il santuario Regina apostolorum».

Identica missione

Nel 1956 don Alberione volle che la redazione della rivista mariana Aurora si trasferisse a Roma presso il Santuario di Maria regina apostolorum e riprendesse il suo titolo originale, La Madre di Dio, per essere l’organo e l’araldo del Santuario. Nel primo numero dell’edizione romana, don Alberione scrisse: «Il santuario Regina apostolorum è un centro irradiatore di pietà, una sede regale, convegno di tante anime che aspirano a consacrarsi al Signore.

Le relazioni di Maria con le vocazioni si desumono dalla parte attiva e sublime che ella ebbe in riguardo a Gesù Cristo ed agli apostoli.

Maria fu l’immacolata madre di Gesù, il Figlio di Dio incarnato. A lui ella diede l’essere umano, così da divenirne vera e naturale madre del Sacerdote eterno, del Maestro dell’umanità, dell’Ostia di propiziazione...

Cosicché Maria e Gesù compirono, pur con diverso ufficio, una identica missione.

Gesù e Maria amarono sempre di particolare affetto le anime apostoliche, che condividono la loro stessa missione sacerdotale».

Dieci anni prima, quando il Santuario era all’inizio della sua realizzazione, don Alberione aveva scritto: «Sarà la chiesa delle vocazioni scelte, formate e vissute secondo il cuore di Gesù Cristo. Qui specialmente si adempirà il precetto-invito del Maestro divino: "Pregate il Padrone della messe che mandi buoni operai per la mietitura". Diremo molte volte: "Accoglici, o Madre e Regina nostra, prega il tuo Figlio, padrone della messe, perché mandi buoni operai alla sua messe"».

«Suscipe nos...»

Durante la solenne ora di adorazione del 30 novembre 1954, per la novena della dedicazione, richiamò l’attenzione sul motto vocazionale, che aveva voluto fosse inciso nel pavimento dell’entrata:«Suscipe nos, Mater, Magistra, Regina nostra: roga Filium tuum ut mittat operarios in messem suam.E tradusse spiegando: accoglici, o Madre, Maestra e Regina nostra; prega il tuo Figlio perché mandi operai alla sua messe. Vocazioni per tutti gli apostolati, vocazioni per tutti gli istituti religiosi, vocazioni per tutti i seminari, vocazioni per tutte le nazioni: fra esse, specialmente, le vocazioni per gli apostolati più urgenti, più moderni, più efficaci».

Giovanni Perego, ssp





Maria e i sacerdoti
   

Pietà liturgica e pietà popolare: quando «si sradicò senza piantare e si demolì senza ricostruire».
 

Paolo VI (1963-1974), il grande e tenace prosecutore del Concilio, colui che ha avuto la pesante responsabilità di guidare i primi difficili, ma entusiasmanti, passi della sua recezione dottrinale e pastorale, si è interessato con grande convinzione, congruità e originalità alla questione mariana.

In questo periodo qualcuno denunziava una sorta di «epoca mariana glaciale»; ma non vi era crisi né contestazione negli atteggiamenti cultuali della maggioranza dei fedeli, i quali continuavano a venerare con amore la Vergine e a ricorrere costantemente alla sua materna sollecitudine, a utilizzare le tradizionali pratiche di devozione e ad affollare i suoi santuari.

Celebrazione della Messa (rito bizantino-albanese) a San Demetrio Corone (Diocesi di Lungro, provincia di Cosenza).
Celebrazione della Messa (rito bizantino-albanese) a San Demetrio Corone
(Diocesi di Lungro, provincia di Cosenza
 - foto A. Giuliani).

In alcuni ambienti e persone appartenenti al mondo teologico e accademico, si passava in più occasioni con troppa disinvoltura dall’enfatico De Maria numquam satis, in voga nell’epopea pre-Vaticano II, ai disincantati se non ostili De Maria numquam o al De Maria satis post-conciliari! La crisi possedeva essenzialmente connotazioni intellettuali; in tale contesto di (parziale o totale) afasia mariana, in alcuni ambienti e da alcuni autori, scrive il documento dei frati Servi di Maria Fate quello che egli vi dirà, del 1983, si osserva che «furono messe in risalto numerose carenze nelle forme espressive della pietà mariana, soggette inevitabilmente all’usura del tempo e ai mutamenti della temperie culturale, ma non ci si dispose – salvo poche eccezioni – a sostituire le forme decadute con altre più efficaci e più attuali».

Nel campo degli esercizi mariani, prosegue il documento, «furono contrapposte, anziché armonizzate (cf Sacrosanctum Concilium, 13; Marialis cultus, 31), le espressioni della pietà liturgica a quelle della pietà popolare; furono abbandonati, per i loro difetti formali, pii esercizi e pratiche che pur contenevano valori perenni.

Senza esagerazione si può dire che, in questo campo, si sradicò senza piantare e si demolì senza ricostruire».

Paolo VI, con sapienza e pazienza, contribuì molto a far superare il guado della crisi che attanagliava la Chiesa. Dal punto di vista pastorale si deve molto a questo grande Pontefice in ordine al rinnovamento della talora contestata pietà mariana ecclesiale e popolare.

Il reverendo Isaac Thomas Hecker (1819-1888), fondatore della Società dei sacerdoti missionari di san Paolo apostolo (Paolisti).
Il reverendo Isaac Thomas Hecker (1819-1888), fondatore della Società dei sacerdoti missionari
di san Paolo apostolo (Paolisti).

Su tale versante menzioniamo la grande opera da lui svolta per l’inclusione della dottrina mariana nel documento sulla Chiesa del Concilio vaticano II e la giustificazione teologica che ne fece; la solenne proclamazione di Maria a Madre della Chiesa compiuta in aula conciliare il 21 novembre 1964.

Citiamo i suoi importanti documenti mariani quali l’esortazione apostolica Signum magnum, del 13 maggio 1967, la Sollemnis professio fidei, più comunemente conosciuta come Credo del popolo di Dio, del 30 giugno 1968, ove si riafferma con vigore e chiarezza i punti essenziali della fede messi in dubbio o contestati o riletti in modo non conforme in un tempo di contestazione, ma anche di aggiornamento ecclesiale; negli articoli 14 e 15 della Professio il Papa condensa e conferma anche la dottrina mariana, a partire dal dogma efesino del 431 a quello della verginità perpetua del 649, ai dogmi moderni sanciti ex cathedra da Pio IX nel 1854 e da Pio XII nel 1950, alla dottrina comune riguardante la cooperazione di Maria alla salvezza di Cristo riaffermata e autorevolmente chiarita dal Vaticano II (cf Lumen gentium, 60-63); non si può trascurare l’esortazione apostolica Marialis cultus, del 2 febbraio 1974, ove si è voluto proporre una sapiente ed efficace trattazione teologico-liturgica finalizzata a mettere in luce il posto che la Madre di Gesù possiede nel culto liturgico e popolare della Chiesa.

Salvatore M. Perrella

Invito all’approfondimento: D. Barsotti, Le responsabilità dei preti, San Paolo 2010, pp. 222, € 13,00; P.J. Cordes, Perché sacerdote? Risposte attuali con Benedetto XVI, San Paolo 2010, pp. 256, € 14,00



 

[Modificato da Caterina63 16/01/2014 12:00]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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