È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

De Spiritu et littera. Dal libro Senso religioso, peccato originale, concupiscenza, fede in sant’Agostino

Ultimo Aggiornamento: 25/08/2012 17:08
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
29/07/2012 14:47
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Dal libro Senso religioso, peccato originale, fede in sant’Agostino

Sulla concupiscenza.
Il desiderio cattivo e il desiderio buono


Appunti dalle lezioni di don Giacomo Tantardini alla Libera Università San Pio V di Roma, anno 2000-2001


di don Giacomo Tantardini

 

<I>Senso religioso, peccato originale, fede in sant’Agostino</I>, don Giacomo Tantardini

Senso religioso, peccato originale, fede in sant’Agostino, don Giacomo Tantardini

 

Nel De Spiritu et littera Agostino chiama l’attrattiva della grazia concupiscenza buona1.

Il termine concupiscenza cristianamente indica che la dinamica umana è ferita dal peccato. Anche la dimensione più alta della dinamica umana, il senso religioso, che è la sintesi dello spirito umano, è ferito. «La concupiscenza [questa è una definizione del Concilio di Trento] nei battezzati non è peccato, ma dal peccato nasce e al peccato inclina»2. Non la dinamica umana così come è uscita dalle mani del Creatore, ma le dinamiche umane, dopo il peccato originale, sono ferite dalpeccato e tendono a corrompersi nei vizi. Così che dalla considerazione degli stessi vizi (vitia) si possono intravvedere le tendenze buone originarie (appetitus)3. Questo termine, concupiscenza, è uno dei termini che gli stessi apostoli usano. Lo si trova nelle lettere di Paolo (per esempio Rm 7, 7), nelle lettere di Pietro (2Pt 1, 4), nella lettera di Giacomo (Gc 1, 14-15) e nelle lettere di Giovanni (1Gv 2, 16).

L’alternativa a questo impulso può essere solo una concupiscenza buona, più evidente e corrispondente al cuore che non la concupiscenza dovuta alla ferita del peccato originale. Se non fosse più evidente e corrispondente al cuore non ci sarebbe reale motivo per diventare e rimanere cristiani.

Oggi leggeremo due brani del De Spiritu et littera.

 

 

De Spiritu et littera 4, 6

 

«Doctrina quippe illa qua mandatum accipimus continenter recteque vivendi / Quella dottrina dalla quale riceviamo il comandamento di vivere sobriamente e piamente [sobriamente e piamente per usare due termini di Paolo nella lettera a Tito (Tt 2, 12)] / littera est occidens nisi adsit vivificans Spiritus / è lettera che uccide se non è presente lo Spirito che dona la vita». Questa è come la sintesi di tutto quello che Agostino scrive nel De Spiritu et littera. Quella dottrina – potremmo tradurre la dottrina della fede e della morale evidentemente buona – è lettera che uccide se non è presente, se non viene donato lo Spirito che dà la vita.

«[...] Nam hoc ideo elegit Apostolus generale quiddam, quo cuncta complexus est, tamquam haec esset vox legis ab omni peccato prohibentis, quod ait: “Non concupisces” [Agostino sta commentando la Lettera ai Romani, in particolare il capitolo 7]; / [...] Ecco perché l’apostolo ha scelto [come espressione della dottrina] il comandamento più generale, nel quale ha riassunto tutti i comandamenti, come se fosse questa la voce della legge che proibisce ogni peccato; cioè il comandamento che dice: “non desiderare”; / neque enim illum peccatum nisi concupiscendo committitur / e infatti nessun peccato si commette se non attraverso il desiderio». Nessun peccato viene commesso se non attraverso il desiderio. L’inizio del peccato è sempre e solo il desiderio.Come dice Gesù quando, parlando del sesto comandamento «Non commettere adulterio», afferma: «Ma io vi dico: Chiunque guarda una donna per desiderarla / iam moechatus est eam in corde suo / ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore» (Mt 5, 27).

Questo non per una rigidezza più grande rispetto alla legge di Mosè4, ma perché così sia evidente che occorre un altro desiderio per vincere il peccato. Se il peccato inizia dal desiderio, occorre qualcosa che sia al livello del desiderio, occorre qualcosa che desti, con un’attrattiva più grande, un desiderio buono. Se il peccato avviene nel cuore col desiderare, per non commettere peccati occorre un’attrattiva buona che attinga al cuore, al desiderio. Così proprio quella che sembra l’affermazione moralmente più esigente di Gesù, è l’affermazione più antimoralistica che esiste. Per cui è così evidente, per esperienza, che il peccato si compie quando, tentati dal diavolo, non si domanda. Non si compie dopo, si compie lì. Quando uno non domanda, ha già deciso in cuore suo il peccato, ha già compiuto il peccato. La domanda destata dalla grazia, infatti, non può peccare (cfr. 1Gv 3, 6. 9. 22).

«Neque enim ullum peccatum nisi concupiscendo commititur. / Nessun peccato infatti avviene se non attraverso il desiderio. / Proinde quae hoc praecipit bona et laudabilis lex est. / Dunque quella legge che comanda di non desiderare è buona e lodevole. / Sed ubi sanctus non adiuvat Spiritus inspirans pro concupiscentia mala concupiscentiam bonam / Ma dove non aiuta lo Spirito Santo ispirando invece del desiderio cattivo un desiderio buono, / hoc est caritatem diffundens in cordibus nostris / cioè diffondendo la carità nei nostri cuori [la carità è questa concupiscenza buona. Caritàcioè un’attrattiva che unisce. Delectatio è l’attrattiva e dilectio è l’unità cui l’attrattiva porta. Questa è la carità. L’attrattiva Gesù. La carità è l’attrattiva di quella presenza fino all’adesione a quella presenza, l’attrattiva fino all’abbraccio5], profecto illa lex, quamvis bona, auget prohibendo desiderium malum / senza dubbio quella legge, sebbene buona, aumenta, con la proibizione, il desiderio cattivo». La legge, evidentemente buona, aumenta di fatto il desiderio cattivo. Dicendo “non desiderare la donna d’altri”, questo comando buono aumenta nell’uomo il desiderio della donna d’altri.

E Agostino suggerisce l’esempio dell’impeto delle acque. Quando le acque corrono verso un’unica direzione, se si mette qualcosa che impedisce alle acque di correre, una volta che hanno travolto questo impedimento, esse corrono con più violenza e con più massa.

«[...] Nescio quo enim modo hoc ipsum, quod concupiscitur, fit iocundius, dum vetatur. / [...] Io non so perché capita che si desideri con più piacere una cosa proprio quando viene vietata. / Et hoc est quod fallit peccatum per mandatum / Ed è per questo che il peccato seduce attraverso il comandamento [proprio per il fatto che la legge buona dice di non desiderare la donna d’altri, il peccato usa di questa legge buona per aumentare il desiderio, per sedurre] / et per illud occidit, / e attraverso esso uccide, / cum accedit etiam praevaricatio quae nulla est ubi lex non est / perché vi si aggiunge anche la trasgressione, che non ci sarebbe se non ci fosse la legge». Quindi la legge aggiunge al peccato anche il fatto di essere una trasgressione. Non solo si compie una cosa cattiva, ma si disubbidisce alla legge. Si trasgredisce la legge, mentre la trasgressione non ci sarebbe se non ci fosse la legge.


Ma la frase centrale di questo brano è: «Sed ubi sanctus non adiuvat Spiritus inspirans pro concupiscentia mala / Ma dove non aiuta lo Spirito Santo ispirando, invece del desiderio cattivo, / concupiscentiam bonam... / un desiderio buono...». Inspirans vuol dire che tocca la sorgente del cuore lì dove il desiderio nasce. È tutto qui. Occorre un’attrattiva che attinga dove il desiderio nasce. E questo si può solo domandare6. Altrimenti si può apparire giusti davanti agli uomini, ma non davanti a Dio che scruta i cuori. Perché anche se uno non va contro nessun comandamento, Dio che scruta i cuori sa che preferirebbe, nel suo cuore, come desiderio, andare contro il comandamento. Soltanto che circostanze – che sono comunque strumento del disegno del Signore – gli impediscono o non favoriscono il soddisfare quello che come desiderio preferirebbe (cfr. De Spiritu et littera 8, 13-14). Se il peccato si compie al livello del desiderio, l’alternativa al peccato non può che essere un’attrattiva che tocca il cuore lì dove il desiderio nasce. L’alternativa può essere solo un’attrattiva buona invece dell’impulso cattivo. Questa attrattiva buona si chiama anche carità. La carità (dilectio) compiel’attrattiva (delectatio) nell’abbraccio, nell’unità (cfr. 1Cor 6, 17).

 

 



[SM=g1740758]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 08:22. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com