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Arbitrarietà dell'alternativa fra il «Gesù storico» e il «Cristo kerygmatico»

Ultimo Aggiornamento: 26/08/2012 15:19
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Arbitrarietà  dell'alternativa
fra il «Gesù storico» e il «Cristo kerygmatico»






di Hugo Staudinger

Nel Credo o Simbolo di fede detto degli apostoli, i cristiani non professano soltanto la fede in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, ma anche in Gesù Cristo, suo unico Figlio, che si è fatto uomo ed è stato crocifisso sotto Ponzio Pilato. In questo modo nel Credo è entrato anche Ponzio Pilato, e il suo nome continuerà ad essere tramandato attraverso questa professione di fede sino alla fine dei tempi. L'inclusione del nome di Ponzio Pilato nel Credo non significa naturalmente che il cristiano creda a Ponzio Pilato. Si riesce a capire così un vecchio modo di dire tedesco, che a volte si usa ancora oggi quando qualcuno ottiene in modo insperato ed immeritato un particolare onore: «Ci è arrivato come Ponzio Pilato nel Credo».

Eppure Ponzio Pilato ha tutti i diritti di trovarsi nel Credo. La presenza del suo nome chiarisce che il messaggio di salvezza a cui aderisce il cristiano con il Credo non è una professione di fede in un Dio prodotto da ragionamenti astratti, ma è una professione di fede in quel Dio che da sempre agisce nella storia, che ha dato suo Figlio per noi e che nello Spirito Santo continuerà ad agire nella storia fino alla fine dei giorni. E su questa continuità dell'azione divina che si fonda. secondo la fede cristiana. l'unità fra Antico e Nuovo Testamento, nonché fra Nuovo Testamento e storia della chiesa.

I credenti sono inoltre convinti che l'azione di Dio nella storia ne influenzi anche il corso esterno. Da questo punto di vista l'azione di Dio non solo è accessibile al credenti, ma lo è anche al non credenti. E dal punto di vista puramente storico anche la storia di Israele è già di per sé una storia atipica. Si racconta in un significativo aneddoto, che il generale di cavalleria Hans-Joachim von Ziethen - sorpreso a farsi un sonnellino nel corso di una dottissima discussione - abbia risposto a Federico il Grande. che all'improvviso gli aveva chiesto se conoscesse una dimostrazione dell'esistenza di Dio: «Maestà, gli Ebrei!» (1).

Ma la vera e propria storia della salvezza non è deducibile, nel senso di scientificamente dimostrabile, dal fatti esterni, e questo vale già per la storia di Israele. Per esempio, citando un avvenimento chiave che ha segnato la storia del popolo ebraico, non si può negare che nella zona del Mar Rosso il popolo di Israele sia stato salvato in modo straordinario dalle mani del faraone, ma da ciò non si può dedurre, dal punto di vista dell'argomentazione scientifica, che il Dio di Israele si sia dimostrato per questo l'unico vero Dio. Eppure per quanti credono nell'Antico Testamento questi due aspetti dell'avvenimento sono inscindibili.

Esempi simili si possono trarre anche dal Nuovo Testamento. In relazione alla vita e alla missione di Gesù Cristo, i Vangeli riportano determinati fatti storici e interpretano questi racconti dal punto di vista della storia della salvezza, che costituisce il contenuto effettivo e fondamentale della buona novella.
Questa accentuazione ha portato molti teologi ad affermare che gli evangelisti non erano assolutamente interessati a una rappresentazione di fatti storici, ma unicamente alla proclamazione di un messaggio di salvezza. Rudolf Bultmann sostiene per esempioo: «Il Cristo che viene annunciato non è il Gesù storico, ma il Cristo della fede e del cul to» (2). Con una accentuazione diversa, ma negando allo stesso modo una visione storica dei Vangeli, si esprime Willi Marxsen, riprendendo Bornkamm: «La comunità primitiva [...] non era interessata a raccontare chi era Gesù, ma chi è Gesù» (3).




[SM=g1740771]  continua...........

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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