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Gesù e la dignità della Donna nella storia e nella Chiesa. La vera schiavitù della Donna oggi

Ultimo Aggiornamento: 18/01/2017 14:53
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25/01/2014 14:07
 
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 Dalla sua intuizione si arriverà, negli anni successivi, a utilizzare la chemioterapia per debellare o almeno curare una malattia mortale come il cancro o conoscere in modo più appropriato malattie come l'Aids. 

E un libro dal titolo The Soul of Dna: 
the true story of a catholic sister and her role in the greatest scientific discovery of the twentieth century («L'anima del Dna: la vera storia di una suora cattolica e il suo ruolo nella più grande scoperta del XX secolo», Lumina Press, pagine 164) a firma del discepolo della Stimson, lo statunitense di origini giapponesi Jun Tsuji e ricercatore di genetica alla Siena Height University, l'ateneo che ebbe per più di 30 anni la religiosa domenicana come docente, ha tentato di risarcire il contributo di questa donna nella scoperta scientifica più importante del secolo passato. «La grandezza della Stimson - racconta l'autore - è stata quella di imporsi come donna e come suora cattolica in una comunità scientifica, quella degli anni 50 fortemente dominata dai maschi e da un establishment, che comprendeva uomini del calibro di James Waston e Francis Crick. Suor Miriam fu una delle prime scienziate a testare il modello della doppia elica del Dna. Il suo metodo e la sua via chimica al Dna è ancora attuale oggi».

Pio XII ne fu entusiasta da dare il permesso alla Suora di occuparsi dei suoi studi scientifici.

Il volume è il frutto di più di 10 incontri con la scienziata e religiosa ma anche vuole essere un corollario di aneddoti e di racconti sul difficile ingresso della Stimson nella comunità scientifica Usa degli anni '50. 

Il libro, non a caso, ripercorre tutti gli aspetti dalla vita di suor Miriam dalla precoce vocazione religiosa all'innata passione per la chimica alla destrezza nel maneggiare il galvanometro in laboratorio, al suo rapporto molto severo ma anche di «grande fascino per la sua saggezza» che aveva con gli allievi, alla «grande fatica» che farà la giovane professoressa di liceo del Michigan, poi divenuta docente universitaria, per ottenere i fondi per la sua ricerca sul Dna grazie ad istituzioni come la National Cancer Institute o l'American cancer society. 

Ma a introdurre la Stimson alla ricerca scientifica e a spalancare la strada sullo studio della natura chimica dei cromosomi sarà uno dei suoi maestri George Sperti e poi, già negli anni della ribalta accademica, Erwin Chargaff, uno dei chimici collaboratori di Waston e Crick. Il 1945 è un anno importante per la Stimson perché pubblicherà, per la prima volta, sulla rivista Nature la sua ricerca sui raggi ultravioletti, il suo studio sulla cromatografia (paper cromatography) e sull'origine del cancro nelle cellule. Finalmente nel 1948 ottiene il dottorato in chimica. Da quella data si susseguiranno con una certa continuità le sue pubblicazioni su riviste prestigiose come il Journal of the american chemical society. Vera porta d'ingresso nella comunità scientifica sarà la sua scoperta sul Dna nei primi anni 50: la sperimentazione della spettroscopia a raggi infrarossi e la tecnica di una soluzione di potassio e di bromuro attraverso l'utilizzo di una speciale pressa. «La cosa sorprendente - confida nel libro suor Stimson - era la cortina di diffidenza e di ironica leggerezza che si nutriva nei miei confronti da parte della comunità scientifica internazionale solo perché ero una donna e per di più una suora cattolica e quindi incapace a trattare temi così difficili». [SM=g1740733]

Ma da quella scoperta e dalla fatica di tanti anni di studio arriveranno i primi attestati accademici: dalla sua lezione nel 1951, seconda donna dopo il Nobel madame Marie Curie, alla Sorbona di Parigi al riconoscimento ufficiale della sua ricerca come cura per il cancro da parte del Chester Beatty Institute of Cancer research di Londra. «Una donna genuina e mite - scrive l'autore nelle pagine conclusive del libro - che attraverso la sua fede e la sua devozione alla ricerca è riuscita a entrare nel labirinto del Dna e a fare centro: a capire che nella via chimica, quella del bromuro di potassio, vi era la soluzione del problema».







    Il Papa: più spazio per la donna nella Chiesa e nella società, insostituibile suo ruolo nella famiglia

2014-01-25 Radio Vaticana

Si accresca la presenza femminile nella sfera pubblica, mantenendo il ruolo imprescindibile della donna nella famiglia. E’ quanto sottolineato da Papa Francesco nell’udienza al Cif, il Centro italiano femminile, in occasione del 70.mo anniversario di fondazione. Il Papa ha, inoltre, auspicato che si espandano gli spazzi di responsabilità delle donne in ambito ecclesiale e civile. Il servizio di Alessandro Gisotti:

La Chiesa riconosce “la forza morale” e “la forza spirituale” della donna. Papa Francesco ha iniziato il suo discorso al Cif ribadendo quanto affermato dal Concilio Vaticano II e ribadito poi con forza da Giovanni Paolo II nella Mulieris Dignitatem. Il Pontefice ha rilevato che negli ultimi decenni il ruolo della donna, tanto nella famiglia quanto nella società, ha “conosciuto mutamenti notevoli”. Ed ha ribadito, come già in altre occasioni, “l’indispensabile apporto della donna nella società”, specie con la “sua sensibilità” verso i più deboli:
“Mi sono rallegrato nel vedere molte donne condividere alcune responsabilità pastorali con i sacerdoti nell’accompagnamento di persone, famiglie e gruppi, come nella riflessione teologica; ed ho auspicato che si allarghino gli spazi per una presenza femminile più capillare ed incisiva nella Chiesa”.

Il Papa ha auspicato che per le donne possano “ulteriormente espandersi” questi “nuovi spazi e responsabilità che si sono aperti”, “nell’ambito ecclesiale quanto in quello civile e delle professioni”. E tuttavia, ha soggiunto, non si può “dimenticare il ruolo insostituibile della donna nella famiglia”:
“Le doti di delicatezza, peculiare sensibilità e tenerezza, di cui è ricco l’animo femminile, rappresentano non solo una genuina forza per la vita delle famiglie, per l’irradiazione di un clima di serenità e di armonia, ma una realtà senza la quale la vocazione umana sarebbe irrealizzabile”.

“Se nel mondo del lavoro e nella sfera pubblica è importante l’apporto più incisivo del genio femminile – ha proseguito – tale apporto rimane imprescindibile nell’ambito della famiglia”. Questo, infatti, ha precisato, “per noi cristiani non è semplicemente un luogo privato, ma quellaChiesa domestica, la cui salute e prosperità è condizione per la salute e prosperità della Chiesa e della società stessa”:
“Pensiamo alla Madonna... La Madonna nella Chiesa crea qualcosa che non possono creare i preti, i vescovi e i Papi. E’ lei il genio femminile proprio, no? E pensiamo alla Madonna nelle famiglie... A cosa fa la Madonna in una famiglia. La presenza della donna nell’ambito domestico si rivela quanto mai necessaria, dunque, per la trasmissione alle generazioni future di solidi principi morali e per la stessa trasmissione della fede”.

“Come è possibile – si chiede dunque il Papa – crescere nella presenza efficace in tanti ambiti della sfera pubblica, nel mondo del lavoro” laddove sono “adottate le decisioni più importanti, e al tempo stesso mantenere” un’attenzione “preferenziale e del tutto speciale nella e per la famiglia?”. E qui, è stata la sua riflessione, “è il campo del discernimento che, oltre alla riflessione sulla realtà della donna nella società, presuppone la preghiera assidua e perseverante”:
“E’ nel dialogo con Dio, illuminato dalla sua Parola, irrigato dalla grazia dei Sacramenti, che la donna cristiana cerca sempre nuovamente di rispondere alla chiamata del Signore, nel concreto della sua condizione”.
In questo impegno, ha concluso il Papa, la presenza materna di Maria “vi indichi la strada da percorrere per approfondire il significato e il ruolo della donna nella società e per essere pienamente fedeli al Signore”.








[Modificato da Caterina63 25/01/2014 14:10]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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