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I discorsi di Sant’Agostino sul Simbolo di fede: Il Credo

Ultimo Aggiornamento: 11/08/2012 21:15
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11/08/2012 19:44
 
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2/ Discorso 212. Nella trasmissione del Simbolo

Il seguente discorso è una breve esposizione di tutto il Simbolo, tenuta ad Ippona due settimane prima di Pasqua, negli anni 410-412 (K) o 412-415 (Be) (cfr. PL 38, 1058-1060 e SC 116, 174-184 XXXII/1).

1. Ecco arrivato per voi il momento di ricevere il Simbolo nel quale si contiene in breve tutto quanto si deve credere per l'eterna salvezza. Si chiama simbolo in senso traslato per una certa somiglianza col simbolo che stipulano tra di loro i commercianti e col quale il loro rapporto viene vincolato con un patto di fedeltà. Anche il vostro è un rapporto in vista di merci spirituali, e voi somigliate a quei mercanti che vanno alla ricerca della perla preziosa 1. Essa è la carità che verrà riversata nei vostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che vi verrà dato 2.

Ad essa si perviene mediante la fede che è contenuta in questo Simbolo, il quale vi impegna a credere in Dio Padre onnipotente, invisibile, immortale, re dei secoli, creatore di tutte le cose visibili e invisibili e via di seguito secondo quanto di lui afferma o la retta ragione o l'autorità della Sacra Scrittura. Da questa grandezza del Padre, poi, non dovete escludere il Figlio. Perché son cose che non si affermano esclusive del Padre quasi fossero estranee a colui che ha dichiarato: Io e il Padre siamo una cosa sola 3, e di cui l'Apostolo ha detto: Il quale, poiché era di natura divina, non considerò rapina la sua uguaglianza con Dio 4.

Rapina è l'usurpare ciò che appartiene ad un altro; ma a lui questa uguaglianza gli appartiene per natura. E allora come non è onnipotente il Figlio per mezzo del quale tutto è stato fatto 5, che è anche la potenza e la sapienza di Dio 6, della quale sapienza è scritto che, essendo unica, può tutto 7?Quella natura è perciò anche invisibile per il fatto stesso che è uguale al Padre. Per natura è infatti invisibile il Verbo di Dio che in principio era presso Dio, e il Verbo era Dio 8. E in quella natura, anche assolutamente immortale, ossia totalmente immutabile.

Immortale in un certo senso è detta anche l'anima umana; ma non si tratta di vera immortalità, dato che essa è tanto mutevole da esser soggetta al diminuire e al crescere; la sua morte consiste nell'esser privata della vita di Dio a causa dell'ignoranza che è in essa 9, e la sua vita nel correre alla sorgente della vita per vedere la luce nella luce di Dio 10. È proprio riguardo a questa vita che anche voi, per la grazia di Cristo, state per risorgere da una specie di morte alla quale fate rinuncia.

Invece il Verbo di Dio, l'unigenito Figlio, vive sempre presso il Padre di una vita incommutabile; non diminuisce, perché la sua permanenza non si attenua, e neanche cresce perché la perfezione non aumenta. Anche lui è il re dei secoli 11, il Creatore delle cose visibili e invisibili, perché, come dice l'Apostolo, per mezzo di lui sono state create tutte le cose nei cieli e sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili, Troni, Dominazioni, Principati e Potestà; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui, e tutte in lui sussistono 12.

Ma avendo egli spogliato se stesso, non in quanto ha lasciato la natura divina, ma in quanto ha assunto la condizione di servo 13, in questa condizione di servo l'invisibile si è reso visibile, perché nacque da Spirito Santo e da Maria Vergine; in questa condizione di servo l'Onnipotente si è reso passibile, perché patì sotto Ponzio Pilato; in questa condizione di servo l'immortale ha subito la morte, perché fu crocifisso e sepolto; in questa condizione di servo egli, re dei secoli, il terzo giorno risuscitò; in questa condizione di servo egli, creatore delle cose visibili e invisibili, salì al cielo, dal quale mai si era allontanato; in questa condizione di servo siede alla destra del Padre, egli, il braccio del Padre, di cui il Profeta si chiede: Il braccio del Signore a chi si è manifestato 14? In questa condizione di servo ha da venire a giudicare i vivi e i morti, perché è la condizione con cui volle rendersi solidale coi morti, lui che è vita dei viventi.

Per mezzo suo lo Spirito Santo è stato mandato a noi dal Padre e da lui stesso, Spirito del Padre e del Figlio, da ambedue mandato, da nessuno generato, vincolo di amore di entrambi, uguale ad entrambi. Questa Trinità è un Dio solo, onnipotente, invisibile, immortale, creatore di tutte le cose visibili e invisibili.

E non diciamo tre dèi, o tre onnipotenti, o tre creatori, o qualunque altra cosa si possa dire della grandezza di Dio: non sono tre dèi, ma un Dio solo. E tuttavia in questa Trinità il Padre non è il Figlio, e il Figlio non è il Padre, e lo Spirito Santo non è né il Figlio né il Padre; ma uno è il Padre del Figlio, l'altro è il Figlio del Padre, e il terzo è lo Spirito tanto del Padre che del Figlio. Se volete comprendere, credete; se non credete, non potete comprendere 15.

Sulla base di questa fede sperate la grazia per la quale avrete la remissione di tutti i vostri peccati. È per essa infatti che sarete salvi, e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; non viene dalle opere perché nessuno se ne possa vantare 16. Voi infatti diverrete opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone che Dio ha predisposto affinché camminiate in esse 17, e perché, spogliati del vecchio e rivestiti dell'uomo nuovo 18, siate una creatura nuova e cantiate il cantico nuovo 19, per ricevere l'eredità eterna per mezzo del Testamento nuovo. Per la stessa fede inoltre dopo questa morte che si è trasmessa in tutti gli uomini 20 come debito e condanna per la vecchiezza del primo uomo, sperate anche la finale risurrezione dei corpi vostri, non più soggetti a sofferenze, come sarà per la risurrezione degli empi, o non destinati al godimento di desideri carnali, come fantasticano gli stolti, ma secondo quanto dice l'Apostolo che viene seminato un corpo animale e risorge un corpo spirituale 21.

Là, allo spirito ormai beato, il corpo sarà così ben soggetto e con tanta facilità sottomesso nella felicità, da non essere più di peso all'anima 22, e da non dover più cercare di ricaricarsi, non essendo più soggetto a deperire; esso sarà fisso nell'eternità della vita e, per il nostro spirito ricongiunto col corpo, la stessa eternità sarà vita.

Il Simbolo non si deve scrivere, ma conservarlo nella memoria e così richiamarlo alla mente.

2. Ecco dunque: vi ho proposto questo breve discorso su tutto il Simbolo, come vi dovevo. Mentre il Simbolo lo udrete tutto di seguito, vi ritroverete tutto quanto è stato brevemente sintetizzato in questo discorso. Le parole del Simbolo non dovete assolutamente scriverle per impararle a memoria, ma dovete mettervele in testa solo ascoltando; e neanche scriverle dopo che le avrete imparate, ma dovete conservarle sempre nella memoria e così riportarle alla mente.

D'altronde tutto ciò che ora sentirete nel Simbolo è tutto contenuto nei testi divini delle Sacre Scritture e tutto vi capita di ascoltarlo, or qua or là, secondo l'opportunità. Ma quel che, raccolto così e redatto in una forma particolare, non è consentito scrivere, richiama alla mente quella promessa di Dio quando, annunciando per mezzo del Profeta la nuova Alleanza, disse: Questa è l'Alleanza che io concluderò con loro dopo quei giorni, dice il Signore: porrò la mia legge nel loro animo e la scriverò nel loro cuore 23.

Per realizzare questa cosa, quando si sente il Simbolo, lo si deve scrivere non su tavolette o su qualunque altra materia, ma nei cuori. Ed egli che vi ha chiamati al suo regno e alla sua gloria, quando sarete stati rigenerati con la sua grazia, vi concederà che sia scritto nei vostri cuori anche per mezzo dello Spirito Santo, perché possiate amare quel che credete e la fede operi in voi per mezzo della carità, e così possiate piacere al Signore Iddio dispensatore di ogni bene non come servi che temono la pena, ma come uomini liberi che amano la giustizia. Ed ecco ora il Simbolo che, già catecumeni, vi è stato istillato per mezzo delle Scritture e dei discorsi della Chiesa, ma che dai fedeli dev'essere confessato e professato sotto questa breve formula.

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1 - Mt 13, 45.
2 - Rm 5, 5.
3 - Gv 10, 30.
4 - Fil 2, 6.
5 - Gv 1, 3.
6 - 1 Cor 1, 24.
7 - Sap 7, 27.
8 - Gv 1, 1.
9 - Cf. Ef 4, 18.
10 - Cf. Sal 35, 10.
11 - 1 Tm 1, 17.
12 - Col 1, 16-17.
13 - Fil 2, 7.
14 - Is 53, 1.
15 - Cf. Is 7, 9.
16 - Ef 2, 8-9.
17 - Ef 2, 10.
18 - Cf. Ef 4, 24.
19 - Cf. Ap 5, 9.
20 - Cf. Rm 5, 12.
21 - 1 Cor 15, 44.
22 - Sap 9, 15.
23 - Ger 31, 33.



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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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