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I discorsi di Sant’Agostino sul Simbolo di fede: Il Credo

Ultimo Aggiornamento: 11/08/2012 21:15
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11/08/2012 19:50
 
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Risuscitò dai morti, salì al cielo, siede alla destra del Padre.

8. Ma il terzo giorno risuscitò nella sua carne vera, però non più soggetta alla morte. Questo i suoi discepoli lo poterono costatare con gli occhi e con le mani, affinché la loro fede non fosse esaltazione per un avvenimento pur tanto meraviglioso, né la verità venisse falsata. Per motivi di brevità si aggiunge poi subito che salì al cielo. Ma per quaranta giorni egli rimase con i suoi discepoli, perché il miracolo così grande della sua risurrezione non potesse esser considerato una presa in giro, se troppo presto fosse stato sottratto alla loro vista. E lassù ora siede alla destra del Padre. Questo lo dobbiamo intendere con prudenza, con gli occhi della fede. Non dobbiamo pensare che egli rimanga fisso, immobile in qualche sedia, talché non gli sia consentito di stare in piedi o camminare.

E se santo Stefano dichiarò di vederlo in piedi 13, non per questo egli vide una cosa sbagliata o contraddisse le parole di questo Simbolo. Mai pensar questo, mai affermare così! Semplicemente, col dire che egli siede lassù, si vuol affermare che abita nella suprema e ineffabile beatitudine. Anche le abitazioni infatti vengono chiamate sedi, per cui, quando chiediamo dove uno si trovi, la risposta è: Nella tal sede. E in modo particolare riguardo ai servi di Dio molto spesso si dice: Quel tale ha risieduto per tanti anni in questo o quel monastero, ossia vi ha soggiornato, dimorato, abitato.

E neanche la Sacra Scrittura ignora questo modo di esprimersi. Infatti di quel Semei, che dal re Salomone aveva avuto ordine di abitare nella città di Gerusalemme (con la minaccia che, se avesse osato uscirne, l'avrebbe pagata cara) si afferma che vi ebbe sede 14, ossia vi dimorò per tre anni. Quanto poi alla destra del Padre, essa non va intesa alla maniera del corpo umano, come se a sua volta il Padre stesse alla sinistra del Figlio, qualora questi gli stia alla destra secondo le posizioni e gli usi delle membra del corpo. Destra di Dio è chiamata l'inenarrabile sublimità della gloria e della felicità. Così riguardo alla sapienza leggiamo: La sua sinistra è sotto il mio capo, e la sua destra mi abbraccia 15.E così se sotto rimarrà la terra con le sue comodità, da sopra ci abbraccia l'eterna felicità.

Di là ha da venire a giudicare i vivi e i morti.

9. È quindi da quella sublime abitazione dei cieli, dove ora è anche il suo corpo ormai immortale, che il Signore nostro Gesù Cristo ha da venire a giudicare i vivi e i morti, secondo la chiarissima testimonianza degli angeli riportata negli Atti degli Apostoli. Mentre infatti i discepoli tenevano gli occhi fissi nel Signore che si elevava al cielo e [quasi] erano essi stessi a trarlo in su con gli sguardi sospesi udirono gli angeli che dicevano: Uomini di Galilea, perché state fermi? Questo Gesù, che è stato tolto da voi, così ritornerà, nello stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo 16. Viene così rintuzzata l'umana presunzione, grande e dai tanti risvolti.

In quella stessa condizione in cui fu giudicato, Cristo giudicherà. È quella infatti la condizione in cui lo videro gli Apostoli salire in cielo quando fu detto loro che così egli sarebbe ritornato. Quella condizione sarà ben visibile ai vivi e ai morti, ai buoni e ai cattivi, sia che per vivi vogliamo intendere i buoni e per morti i cattivi, sia che per vivi intendiamo coloro che al suo ritorno non avranno ancora terminato questa vita, e per morti coloro che la sua presenza risusciterà; egli stesso ne parla nel Vangelo: Verrà l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna 17. E nella sua condizione di uomo gli uni vedranno colui in cui hanno creduto, gli altri colui che hanno disprezzato. Ma la natura divina, per la quale egli è uguale al Padre, gli empi non la vedranno. Infatti, come dice il Profeta: L'empio sarà tolto di mezzo e non vedrà la gloria del Signore 18. E: Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio 19. Su Gesù Cristo, unico Figlio di Dio, nostro Signore, basta questo.

Lo Spirito Santo. Il mistero della SS. Trinità.

10. Crediamo anche nello Spirito Santo, il quale procede dal Padre 20, senza esserne il figlio; si posa sopra il Figlio 21, senza essere il padre del Figlio; prende dal Figlio 22, senza essere figlio del Figlio: è lo Spirito del Padre e del Figlio, Spirito Santo, Dio anche lui. Se non fosse Dio non avrebbe quel tempio così importante, di cui l'Apostolo dice: Non sapete che il vostro corpo è in voi il tempio dello Spirito Santo che voi avete da Dio? 23. Tempio non della creatura, ma del Creatore.

Lungi da noi l'esser tempio di una creatura, se l'Apostolo dichiara: Santo è il tempio di Dio che siete voi 24. In questa Trinità nessuno è maggiore o minore dell'altro, non vi è nessuna separazione nelle operazioni, nessuna differenza nella natura. Uno è il Padre Dio, uno il Figlio Dio, uno lo Spirito Santo Dio. E tuttavia il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo non sono tre dèi, ma un solo Dio; non però nel senso che il Padre sia lo stesso che il Figlio, o che il Figlio sia lo stesso che il Padre, o che lo Spirito Santo sia lo stesso che il Padre o il Figlio; ma il Padre è Padre nei riguardi del Figlio, il Figlio è Figlio nei riguardi del Padre, e lo Spirito Santo è Spirito del Padre e del Figlio. E ciascuno, considerato a parte, è Dio: e tutta la Trinità un solo Dio. Questa fede deve permeare il vostro cuore e guidare la vostra confessione. Ascoltando queste cose, credete per comprenderle; solo così potrete comprendere quel che credete e crescere sempre più.

La santa Chiesa, la remissione dei peccati.

11. Inoltre onorate, amate, predicate la santa Chiesa, madre vostra, come la santa città di Dio, la celeste Gerusalemme. È lei che in questa fede che avete ascoltato porta frutti e cresce in tutto il mondo 25, Chiesa del Dio vivente, colonna e fondamento della verità 26. Nella comunione dei sacramenti essa tollera i cattivi, che alla fine dovranno essere separati, ma da cui già prende le distanze con la diversità dei costumi. A beneficio del suo frumento (che geme ancora in mezzo alla pula e la cui massa, destinata ai granai, si manifesterà solo nell'ultima ventilazione), essa ha ricevuto le chiavi del regno dei cieli, e così in lei, per mezzo del sangue di Cristo, ad opera dello Spirito Santo, si ha la remissione dei peccati. In questa Chiesa infatti l'anima, che era morta a causa dei peccati, riprende a vivere e così risuscita insieme a Cristo, per la cui grazia siamo stati salvati.

La risurrezione della carne.

12. E riguardo a questa carne mortale non dobbiamo dubitare che risusciterà alla fine del mondo. È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità, e questo corpo mortale si vesta d'immortalità. Si semina corruttibile e risorge incorruttibile, si semina nell'ignominia e risorge nella gloria, si semina un corpo animale e risorge un corpo spirituale 27.

Questa è la fede cristiana, la fede cattolica, la fede apostolica. Credete a Cristo che assicura: Neanche un capello del vostro capo perirà 28 e, liberati ormai dalla vostra infedeltà, pensate piuttosto quanto valete. Che cosa di noi infatti potrà essere trascurato dal Redentore, se neanche un capello verrà trascurato? O come potremo dubitare che egli darà la vita eterna sia alla nostra anima che alla carne, quando egli per noi ha preso anima e carne in cui morire, e l'ha deposta nel morire e l'ha ripresa perché noi non avessimo paura di morire? Nella limitatezza del mio ministero ho esposto alla vostra Carità tutto ciò che si trasmette nel Simbolo. Esso si chiama Simbolo perché contiene la fede genuina della nostra comunità e nella sua confessione, come a una parola d'ordine, si riconosce chi è cristiano fedele.

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1 - Rm 10, 9-10.
2 - 2 Tm 2, 13.
3 - Sal 134, 6.
4 - Gn 1, 1.
5 - Gv 1, 1.
6 - Fil 2, 6.
7 - Fil 2, 7.
8 - Lc 1, 34-35.
9 - Lc 1, 35.
10 - Gv 1, 14.
11 - Cf. Rm 10, 9-10.
12 - Cf. Mt 26,38.
13 - Cf. At 7, 55-56.
14 - Cf. 1 Re 2, 36 ss.
15 - Ct 2, 6.
16 - At 1, 11.
17 - Gv 5, 28-29.
18 - Is 26, 10 (sec. LXX).
19 - Mt 5, 8.
20 - Cf. Gv 15, 26.
21 - Cf. Gv 1, 32.
22 - Cf. Gv 16, 14.
23 - 1 Cor 6, 19.
24 - 1 Cor 3, 17.
25 - Col 1, 6.
26 - 1 Tm 3, 15.
27 - 1 Cor 15, 53.
28 - Lc 21, 18.



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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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