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Il "caso serio" dell'omelia di mons. Enrico Dal Covolo (imperdibile per i Sacerdoti)

Ultimo Aggiornamento: 17/05/2015 19:35
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28/08/2012 19:28
 
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Il "caso serio" dell'omelia (Seconda parte)


Definizione e metodo dell'omelia, secondo la Bibbia e i Padri della Chiesa


di monsignor Enrico Dal Covolo
Magnifico Rettore della Pontificia Università Lateranense

ROMA, mercoledì 18 luglio 2012 (ZENIT.org).

2. Definizione e metodo dell'omelia, secondo la Bibbia e i Padri della Chiesa

Ma perché tanta sollecitudine per l'omelia?

La risposta è ben nota. Per una larga parte del popolo di Dio essa è rimasta praticamente l'unica occasione di "catechesi" (nel senso che i nostri Padri ci hanno insegnato), e più in generale di "formazione religiosa", a parte la preghiera e la celebrazione dei sacramenti.

Di fatto l'omelia rappresenta il luogo in cui si attua una comunicazione particolare a livello spirituale e a livello umano; una comunicazione che permette di raggiungere ogni domenica un numero così elevato di persone, che nessun'altra "agenzia" riesce ad eguagliare.

Di qui la "sfida" e la "responsabilità" che l'omelia comporta.

* Consideriamo anzitutto il termine impiegato, cioè omelia. Tra i vari sostantivi usati dai Padri della Chiesa per definire questa particolare forma di comunicazione religiosa – quali soprattutto omelia e sermone – la riforma liturgica promossa dal Concilio Vaticano II ha preferito appunto il termine omelia, che implica un diretto riferimento all'episodio narrato da Luca, alla fine del terzo Vangelo, dove si parla dell'incontro di Gesù con i discepoli di Emmaus. Mentre essi conversavano (en to homiléin) e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò a loro, per spiegare in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui (cfr. Luca 24,13ss.: nei vv. 14 e 15 è impiegato due volte il verbo omiléo).

Gesù si rivela così il primo omileta, come già si era manifestato nella sinagoga di Nazaret (cfr. Luca 4,14-21).

* Ma nei due episodi narrati da Luca Gesù Cristo insegna anche il metodo fondamentale dell'omelia, quello che i nostri Padri hanno ampiamente utilizzato e variamente elaborato. In sostanza, è il metodo che presiede alla lectio divina tradizionale.

Teorizzata e sistematizzata nel XII secolo, in ambiente monastico (valga per tutti il nome di Guigo II, priore della Grande Certosa), la lectio divina in realtà è molto più antica, e non è posteriore alla Bibbia, proprio perché la lectio si trova già all'interno della Bibbia stessa. Sostanzialmente, la lectio prevede un duplice movimento. Il primo movimento è come un "viaggio di andata", nel quale la Parola di Dio viene letta e meditata, perché scenda fino al cuore; e dal cuore parte il secondo movimento, che è come un "viaggio di ritorno", nel quale la Parola viene a convertire la vita dei credenti.

Occorre precisare però che nel caso dell'omelia i due movimenti – quello di andata come quello di ritorno – coinvolgono una Parola contestualizzata nell'anno liturgico. Di fatto, l'omelia si trova vitalmente inserita nella liturgia eucaristica. Dunque i due movimenti non si riferiscono ad una Parola isolata, ma ad una Parola che viene proposta dalla Chiesa in intima relazione con l'evento liturgico celebrato.

Nell'ambito della Chiesa di Rito romano la progettualità dell'annuncio è racchiusa nei vari Lezionari, mentre la descrizione teologica è presentata nell'Introduzione generale al Lezionario (per la Chiesa italiana, l’edizione più recente è quella del 2008, condotta sull’editio typica altera dell’Ordo lectionum Missae, che è del 1981. L’Introduzione vi si trova nel tomo dedicato al Lezionario feriale – Tempi forti, alle pp. 15-58).

Di qui una conseguenza pratica molto importante. Occorre che l'omileta ponga la massima attenzione ai temi offerti dai Lezionari per le singole celebrazioni. L'omelia non è il luogo per parlare di tutto e di nulla, ma il momento per operare una formazione religiosa a partire dai suggerimenti intrinseci al Lezionario. Se la metodologia del Lezionario, con i titoli proposti alle singole letture, non è patrimonio connaturale all'omileta, i fedeli non potranno cogliere il progetto di annuncio che soggiace alla celebrazione liturgica.

(La terza parte verrà pubblicata domani, giovedì 19 luglio. La prima puntata è andata in rete martedì 17 luglio)



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[Modificato da Caterina63 28/08/2012 19:31]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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