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Magistero Cattolico in pillole, a piccole dosi ma indispensabile... (2)

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04/05/2013 13:37
 
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Il Papa ritorna a parlare del Demonio "principe" di questo mondo con il quale non si può e non si deve dialogare

2013-05-04 Radio Vaticana
Rimaniamo sempre miti e umili per sconfiggere le lusinghe e l'odio del mondo. E’ quanto affermato da Papa Francesco nella Messa di stamani nella Casa Santa Marta. Nell’omelia, il Papa ha ribadito che la strada dei cristiani è la strada di Gesù e per questo non dobbiamo avere paura di essere perseguitati. Alla Messa - concelebrata da mons. Lorenzo Baldisseri, segretario della Congregazione per i Vescovi – ha preso parte un gruppo di Guardie Svizzere Pontificie alle quali il Papa ha dedicato un saluto di affetto e gratitudine. “La Chiesa – ha detto – vi vuole tanto bene” e “anche io”. Il servizio di Alessandro Gisotti:

Sono l’umiltà e la mitezza le armi che abbiamo per difenderci dall'odio del mondo. E’ quanto sottolineato da Papa Francesco che ha incentrato la sua omelia sulla lotta tra l’amore di Cristo e l’odio del principe del mondo.

Il Signore, ha ricordato, ci dice di non spaventarci perché il mondo ci odierà come ha odiato Lui:

“La strada dei cristiani è la strada di Gesù. Se noi vogliamo essere seguaci di Gesù, non c’è un’altra strada: quella che Lui ha segnato. E una delle conseguenze di questo è l’odio, è l’odio del mondo, e anche del principe di questo mondo. Il mondo amerebbe ciò che è suo. ‘Vi ho scelti io, dal mondo’: è stato Lui proprio che ci ha riscattato dal mondo, ci ha scelti: pura grazia! Con la sua morte, con la sua resurrezione, ci ha riscattati dal potere del mondo, dal potere del diavolo, dal potere del principe di questo mondo. E l’origine dell’odio è questa: siamo salvati. E quel principe che non vuole, che non vuole che noi siamo stati salvati, odia”.

Ecco allora che l’odio e la persecuzione dai primi tempi della Chiesa arrivano fino ad oggi. Ci sono “tante comunità cristiane perseguitate nel mondo – ha constatato con amarezza il Papa – in questo tempo più che nei primi tempi: oggi, adesso, in questo giorno e in questa ora”. Perché questo, si chiede ancora il Papa? Perché “lo spirito del mondo odia”.
E da questo deriva un ammonimento sempre attuale:

“Con il principe di questo mondo non si può dialogare: e questo sia chiaro! Oggi il dialogo è necessario fra noi, è necessario per la pace. Il dialogo è un’abitudine, è proprio un atteggiamento che noi dobbiamo avere tra noi per sentirci, capirci … ma quello deve mantenere sempre. Il dialogo nasce dalla carità, dall’amore.
Ma con
quel principe non si può dialogare: soltanto rispondere con la Parola di Dio che ci difende, perché il mondo ci odia. E come ha fatto con Gesù, farà con noi. ‘Ma, guarda, fai questo, una piccola truffa … non c’è niente, è piccola …’, e incomincia a portarci su una strada un po’ non giusta. Questa è una pia bugia: ‘Fallo, fallo, fallo: non c’è problema’, e incomincia da poco, sempre, no? E: ‘Ma … tu sei bravo, tu sei bravo: puoi farlo’. E’ lusinghiero, e con le lusinghe ci ammorbidisce. Fa così. E poi, noi cadiamo nella trappola”.


Il Signore, ha proseguito Papa Francesco, ci chiede di rimanere pecorelle, perché se uno lascia di essere pecorella, allora non si ha “un pastore che ti difenda e cadi nelle mani di questi lupi”:
“Voi potete fare la domanda: ‘Padre, qual è l’arma per difendersi da queste seduzioni, da questi fuochi d’artificio che fa il principe di questo mondo?, da queste lusinghe?’. L’arma è la stessa arma di Gesù: la Parola di Dio - non dialogare - ma sempre la Parola di Dio e poi l’umiltà e la mitezza.
Pensiamo a Gesù, quando gli danno quello schiaffo: che umiltà, che mitezza! Poteva insultarlo, no? Soltanto una domanda, mite e umile. Pensiamo a Gesù nella sua Passione. Il suo Profeta dice: ‘Come una pecora che va al mattatoio’. Non grida, niente: l’umiltà. Umiltà e mitezza. Queste sono le armi che il principe del mondo e lo spirito del mondo non tollera, perché le sue proposte sono proposte di potere mondano, proposte di vanità, proposte di ricchezze male acquisite, sono proposte così”.


Oggi, ha proseguito, “Gesù ci fa pensare a quest’odio che ha il mondo contro di noi, contro i seguaci di Gesù”. Ci odia, ha riaffermato, “perché Lui ci ha salvati, ci ha riscattati”. E pensiamo alle “armi per difenderci”, ha aggiunto: rimanere sempre pecorelle, “perché così abbiamo un pastore, ed essendo pecorelle siamo miti e umili”. Infine, l’invocazione alla Madonna affinché “ci aiuti a diventare umili e miti nella strada di Gesù”.







ci piace segnalarvi un passo dell'Enciclica MIRARI VOS di Papa Gregorio XVI del 15 agosto 1832 nella quale, oseremo dire profeticamente, egli metteva in guardia già all'epoca dai tentativi di minare questo Sacramento, leggiamo:

"Inoltre, l’onorando matrimonio dei Cristiani esige le Nostre comuni premure affinché in esso, chiamato da San Paolo "Sacramento grande in Cristo e nella Chiesa" (Eb 13,4), nulla s’introduca o si tenti introdurre di meno onesto che sia contrario alla sua santità o leda l’indissolubilità del suo vincolo. Vi aveva già raccomandato insistentemente questo nelle sue lettere il Nostro Predecessore Pio VIII di felice memoria: ma continuano a moltiplicarsi tuttavia contro di esso gli attentati dell’empietà.
È perciò necessario istruire accuratamente i popoli che il matrimonio, una volta legittimamente contratto, non può più sciogliersi, e che Dio ha ingiunto ai coniugati una perpetua unione di vita ed un tal legame che solo con la morte può rompersi. Rammentando che il matrimonio si annovera fra le cose sacre, e che per questo è soggetto alla Chiesa, essi abbiano di continuo presenti le leggi da questa stabilite in materia, e quelle adempiano santamente ed esattamente come prescrizioni, dalla cui osservanza fedele dipendono la forza, la validità e la giustizia del medesimo.
Si astenga ognuno dal commettere per qualsivoglia motivo atti che siano contrari alle canoniche disposizioni e ai decreti dei Concilii che lo riguardano, ben conoscendosi che esito infelicissimo sogliono avere quei matrimoni che o contro la disciplina della Chiesa o senza che sia stata implorata prima la benedizione del Cielo, o per solo bollore di cieca passione vengono celebrati senza che gli sposi si prendano alcun pensiero della santità del Sacramento e dei misteri che vi si nascondono".


veniamo ora ad invitarvi ad approfondire il perchè la Chiesa difende il Matrimonio con la sua indissolubilità, cliccate qui per l'approfondimento...


[SM=g1740758] J. Ratzinger: Non è vero che la Chiesa ha cessato di essere cattolica. Nulla di veramente cattolico, nulla di davvero conforme alla fede ha perso la cittadinanza nella Chiesa

Non è vero che la Chiesa ha cessato di essere cattolica.
Nulla di veramente cattolico, nulla di davvero conforme alla fede ha perso la cittadinanza nella Chiesa; e noi tutti dobbiamo darci insieme da fare perché ciò sia percepibile da chiunque aderisca, senza prevenzioni e senza pregiudiziale attaccamento a sé, alla comunione di vita della Chiesa.

Nulla, invece, si conserva con la divisione e nulla si può per essa acquisire davvero: poiché infatti, quando una stessa cosa, che in precedenza rappresentava un aspetto o un momento della totalità della Chiesa, le si rivolta contro, essa non è più la medesima.

Essa si è separata, ha preso le distanze: è ora espressione di amor proprio e perciò si è profondamente modificata.
Solo l'unità può essere feconda.
Agostino ha posto in rilievo con molta incisività questa problematica, facendo riferimento alle vicende sperimentate nella patria africana [...].
Egli ha gridato con forza ai donatisti: se pure avete tutto, lo stesso "amen", lo stesso "alleluja" (cioè lo stesso canone ed i medesimi inni, lo stesso "Credo"), però non avete una cosa: spezzando l'unità avete infranto il vincolo della carità e dell'amore.
Lo Spirito Santo, però, non abita che nella carità: e senza di lui non possedete nulla, soltanto forme niente più che vuote.

(Joseph Ratzinger, Monaco di Baviera, Bollettino Diocesano, 10 luglio 1977)



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santa Caterina da siena

[SM=g1740758] Pillola quotidiana

«Non si fa più difficoltà ad ammettere che da un secolo
tutto è cambiato non solo sulla terra, ma anche in cielo;
che sulla terra c’è un’umanità nuova e in cielo un Dio nuovo.
Il che è tipico dell’eresia: esplicitamente o implicitamente
ogni eresia ha pronunciato questa bestemmia».
(L. Veulliot: “L’illusione liberale”).

Louis Veuillot (Boynes, 11 ottobre 1813 – Parigi, 7 aprile 1883) è stato un giornalista e scrittore francese.
Cattolico, esordisce come giornalista nella redazione dell'Univers religieux, organo del cattolicesimo francese, divenendo un "ultramontanista", cioè in riferimento al Papa che si trova oltre i monti delle Alpi.
Redige nel 1848 una raccolta di suoi articoli nel "Les libres penseurs". Convinto sostenitore dell'infallibilità pontificia e del potere temporale del Papa fu oppositore di Charles de Montalembert. Difese l’insegnamento privato religioso in Francia.
Si recò per la prima volta a Roma il 15 marzo 1838.





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la fede spicciola benedetto xvi

[SM=g1740758] <<Dalla crisi di oggi nascerà domani una Chiesa che avrà perso molto. Essa sarà piccola e dovrà, per così dire, ripartire da zero. (…)
Il prete, nella sua funzione ministeriale, rimarrà insostituibile, ma, in mezzo a tutti questi cambiamenti che si possono prevedere, la Chiesa ritroverà risolutamente l’essenza di sé stessa. (…) Nella fede e nella preghiera ritroverà il centro di sé stessa. Sarà una Chiesa volta verso l’interiorità.(…) E quando essa avrà subito la prova di tutte queste tensioni, una grande forza scenderà su questa Chiesa, ricca della sua spoliazione e della sua vita interiore; perché gli uomini di questo mondo interamente pianificato saranno indicibilmente soli. E quando Dio li avrà lasciati misureranno tutta la loro povertà. Allora scopriranno la piccola comunità degli uomini di fede come qualcosa di interamente nuovo, come una speranza che li riguarda, come una risposta che nel segreto del loro cuore hanno sempre atteso>>.

PAROLA DI RATZINGER  a conclusione di un ciclo di lezioni tenute nel 1969
così il commentatore nel dopo intervista:

Ratzinger si diceva convinto che la Chiesa stesse vivendo un’epoca analoga a quella successiva all’Illuminismo e alla Rivoluzione francese. “Siamo a un enorme punto di svolta – spiegava – nell’evoluzione del genere umano e dove si tenderà a modificare l'antropologia dell'uomo. Un momento rispetto al quale il passaggio dal Medioevo ai tempi moderni sembra quasi insignificante”.
 Il professor Ratzinger paragonava l’era attuale con quella di Papa Pio VI, rapito dalle truppe della Repubblica francese e morto in prigionia nel 1799. La Chiesa si era trovata allora alle prese con una forza che intendeva estinguerla per sempre, aveva visto i propri beni confiscati e gli ordini religiosi dissolti, eppure anche allora riuscì a superare la crisi rinunciando, come poi si è visto, al potere temporale legato alla terra.
La Chiesa, spiegava, è per propria missione espanzionistica ma non come si credeva, in termini di terre, città, parrocchie, diocesi, ma delle anime, il suo potere benefico si esercita nei cuori, nella ragione perchè il nostro regno non è di questo mondo, la nostra vera Patria è il Cielo dove il nostro Signore è andato a prepararci un posto.
E per spiegare questo portava l'esempio del processo di Gesù davanti a Pilato e le sue risposte e diceva: "Cesare ha un potere che gli deriva da Dio e quindi deve organizzarsi per difenderlo e per proteggere le proprie società, ma nella Chiesa è Dio stesso che lo esercita e suscita sempre nuove forze e forti carismi atti a combattere i mali di un dato momento storico, per questo la Chiesa stessa per quanto si sia appoggiata agli eserciti umani, la sua forza è arrivata sempre dai suoi Santi, sono loro il vero esercito della Chiesa.."
Quello che Ratzinger delineava era “un processo lungo, ma quando tutto il travaglio sarà passato, emergerà un grande potere da una Chiesa più spirituale e semplificata”. A quel punto gli uomini scopriranno di abitare un mondo di “indescrivibile solitudine” e avendo perso di vista Dio, “avvertiranno l’orrore della loro povertà”.
Allora, e solo allora, concludeva Ratzinger, vedranno “quel piccolo gregge di credenti come qualcosa di totalmente nuovo: lo scopriranno come una speranza per se stessi, la risposta che avevano sempre cercato in segreto”.

( 24 dicembre 1969 - resoconto di una intervista al prof. Joseph Ratzinger a chiusura di un ciclo di lezioni radiofoniche presso la Hessian Rundfunk, ripubblicati nel volume “Faith and the Future” edito dalla Ignatius Press - )

[SM=g1740771]



[Modificato da Caterina63 10/07/2013 20:48]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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