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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Anticlericali... ma Cattolici, cosa significa?

Ultimo Aggiornamento: 31/03/2016 23:24
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17/12/2012 10:50
 
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[SM=g1740758] L'esigenza di questa Sezione nasce sulla scia di un libro interessante che sarà alla base di questa struttura, si tratta del libro pubblicato da Fede&Cultura di Paolo Gambi "Quello che i preti non dicono (più)" . Un testo che invitiamo a leggere e che ci ha dato lo spunto anche nel dare il titolo a questa Sezione "Anticlericali Cattolici".

Perchè questo titolo?


Perchè il nostro tempo e l'accentuarsi della crisi interna alla Chiesa lo richiede.
[SM=g1740727] Sappiamo bene che è un titolo provocatorio e su questa provocazione vogliamo offrire ai nostri lettori testi brevi sui quali meditare.

Non apriamo processi a nessuno, non lanciamo verdetti, non gridiamo sentenze, al contrario, desideriamo innanzi tutto correggere noi stessi, i nostri difetti, le nostre mancanze coscienti del monito di Gesù Nostro Signore: "Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello" (Mt.7,5) e poi perchè la Chiesa non è soltanto il Collegio degli Apostoli, o del Papa, ma è anche formata dalle Membra: "se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui.  Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte" (1Cor.12). Ciascuno per la sua parte!

Perchè "anticlericali"?

Innanzi tutto da non confondere questo anticlericalesimo con quello settecentesco-ottocentesco che era ed è contro la Chiesa Cattolica, è contro il Sommo Pontefice. [SM=g1740733] L'anticlericalesimo che difendiamo è quello contro certo potere clericale che da sempre è stato ed è una spina al fianco della Chiesa; è quell'anticlericalesimo (come spiegato nel libro citato) che ritroviamo piuttosto nell'insegnamento dei Santi quando scrivevano al Clero, ai Vescovi, ai Cardinali, ai Papi per sottolineare l'errore, la corruzione, l'offesa alle membra, il famoso "scandalo" del quale Gesù dice: " Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all'uomo per colpa del quale avviene lo scandalo! " (Mt.18,7).

Per questo difendiamo l'essere "anticlericali" ma Cattolici, Cattolici con il Sommo Pontefice e i Vescovi in comunione con Lui, meditando profondamente su cosa significa essere in questa "comunione"; Cattolici nella Comunione dei Santi i quali, per noi, non sono dei simboli o delle immaginette, ma Persone vive in Cristo che hanno insegnato e ancora insegnano, parlano  e ci guidano.

I Commenti non sono attivati (come del resto è il resto del forum) perchè desideriamo che il lettore, piuttosto che dirci la sua opinione (rischiando di interpretare distortamente i brani che inseriremo), si fermi a riflettere, magari anche pregando, e senza attendersi risposte si prodighi egli stesso di cambiar vita per amare coerentemente la Santa Chiesa e servirla nel modo che è proprio del nostro stato di Cattolici. Inoltre non intendiamo arricchirci sui gradimenti, o sulle critiche, o fare proseliti, o scatenare i soliti triti e ritriti commenti a favore o contro Tizio, Caio e Sempronio, oppure per dare origine ai pro o contro al Concilio.

Piuttosto, come fa dire Bernanos nel suo "Diario di un Curato di campagna" : "il Signore non ci ha detto di essere miele sulla terra, ma il sale. Certo il sale brucia sulle ferite, ma impedisce loro di andare in cancrena. Il problema è che oggi molti cristiani hanno la smania di essere miele e lasciano il mondo andare in rovina".
Non intendiamo certo eliminare il miele dalla terra, abbiamo bisogno anche di questo elemento!
Purtroppo ogni volta che cerchiamo di giustificare il peccato, o certo potere clericale, noi attenuiamo la forza provocatrice del Vangelo stesso e con esso la missione della Chiesa che non è quello di accumulare potere, ma di seminare la Parola di Dio, evangelizzare anche a costo della propria vita e nella quale donazione si applica la vera carità, il vero miele, la vera dose di dolcezza.


[SM=g1740771]

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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31/03/2016 23:24
 
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 I nuovi clericali del perdono.



Editoriale di “Radicati nella fede” – Anno IX n° 4 – Aprile 2016


La questione non è essere severi o misericordiosi, comprensivi o rigidi, evangelici o rigoristi; no la questione non è questa.

La vera alternativa si pone tra essere cattolici o essere clericali.

Il clericalismo è una brutta bestia che è dura, durissima a morire. Il clericalismo di ogni genere, di ogni colore, di ogni tendenza. Sì, perché il clericalismo, che è una delle tentazioni più forti nella Chiesa, si trasforma esteriormente, restando sempre fedele a se stesso. Si adatta alle mode, alle situazioni, perché il suo scopo è alimentare se stesso.

Non vogliamo fare un trattatello sul clericalismo, non è il nostro scopo e non saremmo in grado di farlo; vogliamo solo coglierne qualche aspetto provocatorio, che inviti ad una riflessione.


Il clericalismo, nella sostanza, è l’operazione che l’uomo compie per sostituirsi a Dio.

Per il clericale non c’è al centro Dio, la sua verità, la sua legge e la sua grazia. Per il clericale al centro c’è l’uomo di chiesa, che sente il dovere di “gestire” per conto di Dio. Il clericale parte da una considerazione giusta, quella che fa dire che non si può andare a Dio senza la Chiesa; ma strada facendo perde Dio e resta solo con la Chiesa. È come un protestantesimo ribaltato, che finisce per avere la stessa erronea separazione tra la Chiesa e Dio: il protestante pretende di arrivare a Dio senza la Chiesa; il clericale pretende di fare gli interessi di Dio fermandosi alla Chiesa.

Il clericale arriva a non porsi più la domanda “Cosa vuole Dio?”, ma si chiede sempre “Cosa possiamo fare perché la Chiesa sia accolta dalla società e non sia messa ai margini?”, “Cosa domanda oggi il mondo alla Chiesa?”.

Solitamente, nel passato, l’accusa di clericalismo era rivolta ai cattolici “rigidi”, un po’ conservatori, fedelissimi alla gerarchia e all’applicazione senza sconti delle norme ecclesiali.

Oggi constatiamo che il clericalismo, che come animale camaleontico si adatta ad ogni terreno e clima, è proprio dei cosiddetti cattolici progressisti, che non solo si credono i veri interpreti della volontà di Dio, ma se ne ritengono i liberi formulatori. Ne è un triste esempio tutto il dibattito attorno al sinodo sulla famiglia, che ora viene prolungato sulla questione del perdono in occasione dell’anno giubilare.

I nuovi clericali pensano di poter gestire politicamente la misericordia, per rendere più simpatica la Chiesa al mondo. Insomma, i clericali gestiscono il perdono di Dio come arma politica per introdursi nel salotto della società: perdonare sempre, non giudicare, comprendere, scusare, accogliere… sono i verbi di moda oggi tra le fila di coloro che vogliono instaurare un nuovo corso del cattolicesimo.

E questi chierici, intellettuali laici o ecclesiastici che siano, sostenitori del perdono assicurato a tutto e tutti, motivano il loro agire con il fatto che i preti non devono sostituirsi a Dio, che unico ha il potere di giudicare.

Prima di andare avanti chiariamo subito che non vogliamo cadere nell’inganno della severità per la severità: la Chiesa si è spinta sempre fino all’estremo per concedere il perdono, perché crede al perdono di Dio. La misericordia divina è infinita, perdona ogni peccato se trova in noi il dolore del pentimento: guai a noi se ponessimo limiti a questo perdono! Ma questo spingersi fino all’estremo possibile, non è mai una falsità retorica: la Chiesa si domanda sempre se ci siano le condizioni perché il perdono di Dio possa fruttificare in noi (ad esempio, il dolore del peccato e il proponimento di non commetterlo più…), e amministrando il perdono prima giudica se ci siano o no queste condizioni. Rinunciare a questo, da parte della Chiesa, sarebbe rinunciare al compito datole da Dio stesso.

Proprio perché è di Dio, il perdono non può essere gestito dagli uomini, anche di chiesa, sganciato dalla stessa Rivelazione di Dio. Dio ha detto la sua volontà su di noi, ci ha ha dato la sua grazia ma anche la sua legge!

Proprio perché è di Dio, i preti non possono sostituirsi a Lui, amministrando assoluzioni a chi non le chiede veramente; e le chiede veramente chi, anche tra mille difficoltà, prova il dolore del proprio peccato e vuole uscirne.

E Dio, cui appartiene il perdonare, non è una pagina bianca nella vita degli uomini: ha detto la verità su di noi e chiede a noi di seguirla.

Allora, clericali della peggior razza, sono tutti coloro che nella Chiesa, non amando il martirio, cercano un posto nel nuovo mondo, ridicolizzando il perdono in una automatica assoluzione, che diventa poi, ed è inevitabile, la benedizione di tutto. E così il male non si ferma e ne vanno di mezzo le anime, a partire dalle più fragili.

Il perdono dei nuovi clericali è falso, è solo una parola vuota, che non cerca quello che Dio cerca in noi: il reale cambiamento, la santificazione possibile, la trasfigurazione nella grazia della nostra vita. Il clericale è pessimista sull’uomo e non ha fede nella grazia, non crede al cambiamento della persona, per questo non perde tempo: dà un facile perdono retorico ed esterno a tutti, e pensa ad altro, impegnato com’è nei salotti della modernità.

Il cattolico crede invece nel cambiamento delle persone, nella salvezza delle anime, per questo lavora affinché ci siano nell’uomo le condizioni per accogliere, con frutto, la grazia che salva.

I preti cattolici amministrano il perdono, che è e resta di Dio; amministrare significa lavorare perché il perdono possa essere reale nella persona e produrre frutti di bene e di santità.

Così ha lavorato, per Dio e per le anime, un’infinita schiera di santi confessori.


FONTE: radicatinellafede.blogspot.it


 


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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