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La Città di Dio (De civitate Dei) Libro XVIII profezie sul Cristo, la Chiesa, il giudizio

Ultimo Aggiornamento: 01/01/2013 12:29
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22/12/2012 22:51
 
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[SM=g1740720] Mistero sull'ultima persecuzione.

53. 1. Gesù stesso con la sua presenza porrà fine alla persecuzione finale che sarà attuata dall'Anticristo. È stato scritto infatti che lo ucciderà col soffio della sua bocca e lo annienterà con lo splendore della sua presenza 229. A questo punto si suol chiedere: Quando avverrà? Domanda del tutto a sproposito. Se ci giovasse saperlo, ci sarebbe stato manifestato molto opportunamente dallo stesso Dio Maestro, quando i discepoli lo interrogarono. Non tacquero sull'argomento con lui, ma chiesero a lui presente: Signore, in questo tempo ristabilirai il regno d'Israele? Ed egli rispose: Non spetta a voi conoscere i tempi che il Padre ha riservato al suo potere 230.
Quando ricevettero questa risposta, non l'avevano interrogato sull'ora, il giorno, l'anno, ma sul tempo. Quindi tentiamo inutilmente di calcolare e fissare gli anni che rimangono al tempo, poiché ascoltiamo dalla bocca della Verità che non ci spetta saperlo. Alcuni dicono che dall'ascensione del Signore fino alla sua ultima venuta possono trascorrere quattrocento anni, altri cinquecento, altri mille. Sarebbe lungo e non necessario mostrare come ciascuno di loro sostiene la propria opinione. Si servono di criteri umani e da loro non si adduce una prova certa fondata sull'autorità della Scrittura canonica. Ordina di distendere e tener ferme le dita di tutti coloro che conteggiano colui che dice: Non spetta a voi conoscere i tempi che il Padre ha riservato al suo potere.

Il mito di Pietro stregone.

53. 2. Ma poiché questa è una frase del Vangelo, non fa meraviglia che gli adoratori di molti e falsi dèi non siano stati trattenuti dall'immaginare attraverso i responsi dei demoni, venerati come dèi, che è stato stabilito per quanto tempo rimarrà la religione cristiana. Si sono accorti che non poteva esser distrutta da tante e così gravi persecuzioni ma che da esse aveva ricevuto uno sviluppo enorme. Immaginarono allora non saprei quali versi in greco che sarebbero stati fatti udire durante la consultazione di un oracolo. In esso considerano il Cristo innocente dal delitto di questa supposta profanazione, ma soggiungono che Pietro ha compiuto atti di stregoneria perché il nome di Cristo fosse venerato per altri trecentosessantacinque anni; quindi, terminato questo numero di anni, il cristianesimo senza indugio avrebbe avuto fine. Questo è il buon senso dei dotti. Questo è l'ingegno di voi, persone colte, disposte a credere certe cose del Cristo, sebbene non volete credere nel Cristo. Il suo discepolo Pietro non avrebbe appreso le arti magiche da lui ma, rimanendo Egli innocente, sarebbe stato il suo stregone, avrebbe preferito che fosse onorato il suo nome anziché il proprio con le arti magiche, con le proprie sofferenze e pericoli e infine con lo spargimento del sangue.
Se Pietro fu uno stregone perché il mondo amasse il Cristo in tal modo, che cosa ha fatto il Cristo innocente perché Pietro lo amasse a quel punto?
Si rispondano da se stessi e cerchino di capire, se possono, che per merito della grazia dall'alto è avvenuto che il mondo amò il Cristo in vista della vita eterna.
In virtù di questa grazia è avvenuto anche che Pietro amò il Cristo per ricevere da lui la vita nell'eternità fino a sopportare per lui la morte nel tempo. Ci si chiede che razza di dèi sono questi che possono prevedere ma non impedire tali fatti perché soggiacciono a uno stregone e al suo misfatto malefico. Con esso, dicono, un bimbo di un anno fu ucciso, squartato e sepolto con un rito infame per permettere che la setta, a loro avversa, potesse essere in vigore per un lungo tempo non respingendo ma superando con la pazienza tante orribili crudeltà delle grandi persecuzioni e giungere all'annientamento dei loro idoli, templi e oracoli sacri. Infine qual è questo dio, loro non nostro, che è stato o sedotto o costretto da sì grande delitto a concedere simili prerogative? Quei versi dicono che Pietro con l'arte magica suggerì quegli eventi a un dio, non a un demone. Hanno un tale dio quelli che non hanno il Cristo.

Confutazione del mito di Pietro stregone.

54. 1. Addurrei queste e simili fantasticherie, se non fosse ancora trascorso l'anno che la simulata predizione ha promesso e l'ingannata frivolezza ha creduto. Poiché da alcuni anni sono già passati i trecentosessantacinque dal tempo in cui la venerazione del nome di Cristo ha avuto inizio mediante la sua esistenza terrena e l'opera degli Apostoli, non c'è altro da chiedersi per respingere questa fandonia. Anche se non fissiamo l'inizio di questo evento storico alla sua nascita, perché da bambino e da fanciullo non aveva discepoli, tuttavia quando iniziò ad averli, si manifestarono mediante la sua presenza fisica la dottrina e la religione cristiana, cioè dopo che fu battezzato nel fiume Giordano con la funzione ministeriale di Giovanni. Perciò parlando di lui la profezia aveva premesso: Dominerà da un mare all'altro, dal fiume fino ai confini della terra 231. Perciò prima che subisse la Passione e risuscitasse dai morti, la fede non era stata ancora stabilita per tutti. Fu stabilita nella risurrezione del Cristo, così infatti si esprime l'apostolo Paolo parlando agli Ateniesi: Ora Dio ordina a tutti gli uomini di tutti i luoghi di convertirsi, poiché egli ha stabilito un giorno nel quale giudicare la terra con giustizia per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti 232. Quindi nel risolvere il problema prendiamo le mosse da quel tempo, soprattutto perché allora fu mandato anche lo Spirito Santo, era infatti conveniente che fosse mandato dopo la risurrezione del Cristo in quella città, da cui doveva avere inizio la seconda legge, cioè la Nuova Alleanza.
La prima venne dal monte Sinai mediante Mosè e si considera l'Antica Alleanza. Invece dell'Alleanza, che doveva essere accordata mediante il Cristo, era stato predetto: Da Sion uscirà la legge e la parola del Signore da Gerusalemme 233. Anche egli disse a coloro i quali dovevano predicare la conversione che dovevano cominciare da Gerusalemme 234. In quella città ebbe dunque inizio la venerazione di questo nome affinché si credesse in Gesù Cristo crocifisso e risorto. A Gerusalemme la fede si segnalò splendidamente ai suoi inizi. Alcune migliaia di uomini, convertiti al nome di Cristo con meravigliosa prontezza 235 e venduti i propri beni, perché fossero distribuiti ai bisognosi 236, abbracciarono con un santo proposito e con carità appassionata la povertà volontaria. Poi a contatto con i Giudei sdegnatissimi e sitibondi di sangue si prepararono a combattere fino alla morte per la verità, non con un potere armato ma con la più potente sopportazione.
Se questo è avvenuto senza le arti magiche, non hanno motivo per dubitare che sia potuto avvenire in tutto il mondo con quel divino potere con cui è avvenuto. Se poi la stregoneria di Pietro aveva ottenuto che a Gerusalemme si dedicasse con ardore alla venerazione del nome di Gesù una grande moltitudine di uomini che l'avevano crocifisso dopo averlo catturato e schernito dopo averlo crocifisso, si deve investigare quando, partendo da quell'anno, si sono compiuti i trecentosessantacinque anni. Dunque il Cristo è morto sotto il consolato dei due Gemini il 25 marzo. Risuscitò il terzo giorno, come gli Apostoli hanno verificato per diretta esperienza 237. Dopo quaranta giorni salì al cielo 238, dopo dieci giorni, cioè cinquanta dopo la sua risurrezione, inviò lo Spirito Santo 239. In quella circostanza tremila uomini credettero agli Apostoli che lo annunziavano 240.
Con loro cominciò allora il cristianesimo per l'azione dello Spirito Santo, come noi crediamo e la verità attesta ma, come immagina o ritiene l'empia frivolezza, con le arti magiche di Pietro. Poco dopo, in seguito anche a un prodigioso evento, allorché alla parola dello stesso Pietro un mendicante, zoppo dalla nascita sicché era portato alla porta del tempio e lì collocato a chiedere l'elemosina, nel nome di Gesù Cristo, saltò su sano e salvo 241, credettero cinquemila uomini 242. In seguito con continue aggiunte dei credenti la Chiesa aumentò di numero. Perciò si calcola anche il giorno, in cui l'anno ha avuto inizio, cioè quando fu inviato lo Spirito Santo, esattamente il 15 maggio. Quindi col numero dei consoli si costata che trecentosessantacinque anni al 15 di maggio si compirono col consolato di Onorio ed Eutichiano. Inoltre l'anno seguente, sotto il consolato di Manlio Teodoro, quando secondo il responso dei demoni o la fandonia degli uomini non doveva esservi più la religione cristiana, non fu necessario investigare cosa avvenne nelle altre parti del mondo.
Frattanto, questo lo sappiamo, nella famosa e illustre città di Cartagine in Africa Gaudenzio e Giovio, conti dell'imperatore Onorio, il 19 marzo, demolirono i templi dei falsi dèi e ne fracassarono le statue. Da allora fino ad oggi, per circa trent'anni, ognuno può costatare quanto è aumentato di numero il cristianesimo, soprattutto dopo che si sono resi cristiani molti di quelli che da quel responso, ritenuto vero, erano allontanati dalla fede e si accorsero, ormai compiuto il numero degli anni, che era stupido e ridicolo. Noi dunque che siamo e siamo chiamati cristiani, non crediamo in Pietro, ma in colui in cui Pietro credette perché siamo ammaestrati dalle parole di Pietro sul Cristo, non avvelenati dalle sue formule magiche, non ingannati dalle sue operazioni malefiche, ma aiutati dalle sue buone azioni. Il Cristo è il maestro di Pietro nella dottrina che guida alla vita eterna, egli è anche il nostro maestro.

Confronto fra le due città.

54. 2. Ma concludiamo ormai questo libro, dopo aver esposto fin qui e, per quanto sembrava opportuno, dimostrato quale sia l'evoluzione storica delle due città, la celeste e la terrena, commischiate dall'inizio fino alla fine. La terrena ha creato per sé, da ogni provenienza o anche dagli uomini, i falsi dèi che ha voluto, per sottomettersi a loro mediante l'offerta di vittime.
Invece quella celeste, che è esule sulla terra, non crea falsi dèi, ma essa è stata creata dal vero Dio ed essa stessa è la sua vera immolazione.
Tutte e due però usano ugualmente i beni temporali e sono colpite dai mali con diversa fede, diversa speranza, diverso amore, fino a che siano separate dal giudizio finale e raggiunga ognuna il proprio fine che non ha fine. Del fine di entrambe si parlerà in seguito.



LIBRO XVIII cliccare qui per il testo integrale


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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