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LA PROFEZIA CRISTIANA Intervista al Cardinale J. RATZINGER

Ultimo Aggiornamento: 21/01/2013 21:57
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31/12/2012 11:30
 
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8) San Giovanni Battista viene spesso designato come l'ultimo dei profeti. Secondo Lei, come va intesa questa affermazione?

 

- Penso che vi siano molte ragioni e contenuti in questa affermazione. Uno di questi è la parola stessa di Gesù: "La Legge e tutti i Profeti infatti hanno profetato fino a Giovanni" dopo viene il regno di Dio. Qui Gesù stesso dichiara che Giovanni rappresenta la fine dell'Antico Testamento e che dopo verrà qualcuno più piccolo all'apparenza, ma più grande nel Regno di Dio, cioè Gesù stesso. In questo modo il Battista viene ancora inquadrato nell'Antico Testamento e tuttavia apre una Nuova Alleanza. In questo senso il Battista è l'ultimo dei profeti. Questo è pure il giusto senso del termine: Giovanni è l'ultimo prima di Cristo, colui che raccoglie la fiaccola di tutto il movimento profetico e la consegna nelle mani di Cristo. Egli conclude l'opera dei profeti perché indica la speranza del popolo di Israele: il Messia, cioè Gesù. E' importante precisare che lui stesso non annuncia nulla che riguarda l'avvenire, ma si ritiene solo uno che chiama alla conversione e che rinnova e attualizza la promessa messianica della Antica Alleanza.

Del Messia dice: "In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete"Anche se in questo annuncio vi è una predizione, Giovanni Battista rimane fedele al modello profetico che non è quello di predire l'avvenire, ma di annunciare che è tempo di convertirsi. Il messaggio del Battista è quello di invitare il popolo di Israele a guardarsi dentro e a convertirsi per poter riconoscere, nell'ora della salvezza, Colui che Israele ha sempre atteso e che ora è presente. Giovanni impersonifica in questo senso l'ultimo dei profeti e l'economia specifica della speranza dell'Antica Alleanza. Quello che verrà dopo sarà un altro tipo di profezia Per questo il Battista può essere chiamato l'ultimo dei profeti dell'Antico Testamento. Ciò non significa tuttavia che dopo di lui la profezia sia finita. Ci si troverebbe in contrasto con l'insegnamento di San Paolo che dice nella sua prima lettera ai Tessalonicesi: "Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie."

 

 

9) In un certo senso esiste una differenza tra la profezia del Nuovo e dell'Antico Testamento perché Cristo è entrato nella storia. Ma se si guarda all'essenza stessa della profezia, che è quella di immettere nella Chiesa la Parola ascoltata da Dio, non sembra esserci alcuna differenza.

 

- Sì, esiste effettivamente una comune struttura di base tra le due profezie, che varia solo per il rapporto con il Cristo che deve venire e il Cristo già venuto, ma che dovrà ancora ritornare. Questa questione teologica merita di essere studiata e approfondita maggiormente: il nocciolo di questa questione è sapere perché il tempo della Chiesa sul piano strutturale ha molte più affinità con l'Antico Testamento, o per lo meno a questo è molto simile, e in che cosa consiste la novità portata dalla prima venuta di Cristo.

 

10) Spesso nella teologia si nota la tendenza a volere assolutamente differenziare l'Antico e il Nuovo Testamento. Questa differenziazione appare spesso artificiale e basata su principi astratti piuttosto che concreti.

 

- Il voler radicalizzare le differenze senza voler vedere l'unità interiore che esiste nella storia di Dio con gli uomini è un errore in cui i Padri della Chiesa non sono incorsi. Essi hanno proposto un triplice schema: "umbra, imago, veritas", dove il Nuovo Testamento è "l'imago", così l'Antico e il Nuovo Testamento non vengono contrapposti l'uno all'altro come ombra e realtà, ma nella triade di ombra, immagine e verità, si tiene aperta l'attesa verso il definitivo compimento e il tempo del Nuovo Testamento, il tempo della Chiesa, come un ulteriore piano più avanzato, ma sempre nel cammino della Promessa. Questo è un punto che fino ad oggi, secondo me, non è stato sufficientemente considerato. I Padri della Chiesa, invece, hanno sottolineato il carattere di incompletezza del Nuovo Testamento, in cui non tutte le promesse si sono ancora avverate. Cristo è sì venuto nella carne, ma la Chiesa attende ancora la sua Rivelazione nella pienezza della sua gloria.


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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