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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Cosa veste il Papa nella Liturgia? (3)

Ultimo Aggiornamento: 05/06/2015 10:00
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01/01/2013 11:16
 
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[SM=g1740733]Amici, con l'Anno Nuovo 2013 apriamo un nuovo thread per meglio apprezzare l'uso dei paramenti Liturgici durante l'Anno....
Vi ricordiamo che "Cosa veste il Papa nella Liturgia?" 1 e 2 degli anni passati lo trovate QUI.....

ATTENZIONE: vi ricordiamo anche che il Papa è tornato ad usare il FANONE per il quale abbiamo dedicato uno spazio apposito, CLICCATE QUI

SANTA MESSA NELLA SOLENNITÀ DI MARIA SS.MA MADRE DI DIO E NELLA XLVI GIORNATA MONDIALE DELLA PACE, 01.01.2013


PER L' OMELIA DEL SANTO PADRE CLICCARE QUI





         







http://d1.yimg.com/sr/img/1/2cf4c078-c4f1-3860-8b9f-aa8bee602be2



[Modificato da Caterina63 01/01/2013 11:33]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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06/01/2013 11:47
 
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6 Domenica
Santa Messa nella Solennità dell'Epifania del Signore
Basilica Vaticana, ore 9.00
CAPPELLA PAPALE















FACCIAMO NOTARE LE DALMATICHE USATE DAI VESCOVI NUOVI SOTTO LA PIANETA......


OMELIA DEL SANTO PADRE

CLICCA QUI PER LEGGERE E VEDERE LO STEMMA SCELTO DA MONS. GEORG PER LA SUA NOMINA A VESCOVO


[SM=g1740738]


[Modificato da Caterina63 06/01/2013 12:04]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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25/01/2013 21:18
 
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[SM=g1740758] Vespri per la Festa della Conversione di san Paolo - 25.1.2013 Basilica san Paolo - gli abiti liturgici sono quelli donati durante la visita a Monte Cassino










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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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13/02/2013 19:14
 
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L'ultima monumentale omelia del Papa, possiamo dire il suo testamento nella Liturgia: LA CONVERSIONE:

Omelia per la Messa della Imposizione delle Ceneri

Questa preghiera ci fa riflettere sull’importanza della testimonianza di fede e di vita cristiana di ciascuno di noi e delle nostre comunità per manifestare il volto della Chiesa e come questo volto venga, a volte, deturpato. Penso in particolare alle colpe contro l’unità della Chiesa, alle divisioni nel corpo ecclesiale. Vivere la Quaresima in una più intensa ed evidente comunione ecclesiale, superando individualismi e rivalità, è un segno umile e prezioso per coloro che sono lontani dalla fede o indifferenti.






Come possiamo immaginare, queste saranno le ultime immagini della serie: come veste il Papa, Benedetto XVI, nella Liturgia..... ma è naturale che proseguiremo il thread con le immagini del nuovo Pontefice, quando il Signore si degnerà di donare alla Sua Chiesa il Pastore giusto.... dopo il grande, Magno Pontefice Benedetto XVI, che non neghiamo possa davvero essere ricordato come un grande DOTTORE DELLA CHIESA, come da secoli non ne avevamo più....
Grazie Santo Padre, le immagini ci raccontano il suo amore per la Chiesa e la Liturgia, non solo gli scritti, ma tutta la sua Persona è stata per noi una grande testimonianza.
Preghi per noi, anche noi le assicuriamo il ricordo nelle nostre Preghiere!






http://d1.yimg.com/sr/img/1/8297cbd0-d822-3846-b0b6-380afc80d4e6


















[Modificato da Caterina63 13/02/2013 21:22]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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23/02/2013 15:23
 
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Intervista al Maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie

di Gianluca Biccini - Oss.Romano sabato 23.2.2013

ATTENZIONE
Modificati i riti per l’inizio del pontificato


Lo scorso lunedì 18 febbraio, nell’udienza concessa al Maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie, monsignor Guido Marini, Benedetto XVI ha approvato, «con la sua Autorità Apostolica», alcune modifiche all’ Ordo rituum pro ministerii Petrini initio Romae episcopi e ne ha disposto la pubblicazione. Abbiamo chiesto a Monsignor Marini di illustrarci queste modifiche e il loro significato.

D. Anzitutto che cos’è l’«Ordo rituum pro ministerii Petrini initio Romae episcopi»?

R. Come dicono le premesse allo stesso Ordo al n. 2, è il Rituale che «presenta le celebrazioni previste in tempi diversi e in luoghi collegati alla sede episcopale in Roma in riferimento con la cura pastorale del suo Vescovo per l’intero gregge del Signore». Si tratta, in altre parole, del libro che contiene i testi liturgici usati nelle celebrazioni presiedute dal nuovo Pontefice dal momento del solenne annuncio dell’Elezione fino alla visita alla Basilica di Santa Maria Maggiore. L’ Ordo fu approvato da Benedetto XVI, con Rescritto Ex audientia Summi Pontificis, il 20 aprile 2005, il giorno seguente la  sua elezione a Sommo Pontefice. Devo dire che a quel tempo l’Ufficio delle Celebrazioni fece, con competenza, un grande lavoro di studio per la preparazione e la stesura dell’ Ordo.

D. Il Pontefice, con le stesse modalità, ha adesso approvato alcune modifiche. Può spiegarci il motivo di questo atto?

R. Mi pare di poterne individuare almeno due. Anzitutto il Santo Padre ha avuto modo di vivere in prima persona le celebrazioni di inizio pontificato nel 2005. Quell’esperienza, con la riflessione che ne è seguita, ha probabilmente suggerito qualche intervento teso a migliorare il testo, nella logica di uno sviluppo armonico.
In secondo luogo, con questo atto, si è inteso proseguire nella linea di alcune modifiche apportate in questi anni alle liturgie papali. Ovvero, distinguere meglio la celebrazione della Santa Messa da altri riti che non le sono strettamente propri. Mi riferisco, ad esempio, al rito di canonizzazione, a quello del
R e s u r re x i t la Domenica di Pasqua e all’imposizione del pallio ai nuovi arcivescovi metropoliti.


D. Che cosa accadrà in concreto?

R. Come già accennato, sia nella celebrazione per l’inizio del ministero del Vescovo di Roma, sia nella celebrazione per l’insediamento sulla cattedra di Roma in San Giovanni in Laterano, i riti tipici saranno collocati prima e al di fuori della Santa Messa e non più all’interno di essa.
Per quanto riguarda, poi, la celebrazione di inizio del ministero del Vescovo di Roma, l’atto dell’“obbedienza” sarà compiuto da tutti i cardinali presenti alla concelebrazione. In tal modo, quel gesto che in Cappella Sistina, subito dopo l’elezione è compiuto dai cardinali elettori, torna ad avere una dimensione anche pubblica e rimane aperto a tutti i componenti del collegio cardinalizio, assumendo al tempo stesso un carattere di cattolicità.
Non si tratta di una novità, in quanto tutti ricordano bene all’inizio del pontificato di Giovanni Paolo II l’atto di obbedienza compiuto da tutti i cardinali allora presenti alla concelebrazione. Tra di essi basti pensare alle ormai celeberrime e commoventi fotografie ritraenti l’abbraccio di Papa Wo j t y ła, sia con l’allora cardinale Joseph Ratzinger, sia con il cardinale Stefan Wyszyński.


D. Tra i primi atti del nuovo Vescovo di Roma sono previste le visite alle due basiliche papali di San Paolo fuori le Mura e di Santa Maria Maggiore. È stato disposto qualche cambiamento anche al riguardo?

R. A differenza di come era indicato nell’ Ordo, il nuovo Pontefice potrà compierle quando riterrà più opportuno, anche a distanza di tempo dalla elezione, e nella forma che giudicherà più adatta, sia essa una Santa Messa, la celebrazione della liturgia delle Ore o un atto liturgico particolare come quello attualmente
prescritto.

D. È contemplata qualche novità anche per la sezione musicale?

R. L’attuale Ordo, senza prevedere altre possibilità, indica un repertorio musicale per lo più nuovo, composto in occasione della redazione dello stesso Ordo. Quanto disposto da Benedetto XVI con il presente atto, invece, offre una maggiore libertà nella scelta delle parti cantate, valorizzando il ricco repertorio musicale della storia della Chiesa.





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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14/03/2013 18:56
 
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[SM=g1740733] come vestirà il nuovo Papa, Francesco?
(liturgicamente parlando, ovviamente)

Dunque, nella prima Messa con i Cardinali per il termine del Conclave, Papa Francesco non ha indossato la dalmatica (e non crediamo che mai la indosserà) e l'altare era verso il popolo perchè, riteniamo plausibile, la Messa era una CONCELEBRAZIONE con tutti i Cardinali e quindi non avrebbe avuto senso (nel concetto stesso della concelebrazione) celebrare di spalle....

ATTENZIONE A CHI SI SCANDALIZZERA' PERCHE' IL PAPA NON SI INGINOCCHIA ALLA CONSACRAZIONE: HA UN PROBLEMA AL GINOCCHIO.... UN CONTO è STARE IN GINOCCHIO SULL'INGINOCCHIATOIO, CHE è SOLLEVATO ED HA UN CUSCINO, ALTRA COSA è INGINOCCHIARSI, E' PROBABILE CHE IL PAPA NON RIESCE....

Ha poi usato il pastorale di Benedetto XVI (e non crediamo che lo userà per molto) ed ha usato la mitria personale, come fece già anche Benedetto XVI utilizzando la sua appena eletto Papa.

Ma vorremmo aggiungere qualcosa di più e di molto più importante....
In questi anni ci siamo dedicati a "come veste il Papa nella liturgia" non certo per la VANITA' o per il lustro delle trine e merletti.... ma per sottolineare come nel concetto di CULTO A DIO, nulla di ciò che è più prezioso potrebbe mai bastare... certo, l'occhio vuole la sua parte, una "donna sciatta" non piacerebbe a nessuno
, così come un uomo trasandato non credo che possa far piacere alla donna.... [SM=g1740733]
Ma è giunto il momento di riflettere maggiormente e ritengo che l'amico Alessandro Germano  da una risposta su FB ha davvero fatto centro e colto nel segno....
Così, prima di vedere "come veste il Papa nella liturgia", cerchiamo anche di purificare la nostra visione di bellezza e il vero concetto di CULTO A DIO.... [SM=g1740733]

[SM=g1740758] La bellezza del culto è solo FUNZIONALE alla sostanza del culto stesso che è la glorificazione di Dio e la salvezza dell'uomo. LA bellezza del culto, rendendo invitante e piacevole l'atto di rendere gloria a Dio, agevola l'uomo a compiere l'atto della virtù di religione, che è una manifestazione della giustiza. La giustizia è spesso onerosa e difficoltosa da praticarsi, ma rendere gratificante la giustizia con qualche accidente motivante, quali la bellezza visiva, musicale, letteraria, è di stimolo a compiere il dovere. Non diversamente da quanto avviene dagli stati, che premiano con encomi, medaglie e decorazioni varie coloro che si distinguono nell'adempimento dei propri doveri. Inoltre, rendere gratificante l'atto con cui si realizza la propria salvezza, consente all'uomo di vedere nella salvezza qualcosa di desiderabile, e quindi di chiedere di essere salvati più facilmente. Analogamente, il cibo e l'impulso sessuale, che realizzano la sopravvivenza del singolo e della specie, fanno leva sulla gratificazione dei sensi, sul piacere. Se tali doveri non fossero piacevoli, l'umanità si sarebbe estinta da un pezzo. Il culto è dunque praticato con una forma esteriore piacevole, che rende significato della sua sostanza, la gloria di Dio e la salvezza dell'uomo, al fine di realizzare questi scopi più pienamente ed efficacemente.

Ma quando il mezzo viene invertito e diventa un fine, uno scopo, allora avviene un disordine che fa perdere di vista la sostanza, realizzando una idolatria dell'accidente esteriore, della forma. Così come la ricerca sregolata del piacere del cibo è peccato di gola, e la ricerca edonistica del piacere venereo è peccato di lussuria, così il confondere la bellezza del culto con il fine medesimo del culto stesso, diventa il più orrendo dei peccati, idolatria del rito. Idolatria del pizzo, del paramento, del brano musicale, dell'incenso. Idolatria delle fibbie sulle scarpe, idolatria delle tonsurine, idolatria delle pose che si facevano una volta, idolatria dei modi di ragionare, idolatria del lessico, idolatria pure degli errori. Molto triste questa. l'errore antico, non acquista prestigio perchè è in bianco e nero, o perchè è in latino. E' superato per grazia, e per malizia viene ripescato.

Allora di fronte all'aver trasformato il culto in un banchetto cui fare pascere sodomiti senza Dio, senza pietà, senza misericordia, senza carità, che chiamano FEDE il disprezzo per il prossimo, l'intolleranza, l'arroganza, il desiderio di vedere eliminate le proiezioni delle proprie frustrazioni che si colgono negli altri, che stuprano Cristo arrogandosi il diritto di fare del culto una loro proprietà e un loro divertimento privato, E' DOVEROSO purificare la pratica rituale da ogni possibile fraintendimento, rischio idolatrico e cooperazione formale al male.

Ben vengano i terital, le ostie biscottate, le casule di plastica senza la stola, e ogni realtà Kitsch e iconoclasta: è il ventilabro con cui si vaglia la pula e si separa dal grano. Chi aveva il "dio" latino, si sentirà il latino storpiato e scandalizzandosi dell'umile perito chimico che il latino a scuola non l'ha mai studiato, se ne andrà sbattendo la porta. PONTI D'ORO AL NEMICO CHE FUGGE: costoro ci fanno solo una grandissima cortesia. Stanno purificando la chiesa dalla presenza di elementi estranei, che non credevano a niente prima, e continueranno a non credere a niente dopo, ma almeno fuori dai coglioni!

La religione è una cosa sola, AMORE PERSONALE per una PERSONA, DIO! Chi non ha mai amato qualcuno, non è in grado di capire cosa significa amare. Chi ama qualcuna/o perchè è bella/o, quando questa/o diventa brutta/o, la lascia. Era forse amore? NO! E' facile amare una che è una figa, non ci vuole molto sforzo. E' amarla anche quando cambia, quando diventa scontrosa, quando diventa odiosa, antipatica, brutta, indesiderabile. Se uno riesce, ALLORA, ancor ad amare, quello è l'amore, il sacrificio. Cristo ha amato l'uomo, non quando lo lodavano, si complimentavano con lui e lo esaltavano, proclamandolo re. Lo ha continuato ad amare quando lo hanno tradito, lo hanno sputato, picchiato, frustato e ammazzato. Non ha rifiutato di continuare ad amare, nonostante fosse UMANAMENTE pressoché impossibile. La risposta dei cosiddetti credenti, sarebbe quella di scappare, piangere, disperarsi, perdere la fede, perché il papa non mette la mozzetta e non indossa più "lo scudo della fede, simbolo della chiesa ortodossa e della chiesa cattolica unite sotto la giurisidizione di Roma" (per i non addentro: la idiota definizione di FANONE data dal sedicente ed ormai licenziando maestro delle cerimonie pontificie, che come firma conclusiva del suo estetico ed inutile lavoro, ha scritto questa scemenza sul sito del vaticano)? Meglio perderli che trovarli!

Chi ha la forza di vedere la purezza e la crudezza del Sacramento, semplice, senza nessun orpello, accidente, ridondanza, vedendo in esso un Cristo povero ed umile come quando è nato nella stalla, tra la paglia e la merda di bue e di asino, allora lui avrà la fede, e potrà sperare di essere in grado di fare l'unica cosa che serve per essere salvi: amare.












vi aggiorneremo sulle foto

[SM=g1740733]



[Modificato da Caterina63 14/03/2013 22:09]
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0intronizzazione1.jpg

http://d4.yimg.com/sr/img/1/e6ab1fe2-53ee-3e73-8caa-6386e85ecff3












SANTA MESSA
IMPOSIZIONE DEL PALLIO
E CONSEGNA DELL’ANELLO DEL PESCATORE
PER L’INIZIO DEL MINISTERO PETRINO
DEL VESCOVO DI ROMA

OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Piazza San Pietro
Martedì, 19 marzo 2013
Solennità di San Giuseppe



[Modificato da Caterina63 19/03/2013 13:42]
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[SM=g1740758] Santa Messa del Crisma nella Basilica Vaticana. Giovedì Santo 2013

Chrisma


















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21/04/2013 11:41
 
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Il Papa ordina 10 nuovi sacerdoti: siate pastori, non funzionari e ricordate che la Parola di Dio non è vostra ma di Dio






Papa Francesco nella Basilica di San Pietro  Messa con le ordinazioni di 10 sacerdoti 21.4.2013

http://d2.yimg.com/sr/img/1/1a15bea7-051c-34e4-8621-305c6ae19859






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CAPPELLA PAPALE
NELLA SOLENNITÀ DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO

SANTA MESSA E IMPOSIZIONE DEL PALLIO
AI NUOVI METROPOLITI

OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Basilica Vaticana
Sabato,
29 giugno 2013



























Signori Cardinali,
Sua Eminenza Metropolita Ioannis,
venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio,
cari fratelli e sorelle!

Celebriamo la Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, patroni principali della Chiesa di Roma: una festa resa ancora più gioiosa per la presenza di Vescovi da tutto mondo. Una grande ricchezza che ci fa rivivere, in un certo modo, l’evento di Pentecoste: oggi, come allora, la fede della Chiesa parla in tutte le lingue e vuole unire i popoli in un’unica famiglia.

Saluto di cuore e con gratitudine la Delegazione del Patriarcato di Costantinopoli, guidata dal Metropolita Ioannis. Ringrazio il Patriarca ecumenico Bartolomeo I per questo rinnovato gesto fraterno. Saluto i Signori Ambasciatori e le Autorità civili. Un grazie speciale al Thomanerchor, il Coro della Thomaskirche [Chiesa di San Tommaso] di Lipsia - la chiesa di Bach - che anima la Liturgia e che costituisce un’ulteriore presenza ecumenica.

Tre pensieri sul ministero petrino, guidati dal verbo “confermare”. In che cosa è chiamato a confermare il Vescovo di Roma?

1. Anzitutto, confermare nella fede. Il Vangelo parla della confessione di Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16), una confessione che non nasce da lui, ma dal Padre celeste. Ed è per questa confessione che Gesù dice: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa» (v. 18). Il ruolo, il servizio ecclesiale di Pietro ha il suo fondamento nella confessione di fede in Gesù, il Figlio del Dio vivente, resa possibile da una grazia donata dall’alto. Nella seconda parte del Vangelo di oggi vediamo il pericolo di pensare in modo mondano. Quando Gesù parla della sua morte e risurrezione, della strada di Dio che non corrisponde alla strada umana del potere, in Pietro riemergono la carne e il sangue: «si mise a rimproverare il Signore: …questo non ti accadrà mai» (16,22). E Gesù ha una parola dura: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo» (v. 23). Quando lasciamo prevalere i nostri pensieri, i nostri sentimenti, la logica del potere umano e non ci lasciamo istruire e guidare dalla fede, da Dio, diventiamo pietra d’inciampo. La fede in Cristo è la luce della nostra vita di cristiani e di ministri nella Chiesa!

2. Confermare nell’amore. Nella seconda Lettura abbiamo ascoltato le commoventi parole di san Paolo: «Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede» (2 Tm 4,7). Di quale battaglia si tratta? Non quella delle armi umane, che purtroppo insanguina ancora il mondo; ma è la battaglia del martirio. San Paolo ha un’unica arma: il messaggio di Cristo e il dono di tutta la sua vita per Cristo e per gli altri. Ed è proprio l’esporsi in prima persona, il lasciarsi consumare per il Vangelo, il farsi tutto a tutti, senza risparmiarsi, che lo ha reso credibile e ha edificato la Chiesa. Il Vescovo di Roma è chiamato a vivere e confermare in questo amore verso Cristo e verso tutti senza distinzioni, limiti e barriere. E non solo il Vescovo di Roma: tutti voi, nuovi arcivescovi e vescovi, avete lo stesso compito: lasciarsi consumare per il Vangelo, farsi tutto a tutti. Il compito di non risparmiare, uscire di sé al servizio del santo popolo fedele di Dio.

3. Confermare nell’unità. Qui mi soffermo sul gesto che abbiamo compiuto. Il Pallio è simbolo di comunione con il Successore di Pietro, «principio e fondamento perpetuo e visibile dell’unità della fede e della comunione» (Conc. Ecum Vat. II, Cost. dogm. sulla Chiesa  Lumen gentium, 18). E la vostra presenza oggi, cari Confratelli, è il segno che la comunione della Chiesa non significa uniformità. Il Vaticano II, riferendosi alla struttura gerarchica della Chiesa afferma che il Signore «costituì gli Apostoli a modo di collegio o gruppo stabile, a capo del quale mise Pietro, scelto di mezzo a loro» (ibid., 19). Confermare nell’unità: il Sinodo dei Vescovi, in armonia con il primato. Dobbiamo andare per questa strada della sinodalità, crescere in armonia con il servizio del primato. E continua, il Concilio: «questo Collegio, in quanto composto da molti, esprime la varietà e universalità del Popolo di Dio» (ibid., 22). Nella Chiesa la varietà, che è una grande ricchezza, si fonde sempre nell’armonia dell’unità, come un grande mosaico in cui tutte le tessere concorrono a formare l’unico grande disegno di Dio. E questo deve spingere a superare sempre ogni conflitto che ferisce il corpo della Chiesa. Uniti nelle differenze: non c’è un’altra strada cattolica per unirci. Questo è lo spirito cattolico, lo spirito cristiano: unirsi nelle differenze. Questa è la strada di Gesù! Il Pallio, se è segno della comunione con il Vescovo di Roma, con la Chiesa universale, con il Sinodo dei Vescovi, è anche un impegno per ciascuno di voi ad essere strumenti di comunione.

Confessare il Signore lasciandosi istruire da Dio; consumarsi per amore di Cristo e del suo Vangelo; essere servitori dell’unità. Queste, cari Confratelli nell’episcopato, le consegne che i Santi Apostoli Pietro e Paolo affidano a ciascuno di noi, perché siano vissute da ogni cristiano. Ci guidi e ci accompagni sempre con la sua intercessione la santa Madre di Dio: Regina degli Apostoli, prega per noi! Amen.




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[SM=g1740733] ricapitolando marzo-giugno 2013....

xinb.jpg

c1rl.jpg


[SM=g1740733]


martedì 2 luglio 2013

Tutte le foto più belle delle benedizioni Urbi et Orbi di Benedetto XVI (2005-2012)

 
Clicca qui per vedere il bellissimo speciale segnalatoci da Caterina.


[SM=g1740733]

Una curiosità....
LA FISTOLA



chiamasi FISTOLA  una piccola cannula aurea (con boccaglio dorato e qui nella foto è Paolo VI, l'ultimo Papa ad averla usata) con la quale si sorbiva il vino consacrato nel calice al momento della comunione.
In seguito la fistola fu riservata solo all’uso delle Messe celebrate dal Pontefice e utilizzata dal Sacrista del Palazzo Apostolico che assistendo alla funzione papale, prima dell’offertorio, assumeva una piccola quantità di vino dal calice.
Questo rito avveniva mentre il coro della Cappella Sistina cantava Terza ed era una forma di garanzia per accertarsi della qualità del vino usato per la celebrazione eucaristica officiata dal Sommo Pontefice....









[Modificato da Caterina63 22/04/2014 13:39]
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[SM=g1740758] Esattamente un Anno fa, sotto Natale, riepilogavamo così il Magistero sulla LITURGIA di Benedetto XVI buona visione a tutti..... [SM=g1740733]

www.gloria.tv/?media=378291



[SM=g27998]


[SM=g1740738]



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  Statistiche sulle mitrie usate da Benedetto XVI
Ha usate 72 mitre in tutto il suo pontificato (19 aprile 2005 - 28 febbraio 2013).   Ventisei di queste sono state selezionate da Mons. Piero Marini, Maestro delle Cerimonie, confermato sin dall'inizio del suo pontificato e fino all'ottobre 2007   Delle restanti quarantasei mitrie sono state selezionate da mons. Guido Marini in comune accordo con il Pontefice il quale sceglieva cosa indossare.








Delle 72 mitre totali usate, 63 sono stati realizzate per Benedetto XVI, frutto di donazioni e ricevute come dono.  
Delle rimanenti nove mitre abbiamo:

-    6 di queste appartenevano al Beato Giovanni Paolo II

-    1  a Paolo VI:



25 Dicembre 2007 - Urbi et Orbi (LOS)

-    2 di queste è stata usata, almeno una volta, dai Predecessori: Pio IX,  Benedetto XV, Pio XI, Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II:

Benedizione Urbi et Orbi



31 dicembre 2012 - Te Deum (CTV)


***


-    1 appartenuta al Beato Predecessore Pio IX e donata a lui in occasione della proclamazione del Dogma dell'Immacolata: 
20 marzo 2008 - In Coena Domini, San Giovanni in Laterano






Altra curiosità:
Delle 72 mitre totali, 25 sono state utilizzate una sola volta.


Questi sono alcune delle 5 mitre usate più frequentemente:

Mitre "# 2" usata 33 volte (in realtà realizzati dalle suore di Rosano per il Cardinale Ratzinger. Benedetto XVI era molto affezionato a questa):

 


15 mag 2005 - Ordinazione presbiterale dei Diaconi della Diocesi di Roma , Basilica Vaticana

 

Mitre "# 9" (Peter & Paul mitra) usata 29 volte:

 

1 gennaio ° 2006 - Solennità di Maria, Madre di Dio , Basilica Vaticana (Stefano Spaziani)

 

Mitre "# 23 "(80 ° compleanno mitria donata al Papa dal fratello mons. Georg Ratzinger)) usata 28 volte:

 


6 gennaio 2009 - Solennità dell'Epifania del Signore 
, Basilica Vaticana

Mitre "# 42" (la mitria "Sydney", donata al Papa in occasione della 23 ° GMG in Australia, molto leggera) usata 21 volte:

Domenica 20 luglio 2008 - Santa Messa per il 23 ° Giornata Mondiale della Gioventù a Randwick a Sydney


Mitre "# 33"
 (una delle mitre di Giovanni Paolo II) usata 16 volte e unita spesso all'intero completo con piviale:

 

Giovedi Santo 20 marzo 2008 -  Messa del Crisma, Basilica Vaticana (CORBIS)

La prima celebrazione liturgica di Benedetto XVI indossa naturalmente una mitria di Paolo VI, usata anche da Giovanni Paolo I e da Giovanni Paolo II ( Mitre "1"):

20 aprile 2005 - Concelebrazione Eucaristica con i Cardinali elettori, Cappella Sistina


L'ultima celebrazione liturgica di Benedetto XVI ( Mitre "39", un simplex mitra indossata 15 volte):

Mercoledì delle Ceneri 13 febbraio, 2013 - Processione Penitenziale, Santa Messa, benedizione e imposizione delle Ceneri (LOS)






quelle usate da Papa Francesco:



 


[Modificato da Caterina63 05/06/2015 10:00]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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    ..... durante la Messa del 9 luglio 2000, ritroviamo una rara immagine in cui Giovanni Paolo II usò la dalmatica











è probabile che per le Ordinazioni vescovili Giovanni Paolo II avrebbe voluto di più usare la dalmatica, non lo sapremo mai, ma intanto in quel 2000 e con gli stessi abiti liturgici, anche qui per l'Epifania usò la dalmatica 











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Novus Ordo Il santo Padre Francesco celebra ad orientem
 in occasione dei Battesimi - 12 gennaio 2014

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[Modificato da Caterina63 13/01/2014 11:02]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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“Il vestiario liturgico, cioè i paramenti sacri,
è il segno distintivo del sacerdote Cattolico.
Non sono qualcosa di facoltativo”
(Giovanni Paolo II)






 

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05/06/2015 09:49
 
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SANTA MESSA, PROCESSIONE A SANTA MARIA MAGGIORE E BENEDIZIONE EUCARISTICA
NELLA SOLENNITÀ DEL SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO

OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Piazza San Giovanni in Laterano
Giovedì, 4 giugno 2015

[Multimedia]





cliccare qui per l'album fotografico


 

Abbiamo ascoltato: nella [Ultima] Cena Gesù dona il suo Corpo e il suo Sangue mediante il pane e il vino, per lasciarci il memoriale del suo sacrificio di amore infinito. E con questo “viatico” ricolmo di grazia, i discepoli hanno tutto il necessario per il loro cammino lungo la storia, per estendere a tutti il regno di Dio. Luce e forza sarà per loro il dono che Gesù ha fatto di sé, immolandosi volontariamente sulla croce. E questo Pane di vita è giunto fino a noi! Non finisce mai lo stupore della Chiesa davanti a questa realtà. Uno stupore che alimenta sempre la contemplazione, l’adorazione e la memoria. Ce lo dimostra un testo molto bello della Liturgia di oggi, il Responsorio della seconda lettura dell’Ufficio delle Letture, che dice così: «Riconoscete in questo pane, colui che fu crocifisso; nel calice, il sangue sgorgato dal suo fianco. Prendete e mangiate il corpo di Cristo, bevete il suo sangue: poiché ora siete membra di Cristo. Per non disgregarvi, mangiate questo vincolo di comunione; per non svilirvi, bevete il prezzo del vostro riscatto».

C’è un pericolo, c’è una minaccia: disgregarci, svilirci. Cosa significa, oggi, questo “disgregarci” e “svilirci”?

Noi ci disgreghiamo quando non siamo docili alla Parola del Signore, quando non viviamo la fraternità tra di noi, quando gareggiamo per occupare i primi posti - gli arrampicatori -, quando non troviamo il coraggio di testimoniare la carità, quando non siamo capaci di offrire speranza. Così ci disgreghiamo. L’Eucaristia ci permette di non disgregarci, perché è vincolo di comunione, è compimento dell’Alleanza, segno vivente dell’amore di Cristo che si è umiliato e annientato perché noi rimanessimo uniti. Partecipando all’Eucaristia e nutrendoci di essa, noi siamo inseriti in un cammino che non ammette divisioni. Il Cristo presente in mezzo a noi, nel segno del pane e del vino, esige che la forza dell’amore superi ogni lacerazione, e al tempo stesso che diventi comunione anche con il più povero, sostegno per il debole, attenzione fraterna a quanti fanno fatica a sostenere il peso della vita quotidiana, e sono in pericolo di perdere la fede.

E poi, l’altra parola: che cosa significa oggi per noi “svilirci”, ossia annacquare la nostra dignità cristiana? Significa lasciarci intaccare dalle idolatrie del nostro tempo: l’apparire, il consumare, l’io al centro di tutto; ma anche l’essere competitivi, l’arroganza come atteggiamento vincente, il non dover mai ammettere di avere sbagliato o di avere bisogno. Tutto questo ci svilisce, ci rende cristiani mediocri, tiepidi, insipidi, pagani.

Gesù ha versato il suo Sangue come prezzo e come lavacro, perché fossimo purificati da tutti i peccati: per non svilirci, guardiamo a Lui, abbeveriamoci alla sua fonte, per essere preservati dal rischio della corruzione. E allora sperimenteremo la grazia di una trasformazione: noi rimarremo sempre poveri peccatori, ma il Sangue di Cristo ci libererà dai nostri peccati e ci restituirà la nostra dignità. Ci libererà dalla corruzione. Senza nostro merito, con sincera umiltà, potremo portare ai fratelli l’amore del nostro Signore e Salvatore. Saremo i suoi occhi che vanno in cerca di Zaccheo e della Maddalena; saremo la sua mano che soccorre i malati nel corpo e nello spirito; saremo il suo cuore che ama i bisognosi di riconciliazione, di misericordia e di comprensione.

Così l’Eucaristia attualizza l’Alleanza che ci santifica, ci purifica e ci unisce in comunione mirabile con Dio. Così impariamo che l’Eucaristia non è un premio per i buoni, ma è la forza per i deboli, per i peccatori. E’ il perdono, è il viatico che ci aiuta ad andare, a camminare.

Oggi, festa del Corpus Domini, abbiamo la gioia non solo di celebrare questo mistero, ma anche di lodarlo e cantarlo per le strade della nostra città. La processione che faremo al termine della Messa, possa esprimere la nostra riconoscenza per tutto il cammino che Dio ci ha fatto percorrere attraverso il deserto delle nostre povertà, per farci uscire dalla condizione servile, nutrendoci del suo Amore mediante il Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue.

Tra poco, mentre cammineremo lungo la strada, sentiamoci in comunione con tanti nostri fratelli e sorelle che non hanno la libertà di esprimere la loro fede nel Signore Gesù. Sentiamoci uniti a loro: cantiamo con loro, lodiamo con loro, adoriamo con loro. E veneriamo nel nostro cuore quei fratelli e sorelle ai quali è stato chiesto il sacrificio della vita per fedeltà a Cristo: il loro sangue, unito a quello del Signore, sia pegno di pace e di riconciliazione per il mondo intero.

E non dimentichiamo: «Per non disgregarvi, mangiate questo vincolo di comunione; per non svilirvi, bevete il prezzo del vostro riscatto».

   

 


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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