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La Teologia oggi: prospettive, principi e criteri

Ultimo Aggiornamento: 15/06/2013 21:52
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[SM=g1740758] Conclusione

100. Proprio come la teologia è un servizio reso alla Chiesa e alla società, così il presente testo, scritto da teologi, si propone di offrire un servizio ai nostri colleghi, e anche a coloro con i quali entrano in dialogo i teologi cattolici. Scritto con pieno rispetto per tutti coloro che portano avanti l’indagine teologica, e con un senso profondo della gioia e del privilegio della vocazione teologica, cerca di indicare le prospettive e i princìpi che caratterizzano la teologia cattolica, e di presentare i criteri alla luce dei quali questa teologia può essere identificata.
In sintesi, si può dire che la teologia cattolica studia il Mistero di Dio rivelato in Cristo, e articola l’esperienza di fede che fanno coloro che sono nella comunione con la Chiesa e partecipano alla vita di Dio, per grazia dello Spirito Santo, che guida la Chiesa alla verità (Gv 16,13).
Riflette sull’immensità dell’amore attraverso il quale il Padre ha donato al mondo suo Figlio (cfr Gv 3,16) e sulla gloria, grazia e verità che sono state rivelate in lui per la nostra salvezza (cfr Gv 1,14); e sottolinea l’importanza della speranza in Dio più che nelle cose create, una speranza che cerca di spiegare (cfr 1 Pt 3,15).
In tutto il suo operato, accogliendo l’esortazione di Paolo a rendere grazie (Col 3,15; 1 Ts 5,18), persino nelle avversità (cfr Rm 8,31-39), è fondamentalmente dossologica, caratterizzata dalla lode e dal ringraziamento. Poiché studia l’operato di Dio per la nostra salvezza e la natura incomparabile delle sue opere, la gloria e la lode sono la modalità che le è più consona, come san Paolo ha insegnato non solo con le sue parole ma anche con la sua vita: «A colui che in tutto ha il potere di fare molto più di quanto possiamo domandare o pensare, secondo la potenza che opera in noi, a lui la gloria nella Chiesa e in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secoli dei secoli! Amen» (Ef 3,20-21).






* NOTA PRELIMINARE. [SM=g1740733]  Lo studio del tema dello statuto della teologia era stato affrontato dalla Commissione Teologica Internazionale già nel quinquennio 2004-2008. Il lavoro si era svolto all’interno di una Sottocommissione, presieduta dal rev.do Santiago del Cura Elena e composta dai seguenti Membri: S .E. Mons. Bruno Forte, S. E. Mons. Savio Hon Tai-Fai, S.D.B., rev.di Antonio Castellano, S.D.B., Tomislav Ivanĉić, Thomas Norris, Paul Rouhana, Leonard Santedi Kinkupu, Jerzy Szymik e prof. dr. Thomas Söding.

Dal momento tuttavia che tale Sottocommissione non ebbe modo di portare a termine il suo lavoro con la pubblicazione di un documento, lo studio fu ripreso nell’ambito della Commissione del quinquennio successivo, sulla base anche del lavoro svolto in precedenza. A questo scopo fu formata una nuova Sottocommissione, presieduta da mons. Paul McPartlan e comprendente i seguenti Membri: s.e. mons. Jan Liesen, rev.di p. Serge Thomas Bonino, O.P., Antonio Castellano, S.D.B., Adelbert Denaux, Tomislav Ivanĉić, Leonard Santedi Kinkupu, Jerzy Szymik, rev.da suor Sara Butler, M.S.B.T., prof. dr. Thomas Söding.

Le discussioni generali su questo tema si sono svolte in numerosi incontri delle Sottocommissioni e durante le Sessioni Plenarie della stessa Commissione Teologica Internazionale, tenutesi a Roma dal 2004 al 2011. Il presente testo è stato approvato dalla Commissione «in forma specifica» il 29 novembre 2011, ed è stato poi sottoposto al suo Presidente, il Card. William Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il quale ne ha autorizzato la pubblicazione.

NOTE

[1] Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, n. 3.

[2] Per questi ultimi due aspetti, vedi sotto, nn. 92-94, e 10,25-32, rispettivamente.

[3] H. de Lubac, Cattolicismo. Aspetti sociali del dogma, Milano, Jaca Book, 1992.

[4] Per L’interpretazione dei dogmi cfr Civ. Catt. 1990 II 144-173.

[5] «Cattolico» si riferisce qui alla Chiesa cattolica in cui sussiste la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica costituita da Cristo e affidata alla cura di Pietro e degli apostoli (cfr Concilio Vaticano II, Lumen gentium, n.8, Unitatis redintegratio, n.4, Dignitatis humanae, n.1). In tutto il testo il termine «teologia» si riferisce alla teologia così com’è compresa dalla Chiesa cattolica.

[6] Concilio Vaticano II, Dei Verbum, n. 2.

[7] Benedetto XVI, Esortazione apostolica postsinodale Verbum Domini (2010), n. 6; cfr Dei Verbum, nn. 2, 6.

[8] Verbum Domini, n. 3.

[9] Salvo dove diversamente indicato, in tutto il documento i testi biblici sono tratti da La Sacra Bibbia della CEI, in La Bibbia di Gerusalemme, Bologna, Edb, 2009.

[10] Dei Verbum, n. 1; cfr Agostino, s., De catechizandis rudibus 4, 8 (Corpus Christianorum Series Latina [CCSL] 46,129).

[11] Verbum Domini, n. 7; cfr Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC), n.108.

[12] Cfr Dei Verbum, nn. 7, 11, 16.

[13] Dei Verbum, n. 21.

[14] Agostino, s., «Deus […] per hominem more hominum loquitur; quia et sic loquendo nos quaerit» (De civitate Dei XVII, 6, 2; [CCSL] 48, 567); cfr Concilio Vaticano II, Dei Verbum, n.12.

[15] Dei Verbum, n. 11.

[16] Dei Verbum, n. 8.

[17] Verbum Domini, n. 18.

[18] Dei Verbum, n. 2.

[19] Cfr Dei Verbum, n. 5, con riferimento anche al Concilio Vaticano I, Dei Filius, cap. 3 (DH 3008).

[20] Cfr Dei Verbum, n. 3; anche Concilio Vaticano I, Dei Filius, cap.2 (DH 3004).

[21] Cfr anche 1 Gv 4,1-6; 2 Gv 7; Gal 1,6-9; 1 Tim 4,1.

[22] CCC, n. 2089.

[23] Agostino, s., In Joannis Evang., XXIX, 6 [CCSL 36, 287]; anche Sermo 43, 7 ([CCSL 41, 511].

[24] Agostino, s., Lettera 120 (Corpus Scriptorum Ecclesiasticorum Latinorum [CSEL 34, 2, 704]): «Porro autem qui vera ratione iam quod tantummodo credebat intelligit, profecto praepondendus est ei qui cupit adhuc intelligere quod credit; si autem non cupit et ea quae intelligenda sunt credenda tantummodo existimat, cui rei fides prosit ignorat».

[25] Cfr Agostino, s., De Trinitate XIV, 1 [CCSL 50, 424]: «Huic scientiae tribuens … illud tantummodo quo fides saluberrima, quae ad veram beatitudinem ducit, gignitur, nutritur, defenditur, roboratur».

[26] Giovanni Paolo II, Lettera enciclica Fides et ratio (1998), parole di apertura.

[27] Anselmo, s., Proslogion, Proemium (in S. Anselmi Cantuariensis Archiepiscopi Opera omnia, ed. F. S. Schmitt, t. 1, p. 94). In ragione dello stretto legame tra fede, speranza e amore (vedi sopra, n. 11), si può affermare che la teologia è anche spes quaerens intellectum (cfr 1 Pt 3,15) e caritas quaerens intellectum. Quest’ultimo aspetto viene posto in particolare rilievo nell’Oriente cristiano: poiché la teologia spiega il mistero di Cristo che è la Rivelazione dell’amore di Dio (cfr Gv 3,16), essa è amore di Dio espresso in parole.

[28] Cfr, in particolare, Melchior Cano, De locis theologicis, ed. J. Belda Plans (Madrid, 2006). Cano elenca dieci loci: Sacra Scriptura, traditiones Christi et apostolorum, Ecclesia Catholica, Concilia, Ecclesia Romana, sancti veteres, theologi scholastici, ratio naturalis, philosophi, humana historia.

[29] Dei Verbum, n. 24.

[30] Verbum Domini, n. 35; cfr n. 31.

[31] Cfr Concilio di Trento, Decretum de libris sacris et de traditionibus recipiendis (DH 1501-1505).

[32] Pontificia Commissione Biblica, L’Interpretazione della Bibbia nella Chiesa (1993), III, C, 1; cfr Verbum Domini, n. 33.

[33] Dei Verbum, n. 12.

[34] Cfr Dei Verbum. n. 12.

[35] Cfr L’Interpretazione della Bibbia nella Chiesa, I, B-E.

[36] Verbum Domini, n. 34.

[37] “[D]ovendo la sacra Scrittura esser letta e interpretata alla luce dello stesso Spirito mediante il quale è stata scritta, per ricavare con esattezza il senso dei sacri testi, si deve badare con non minore diligenza al contenuto e all’unità di tutta la Scrittura, tenuto debito conto della viva tradizione di tutta la Chiesa e dell’analogia della fede” (Dei Verbum, n.12).

[38] Cfr Verbum Domini, n. 39.

[39] Cfr Pontificia Commissione Biblica, L’Interpretazione della Bibbia nella Chiesa (1993), II, B; anche CCC 115-118. La teologia medievale parla dei quattro sensi della Scrittura: Littera gesta docet, quid credas allegoria, moralis quid agas, quo tendas anagogia.

[40] Verbum Domini, n. 34.

[41] Sulla posizione centrale della Scrittura nella teologia, cfr Bonaventura, s., Breviloquium, Prologue.

[42] Concilio Vaticano II, Optatam totius, n. 16. Cfr Tommaso d’Aquino, s., Summa Theologiae, Ia, q. 36, a. 2, ad 1: «De Deo dicere non debemus quod in sacra Scriptura non invenitur vel per verba, vel per sensum».

[43] Verbum Domini, n. 37.

[44] Verbum Domini, n. 46.

[45] Dei Verbum, n. 21.

[46] Cfr Dei Verbum, n. 22.

[47] Dei Verbum, n. 8.

[48] Cfr Dei Verbum, n. 7.

[49] Dei Verbum, n. 8.

[50] Dei Verbum, n. 8.

[51] Cfr Optatam totius, n. 16.

[52] Cirillo di Alessandria presentò una raccolta di estratti patristici al Concilio di Efeso; cfr Mansi IV, 1183-1195; E. Schwartz (ed.), Acta Conciliorum Oecumenicorum I, 1.1, pp. 31-44.

[53] Cfr Agostino, s., Contra duas epistulas pelagianorum, 4, 8, 20 [CSEL 60, 542-543]; 4, 12, 32 [CSEL 60, 568-569]; Contra Iulianum,1, 7, 34 [PL 44, 665]; 2, 10, 37 [PL 44, 700-702]. Anche Vincenzo di Lerino, Commonitorium 28, 6 [CCSL 64, 187): «Sed eorum dumtaxat patrum sententiae conferendae sunt, qui in fide et communione catholica sancte sapienter constanter viventes docentes et permanentes, vel mori in Christo fideliter vel occidi pro Christo feliciter meruerun».

[54] Cfr DH 301, 1510.

[55] DH 1507, 3007.

[56] Concilio Vaticano II, Lumen gentium, n. 25.

[57] Commissione Teologica Internazionale, L’Interpretazione dei Dogmi (1990), B, III, 3; cfr L’unità della fede e il pluralismo teologico (1972), nn. 6-8, 10-12.

[58] Cfr Giovanni XXIII, «Allocutio in Concilii Vaticani inauguratione», in AAS 84 (1962) 792; Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, n.62. Per un’analisi dettagliata dell’intera questione, vedi Commissione Teologica Internazionale L’interpretazione dei dogmi.

[59] Dei Verbum, n. 10.

[60] Dei Verbum, n. 9.

[61] Dei Verbum, n. 24.

[62] J. A. Möhler, L’unità nella Chiesa. Il principio del cattolicesimo nello spirito dei Padri della Chiesa dei primi tre secoli, Roma, Città Nuova, 1969.

[63] Verbum Domini,n. 7.

[64] Dei Verbum, n. 8.

[65] Dei Verbum, n. 9.

[66] Cfr Dei Verbum, n. 8; Lumen gentium, nn. 13, 14; Unitatis redintegratio, nn. 15, 17; Ad gentes, n. 22.

[67] Cfr Y. Congar, Tradition et traditions: I. Essai historique; II. Essai théologique, Paris, 1960; 1963.

[68] Quarta Conferenza mondiale di Fede e Costituzione (Montreal, 1963), «Scrittura, Tradizione e Tradizioni», n. 48, p. 52 (in P. C. Rodger - L. Vischer [eds], New York, 1964). A rigor di termini è anche possibile, come fa questo documento, operare una distinzione fra Tradizione (con la «T» maiuscola) e tradizione (con la «t» minuscola): la Tradizione è «lo stesso Vangelo, trasmesso di generazione in generazione nella Chiesa e dalla Chiesa», è «lo stesso Cristo presente nella vita della Chiesa»; la tradizione è «il processo di trasmissione» (n. 39, p. 50).

[69] Cfr Unitatis redintegratio, n. 6.

[70] Lumen gentium, n. 12.

[71] Dei Verbum, n. 8.

[72] Cfr Lumen gentium, n. 35.

[73] Lumen gentium, n. 12.

[74] Cfr Lumen gentium, capitolo 2.

[75] Cfr Lumen gentium, capitolo 3.

[76] Cfr Dei Verbum, n. 8; Ireneo, s., Adv. Haer., IV, 26, 2.

[77] Cfr Lumen gentium, nn. 21, 24-25.

[78] Dei Verbum, n. 10; vedi sopra, n. 30.

[79] Agostino, s., Sermo 340 A [PL 38, 1483].

[80] L’Istruzione Donum veritatis sulla vocazione ecclesiale del teologo (1990) parla della verità donata da Dio al suo popolo (nn. 2-5) e colloca «la vocazione del teologo» nel diretto servizio al popolo di Dio, affinché questo possa arrivare alla comprensione dei doni ricevuti nella fede (nn. 6-7).

[81] Dei Verbum, n. 10.

[82] La Commissione Teologica Internazionale ha affrontato tale questione nel documento Magistero e teologia (1975), come pure ha fatto la Congregazione per la Dottrina della Fede nella Donum veritatis.

[83] Cfr Dei Verbum, n. 10.

[84] Cfr Magistero e teologia, Tesi 2. Oggi come nel passato, naturalmente, vescovi e teologi non costituiscono due gruppi del tutto distinti.

[85] Cfr Donum veritatis, n. 21.

[86] Cfr Concilio Vaticano II, Lumen gentium, nn. 21-25, Christus Dominus, n. 12, Dei Verbum, n. 10.

[87] Tommaso d’Aquino distingueva tra magisterium cathedrae pastoralis e magisterium cathedrae magistralis, il primo riferito ai vescovi e il secondo ai teologi. Oggi per Magistero o Magistero ecclesiastico si intende specificamente il primo dei due significati, e in questo senso viene utilizzato nel presente testo. Sebbene i teologi abbiano di fatto una funzione di insegnamento, che può essere formalmente riconosciuta dalla Chiesa, questa non va confusa o contrapposta a quella dei vescovi; cfr Tommaso d’Aquino, s., Contra Impugnantes, c. 2; Quaest. Quodlibet., III, q. 4, a. 9, ad 3; In IV Sent., d. 19, q. 2, a. 3, q. 3, ad 4; anche Donum veritatis, nota a piè di pagina 27.

[88] Cfr Donum veritatis, n. 34.

[89] Cfr Donum veritatis, nn. 13-20.

[90] Cfr Commissione Teologica Internazionale, L’interpretazione dei dogmi, B, II, 3. Le proposizioni teologiche che a vari livelli vanno contro l’insegnamento del Magistero sono oggetto di valutazioni negative o censure corrispondentemente differenziate, e i responsabili vanno incontro a possibili sanzioni; cfr Giovanni Paolo II, Lettera apostolica motuproprio Ad tuendam fidem (1998).

[91] Cfr Magistero e teologia, tesi 8.

[92] Cfr Donum veritatis, nn. 21-41

[93] J. H. Newman, «Preface to the Third Edition», in H. D. Wiedner (ed.), The Via Media of the Anglican Church, Oxford, Clarendon Press, 1990, 27.

[94] Prefazione alla Terza Edizione (pp. 29-30): «Non tutta la conoscenza è idonea a tutte le menti; una proposizione può essere vera, e tuttavia in un particolare tempo e luogo può essere “temeraria, offensiva per orecchie pie, e scandalosa”, seppure non “eretica” né “erronea”» (p. 34).

[95] Magistero e teologia, Tesi 9. La Commissione Teologica Internazionale offre inoltre delle indicazioni sulla prassi da seguire in caso di controversie (cfr Tesi 11-12).

[96] Cfr Magistero e teologia, Tesi 8.

[97] Magistero e teologia, Tesi 8.

[98] Vedi n. 83.

[99] Cfr Lumen gentium, nn. 22, 25.

[100] Cfr Donum veritatis, n. 11.



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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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