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Nomine Ufficiali del Pontefice, Bollettino della Santa Sede

Ultimo Aggiornamento: 27/02/2019 00:14
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09/03/2015 17:59
 
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Il cardinale Tauran ha giurato come nuovo Camerlengo







Il cardinale Tauran - AP

09/03/2015

Il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, ha prestato stamani giuramento nella Cappella Urbano VIII come nuovo camerlengo di Santa Romana Chiesa. Papa Francesco ha presieduto la breve liturgia prevista in questa occasione, leggendo i testi liturgici previsti, senza pronunciare alcun discorso. Il card. Tauran, dopo aver letto il testo del giuramento, ha pronunciato alcune brevi parole di ringraziamento: "Siamo consapevoli - ha detto - dei doveri che ci incombono oggi e domani. Preghiamo perché le nostre negligenze non nascondano mai l’immagine e la testimonianza di questa Sede Apostolica, questa Chiesa di Roma che presiede alla carità. Chi parla a nome di tutti desidera ringraziare Vostra Santità che ha voluto nominarlo Camerlengo di Santa Romana Chiesa. Un’ulteriore manifestazione di fiducia da parte di Vostra Santità. Le assicuro Padre Santo, che secondo quanto da Lei auspicato, saremo sempre attenti a rispettare il diritto, ad agire con sobrietà e a collaborare con tutti i Membri della Curia Romana".

Il camerlengo, ricordiamo, è il porporato che presiede la cosiddetta Camera Apostolica e che svolge l'ufficio di curare e amministrare i beni e i diritti temporali della Santa Sede durante la Sede Vacante: in questo periodo è tra coloro che non decadono dalle loro funzioni e che continuano a svolgere gli affari ordinari, sottoponendo al Collegio dei cardinali ciò che avrebbe dovuto essere riferito al Pontefice. Il cardinale Tauran ha ricevuto la nomina il 20 dicembre scorso e succede nell’incarico al cardinale Tarcisio Bertone.

Al giuramento erano presenti anche il vice-camerlengo, mons. Giampiero Gloder; il prefetto della Casa Pontificia, mons. Georg Gaenswein; il maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie, mons. Guido Marini; mons. Giuseppe Sciacca, uditore generale della Camera Apostolica, circa sette-otto chierici e altro personale della Camera Apostolica.



Convegno "Patti Lateranensi"

 

 cardinale Jean-Louis Tauran

 

“Sono particolarmente onorato d'essere destinatario del Premio Internazionale "Bonifacio VIII", che il Presidente cav. Sante De Angelis, ha voluto conferirmi ed al quale vorrei che siano associati i miei ex-collaboratori della Segreteria di Stato e quelli attuali dell'Archivio Segreto e della Biblioteca Apostolica Vaticana. Senza di loro il mio compito d'ieri e d'oggi sarebbe stato molto più arduo e meno fecondo. Il 23 gennaio u.s. è ricorso l'ottocento novantesimo anniversario dell'incoronazione di Bonifacio VIII, della cui poliedrica personalità ricorderò il diplomatico e l'uomo di cultura che fondò le Università di Roma e d'Avignone.
Inoltre quale Bibliotecario di Santa Romana Chiesa non posso sottacere che proprio per il suo tramite la Biblioteca Apostolica si arricchì di preziosi volumi.
Tuttavia in qualità d'ex-Segretario per i Rapporti della Santa Sede con gli Stati, mentre ricorre oggi il settantaseiesimo anniversario della firma dei Patti Lateranensi, vorrei soffermarmi su una tematica che interessò gran parte del pontificato di quegli che ebbe i natali ad Anagni: il rapporto tra Chiesa e Stato.

Tema, del resto, che è stato egregiamente evocato dagli oratori che mi hanno preceduto. Certo, se dovessi trattare tale aspetto quale cittadino francese, sarei fortemente imbarazzato date le grandi prove inflitte al Pontefice da parte dei miei compatrioti d'allora; ovviamente, in questa sede, parlerò dal punto di vista d'un servitore della S. Sede, che ha cercato d'attuare il compito assegnato dal Papa Giovanni Paolo II alla diplomazia pontificia e dallo stesso Pontefice così formulato: «essere la voce che la coscienza umana aspetta». Le relazioni tra la Chiesa e lo Stato sono inevitabili nella misura in cui due soggetti del dialogo s'interessano al bene spirituale e materiale della medesima persona, la quale è allo stesso tempo fedele della Chiesa e cittadino dello Stato”.

Con queste parole Sua Eminenza il card. Jean Louis Tauran, Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa, ha ringraziato l’Accademia Bonifaciana, rievocato la figura di Papa Bonifacio VIII e celebrato l’anniversario della stipula dei Patti Lateranensi al termine del Convegno storico, che si è svolto venerdì scorso presso la bellissima chiesa medievale di San Pietro in Vineis, incastonata  nella struttura del Convitto Principe di Piemonte.

Arrivato in perfetta puntualità il Porporato francese, è stato accolto  dal Vescovo della diocesi di Anagni-Alatri mons. Lorenzo Loppa e dal Presidente dell’Accademia Sante De Angelis, sono proseguiti i saluti ufficiali con Franco Fiorito Sindaco di Anagni, il dr Michele Marino Presidente del Comitato Scientifico e l’ing. Agostino Gavazzi, Presidente del Centro Studi e Documentazioni Pio XI di Desio. Il Primo Cittadino Franco Fiorito nel suo saluto al Cardinale Tauran e a tutti i presenti, tra l’altro ha voluto sottolineare: “Ora la Chiesa può parlare più legittimamente di libertà religiosa in ogni società e può cercare di meglio impegnarsi nella difesa dei diritti umani.

In questa riflessione generale è di particolare importanza la situazione italiana: per la presenza a Roma del Papa e della Curia, per il ruolo del cattolicesimo nella società italiana e per l'eredità culturale e storica che il problema del rapporto Stato-Chiesa ha depositato nella storia d'Italia. La soluzione della "questione romana" ha portato all'instaurazione nel nostro Paese di un sistema pattizio o "concordatario" che è necessario riesaminare alla luce di quanto è cambiato nella Chiesa Romana e nella società.  L'occasione è questo Convegno storico, organizzato dall’Accademia Bonifaciana di Anagni, con il Patrocinio dell’Amministrazione Comunale – Assessorato alla Cultura, della Regione Lazio, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dell’Archivio Segreto e della Biblioteca Apostolica Vaticana…”. 
Sono seguite poi le relazioni: “La libertà religiosa – disciplina nella politica liberale” (avv. Carlo Coratti); “I Patti Lateranensi nella stampa dell’epoca” (mons. Santino Spartà), “Il Concordato 1984” (Sen. Francesco Crinò); “Orientamenti Governativi e parlamentari Italiani in tema di libertà religiosa  (Cons. dr Antonio Frittella, Magistrato presso la Corte dei Conti).

A moderare l’incontro ad Anagni, è stato un professionista, uno dei giornalisti più amati del panorama nazionale: il  dott. Attilio Romita, del Tg Uno Rai. Nell’intermezzo, il prof. Gaetano D’Onofrio, che ha presentato gli ospiti, coordinato gli interventi di saluto iniziali e letto i messaggi si partecipazione di Sua Altezza Reale il Principe Emanuele Filiberto di Savoia e del Senatore Giulio Andreotti, ha presentato il Concerto "Patti Lateranensi" con il Soprano Eleonora Caliciotti ed il maestro Cesare Marinacci, del Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma, che si è esibito al pianoforte. Ad inizio cerimonia sono stati eseguiti gli Inni nazionali, quello Italiano e quello Pontificio. Sono stati presenti, in qualità di ospiti d’onore  i Conti Achille ed Emanuele Ratti di Desio, pronipoti di S.S. Pio XI, che hanno ritirato “alla memoria” del loro illustre congiunto  uno “speciale” Premio Internazionale Bonifacio VIII, opera del Maestro Ambrosetti.

Il Presidente dell’Accademia Bonifaciana, ha voluto infine, chiarire il perché di questo convegno, “spegnendo – ha detto – alcune strumentalizzazioni politiche che si sono cercate di fare intorno all’evento”. “Mi è stato detto: perché questo incontro? Perché questo convegno? La risposta è semplice: per fare memoria storica. Perché, chi non ha memoria storica, ovvero chi cancella la memoria degli atti che hanno costituito la sua civiltà, è costretto a vivere nel presente e ad accettarlo come definitivo e irreversibile. Cancellare la storia significa rifiutare di giudicare l’esperienza del passato, di­menticare i propri errori o non considerarli tali, perché non esistono verità o beni che trascendano il divenire storico. Al contrario – ha continuato il Presidente - assumere la memoria storica non significa immer­gersi nel passato nell’illusione di riprodurlo; significa invece accet­tare di giudicare il passato e rifiutare la tesi della irreversibilità del presente; significa trascendere il presente, credere nella possibilità dell’uomo libero di costruire un futuro diverso da quello che sembra imporre la contemporaneità. Lo sradicamento può essere visto, sul piano sociologico come un processo di trasformazione della società, di cui prendere atto, ma può anche essere inteso come un progetto di cambiamento verso il quale è possibile esercitare un’opzione”.





[Modificato da Caterina63 09/03/2015 20:53]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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