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"Francesco! Và e ripara la mia Chiesa" Le croci di un Papa

Ultimo Aggiornamento: 12/05/2014 12:39
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03/07/2013 16:12
 
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[SM=g1740758] dateci retta.... lasciate perdere Dan Brown e leggete questo articolo fatto di realtà e drammatica verità.....

‘Conducta escandalosa’. Il primo scandalo sotto papa Francesco. Da mons. Ricca a Piero Marini

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E fu così che colui che il papa aveva designato a prelato dello IOR, mons. Ricca, poco prima albergatore di Bergoglio, dipinto dai giornali come “l’incorruttibile”, il “moralizzatore”, “al di sopra di ogni sospetto” e “l’uomo di fiducia del papa”, è andato a inciampare in due paroline che i nunzi latinoamericani hanno svelato a Francesco: “CONDUCTA ESCANDALOSA” quando era nunzio a due passi dalla Buenos Aires del cardinale Bergoglio. Il papa si è detto desolato e “all’oscuro”. Cosa piuttosto strana. Ora facciamo attenzione a eventuali nuove nomine “strumentalizzabili” come per esempio quella di

Piero Marinial Culto Divino

della quale si chiacchiera. E stavolta il papa si informi prima, non dopo, sugli “uomini di fiducia”.

 

di Antonio Margheriti Mastino dal sito papalepapale.com

Ma sì, ho riso, beato e divertito. Dall’ironia non so di chi, se di Dio o del diavolo o del caso o dell’eterogenesi dei fini o della Provvidenza o del destino cinico e baro. Dell’ironia iconoclasta che sempre è insita nei fatti che si volevano edificanti. Della sorte che spetta ai moralisti e agli epuratori: i primi finiscono nella vergogna, i secondi epurati da qualcuno più puro di loro. E se in una persona si trovano sintetizzati moralismo+purismo=demagogia, presto o tardi finisce, come direbbe la madre del marchese del Grillo, con le “pezze al culo”. Il “popolo” è una femmina volubile e ciclotimica, che bisogna sempre assecondare, e chi se la prende per amante presto si ritroverà in testa parecchi bernoccoli e più corta di un cesto di lumache. Per questo papa Giovanni invitava sempre a “diffidare delle folle plaudenti”, ma soprattutto dai giornalisti “plaudenti”: il giornalista che ti applaude oggi, è il tuo aguzzino di domani. Ma adesso la stiamo prendendo troppo alla larga.

“L’UOMO DI MASSIMA FIDUCIA” DI PAPA FRANCESCO. L’ALBERGATORE

Mons. Battista Ricca, l’albergatore del papa, finito ai vertici dello Ior

Che il Vaticano sia ridotto per davvero con le “pezze al culo” me ne ero reso conto proprio dalla nomina di mons. Battista Ricca come vigilantes e persino “moralizzatore” dello IOR. E presentato al pubblico come “l’uomo di papa Francesco”, peggio: “l’uomo di massima fiducia”, quasi a significa che l’uno e l’altro erano un’anima sola e un corpo solo.  Vale a dire, l’unica persona che il papa conoscesse a Roma. Datosi che era il suo albergatore, avendo sicuramente gradito il servizio di prima colazione un po’ da Plata e avendo apprezzato il trattamento alla clientela da parte dell’Albergo Santa Marta, ha chiamato il reverendo albergatore allo IOR per inaugurarne l’età dell’argento, dopo quella dell’oro prima e dello sterco poi.

Eppure c’era da chiedersi come mai uno avviato da anni alla carriera diplomatica, con tutti i privilegi e le provvigioni che comporta, fosse poi finito lì a fare conti e preparare menù in un albergo per preti (che ultimamente, stante il filtraggio della clientela, essendoci un imprevisto ospite di riguardo, è prossimo al fallimento… a proposito di… “conti”). Fatto sta che questo monsignore in pullover è passato dalle nunziature agli alberghi e da qui alle banche. Un triangolo strano.

Nonostante ciò, è stato subito celebrato dai soliti laudatores mediatici del papato franceschista (almeno della parte che gli fa comodo) nientemeno come “l’Incorruttibile”, “il moralizzatore”, “l’uomo al di sopra di ogni sospetto”, l’uomo della Provvidenza, in pratica… un altro! Se non era un nuovo duce, di certo è sembrato Robespierre. Eppure avrebbero potuto riflettere sulla fine che nella storia fanno sempre gli “incorruttibili”: Robespierre, per esempio, che dopo aver ghigliottinato tutta Parigi a suo giudizio invasa da troppi “corrotti”, finì esso stesso decapitato: evidentemente a qualcuno più moralista di lui iniziava a puzzare un po’ di corruttela pure “l’Incorruttibile” per antonomasia.

Ero rimasto alquanto sorpreso da queste pubbliche declamazioni encomiastiche sul povero Ricca, che avevano tanto il sapore di un’ondata oceanica di moralismo peloso in un bicchier d’acqua. Ero sorpreso per la sproporzione delle reazioni rispetto alla piccola pedina che si muoveva; alla simulazione di attese messianiche per qualche aggiustamento nel personale di quella banchetta per morti di fame che è lo IOR.

Mi fa pena osservare ogni mattina quei ragionieri dello Ior che son andati a sentir messa a Santa Marta con la coda tra le gambe, unici pubblicani viventi che si devono sorbire le rimostranze di ogni fariseo in qualsiasi tempio di questa terra; e come non bastasse, appena svegli, anche i predicozzi del papa “sullo Ior”, a uso e consumo dei media, che Francesco è pronto a scialare una settimana sì e l’altra pure; quei poveracci lì con stipendi da fame, rispetto ai bancari laici o ai preti tedeschi, che si fanno trovare ogni mattina sotto il pulpito, ammucchiati e stretti l’uno all’altro pronti a farsi mazziare per la gioia dell’Ansa e la popolarità del papa: dei veri eroi borghesi, altro che Ambrosoli!

Ma soprattutto ero sorpreso da tutto questo entusiasmo scriteriato e basato su nulla – se non appunto le prurigini demagogiche da una parte e quelle scandalistiche dall’altra – verso mons. Battista Ricca, prelato bresciano con un lungo curriculum nelle nunziature di mezzo mondo, in Sudamerica specialmente, come vi dicevo, e del quale già a suo tempo, parlando con alcuni sacerdoti di quelle terre mi era giunta all’orecchio qualche notizia piuttosto imbarazzante, alla quale non diedi peso sembrandomi irrilevante il personaggio.

MORALISTI UN TANTO AL CHILO CHE INCIAMPANO IN UN PAIO DI MUTANDE

Ricca e il papa

E allora, “questo sarebbe il moralizzatore”? L’uomo nuovo apparso sui colli fatali del Vaticano? Questo burocrate del tiriamo a campare, e se possibile godiamocela un po’ e chi vuol esser lieto lieto sia che del doman non v’è certezza? Questo è l’asso nella manica del papa, davvero lui? Sì, tutti d’accordo, anche perché è notorio che l’unico che “sbagliava nomine” era Ratzinger, è bene ripeterlo.

E allora capisci perché me la rido, me la rido per la totale mancanza di senso della realtà dei moralisti, perché per conoscenza della storia so sempre a priori cosa si cela dietro il moralismo un tanto al chilo e la fine che i moralisti fanno sempre: inciampano prima o poi in qualche paio di mutande, in un assegno a vuoto, in qualche buco fiscale. E infatti vedi come è andata a finire a pochissimi giorni dalla fatale nomina dell’“incorruttibile” albergatore.

E infatti vedi che appena nominato il prelato che avrebbe dovuto moralizzare (non c’è bisogno: quella banchetta è fra le meno amorali al mondo e i soldi non si gestiscono solo “colli paternostri” e il moralismo peloso dei demagoghi) lo IOR, già è successo un casino e “il papa potrebbe revocargli la nomina”. Sic transit gloria mundi!

“CONDUCTA ESCANDALOSA”

Sandro Magister

Senza sporcarci noi a parlare di queste miserie, lasciamo la parola a Magister [qui articolo completo]:

«Quanto allo scandalo che minaccia di esplodere, riguardante il nuovo “prelato” dello IOR, va subito detto che il primo a sentirsene ferito – già fin d’ora – è proprio papa Francesco. Bergoglio ha nominato lo scorso 15 giugno monsignor Battista Ricca, 57 anni, “prelato” dello IOR proprio per collocare all’interno dell’Istituto una persona fidatissima in un ruolo chiave. Col potere statutario di accedere agli atti e ai documenti e di partecipare alle riunioni sia della commissione cardinalizia di vigilanza, sia del consiglio di sovrintendenza, cioè del board della “banca” vaticana.
Ricca presta servizio diplomatico presso la segreteria di Stato. Ma si è conquistata la fiducia del papa soprattutto per la familiarità dei rapporti intrecciati con lui in quanto direttore della Domus Sanctae Marthae – dove Francesco ha scelto di abitare – e di altre due residenze per sacerdoti e vescovi di passaggio a Roma, tra cui quella di via della Scrofa in cui Bergoglio usava soggiornare da cardinale.
Nel dare notizia della sua nomina a “prelato” dello IOR, i media di tutto il mondo sono stati concordi nel ricondurla personalmente al papa e nell’attribuire al personaggio una fama di “incorruttibile”, di uomo adatto a “far pulizia”.
Ma nel corso della sua carriera diplomatica, quando era in servizio all’estero, Ricca ha lasciato dietro di sé precedenti di segno diverso. […] Il buco nero, nella storia personale di Ricca, è quell’anno da lui trascorso in Uruguay, a Montevideo, sulla sponda nord del Rio de la Plata, di fronte a Buenos Aires. Ciò che provocò la rottura col nunzio Bolonek e il suo brusco trasferimento è riassumibile in due espressioni utilizzate da chi in Uruguay ha indagato riservatamente sul suo caso: “pink power” e “conducta escandalosa”.
Papa Francesco era del tutto all’oscuro di questo precedente, quando ha nominato Ricca prelato dello IOR. Ma nella seconda metà di giugno, con tutti i nunzi convenuti a Roma e incontrati di persona – anche durante il concerto in suo onore da lui disertato il 22 del mese –, è arrivato a convincersi, grazie non a una ma a più fonti inoppugnabili, di aver riposto fiducia nella persona sbagliata. Dolore, gratitudine a chi gli ha aperto gli occhi, volontà di rimediare: sono questi i sentimenti raccolti dalla viva voce del papa, durante questi colloqui. Ricca, venuto a conoscenza di ciò che si dice di lui in Uruguay, ha chiesto e ottenuto un incontro con Francesco, per difendersi e accusare. Ma il papa sembra deciso ad agire sulla base delle informazioni avute. Forse più presto del previsto, perché in Uruguay lo scandalo pare vicino ad esplodere pubblicamente».

“Conducta escandalosa”, dunque: c’è da tradurre? C’è da aggiungere altro?

E circa il «Ricca ha chiesto e ottenuto un incontro con Francesco, per difendersi e accusare», che aggiungere se non che è l’ennesimo caso di carceriere che finisce carcerato? E quell’“accusare” che ha tutto il sapore del buon vecchio ricatto ante-litteram e dell’annunciare “sfracelli” con tanto di muoia sansone e tutti filistei?

“IL PAPA ERA ALL’OSCURO”. MA INFORMARSI PRIMA NO?

Essì, l’occhio stavolta lo ha ingannato… E può succedere ancora.

Comunque era Ratzinger che non sapeva scegliere le persone, è chiaro. Al massimo papa Francesco è “all’oscuro”. Il papa ha piazzato “l’incorruttibile”, l’uomo delle “pulizie” allo IOR. Bravissimo! Ottimo! Ma uno prima di far pulizie in casa altrui dovrebbe farle in casa propria. E infatti vedi che allo IOR gli hanno fatto trovare sulla scrivania la polverina che aveva nascosto sotto i tappeti dei salotti delle varie nunziature, compresa quella prospiciente la Buenos Aires. Dice ancora: “Ma il papa era all’oscuro”. Male, non doveva esserlo, di questi tempi è pericoloso, e prima di far strombazzarne in giro le elette virtù del Ricca, e metterlo in un posto delicatissimo, avrebbe dovuto informarsi.

Tanto più che – lo abbiamo appena visto – le nunziature proprio dell’America Latina di Francesco erano più che informate sul soggetto elevato a tanta gloria. Perché allora quella domanda ai suoi “confratelli nell’episcopato” coi quali “nella carità” e nella condivisione presiede la Chiesa, non gliel’ha fatta? Telefona a tutti, giornalisti e vaticanisti compresi, e poi ai nunzi, ai suoi “confratelli” vescovi per giunta conterranei, non fa ‘na chiamata prima di fare un passo mediaticamente tanto delicato e rischioso? E allora, visto che ormai queste “sviste” cominciano ad essere troppe per soli 100 giorni di pontificato, non sarebbe l’ora di lasciar funzionare la macchina della Santa Sede, ché a questo serve? Serve anche, in caso di errori marchiani come questo, ad assumersi tutte le responsabilità ed esentare il papa dal fango. Avesse chiesto alla segreteria di stato, avrebbe avuto le informazioni delle quali non doveva essere “all’oscuro”. La segreteria si sarebbe guardata bene dal mentire a Bergoglio: non è tipo da sfottere, soprattutto è uno che vuol sapere, decidere e non delega. Al contrario di Benedetto. Alla Segreteria di Stato non avrebbero osato.

Lui che nulla sa di Roma – molto meno di Ratzinger che almeno ci aveva vissuto un quarto di secolo in la curia, senza mai farsene invischiare, peraltro –, e ancor meno della romanità, non sarebbe il caso di guardare con meno ripulsa all’apparato ecclesiastico come fosse qualcosa di moralmente imbarazzante? Non occorrerebbe forse maggiore fiducia nei corpi intermedi? Non sarebbe forse il caso di fare un minimo sforzo di “adeguarsi”, nel senso di rassegnarsi finalmente a “romanizzarsi” e fare le cose secondo regola? Il fatto che è successo è una spia clamorosa di questo navigare a vista, a naso, in balia di idiosincrasie personali e di umori mediatici. È un’arma a doppio taglio.

Non sono affermazioni le mie, sono domande, che mi pongo ogni giorno di più. Bene le prediche del papa, bene il rapporto con i fedeli, tanto di cappello! Tutto utilissimo e piacevole. Ma poi al di là di questo c’è anche la chiesa di mattoni che ha bisogno di essere curata, guidata, con tutti gli strumenti “tecnici” del caso, rodati dall’esperienza di secoli. Non si governa la Chiesa soltanto con le prediche estemporanee, né troppo a lungo si può andare avanti solo con gli slogan.



[SM=g1740771]  continua........



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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