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Le visite e le uscite di Papa Francesco, Parrocchie e dintorni

Ultimo Aggiornamento: 20/02/2017 11:11
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19/01/2014 19:16
 
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Suggestive immagini che hanno stupito lo stesso pontefice... Un grande arcobaleno lo ha accolto durante la visita di oggi pomeriggio alla Parrocchia romana ....
Mi ha ricordato l'arcobaleno che accolse Benedetto XVI in Polonia proprio durante la sua visita ad Auschwitz 


Il Papa in visita alla Chiesa del Sacro Cuore. Don Baresi: una parrocchia accanto ai più poveri



E' in corso la visita del Papa alla parrocchia romana del Sacro Cuore di Gesù a Castro Pretorio. Si tratta di una Basilica minore affidata alla cura pastorale dei salesiani che gestiscono anche un’Opera voluta da don Bosco, oggi casa di accoglienza che offre svariati servizi per rifugiati e senza fissa dimora. La parrocchia, pur contando poco più di 2 mila anime, è molto attiva ed è assai vivo l’impegno dei giovani. Ma in quale realtà sociale è immersa? Tiziana Campisi lo ha chiesto al parroco don Valerio Baresi:RealAudioMP3 

R. – Noi ci troviamo al centro della città di Roma, proprio accanto alla Stazione Termini. Questo comporta da una parte la presenza di molta gente di passaggio e, per di più, questa è una realtà che si è trasformata negli ultimi anni: una quarantina di anni fa il quartiere era abitato da circa 15 mila persone, mentre ora la parrocchia ha poco più di due mila abitanti. Tutto il resto si è trasformato in hotel, in “Bed & breakfast”, attività ricettive, ristoranti, servizi di accoglienza, uffici… Essendo al centro, ci troviamo con una realtà indubbiamente di degrado legata a molte persone che - o perché sono migranti, o perché sono senza dimora – cercano nella stazione la possibilità di “campare”. Quindi, non possiamo far finta di non vederli, di ignorarli; cerchiamo di avere un’attenzione anche verso queste povertà.

D. – Quali sono le problematiche più gravi nel territorio in cui si trova la Basilica del Sacro Cuore di Gesù?

R. – La problematica più grave direi che, in questo momento, è la drammatica ricerca di lavoro e la drammatica ricerca di aiuto e di ascolto.

D. – Quali attività pastorali promuovete?

R. – Intanto, c’è un’attenzione al territorio parrocchiale, quindi, a tutto ciò che è legato alle famiglie, ai ragazzi, ai giovani presenti nella parrocchia: la catechesi, l’annuncio, la liturgia, l’attenzione ai malati. Poi ci sono i giovani universitari, giovani che desideriamo far incontrare con Gesù…

D. – In quali attività sono impieganti i giovani?

R. – C’è un impegno grande nei confronti dei rifugiati. Noi, nell’arco di un anno, riusciamo a raggiungere più di 300 rifugiati che fanno riferimento al Sacro Cuore per attività diverse: la scuola di italiano, la possibilità di prendere la licenza media; c’è un corso di scuola guida propedeutico in modo che i rifugiati possano con più facilità prendere la patente; c’è uno sportello informativo; un piccolo corso di informatica per utilizzare il computer sia per fare un curriculum, sia per ricercare lavoro in internet. Abbiamo anche un’attenzione aggregativa, ludica attraverso il cineforum, le gite e le serate di festa che viviamo insieme. Lo scopo è quello di mettere insieme i giovani italiani, con i giovani rifugiati perché ci siamo accorti che c’è un reciproco aiuto, un reciproco insegnamento. Un’altra attenzione forte è verso gli amici senza fissa dimora: accogliendoli in casa nostra ogni giovedì con l’attività di “Piazza grande” - un’attività di fraternità dove si gioca, si canta e si prega insieme – poi alle 19.30 si cena intorno allo stesso tavolo. Mentre, il venerdì un bel gruppo di giovani e di adulti – sono una quarantina – portano i sacchetti “cena” alla Stazione Termini. Abbiamo iniziato un anno fa con 120 sacchetti, ora ci ritroviamo a distribuire circa 330 sacchetti ogni venerdì.

D. – Cosa significa per voi la visita di Papa Francesco: il Papa viene a trovarvi, viene ad immergersi nella vostra realtà…

R. – Noi lo sentiamo come un grande dono, un dono grande del Signore. Lo avvertiamo come una conferma che l’atteggiamento assunto da noi in questi ultimi anni - di attenzione ai giovani, ai poveri, ai rifugiati - è la strada giusta. Sentiamo anche la presenza del Papa come un incoraggiamento, perché indubbiamente in quello che facciamo c’è anche una grande fatica.



Segue il testo integrale,  del Santo Padre


















Omelia del Santo Padre Francesco durante la Messa celebrata nella Parrocchia del Sacro Cuore a Castro Pretorio

"E’ bello, questo brano del Vangelo: Giovanni che battezzava.
E Gesù, che era stato battezzato prima – alcuni giorni prima – veniva: ed è passato davanti a Giovanni. E Giovanni ha sentito dentro di sé la forza dello Spirito Santo per dare testimonianza di Gesù.
E guardandolo, e guardando la gente che era attorno a lui, dice: “Ma questo: ecco l’Agnello di Dio, Colui che toglie i peccati del mondo”.
E dà testimonianza di Gesù: questo è Gesù, questo è quello che viene a salvarci; questo è quello che ci darà la forza della speranza. Gesù è chiamato l’Agnello: è l’Agnello che toglie il peccato del mondo.

Uno può pensare: ma come un agnello, tanto debole, un agnellino debole, come può togliere tanti peccati, tante cattiverie? Con l’Amore. Con la sua mitezza. Gesù non ha mai  lasciato di essere agnello: mite, buono, pieno d’amore, vicino ai piccoli, vicino ai poveri. Era lì, fra la gente, guariva tutti, insegnava, pregava.
Ma, tanto debole Gesù: come un agnello. Ma ha avuto la forza di portare su di sé tutti i nostri peccati: tutti. “Ma, Padre, Lei non sa la mia vita: io ne ho uno che … ma, non posso portarlo nemmeno con un camion …”.
Tante volte, quando guardiamo la nostra coscienza, ne troviamo alcuni che sono grossi, eh? Ma Lui li porta. Lui è venuto per quello: per perdonare, per fare la pace nel mondo, ma prima nel cuore. Forse ognuno di noi ha una tormenta nel cuore, forse ha un buio nel cuore, forse si sente un po’ triste per una colpa … Lui è venuto a togliere tutto quello, Lui ci dà la pace, Lui perdona tutto. “Ecco l’Agnello di Dio che toglie il peccato”, ma toglie il peccato con la radice e tutto! Questa è la salvezza di Gesù, con il suo amore e con la sua mitezza. E sentendo questo che dice Giovanni Battista, che dà testimonianza di Gesù come Salvatore, dobbiamo crescere nella fiducia in Gesù.

Tante volte abbiamo fiducia in un medico: è buono,  perché il medico c’è per guarirci; abbiamo fiducia in una persona: i fratelli, le sorelle sono per aiutarci.
E’ buono avere questa fiducia umana, tra di noi.

Ma dimentichiamo la fiducia nel Signore: questa è la chiave del successo della vita. La fiducia nel Signore: affidiamoci al Signore. “Ma, Signore, guarda la mia vita: io sono nel buio, ho questa difficoltà, ho questo peccato …”, tutto quello che noi abbiamo: “Guarda questo: io mi affido a te!”. E questa è una scommessa che dobbiamo fare: affidarci a Lui e mai delude. Mai, eh? Mai! Sentite bene, voi ragazzi e ragazze, che incominciate la vita adesso: Gesù mai delude. Mai. Questa è la testimonianza di Giovanni: Gesù, il buono, il mite, che finirà come un agnello: ucciso. Senza gridare. Lui è venuto per salvarci, per togliere il peccato. Il mio, il tuo e quello del mondo: tutto, tutto.

E adesso vi invito a fare una cosa: chiudiamo gli occhi; immaginiamo quella scena lì, sulla riva del fiume, Giovanni mentre battezza e Gesù che passa. E sentiamo la voce di Giovanni: “Ecco l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”. Guardiamo Gesù e in silenzio, ognuno di noi, dica qualcosa a Gesù dal suo cuore. In silenzio.
(Pausa di silenzio).

Il Signore Gesù, che è mite, è buono – è un agnello – che è venuto per togliere i peccati, ci accompagni nella strada della nostra vita. E così sia."

(Trascrizione di lavoro dell''omelia del Santo Padre nella parrocchia del Sacro Cuore di via Marsala, pertanto seguirà il testo ufficiale dal sito Vaticano)






[Modificato da Caterina63 19/01/2014 20:33]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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