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2017 festeggeremo Lutero o le Apparizioni della Vergine Santa a Fatima?

Ultimo Aggiornamento: 17/10/2016 16:24
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20/06/2013 12:17
 
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[SM=g1740758] Centenario delle Apparizioni di Fatima - Vescovo di Leiria-Fatima

Antonio Marto
Vescovo di Leiria-Fátima
may 2010


Si avvicina, all’orizzonte del tempo, la data memorabile dei cento anni delle Apparizioni della Madonna a Fatima. Il 2017 sarà,  senza dubbio, un Anno giubilare, come è richiesto dall’importanza dell’avvenimento. Subito sorge in noi un primo interrogativo: cosa vuol dire celebrare il centenario delle Apparizioni?

Cento anni dopo: memoria e profezia

Prima di tutto, è un momento storico per esprimere lode e gratitudine a Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, per questo segno particolare di benevolenza del suo amore, attraverso Maria, nei confronti dell’umanità che era ansiosa di ergersi dall’abisso. Infatti, come ha scritto Giovanni Paolo II, tra i segni dei tempi del secolo XX “risalta Fatima, che ci aiuta a vedere la mano di Dio, guida provvidente e Padre paziente e compassionevole anche di questo secolo XX”.

Cento anni rappresentano già un lungo pellegrinaggio nel tempo che invita a “ricordare”, così come Mosè esortava a fare: “Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere … Riconosci dunque in cuor tuo che, come un uomo corregge il figlio, così il Signore tuo Dio corregge te” (Dt. 8, 2.5). È un invito al popolo d’Israele a rileggere il suo passato, scoprendo in esso la Provvidenza di Dio e l’amore con cui il Signore l’ha condotto attraverso difficili cammini.

Questa parola è ripetuta a noi oggi: ricordatevi del cammino che il Signore vi ha fatto percorrere in questi cento anni, come Lui vi sia stato vicino attraverso i messaggi della Signora venuta dal Cielo e la sua protezione materna.

La celebrazione dei cento anni non si riduce ad un’evocazione storica. È soprattutto occasione per prendere coscienza che l’appello della Madonna a Fatima non è risuonato invano; che il suo messaggio continua ad esercitare un influsso benefico per oggi e per il futuro del nostro cammino di Chiesa e della storia dell’umanità.
 
“Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa. Qui rivive quel disegno di Dio che interpella l’umanità sin dai suoi primordi: «Dov’è Abele, tuo fratello? […] La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!» (Gen 4, 9)”. (Benedetto XVI).

Tutta questa ricchezza di motivazioni dimostra che la commemorazione del centenario delle Apparizioni non si può ridurre ad un insieme di eventi e celebrazioni nel 2017. Come i grandi avvenimenti, anche questo richiede una preparazione adeguata.

Per questo, abbiamo ricevuto un forte incentivo dalle parole di Papa Benedetto XVI nella sua omelia a Fatima: “Tra sette anni ritornerete qui per celebrare il centenario della prima visita fatta dalla Signora «venuta dal Cielo», come Maestra che introduce i piccoli veggenti nell’intima conoscenza dell’Amore trinitario e li porta ad assaporare Dio stesso come la cosa più bella dell’esistenza umana.  (…) Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle Apparizioni affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità.”

Sette luci per il nostro cammino

In queste parole del Santo Padre troviamo rappresentato l’orizzonte del tempo e perfino la prospettiva in ordine alla preparazione delle celebrazioni del centenario. In questo senso, il Santuario ha elaborato un programma della durata di 7 anni – un settennio -, ispirato dalla simbologia biblica del numero sette.

Nella Bibbia questo numero indica totalità e pienezza. Nel contesto del centenario ci suggerisce che il programma abbracci la totalità del messaggio.

Oltre a ciò, ci ricorda, più concretamente, un’icona molto significativa dell’Antico Testamento: il famoso candelabro sacro, con sette bracci e sette lampade accese, collocato nel “Santo dei Santi” del Tempio di Gerusalemme. Secondo alcuni esegeti simbolizza il roveto ardente in cui la santità e la voce di Dio si manifestarono a Mosè, sul monte Oreb; secondo altri, rappresenta i giorni della creazione e della storia, avendo al centro il sabato come segno dell’Alleanza.

In ogni modo, il candelabro (menorah, in ebraico) è simbolo della presenza di Dio, luce che illumina costantemente il suo popolo, come lo illuminò durante i 40 anni attraverso il deserto. Diventa un invito permanente a camminare nella luce divina, alla presenza di Dio che guida la storia e protegge il popolo e a vivere nella speranza, nata dalla fede, che gli dà energia per superare le prove. Invita ancora ad ardere davanti al “Santo dei Santi” in costante preghiera di lode e di ringraziamento.

La luce di Dio risplende per mantenere accesa in noi la luce del cuore e la luce del volto. Un cuore pieno di luce brilla soprattutto nello splendore degli occhi, capace di illuminare tutto il volto.

Tenendo presente tutta la ricchezza e la bellezza del simbolismo del candelabro possiamo assumerlo come icona dei sette anni di preparazione del centenario delle apparizioni.

La riflessione sul Messaggio di Fatima illumina varie dimensioni della fede, varie modalità di vivere l’esistenza cristiana e varie vicissitudini della storia. Avendo presenti questi aspetti, una commissione teologica ha cercato di articolare un itinerario attorno a sette grandi temi, costruendo così una specie di candelabro spirituale per aiutarci ad illuminare gli scenari del mondo e del cuore umano con la luce del messaggio.

I sette temi sono sette luci per il nostro cammino spirituale per avanzare con Maria e con i Pastorelli all’incontro della bellezza di Dio e del trionfo del Suo Amore misericordioso che salva il mondo, simbolizzato nel trionfo del Cuore Immacolato di Maria.

La prima luce di questo candelabro spirituale è quella della Bellezza del Volto di Dio, del suo Amore Trinitario, nel quale i Pastorelli furono introdotti dall’Angelo e dalle mani della Madonna, suscitando in loro lo stupore, il gusto e il piacere della presenza di Dio, che si esprimevano in adorazione. “Noi stavamo ardendo in quella luce che è Dio, ma non ci bruciavamo! Come è Dio!!!”; “Voglio tanto bene a Dio!”, esclamava Francesco. Nel simbolismo bilico del candelabro, la luce dell’adorazione alimenta tutta l’altra luce. È la fiamma centrale nella quale le altre si accendono.

La seconda luce che si accende è quella di Dio Salvatore che ci chiama a collaborare nella storia della salvezza e nel mistero della redenzione del mondo in Cristo. Questa fiamma si alimenta attraverso la nostra offerta nella fede, come Maria. “Esempio e stimolo sono i Pastorelli, che hanno fatto della loro vita un’offerta a Dio e una condivisione con gli altri per amore di Dio” (Benedetto XVI). 

La terza luce è quella in cui possiamo contemplare il Dio fedele della Promessa e della Speranza, che lungo la storia della salvezza conforta il suo popolo, infondendogli coraggio e fiducia, come Maria: “Non temere”. “E proprio di speranza è carico il messaggio che la Madonna ha lasciato a Fatima”, invitando gli uomini ad avere fiducia in Dio. “La fede in Dio apre all’uomo l’orizzonte di una speranza certa che non delude; indica un solido fondamento sul quale poggiare, senza paura, la propria vita; richiede l’abbandono, pieno di fiducia, nelle mani dell’Amore che sostiene il mondo”(Benedetto XVI).

In questa logica fa seguito la quarta luce che fa risplendere il Dio compassionevole, che si china sulle sofferenze dell’umanità, il potere della sua misericordia più grande del nostro cuore e più forte del potere del peccato e del Male. “Maria, apparendo ai tre Pastorelli, ha aperto nel mondo uno spazio privilegiato per incontrare la misericordia divina che guarisce e salva”(Benedetto XVI). Ella “ha aiutato i Pastorelli ad aprire il cuore all’universalità dell’amore”, alla compassione e alla riparazione come forza di resistenza alla banalizzazione del male e come collaborazione al rinnovamento del mondo.

La quinta luce è lo splendore della santità di Dio, che risplende per noi sul volto di Cristo e di cui Maria è specchio e maestra. Questa santità ci è offerta come esperienza di comunione con Cristo e nella solidarietà tra tutti i membri del Corpo di Cristo, nella Comunione dei Santi che è la Chiesa. Ci invita a dare la “misura alta della santità” alla vita cristiana, alimentata particolarmente dalla preghiera.

“L’importante è che il messaggio, la risposta di Fatima, sostanzialmente non va a devozioni particolari, ma proprio alla risposta fondamentale, cioè conversione permanente, penitenza, preghiera, e le tre virtù teologali: fede, speranza e carità”(Benedetto XVI).

La sesta luce ci porta ad aprirci a Dio, pienezza della vita, offerta già in Cristo: “Sono venuto perché abbiano la vita”. Questa chiamata è alimentata, in modo particolare, nella celebrazione dei doni e benedizioni con cui Dio ci adorna, nella vera gioia cristiana, nella coscienza del valore eterno della nostra vita e del nostro pellegrinare. “A Fatima, la Vergine Santa invita tutti a considerare la terra come luogo del nostro pellegrinaggio verso la patria definitiva, che è il Cielo” (Benedetto XVI).

Infine, il nostro candelabro spirituale risulta completo con la settima luce: uno sguardo contemplativo e ispirato alla bellezza di Colei che fu scelta dal Dio dell’Alleanza, per svolgere una missione unica nella storia della salvezza: essere la Madre del Redentore, l’Arca della Nuova Alleanza, la Madre della Chiesa. Maria donaci occhi e cuore per contemplare la tenerezza di Dio e la sua misericordia come forza e limite divino di fronte al potere del male nel mondo. Così accadde a Fatima nel presentarsi come la Signora del Rosario, come la Madre che, attraverso il Suo Cuore Immacolato, parla cuore a cuore ai suoi figli, portando loro un messaggio esigente e consolante di pace e lasciando loro una promessa: “Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà”. Secondo le parole del Santo Padre Benedetto XVI: “Alla fine, il Signore è più forte del male e la Madonna per noi è la garanzia visibile, materna, della bontà di Dio, che è sempre l’ultima parola nella storia”.

Ringraziando i membri della commissione teologica che ha elaborato questo itinerario tematico, concludo questa presentazione con lo stesso voto di Benedetto XVI a Fatima: “Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle Apparizioni affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità”.


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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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