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2017 festeggeremo Lutero o le Apparizioni della Vergine Santa a Fatima?

Ultimo Aggiornamento: 17/10/2016 16:24
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04/07/2013 10:48
 
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[SM=g1740758]  LA SCHIZOFRENIA DI CERTO AMBIGUO ECUMENISMO..... dopo aver parlato di ECU-MANIA CHE TROVATE QUI, vi offriamo una riflessione sulla schizofrenia che stiamo vivendo....


Dubbi " ecumenici "

Abbiamo ricevuto e pubblichiamo .  
(A.C.)
 
Spett. Redazione di MiL, 
Papa Francesco nella catechesi sulla unità fra i cristiani del 19 giugno 2013, parlando del Corpo della Chiesa, ha spiegato aspetti e concetti che senza dubbio tutti noi possiamo e dobbiamo condividere. 
In questo link troverete il testo integralmente così da non estrapolare singole frasi ma avviandoci ad una serena e pacata riflessione.

Io per ragioni di spazio devo estrapolare, ma voi tenete a mente tutto il discorso. 
Il Papa dice: "Ricordiamolo bene: essere parte della Chiesa vuol dire essere uniti a Cristo e ricevere da Lui la vita divina che ci fa vivere come cristiani, vuol dire rimanere uniti al Papa e ai Vescovi che sono strumenti di unità e di comunione, e vuol dire anche imparare a superare personalismi e divisioni, a comprendersi maggiormente, ad armonizzare le varietà e le ricchezze di ciascuno; in una parola a voler più bene a Dio e alle persone che ci sono accanto, in famiglia, in parrocchia, nelle associazioni". 

Chi, veramente cattolico, non metterebbe una firma o non farebbe una sottoscrizione a queste parole? 
Infatti chi potrebbe essere contrario a queste affermazioni se non il mondo protestante-evangelico-pentecostale (e laicista ma qui ora non mi riguarda) e magari anche gruppi estremi dell'ortodossia orientale, che non accetta che per essere uniti bisogna " rimanere uniti al Papa e ai Vescovi che sono strumenti di unità e di comunione", come dice il Papa stesso? 
Impossibile non pensare al nostro mondo tradizionalista, con chi ce l'aveva il Papa? 

A meno che non ci troviamo davanti ad una persona ignara di tutto - e non lo credo - le parole del Papa sono mirate alle nostre singole coscienze, ma anche alle comunità, ecc. Infatti è il Papa stesso che con un esempio spiega la situazione o meglio, da una interpretazione alle sue parole, dice: "Le divisioni tra noi, ma anche le divisioni fra le comunità: cristiani evangelici, cristiani ortodossi, cristiani cattolici, ma perché divisi? Dobbiamo cercare di portare l'unità. Vi racconto una cosa: oggi, prima di uscire da casa, sono stato quaranta minuti, più o meno, mezz'ora, con un Pastore evangelico e abbiamo pregato insieme, e cercato l'unità. Ma dobbiamo pregare fra noi cattolici e anche con gli altri cristiani, pregare perché il Signore ci doni l'unità, l'unità fra noi".

Non sta a me giudicare cosa fa il Papa "a casa sua", ma non posso esimermi da alcune riflessioni a riguardo di ciò che mi porta come esempio edificante. 
Pregare per mezz'ora con un pastore evangelico porta all'unità? 

Il Papa si chiede questo?
Quindi cosa dovrei dedurre: che pregare con un evangelico mi porta all'unità ma pregare magari con un tradizionalista mi porterebbe alla divisione?
Certo che il Papa non dice questo, ma le conclusioni del suo discorso dove portano? Abbiamo "cristiani" di serie A e di serie B?
La serie A si sa, è diventato il mondo protestante, la serie B è diventato il mondo tradizionalista.
Con i primi si vuole perfino festeggiare la riforma di Lutero nel 2017, con i secondi guai ad organizzare magari un gran numero di Rosari per ricordare i cento anni dalle Apparizioni di Fatima che, non è certo un caso, ricordiamo proprio nel 2017, ma nessuno ne sta parlando della Gerarchia, mentre si continuano a portare esempi di preghiera in comune con chi non accetta il culto mariano e dei santi, con chi non celebra tutti e sette i Sacramenti, con chi nega la Presenza reale di Gesù (a questo proposito dove hanno pregato il Papa e il pastore evangelico, fuori della Chiesa visto che lì dovrebbe esserci la Presenza reale della Divinità?), con chi nega che sia l'unità con il Papa e i Vescovi in comunione con lui a "fare l'unità" come spiega prima il Papa nella sua catechesi.

C'è da diventare schizofrenici o degli abilissimi equilibristi per cercare di stare dentro a quanto più di contraddittorio stiamo vivendo.

Il Papa si è domandato "perché siamo divisi", ma può essere una risposta la sua testimonianza del pregare con un pastore evangelico che nega ben sei dei Sette Sacramenti, compresa la sua stessa autorità petrina?
Per la verità il Papa prova a dare una risposta alla sua stessa domanda, poco prima ha infatti detto: "L’unità è una grazia che dobbiamo chiedere al Signore perché ci liberi dalle tentazioni della divisione, delle lotte tra noi, degli egoismi, delle chiacchiere. 
Quanto male fanno le chiacchiere, quanto male! 
Mai chiacchierare degli altri, mai! Quanto danno arrecano alla Chiesa le divisioni tra i cristiani, l’essere di parte, gli interessi meschini"! 

Verissimo! 
Le chiacchiere sono distruttive e tutti dovremmo fare qualcosa per evitarle e concentrarci sull'autentica apologetica, tuttavia io ho sempre saputo che la più grave divisione non è avvenuta per le "chiacchiere" ma per la negazione dei Sacramenti. 
Il Papa dice: "mai chiacchierare degli altri, mai", anche in questo io personalmente lo ringrazio, tuttavia mi chiedo perché ha criticato ed ha parlato male ad altri del dono dei "3.500 rosari" fatti per lui? 

Il Papa dovrebbe sapere (e lo sa) che facendo esempi e paragoni inevitabilmente - se egli non si esprime chiaramente - si finirà per usare le sue parole ora contro qualcuno, ora contro altri. 
Un Papa infatti non dovrebbe dare adito alle "chiacchiere", non dovrebbe alimentarle con i suoi "esempi" che penalizzano fasce di cattolici impegnati nella trasmissione della Tradizione attraverso il rito nella forma antica et-similia.

Papa Francesco il 6.4.2013 all'omelia a santa Marta ha fatto questa domanda: “Come va, la nostra fede? E’ forte? O alle volte è un po’ all’acqua di rose?”
Quando arrivano delle difficoltà “siamo coraggiosi come Pietro o un po’ tiepidi?”. Pietro – ha osservato – non ha taciuto la fede, non è sceso a compromessi, perché “la fede non si negozia”
Sempre – ha affermato il Papa – “c’è stata, nella storia del popolo di Dio, questa tentazione: tagliare un pezzo alla fede”, la tentazione di essere un po’ “come fanno tutti”, quella di “non essere tanto, tanto rigidi”.
“Ma quando incominciamo a tagliare la fede, a negoziare la fede, un po’ a venderla al migliore offerente – ha sottolineato - incominciamo la strada dell’apostasia, della non-fedeltà al Signore”... 

Se la fede "non si negozia" come può allora Pietro portarmi come esempio di unità l'aver pregato con un pastore evangelico facendone quasi un vanto, un atto da seguire lasciando ad intendere (anche se non lo dice) che questo porterà all'unità, quindi "si tace" alla fine sulla fede che ci anima, si tace sulla dottrina e sui sette Sacramenti perché, diciamo la verità, non sono le chiacchiere che portano le gravi divisioni, ma La negazione della dottrina, i suoi compromessi, quel tacere e negoziare. 

Sbaglio o è San Paolo che dice ai Galati: " L'abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema! Infatti, è forse il favore degli uomini che intendo guadagnarmi, o non piuttosto quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo!" 
Valgono ancora queste parole di san Paolo?
Mi impegnano ancora nell'anàtema? 

Dobbiamo essere "rigidi" a riguardo delle dottrine che sono l'espressione poi della fede, o no?
Dobbiamo "tagliare" questa dottrina o no? Il pastore evangelico non è forse nell'apostasia della non-fedeltà al comando del Signore riguardo alle dottrine ed all'Eucaristia espressa dal cap. 6 di Giovanni? 
Non è forse il pastore evangelico che ha preferito quel andarsene alla domanda del Signore a Pietro davanti al linguaggio duro: "Volete andarvene anche voi?" 
Chi sono andati via: gli evangelici (che sono protestanti) o i tradizionalisti che al di là davvero delle chiacchiere cercano di vivere integralmente la fede?

Intendiamoci, a me il dialogare non dispiace e lo svolgo, ed anche pregare il Padre Nostro con loro mi sta bene, dobbiamo farlo come ci insegnava già Sant'Agostino, ma ciò che non riesco a comprendere è questa specie di schizofrenia che dilaga ogni giorno di più e porta sempre più a due realtà, delle due se preferite una: divisione o sincretismo religioso. 
E sia ben chiaro che non ho dato dello schizofrenico al Papa, è la realtà che stiamo vivendo che è schizofrenica, non è un caso se nostro Signore ci ha impegnati nel discernimento che i Santi Padri hanno concretizzato in ciò che si chiama "apologetica cattolica". 

Poche chiacchiere, anzi, davvero basta con le chiacchiere, sono d'accordissimo con Papa Francesco, ma che allora si cominci sul serio e si portino altri esempi più edificanti, più paolini del tipo: conversioni. 
Conversioni a Cristo, sì, ma in quel Vangelo che Paolo difende da coloro che ne presentano uno diverso, definendo per loro l'anàtema. 

Ci racconti Papa Francesco come riceverà in futuro il mondo tradizionalista; ci racconti quando i protestanti la smetteranno di fare donne "sacerdoti" (non c'è alcun sacramento dietro) soprattutto quando la finiranno di fare le vescovesse che non sono altro che una caricatura demoniaca della sacra Ordinazione; ci racconti il Papa quando avrà ottenuto, con i suoi metodi, che questi protestanti la smetteranno di sposare coppie omosessuali, di appoggiare l'aborto, il divorzio, l'eutanasia. 

Pregherò sempre un Padre Nostro con un protestante, ma non mi si chieda di tacere su ciò che ci divide (non tacciono neppure i protestanti e fanno bene) perché  non sono chiacchiere, sono il cuore della nostra fede e non sono stato battezzato per giungere ad un sincretismo che offuschi o minimizzi la verità della fede che mi è stata trasmessa. 
 
 
( lettera firmata )


[SM=g1740771]

[Modificato da Caterina63 04/07/2013 10:54]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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