Si comprende pertanto il grande ruolo che i Magistri Cæremoniarum dei Romani Pontefici svolsero durante il secolo XV.
Essi non solo si dedicarono alla conservazione della Liturgia papale attraverso i loro Diaria e la trascrizione dei testi liturgici delle celebrazioni pontificie, ma favorirono anche il processo di adattamento della Liturgia papale ad uso delle diocesi.
La duplice attività dei Magistri Cæremoniarum del tempo, di conservare cioè gelosamente da una parte la Liturgia papale e di favorire dall’altra le celebrazioni nelle Chiese cattedrali, è stata ben espressa dal Magister Paride De Grassis, il quale, verso il 1520, compilò un libro liturgico per le cerimonie della Cattedrale di Bologna (il volume fu pubblicato a Roma nel 1564), ma egli stesso si oppose strenuamente, fino a chiedere che l’edizione fosse bruciata, alla pubblicazione del Rituum ecclesiasticarum sive sacrarum Cæremoniarum Sacræ Romanæ Ecclesiæ libri tres non ante impressi (il Cerimoniale venne pubblicato a Venezia nel 1516 da Cristoforo Marcello, anch’egli Maestro delle cerimonie e Arcivescovo di Corfù), ritenendo inopportuno che una descrizione delle cerimonie del Papa venisse fatta conoscere al di fuori della Corte pontificia.
I Magistri Cæremoniarum dei secoli XV e XVI, sotto la guida dei Sommi Pontefici, furono dunque, in qualche modo, i garanti della tradizione e della evoluzione della Liturgia romana.
La Sacra Rituum Congregatio infatti che doveva custodire la Liturgia e provvedere alla elaborazione dei libri liturgici della Chiesa latina ancora non esisteva. Sarebbe stata istituita dal Papa Sisto V nel 1588. Si può pertanto affermare che la riforma della Liturgia tridentina era già iniziata nel secolo XV ad opera dei Maestri delle Cerimonie Pontificie.
La pubblicazione anastatica del Pontificale Romano, incunabolo del 1485, custodito nella Biblioteca Ambrosiana, è pertanto una finestra che viene aperta sul periodo pre-tridentino e sull’opera dei grandi Magistri Cæremoniarum del tempo.
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Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)