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LA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA nella Tradizione e Magistero

Ultimo Aggiornamento: 26/10/2017 21:58
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04/07/2013 22:05
 
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XIII. - PRESENZA DELLO STATO IN CAMPO ECONOMICO

Uno svolgersi ordinato ed armonico della vita economica ap­pare cosa assai complessa, non facile a raggiungersi. Viene spontaneamente il pensiero di un ricorso all'intervento dello Stato, il cui fine è di realizzare il bene comune dei cittadini. Appare subito, naturalmente, che tale importante ed efficace presenza dev'essere di aiuto all'uomo e non deve, al contrario, schiacciar­ne la personalità e distruggerne la libertà.

L'intervento dello Stato.

Negato dal liberalismo classico ed affermato in modo esasperato ed oppressivo dal totalitarismo, in genere, e da quello marxi­sta, in specie, l'intervento dello Stato in campo economico va rivendicato, ma in limiti ben definiti, sempre come integrazione di ciò che le singole persone e le società minori non riescono a realizzare, e come tutela - negli stretti limiti necessari - del bene comune.

Nel mondo moderno tale presenza dello Stato si realizza:

- con le imposizioni tributarie;

- con leggi e disposizioni che investono il settore eco­nomico;

- con un'azione diretta sull'economia nazionale.

 

Le imposizioni tributarie.

Lo Stato rende ai cittadini numerosi servizi - di cui essi raramente si rendono conto - basti pensare alla difesa, alla magistratura, all'ordine pubblico, alla sanità, all'istruzione, al. l'assistenza, ai lavori pubblici d'importanza nazionale, ecc.

Naturalmente tutto ciò costa; e lo Stato provvede a tali spese con l'imposizione dei tributi. Imporre i tributi è dunque indiscutibile diritto dello Stato; pagarli, conseguentemente, in­dispensabile dovere dei cittadini.

Emerge subito la necessità che l'imposizione dei tributi sia fatta secondo giustizia.

Su tale difficilissimo campo, non si possono qui affermare che. alcuni principi generali. E precisamente:

a) i cittadini che hanno solo il sufficiente ad una vita ap­pena dignitosa, devono essere esentati dalle imposte;

b) il reddito minimo imponibile dev'essere conveniente­mente aumentato se il cittadino ha oneri familiari;

c) i generi di prima necessità e di largo consumo dovreb­bero essere esenti da imposte o, eventualmente, colpiti da im­poste di minime entità; queste dovrebbero, invece, crescere man mano che i generi diventano di lusso;

d) è equo che chi ha maggiori redditi contribuisca mag­giormente ai bisogni della comunità; lo Stato deve, perciò, gra­vare di imposte tanto più alte quanto maggiori sono i redditi, e ciò in proporzione sempre crescente. Tale sistema raggiunge an­che il beneficio di una equa redistribuzione della ricchezza e del freno all'accentuarsi esagerato delle distanze sociali;

e) le imposte vanno dosate in modo da non compromet­tere, o addirittura rovinare, la vita economica d'una nazione.

 

Azione giuridica in campo economico.

Lo Stato è tenuto ad intervenire con leggi e disposizioni a regolare, con precisione, tanti aspetti della vita associata che han­no solo delle direttive d'ordine generale nel diritto naturale: ad es. fissare le norme che regolano i passaggi d'eredità, le forma­lità dei contratti, gli eventuali limiti qualitativi e quantitativi della proprietà. A tale proposito valgono alcuni princìpi generali:

- garantire la normalità della vita economica con leggi, per quanto possibile, non esageratamente numerose, ma preci­se, chiare;

- facilitare l'attività economica;

- affiancare la ripartizione della ricchezza con speciali facilitazioni e provvidenze a favore dei meno abbienti;

- mirare a che le leggi non inceppino, ma, al contrario aiutino, la libera iniziativa e il senso della responsabilità; contribuire all'efficienza produttiva dell'intero sistema economico.

 

Azione diretta sull'economia.

Non si può negare che si presentino casi nei quali il bene comune esige l'intervento diretto dello Stato in campo economico. Ben lungi dai due inaccettabili estremismi del liberismo e dello statalismo, la dottrina sociale della Chiesa contempera mirabil­mente i diritti dell'individuo con le esigenze della solidarietà. I presupposti basilari dell'azione diretta dello Stato sulla economia sono i seguenti

a) l'esigenza del bene comune dei cittadini;

b) una presenza con chiaro carattere integrativo (lo Stato, cioè, non si sostituisce agli individui e alle società minori, ma li affianca, li aiuta, li supplisce se, quando e finché essi dimostrano delle deficienze);

c) una visione realistica delle necessità e possibilità dei diversi momenti storici (che può richiedere un maggiore o un minore intervento statale);

d) la limitazione nel tempo degli interventi statali diretti sulla vita economica;

e) la mira a una difesa della proprietà che renda insieme possibile, anzi facile, l'accesso di tutti i meritevoli alla pro­prietà;

f) la promozione del maggior reddito nazionale e, parti­colarmente, del « pieno impiego - il superamento, cioè, del triste fenomeno della disoccupazione -;

g) la preparazione tecnico-professionale dei lavoratori;

h) una sufficiente, basilare almeno, stabilità monetaria;

i) una graduale espansione della vita economica con una apertura, insieme prudente e coraggiosa, verso forme di coope­razione economica internazionale e mondiale.

 


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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