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06/07/2013 15:36 | |
DISCORSO DELL’EM.MO CARD. GIOVANNI LAJOLO Santità, siamo tutti molto lieti che Vostra Santità abbia voluto inaugurare questo monumento a San Michele Arcangelo, Protettore della Chiesa universale, Patrono dello Stato della Città del Vaticano. Con Vostra Santità desidero ringraziare Sua Eminenza il Cardinale Giuseppe Bertello, Presidente del Governatorato, che mi chiese di continuare a seguire l' opera, progettata e iniziata sotto la mia presidenza, e mi ha dato ora cortesemente la parola. Era nostra comune intenzione di presentare l'opera a Papa Benedetto XVI il 19 aprile scorso, giorno anniversario della sua elezione. L'evento dell' 11 febbraio scorso ha però sconvolto i nostri piani. Oggi, ottenuta la conferma dell'approvazione da parte di Vostra Santità, il monumento viene finalmente inaugurato. Ponendosi quasi a cavallo di due Pontificati, esso può ben esser preso a simbolo della continuità della protezione divina della Chiesa e dello Stato della Città del Vaticano. L'Arcangelo Michele ci viene presentato dalla Bibbia, nel libro di Daniele, come speciale protettore del Popolo di Dio (cfr. Dan 10.13-21; 12,1), e nel libro dell’Apocalisse, come il capo delle schiere celesti, che sconfigge Satana con tutte le forze opposte al Regno di Dio (cfr. Ap 12,7). San Michele Arcangelo ha la missione propria di essere strumento di Dio a difesa del suo popolo, della Chiesa, contro tutte le forze del male. L'artista che ha realizzato l'opera che Vostra Santità oggi inaugura, Giuseppe Antonio Lomuscio, ha la sua sede a Trani, una città poco distante dal celebre Santuario di S. Michele al monte Gargano. Egli è qui presente con il suo Arcivescovo, Sua Eccellenza Mons. Giovanni Battista Picchierri, e con i propri familiari. L'idea e la forma dell'opera sono state concepite dal Lomuscio alla luce della fede. I criteri estetici che l'hanno guidato riflettono una concezione dell'arte come riflesso della bellezza di cui Dio ha ricolmato il creato e in particolare quella creatura da lui creata a sua immagine e somiglianza, la creatura umana, la più vicina, nella scala degli esseri, allo splendore delle creature angeliche. Per questo l'Arcangelo Michele è qui raffigurato prendendo a prestito i tratti eroici di una figura umana, mentre Satana, da lui sconfitto, è rappresentato con una figura della medesima forma, ma rovesciata e deturpata, come conseguenza del peccato. E' mio gradito dovere ricordare che quest'opera non ha gravato sul bilancio né del Governatorato né della Santa Sede grazie al Sig.Claudio Chiais, di Roma, che ha sostenuto gli oneri del monumento e della sua messa in opera. Con lui desidero ringraziare di fronte a Vostra Santità anche il Prof. Antonio Paolucci, Direttore dei Musei Vaticani, che ha presieduto la commissione giudicatrice del concorso e ha offerto preziosi suggerimenti per la finitura dell'opera; e l'Ing. Pier Carlo Cuscianna, Direttore dei Servizi Tecnici del Governatorato, i suoi collaboratori e le maestranze per l'impegno profuso nel predisporre ed eseguire a regola d'arte quanto opportuno Vorrei terminare attirando l'attenzione su di un particolare, per il quale desidero esprimere proprio a Lei ,Santo Padre, particolare gratitudine. Vostra Santità ha infatti deciso che l'opera sia ornata di un duplice stemma: con il Suo anche quello di Papa Benedetto XVI, a cui l'opera doveva essere offerta il 19 aprile scorso. A lui va in questo momento il nostro pensiero, sempre ricolmo di gratitudine e ammirazione.
Alla base del piedestallo sta la scritta: Benedictus PP. XVI ANNO VIII *** Franciscus PP. ANNO I ** Michaeli Archangelo ** Populi Dei Defensori Vaticanae Civitatis Patrono. Grazie, Santità! S. Michele Arcangelo faccia sempre valere la sua potente protezione per la persona di Vostra Santità e per la Chiesa in tutto il mondo: affinché si compia - come proclama "la gran voce dal cielo" dell' Apocalisse - "la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e del suo Cristo" (Ap 12, l0).Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine) |