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LETTURE PER L'ANIMA

Ultimo Aggiornamento: 26/08/2015 21:12
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06/12/2013 13:25
 
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  La prova finale

Ecco il cuore della “prova finale”: la profanazione della fede. Che tra l’altro è ben evidente – osserva Papa Francesco – da ciò che patisce il profeta Daniele, nel racconto della prima lettura: gettato nella fossa dei leoni per aver adorato Dio invece che il re. 
“La desolazione della abominazione” – ribadisce il Papa – ha un nome preciso, “il divieto di adorazione”:
“Non si può parlare di religione, è una cosa privata, no? Di questo pubblicamente non si parla. I segni religiosi sono tolti. Si deve obbedire agli ordini che vengono dai poteri mondani. Si possono fare tante cose, cose belle, ma non adorare Dio. Divieto di adorazione. Questo è il centro di questa fine.”
(Papa Francesco, Omelia S.Marta 28/11/2013)

Lo presero ad un controllo. “E questo cos’è?” Chiesero.
“Un Vangelo”, rispose lui.
Lo bruciarono davanti ai suoi occhi. Lui comprese: non cercavano prove.
“Cosa te ne pare adesso, del tuo prezioso libro ridotto in cenere?”
Lui fece spallucce. “E’ solo un libro. Io non adoro parole. Sono utili per capire, ma non adoro né loro né la carta sulle quali sono scritte”
Sembrarono in qualche modo delusi. Lo frugarono e trovarono la catenella con la piccola croce.
“E questa? Lo sai che è vietato mostrare simboli religiosi”
“E’ solo un piccolo gioiello, un regalo.”
“Sai che male può fare una cosa come questa, se viene vista?”
Glielo mostrarono.
“E’ un’offesa a noi tutti, questo tuo segno.”
Quando se ne furono liberati (non mostrando in fondo grande fantasia) lo apostrofarono ancora.
“Ti abbiamo tolto le tue parole e tuoi segni. Non hai più un Dio da adorare, adesso.”
Sorrise, anche se gli faceva male. “Dio è sempre nel mio cuore”
Sorrisero anche loro. “Anche a questo possiamo provvedere.”

“Non abbiamo paura, soltanto Lui ci chiede fedeltà e pazienza. Fedeltà come Daniele, che è stato fedele al suo Dio e ha adorato Dio fino alla fine. E pazienza, perché i capelli della nostra testa non cadranno. Così ha promesso il Signore. Questa settimana ci farà bene pensare a questa apostasia generale, che si chiama divieto di adorazione e domandarci: ‘Io adoro il Signore? Io adoro Gesù Cristo, il Signore? O un po’ metà e metà, faccio il gioco del principe di questo mondo?’. Adorare fino alla fine, con fiducia e fedeltà: questa è la grazia che dobbiamo chiedere questa settimana”.

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Capitolo II: VISIONI SUI MISTERI E IL CONCEPIMENTO DI MARIA SANTISSIMA

 dalle Visioni della Beata Emmerich

 16 Visioni intorno alla festa della Concezione di Maria Santissima

        Narrazione dell'8 dicembre 1819.

        Dopo aver trascorso tutta la notte assorta nella triste contemplazione dei peccati e delle colpe degli uomini, allo spuntar dell'alba mi addormentai e vidi Gerusalemme, mi vidi vicina al tempio, poi mi recai nei dintorni di Nazareth dove c'era la casa di Anna e di Gioacchino. Riconobbi quei posti per averli contemplati altre volte. Improvvisamente, nella visione, vidi sorgere dal terreno una debole colonna di luce che, come uno stelo, portava alla sommità un fiore simile ad un calice. Esso portava alla cima una chiesa ottangolare piena di luce: era la Chiesa celeste. La colonna luminosa assumeva la forma di un alberello all'interno della chiesa, sui cui rami stavano le figure dei componenti la famiglia della Beata Vergine Maria. La Santa Madre Anna stava tra San Giacomo e un altro uomo, forse suo padre. Sotto il petto della Santa vidi uno spazio luminoso a forma di calice in cui appariva in embrione la figura di una fanciulla vestita di luce, la quale diveniva sempre più grande invadendo lo spazio luminoso. Teneva le mani incrociate sul petto e la piccola testa, pure inclinata sul petto, mandava un'infinità di raggi lucenti verso una determinata direzione del globo. Mi sorprese di vedere che i raggi erano diretti in una sola e precisa direzione. Sopra gli altri rami dell'albero vidi diverse figure in adorazione, mentre intorno alla Chiesa c'erano Cori innumerevoli di Santi che pregavano e veneravano la Santa Madre della Madonna. La dolce armonia e la concordia soave, che prendeva sempre più posto in quel rito, non può essere descritta con le parole umane perché appartiene al mondo celeste. A queste visioni mi sovviene però l'immagine di un soave campo di fiori, i quali emanano il loro profumo nell'aria e mostrano i variopinti colori al sole da cui hanno ricevuto la vita. Questo era il simbolo della festa della venerazione dell'Immacolata Concezione. Alla cima dell'alberello si riprodussero nuovi rami dove vidi Maria e Giuseppe inginocchiati e, sotto di essi, la Santa Madre Anna in preghiera: essi adoravano solennemente il bambino Gesù che sedeva alla cima suprema dell'albero circondato da uno splendore abbagliante mentre manteneva il globo del mondo. Vidi inoltre, genuflessi a terra, assorti in profonda orazione, i Re Magi, gli Apostoli, i pastori e i discepoli, e, ad una certa distanza da tutti, i Cori dei Santi. Più in alto ancora scorsi delle forme indefinite di altre potenze e dignità Celesti illuminate da un fascio di luce vivissima. Ancora più sopra, come attraverso la cupola di una chiesa, provenivano i raggi di un mezzo sole. Ebbi la sensazione spirituale che quest'immagine annunciasse la prossima festa della Nascita di Cristo dopo quella della Concezione. Dapprima contemplai la visione sentendomi fuori della chiesa celeste ma poco dopo mi sentii all'interno, vicino alla colonna di luce. A questo punto mi fu svelato nei particolari il mistero della Concezione senza il peccato originale, allora vidi la nascitura che, da sotto il cuore luminoso della Santa Madre Anna, inviava i raggi dorati dell'amore più sublime in direzione di una chiesa in cui si onorava questa nascita divina. Il sacro luogo poi andò distrutto a causa di indecenti controversie sul santissimo mistero; la Chiesa celeste però continua a festeggiarne la ricorrenza nello stesso posto.

 

17 La Santa Vergine parla dei misteri del Concepimento

        Così narrò in stato estatico Suor Emmerick, il 16 dicembre 1822, interrompendo le visioni sulla vita di Gesù.

        Spesso odo la Santa Vergine partecipare alle sue devote, Giovanna Chusa, Susanna di Gerusalemme e altre, i misteri della sua vita e quelli del suo Signore. La Madonna aveva appreso questi misteri per rivelazione interiore al tempio, e in parte anche dalla sua Santa Madre Anna. Un'altra volta Maria raccontò a Susanna e a Marta che quando portava Nostro Signore sotto il proprio cuore non ebbe a risentire il minimo dolore ma la gioia più grande. Anch'Ella fu concepita sotto il cuore di sua madre per intervento dello Spirito Divino nel momento solenne in cui Gioacchino ed Anna si erano ritrovati sotto la "porta d'oro" del tempio. Maria Santissima disse che altrettanto pura come la sua sarebbe stata la concezione di tutti gli altri uomini se non ci fosse stato il peccato originale. Poi parlò della sua amata sorella maggiore, Maria Heli, la quale non era il vero frutto promesso. Allora i genitori, divenuti coscienti della propria impurità, decisero di ritirarsi nell'astinenza più completa e nelle preghiere. Mi fece piacere sentire proprio dalla Santa Vergine quelle stesse cose che avevo precedentemente udito da altre persone e visto in altre occasioni. Rividi quei due sposi eletti circondati da una schiera di Angeli fiammanti. Credo che sotto la "porta d'oro" si eseguissero pure gli esami e le cerimonie di purificazione e di assoluzione delle donne incolpate di adulterio e altre cerimonie di riconciliazione. Sotto il tempio si contavano cinque sotterranei simili, uno dei quali era sito sotto il corridoio abitato dalle vergini. Dopo alcune cerimonie espiatorie occorreva un permesso per essere introdotti in uno di questi vestiboli di "espiazione, purificazione e conciliazione", il cui accesso non era concesso con molta facilità. I sacerdoti infatti erano assai austeri nel concedere permessi alle coppie condannate alla sterilità. Le mie visioni mi mostrarono solo Gioacchino ed Anna introdotti nel vestibolo sotterraneo.

         

18 Il Monte dei Profeti. La Veggente di Dùlmen annuncia la Concezione di Maria Santissima nei vari Paesi del mondo

        L'8 dicembre 1820, nella festa dell'Immacolata Concezione di Maria Santissima, l'anima della Veggente fu trasportata dal suo Angelo custode in numerose regioni della terra. Dalle visioni su questo lungo viaggio della sua anima, che lei comunicò al "pellegrino", diamo solo un accenno di quelle che qui ci riguardano. La Veggente giunse a Roma e si recò presso il Santo Pontefice, visitò una monaca in Sardegna a lei assai cara; poi fu a Palermo, arrivò in Palestina e nelle Indie, finalmente salì sopra un Monte chiamato "dei profeti” . Giunse poi nell'Abissinia e salì sopra un'altra rupe sulla quale sorgeva una meravigliosa città ebraica, vi si recò a visitare la regina Giuditta con la quale tenne una conversazione intorno al Messia e all'odierna festa della Concezione di Maria. In questo lunghissimo viaggio mistico attraverso il mondo e i continenti, la Veggente di Dulmen si comportò come un diligente Apostolo, approfittando di ogni occasione per pregare, insegnare, prestare soccorso, consolare e preparare il mondo di quell'epoca alla festa della Concezione di Maria.

 

19 I Santi tre Magi celebrano la Concezione di Maria

        L'8 dicembre di ogni anno, secondo la loro corrispondente datazione, i Magi celebravano col popolo una solennità di tre giorni per commemorare la ricorrenza dell'apparizione della cometa. Quella era la stella promessa da Balaam che, quindici anni prima della nascita di Cristo, essi avevano veduto nella notte ed era attesa da diversi secoli dai loro antenati. I Magi riconobbero nella stella il simbolo di una Vergine che teneva in una mano lo scettro e nell'altra la bilancia,. Manteneva da un lato della bilancia una bella spiga e sull'altro un grappolo, in modo da stabilire un perfetto equilibrio. Dei tre Magi ne sopravvissero poi due che celebrarono sempre più devotamente la ricorrenza dell'8 dicembre.

 

20 Abolizione dei sacrifici cruenti di fanciulli da parte dei popoli Caldei osservatori delle stelle

        Dalla notte in cui la stella fece la sua apparizione nei cieli della Caldea, annunciando la Concezione della Santa Vergine, i popoli astronomi abolirono l'orribile culto del crudele sacrificio di fanciulli, usanza sanguinaria praticata fin dai tempi più antichi. Il rito proveniva da rivelazioni diaboliche. Costoro sceglievano un fanciullo tra i figli di una donna nota per la sua devozione, la quale si sentiva felice di vedere suo figlio prescelto per il sacrificio. La vittima veniva cosparsa di farina poi la si immolava e se ne raccoglieva il sangue. La farina intrisa nel sangue veniva trangugiata come un cibo sacro, e, finché il ragazzo non era del tutto dissanguato, continuavano a coprirlo di farina ed inghiottirla. Infine la vittima veniva tagliata a pezzi, divisa e divorata. La pratica cannibalesca affondava la sua origine in una devozione demoniaca e grossolana. Dalla mia voce interiore seppi che questi sacrifici orrendi erano frutto della cattiva interpretazione dei profeti intorno alle visioni della santa Cena. Nel giorno della Concezione di Maria, il re della Caldea ebbe una rivelazione celeste in cui venne esortato interiormente ad abolire quei sacrifici disumani.



 

[Modificato da Caterina63 16/12/2013 16:00]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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