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Il dramma del femminismo e la soppressione della paternità

Ultimo Aggiornamento: 07/08/2013 18:51
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Sesso: Femminile
31/07/2013 17:20
 
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Ritornando alla genesi del nostro discorso, puntiamo l'attenzione sul termine "Padre".

Siamo un pò troppo abituati alla sua derivazione greca e latina da dimenticare però la sua provenienza dal sanscrito "Pi-tà", radice di Pà che tiene il concetto che gli è proprio: "proteggere" e "nutrire"= pateomai, in greco significa mi nutro.

Pà, colui che protegge, è pure la stessa radice sanscrita di patis, Signore, e di pa-yu, custode. Padre è dunque colui che protegge, nutre, governa e custodisce.

Dice il Salmo: "Neque dormite! qui custodit te, ecco non dormitabit neque dormiet qui custodit Israel, Dominus custodit te Dominus protectio tua super manum dexteram tuam per diem sol non uret te neque luna per noctem/

Non si addormenterà il tuo custode. Non si addormenterà, non prenderà sonno il custode d'Israele. Il Signore è il tuo custode, il Signore è come ombra che ti copre, sta alla tua destra. Di giorno non ti colpirà il sole, ne la luna di notte" (Salm. 120 (121).

 

Scrive a ragione San Paolo: «Per questo, dico, io piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome, perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell'uomo ulteriore» (Ef.3,14-16).

''Padre nostro" è l'inizio della preghiera che il Signore Gesù ci ha insegnato.

Affermare la paternità di Dio non significa disprezzare il femminile, ma affermare l'assoluta trascendenza di Dio.

Scrive Jean Bastare che se l'amore di Dio « si fosse manifestato donna, avremmo assistito a un ritorno in forze dei culti primitivi. Si sarebbe verificata una confusione più forte che mai tra un amore di assorbimento e un amore di oblazione, la trascendenza divina avrebbe regredito fino a trovarsi inghiottita nel seno delle dee-madri. Bisognava che Gesù fosse uomo e non donna perché Dio fosse Dio e non l'insieme del cosmo», la genialità di Dio è stata proprio l'istituzione della Chiesa quale Madre tanto da far dire a San Cipriano: " Non può avere Dio per padre chi non ha la Chiesa per madre" (4).

Nel Vangelo Gesù si rivolge a Nicodemo: «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui» (Gv.3).

Nell'amore dei genitori verso i figli, nelle madri quando esercitano il loro ruolo e soprattutto nei padri a riguardo di questa autorevolezza di cui abbiamo parlato, deve trapelare, trasparire, trasfigurare lo stesso amore di Dio Padre: i nostri figli non sono figli nostri, sono anzitutto figli di Dio e partecipano alla Sua opera di salvezza.

Così come Dio ha dato il Figlio unigenito per la salvezza del mondo, anche noi dobbiamo essere disponibili ad offrire al Padre celeste questi nostri figli ricevuti innanzi tutto quale dono.

 

Qualcuno ha scritto: se i divorzi sono in aumento e si dice che i giovani non vogliono più sposarsi, perché allora tanta fretta ed insistenza nell'imporci la creazione di presunti matrimoni-famiglie omosessuali? Che senso ha?

Belle riflessioni, questo significa usare la ragione. Non dovremmo piuttosto preoccuparci di dover prima risolvere il problema di questi abbandoni, di tante ragazze madri, delle adozioni così difficili per  le vere famiglie sterili ma con un padre e una madre, mentre sono così facili per le unioni omosessuali; preoccuparci di risolvere i nostri egoismi, le inquietudini, l'autentico rispetto della vera libertà dei figli cresciuti nella complementarietà fra le diversità sessuali e quindi imparare a rispettare gli altri, non vedere nell'altro  l'oggetto del piacere e del desiderio, assumersi le proprie responsabilità invece di ricorrere all'aborto per nascondere i tanti adulteri che si consumano oramai dal periodo della adolescenza, e quant'altro?

Padre dunque è custode e signore, ma allo stesso modo o è sposo o non è padre.

E sposo è colui che giura, che fa voto solenne, che promette, dunque che impegna se stesso, che da se stesso, che si spende, dal greco spèndein (da cui sposo), che indica appunto il fare libazione solenne.

Sposo è colui che impegna se stesso di fronte al Cielo ma anche davanti agli uomini: ecco perché anche un sacerdote può essere un padre. Non è la generazione sessuale che fa il padre, ma l'impegno alla cura e custodia dei figli, l'impegno a crescerli secondo natura e non secondo le proprie ideologie, l'impegno a dar loro anche una madre perché egli cresca nella complementarietà delle diversità e per questo non vi è che un modello.

 

Lo Sposo si "spende" per la Sposa, si impegna per questa custodia e la sposa provvede a quella dimensione materna che solo una donna può dare. I due sono complementari, si appartengono, ma ognuno conserva la dimensione che gli è propria; hanno una pari dignità, ma al tempo stesso non sono uguali nei ruoli; hanno gli stessi diritti, ma al tempo stesso anch'essi devono proteggere, custodire, difendere i diritti dei figli; sono entrambi educatori; ma al tempo stesso imparano anch'essi dai figli a risolvere i problemi della vita.

Rispettando questo Amore autentico, queste promesse fatte, la donna non sentirà più la necessità di gridare che "l'utero è suo", né l'uomo sentirà la voglia di ripudiarla in cerca di altro. Allora si che i figli comprenderanno la prodezza di una promessa fatta, il significato della fedeltà, del sacrificio, dell'offerta ma anche della vera felicità, della autentica serenità, allora sì che anch'essi saranno in grado di fare scelte coraggiose, saranno in grado di fare promesse e mantenerle contribuendo davvero per una società migliore. Se non si ritorna ai ruoli naturali l'uomo potrà inventarsi mille nuove antropologie che non risolverà mai la propria inquietudine.

«Per questo, dico, io piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome, perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell'uomo interiore. Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità, e conoscere l'amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio. A colui che in tutto ha potere di fare molto più di quanto possiamo domandare o pensare, secondo la potenza che già opera in noi, a lui la gloria nella Chiesa e in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secoli dei secoli! Amen» (Ef.3,14-21).

"Per tutte le generazioni, nei secoli dei secoli!"

Meditiamo su questo passo, perché qui sta infine l'ultima custodia del padre, la custodia della Tradizione, questa trasmissione della Verità ai figli per i figli dei figli, perché un giorno, chiudendo gli occhi, possa il nostro cuore, pure pentito di tutti gli errori ed i peccati commessi lungo il cammino della vita, presentarsi alla Misericordia di Dio nell'abbandono di chi non ha sciupato il dono di Grazia che gli era stato consegnato nella Fede dei suoi padri: "Laudo autem vos quod omnia mei memores estis et, sicut tradidi vobis, traditiones meas tenetis. Volo autem vos scire quod omnis viri caput Christus est, caput autem mulieris vir, caput vero Christi Deus.

Vi lodo poi perché in ogni cosa vi ricordate di me e conservate le tradizioni così come ve le ho trasmesse. Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l`uomo, e capo di Cristo è Dio". (1Cor.11,2-3)

Custode della Fede è il padre. Custodia della Fede è la Tradizione.

 

 

Note

 

1 - Giorgio Lecchi e Alain de Benoist ne - II male americano - L.ED.E,Roma. i 978. pag. 33.

2 - teste rotonde (ingl. roundheads) Espressione con cui furono indicati i sostenitori del Parlamento durante la guerra civile inglese (1642-51), e in particolare i puritani e i membri del New model army di O. Cromwell (➔), a causa dell’abitudine di portare i capelli rasi;  a essi si contrapponevano i «cavalieri» (ingl. cavaliers), sostenitori del re. Il termine, in origine spregiativo, rimase in uso fino alla rivoluzione del 1688.

3 - Claudio Rise -  Padre, l'assente inaccettabile - San Paolo, Cinisello Balsamo, 2003. pag. 51-52.

4 - San Cipriano, L'unità della chiesa cattolica, III-VI-VII. La frase completa è la seguente: La sposa di Cristo non sarà mai adultera: essa è incorruttibile e pura, una sola casa conosce; con casto pudore custodisce la santità di un solo talamo. Lei ci conserva per Dio. Lei destina al Regno i figli che ha generato. Chiunque, separandosi dalla Chiesa, ne sceglie una adultera, viene a tagliarsi fuori dalle promesse della Chiesa: chi abbandona la Chiesa di Cristo, non perviene certo alle ricompense di Cristo. Costui sarà un estraneo, un profano, un nemico. Non può avere Dio per padre chi non ha la Chiesa per madre. Se si fosse potuto salvare chi era fuori dall’arca di Noè si salverebbe anche chi è fuori della Chiesa. "

 

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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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