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Omelie del Papa nella Messa delle 7 del mattino a Santa Marta (2)

Ultimo Aggiornamento: 31/01/2015 14:14
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28/02/2014 17:19
 
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  Papa Francesco: cristiani incoerenti, scandalo che uccide



Il cristiano incoerente dà scandalo e lo scandalo uccide: sono parole molto forti quelle che Papa Francesco ha pronunciato durante la Messa, stamani 27 febbraio, presieduta a Santa Marta. Ce ne parla Sergio Centofanti:RealAudioMP3 

L’omelia del Papa ha preso lo spunto da una Cresima amministrata durante la Messa. Chi riceve questo Sacramento – ha affermato Papa Francesco – “manifesta la sua voglia di essere cristiano. Essere cristiano significa dare testimonianza di Gesù Cristo”: è una persona che “pensa come cristiano, sente come cristiano e agisce come cristiano. E questa è la coerenza di vita di un cristiano”. Uno – ha poi osservato - può dire anche di avere fede, “ma se manca una di queste cose, non c’è il cristiano”, “c’è qualcosa che non va, c’è una certa incoerenza”. E i cristiani “che vivono ordinariamente, comunemente nell’incoerenza, fanno tanto male”: 

“Abbiamo sentito l’apostolo San Giacomo cosa dice ad alcuni incoerenti, che si vantavano di essere cristiani, ma sfruttavano i loro dipendenti, e dice così: ‘Ecco, il salario dei lavoratori che hanno mietuto sulle vostre terre e che voi non avete pagato grida; e le proteste dei mietitori sono giunte agli orecchi del Signore Onnipotente’. E’ forte il Signore. Se uno sente questo, può pensare: ‘Ma questo lo ha detto un comunista!’. No, no, l’ha detto l’apostolo Giacomo! E’ Parola del Signore. E’ l’incoerenza. E quando non c’è la coerenza cristiana e si vive con questa incoerenza, si fa lo scandalo. E i cristiani che non sono coerenti fanno lo scandalo”. 

“Gesù – ha proseguito il Papa - parla troppo forte contro lo scandalo: ‘Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, uno solo di questi fratelli, sorelle che hanno fede, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare’. Un cristiano incoerente fa tanto male” e “lo scandalo uccide”. “Tante volte – ha aggiunto Papa Francesco - abbiamo sentito: ‘Ma padre, io credo in Dio, ma non nella Chiesa, perché voi cristiani dite una cosa e ne fate un’altra’”. E ancora: “Io credo in Dio, ma in voi no”. “E’ per la incoerenza”: 

“Se tu ti trovi davanti – figuriamoci! – davanti un ateo e ti dice che non crede in Dio, tu puoi leggergli tutta una biblioteca, dove si dice che Dio esiste e anche provare che Dio esiste, e lui non avrà fede. Ma se davanti a questo ateo tu dai testimonianza di coerenza di vita cristiana, qualcosa incomincerà a lavorare nel suo cuore. Sarà proprio la testimonianza tua quella che a lui porterà questa inquietudine sulla quale lavora lo Spirito Santo. E’ una grazia che tutti noi, tutta la Chiesa deve chiedere: ‘Signore, che siamo coerenti’”. 

Dunque, conclude il Papa, occorre pregare, “perché per vivere nella coerenza cristiana è necessaria la preghiera, perché la coerenza cristiana è un dono di Dio e dobbiamo chiederlo”: “Signore, che io sia coerente! Signore, che io non scandalizzi mai, che io sia una persona che pensi come cristiano, che senta come cristiano, che agisca come cristiano”. E quando cadiamo per la nostra debolezza, chiediamo perdono:

“Tutti siamo peccatori, tutti, ma tutti abbiamo la capacità di chiedere perdono. E Lui mai si stanca di perdonare! Avere l’umiltà di chiedere perdono: ‘Signore, non sono stato coerente qui. Perdono!’. Andare avanti nella vita con coerenza cristiana, con la testimonianza di quello che crede in Gesù Cristo, che sa che è peccatore, ma che ha il coraggio di chiedere perdono quando sbaglia e che ha tanta paura di scandalizzare. Il Signore ci dia questa grazia a tutti noi”.







Il Papa: accompagnare, non condannare, quanti sperimentano il fallimento del proprio amore



Dietro la casistica c’è sempre una trappola contro di noi e contro Dio. E’ quanto affermato stamani 28 febbraio da Papa Francesco nella Messa a Casa Santa Marta. Il Papa, commentando il Vangelo odierno, si è soffermato sulla bellezza del matrimonio ed ha avvertito che bisogna accompagnare, non condannare, quanti sperimentano il fallimento del proprio amore. Quindi, ha ribadito che Cristo è lo Sposo della Chiesa e dunque non si può comprendere l’una senza l’Altro. Il servizio di Alessandro Gisotti:


I dottori della legge cercano di porre delle trappole a Gesù per “togliergli l’autorità morale”. Papa Francesco ha preso spunto dal Vangelo di oggi per offrire una catechesi sulla bellezza del matrimonio. I farisei, ha osservato, si presentano da Gesù con il problema del divorzio. Il loro stile, ha rilevato, è sempre lo stesso: “la casistica”, “E’ lecito questo o no?
“Sempre il piccolo caso. E questa è la trappola: dietro la casistica, dietro il pensiero casistico, sempre c’è una trappola. Sempre! Contro la gente, contro di noi e contro Dio, sempre! ‘Ma è lecito fare questo? Ripudiare la propria moglie?’. E Gesù rispose, domandando loro cosa dicesse la legge e spiegando perché Mose ha fatto quella legge così. Ma non si ferma lì: dalla casistica va al centro del problema e qui va proprio ai giorni della Creazione. E’ tanto bello quel riferimento del Signore: ‘Dall’inizio della Creazione, Dio li fece maschio e femmina, per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne’”. 

Il Signore, ha proseguito il Papa, “si riferisce al capolavoro della Creazione” che sono appunto l’uomo e la donna. E Dio, ha detto, “non voleva l’uomo solo, lo voleva” con la “sua compagna di cammino”. E’ un momento poetico, ha osservato, quando Adamo incontra Eva: “E’ l’inizio dell’amore: andate insieme come una sola carne”. Il Signore, ha quindi ribadito, “sempre prende il pensiero casistico e lo porta all’inizio della rivelazione”. D’altro canto, ha poi spiegato, “questo capolavoro del Signore non è finito lì, nei giorni della Creazione, perché il Signore ha scelto questa icona per spiegare l’amore che Lui ha verso il suo popolo”. Al punto, ha rammentato, che “quando il popolo non è fedele" Lui "gli parla, con parole di amore”: 

“Il Signore prende questo amore del capolavoro della Creazione per spiegare l’amore che ha con il suo popolo. E un passo in più: quando Paolo ha bisogno di spiegare il mistero di Cristo, lo fa anche in rapporto, in riferimento alla sua Sposa: perché Cristo è sposato, Cristo era sposato, aveva sposato la Chiesa, il suo popolo. Come il Padre aveva sposato il Popolo di Israele, Cristo sposò il suo popolo. Questa è la storia dell’amore, questa è la storia del capolavoro della Creazione! E davanti a questo percorso di amore, a questa icona, la casistica cade e diventa dolore. Ma quando questo lasciare il padre e la madre e unirsi a una donna, farsi una sola carne e andare avanti e questo amore fallisce, perché tante volte fallisce, dobbiamo sentire il dolore del fallimento, accompagnare quelle persone che hanno avuto questo fallimento nel proprio amore. Non condannare! Camminare con loro! E non fare casistica con la loro situazione”. 

Quando uno legge questo, è stata la sua riflessione, “pensa a questo disegno d’amore, questo cammino d’amore del matrimonio cristiano, che Dio ha benedetto nel capolavoro della sua Creazione”. Una “benedizione – ha avvertito – che mai è stata tolta. Neppure il peccato originale l’ha distrutta!”. Quando uno pensa a questo, dunque, “vede quanto bello è l’amore, quanto bello è il matrimonio, quanto bella è la famiglia, quanto bello è questo cammino e quanto amore anche noi, quanta vicinanza dobbiamo avere per i fratelli e le sorelle che nella vita hanno avuto la disgrazia di un fallimento nell’amore”. Richiamandosi infine a San Paolo, Papa Francesco ha sottolineato la bellezza “dell’amore che Cristo ha per la sua sposa, la Chiesa!”:

“Anche qui dobbiamo stare attenti che non fallisca l’amore! Parlare di un Cristo troppo scapolo: Cristo sposò la Chiesa! E non si può capire Cristo senza la Chiesa e non si può capire la Chiesa senza Cristo. Questo è il grande mistero del capolavoro della Creazione. Che il Signore ci dia a tutti i noi la grazia di capirlo e anche la grazia di mai cadere in questi atteggiamenti casistici dei farisei, dei dottori della legge”.







Papa Francesco: pregare perché Dio mandi preti e suore liberi da idolatria vanità, potere e denaro



Pregare Dio per le vocazioni, perché mandi preti e suore con il cuore soltanto per Lui, liberi dall’idolatria della vanità, del potere e del denaro: è l’esortazione lanciata da Papa Francesco stamani 3 marzo 2014 durante la Messa a Santa Marta. Ce ne parla Sergio CentofantiRealAudioMP3 

Il Vangelo dell’uomo ricco che si getta in ginocchio davanti a Gesù per chiedergli cosa debba fare per avere in eredità la vita eterna, è stato al centro dell’omelia di Papa Francesco. Quest’uomo – sottolinea il Papa - “aveva tanta voglia di sentire le parole di Gesù”: era “un uomo buono, perché fin dalla sua giovinezza aveva osservato i comandamenti. Un uomo buono”, dunque, “ma questo non era sufficiente, per lui: voleva di più. Lo Spirito Santo lo spingeva”. Gesù lo guarda con amore e gli fa la proposta: “Vendi tutto e vieni con me a predicare il Vangelo”. Ma quello, sentendo queste parole, “si fece scuro in volto e se ne andò rattristato” perché possedeva molti beni:

“Il suo cuore inquieto, proprio per lo Spirito Santo che lo spingeva ad avvicinarsi a Gesù e a seguirlo, era un cuore pieno, e lui non ha avuto il coraggio di svuotarlo. E ha fatto la scelta: i soldi. Il cuore pieno di soldi … Ma non era un ladro, un reo: no, no, no! Era un uomo buono: mai aveva rubato, mai! Mai truffato: erano soldi onesti. Ma il suo cuore era imprigionato lì, era legato ai soldi e non aveva la libertà di scegliere. I soldi hanno scelto per lui”. 

“Quanti giovani – ha proseguito Papa Francesco - sentono nel loro cuore questa ‘chiamata’ ad avvicinarsi a Gesù, e sono entusiasti”, “non hanno vergogna di inginocchiarsi” davanti a Lui, di “dare dimostrazione pubblica della loro fede in Gesù Cristo” e “vogliono seguirlo, ma, quando hanno il cuore pieno di un’altra cosa e non sono tanto coraggiosi per svuotarlo, tornano indietro, e quella gioia diviene tristezza”. Anche oggi ci sono tanti giovani che hanno la vocazione, ma a volte c’è qualcosa “che li ferma”:

“Dobbiamo pregare perché il cuore di questi giovani possa svuotarsi, svuotarsi di altri interessi, di altri amori, perché il cuore divenga libero. E questa è la preghiera per le vocazioni: ‘Signore, mandaci, mandaci suore, mandaci preti, difendili dall’idolatria, dall’idolatria della vanità, dall’idolatria della superbia, dall’idolatria del potere, dall’idolatria del denaro’. E la nostra preghiera è per preparare questi cuori per poter seguire da vicino Gesù”. 

L’uomo di questo Vangelo – ha affermato il Papa - è “tanto buono e poi tanto infelice”. Ci sono tanti giovani oggi così. Per questo occorre elevare a Dio una preghiera intensa:

“E’ la preghiera: ‘Aiuta, Signore, questi giovani, perché siano liberi e non siano schiavi, perché abbiano il cuore soltanto per te’, e così la chiamata del Signore può venire, può dare frutto. E questa è la preghiera per le vocazioni. Dobbiamo farne tanta: pregare. Ma, sempre stare attenti: le vocazioni ci sono. Dobbiamo aiutare affinché crescano, affinché il Signore possa entrare in quei cuori e dare questa gioia indicibile e gloriosa che ha ogni persona che segue da vicino Gesù”.






Il Papa: oggi ci sono cristiani condannati perché hanno una Bibbia



“La Croce è sempre nella strada cristiana”. E’ quanto affermato da Papa Francesco nella Messa di stamani 4 marzo 2014 a Casa Santa Marta. Il Papa ha incentrato la sua omelia sulle persecuzioni dei cristiani e ha avvertito che oggi ci sono più martiri che nei primi tempi della Chiesa. Quindi, ha affermato che la vita cristiana non è “un vantaggio commerciale”, ma “è semplicemente seguire Gesù”. Il servizio di Alessandro GisottiRealAudioMP3 

Gesù aveva appena finito di parlare sul pericolo delle ricchezze e Pietro gli domanda cosa riceveranno i discepoli che hanno lasciato tutto per seguirlo. Papa Francesco ha svolto la sua omelia muovendo da questo confronto, narrato dal Vangelo odierno, e subito ha sottolineato che Gesù “è generoso”. In verità, risponde il Signore, “non c’è nessuno che abbia lasciato” la famiglia, la casa, i campi che “non riceva già ora in questo tempo, cento volte tanto”. Forse, ha commentato il Papa, Pietro pensa che “andare dietro Gesù” sia una “bella attività commerciale”, perché ci fa guadagnare cento volte tanto. Ma Gesù aggiunge che accanto a questo guadagno ci saranno persecuzioni:

“Come se dicesse: ‘Sì, voi avete lasciato tutto e riceverete qui, in terra, tante cose: ma con la persecuzione!’. Come un’insalata con l’olio della persecuzione: sempre! Questo è il guadagno del cristiano e questa è la strada di quello che vuole andare dietro a Gesù, perché è la strada che ha fatto Lui: Lui è stato perseguitato! E’ la strada dell’abbassamento. Quello che Paolo dice ai Filippesi: ‘Si abbassò. Si è fatto uomo e si abbassò fino alla morte, morte di croce’. Questo è propria la tonalità della vita cristiana”. 

Così anche nelle Beatitudini, ha proseguito il Papa, quando Gesù dice: “Beati voi quando vi insulteranno, quando sarete perseguitati a causa del mio nome”, “è una delle Beatitudini la persecuzione”. I discepoli, ha rammentato, “subito dopo la venuta dello Spirito Santo, hanno cominciato a predicare e sono cominciate le persecuzioni: Pietro è andato in carcere”, Stefano è stato ucciso e poi “tanti discepoli fino al giorno d’oggi”. “La Croce – ha ammonito – è sempre nella strada cristiana!” “Noi – ha ribadito – avremo tanti fratelli, tante sorelle, tante madri, tanti padri nella Chiesa, nella comunità cristiana”, ma “anche avremo la persecuzione”:

“Perché il mondo non tollera la divinità di Cristo. Non tollera l’annuncio del Vangelo. Non tollera le Beatitudini. E così la persecuzione: con la parola, le calunnie, le cose che dicevano dei cristiani nei primi secoli, le diffamazioni, il carcere… Ma noi dimentichiamo facilmente. Ma pensiamo ai tanti cristiani, 60 anni fa, nei campi, nelle prigioni dei nazisti, dei comunisti: tanti! Per essere cristiani! Anche oggi… ‘Ma oggi abbiamo più cultura e non ci sono queste cose’. Ci sono! E io vi dico che oggi ci sono più martiri che nei primi tempi della Chiesa.” 

Tanti fratelli e sorelle, ha proseguito, “che danno testimonianza di Gesù, offrono la testimonianza di Gesù e sono perseguitati”. Cristiani, ha constatato con amarezza, che non possono neppure avere la Bibbia con sé: 

“Sono condannati perché hanno una Bibbia. Non possono portare il segno della croce. E questa è la strada di Gesù. Ma è una strada gioiosa, perché mai il Signore ci prova più di quello che noi possiamo portare. La vita cristiana non è un vantaggio commerciale, non è un fare carriera: è semplicemente seguire Gesù! Ma quando seguiamo Gesù succede questo. Pensiamo se noi abbiamo dentro di noi la voglia di essere coraggiosi nella testimonianza di Gesù. Anche pensiamo - ci farà bene - ai tanti fratelli e sorelle che oggi - oggi! - non possono pregare insieme, perché sono perseguitati; non possono avere il libro del Vangelo o una Bibbia, perché sono perseguitati”.

Pensiamo, ha detto ancora, a quei fratelli che “non possono andare a Messa, perché è vietato”. Quante volte, ha affermato, “viene un prete di nascosto, fra di loro, fanno finta di essere a tavola, a prendere un tè e lì celebrano la Messa”, “perché non li vedano”. “Questo – ha avvertito il Papa - succede oggi”. Pensiamo, ha concluso, se siamo disposti “a portare la Croce come Gesù? A portare persecuzioni per dare testimonianza di Gesù”, come “fanno questi fratelli e sorelle che oggi sono umiliati e perseguitati”; “questo pensiero ci farà bene a tutti”.







[Modificato da Caterina63 04/03/2014 12:49]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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