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Messaggi e Discorsi del Papa agli Ordini Religiosi, Consacrati e Movimenti laicali

Ultimo Aggiornamento: 22/01/2018 08:58
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03/01/2014 23:22
 
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  L'ARTICOLO  SUL CORRIERE, 1.1.2014, DI MESSORI

Il ciclone Bergoglio si è abbattuto stavolta sui frati , monaci e consacrati in genere che partecipavano alla periodica assemblea della Unione dei Superiori Generali degli Istituti religiosi maschili .

Il programma del Convegno prevedeva solo una breve esortazione del papa ma , in realtà, l’incontro è durato tre ore , in un susseguirsi di domande e di lunghe risposte . Offerte , queste, con una tale foga da concedere diritto di cittadinanza – di certo per la prima volta sotto le volte di una sala vaticana - a un termine che qualche dizionario registra ancora facendolo precedere da un cauto volg. , “ volgare “.

In effetti , Francesco ha insistito sul ruolo profetico dei religiosi , avvertendo però, testualmente ,
che << la profezia fa rumore , chiasso, qualcuno dice casino>> 

Papa Francesco era particolarmente a suo agio : è infatti il primo pontefice , dopo 183 anni, a provenire non dal clero secolare ma da quello religioso . Parlava dunque per esperienza personale di conventi , comunità , regole , statuti . Grandezze e miserie , speranze e difficoltà degli “ istituti di perfezione “ , come vengono chiamati , sono stati per lui vita quotidiana, non astrazioni da biblioteca teologica. 

La Civiltà Cattolica , sul cui sito è apparsa ieri la trascrizione dei punti salienti del dialogo, lo ha riassunto con l’esortazione papale : << Svegliate il mondo ! >> .

A chi conosce la situazione di molti istituti verrebbe da pensare – con un pizzico di amara ironia – che l’ esortazione adeguata potrebbe essere uno << Svegliate il frate ! >>. In effetti , la vita religiosa è stata tra le più colpite dal travaglio postconciliare, anche come fervore di vita. . A livello di numeri, a cominciare proprio dalla Compagnia ignaziana , è stata severamente falcidiata da uscite di professi e da mancate nuove entrate di novizi . Provinciale dei Gesuiti per l’Argentina , padre Bergoglio stesso ha vissuto il dramma – cui ha accennato nell’incontro con i Superiori – dell’abbandono di case e di funzioni per mancanza di personale. 

Giusto a proposito di vocazioni mancanti – alludendo agli istituti femminili - Francesco ha denunciato quella che i vescovi del Terzo Mondo definiscono “ la tratta delle novizie “. Religiose europee , cioè , che si sono dedicate – in Africa, in Asia, nella stessa America Latina- alla “ caccia “ a presunte vocazioni, al reclutamento di ragazze da trasformare in suore che riempiano almeno in parte i vuoti tra le loro fila. Un comportamento condannabile che riguarda peraltro anche certi ordini e congregazioni maschili. 

Il problema numerico esiste ed è grave - sia per gli uomini che per le donne - tanto che molti istituti registrano oggi meno della metà dei membri che contavano alla fine del Vaticano II e i superstiti sono quasi tutti in età avanzata. I grandi collegi costruiti negli anni Cinquanta per accogliere e formare i novizi, se non sono stati venduti sono stati trasformati in ricoveri per religiosi e religiose anziani e malati . Le varie famiglie religiose stringono patti per unire i loro invalidi e le loro invalide , non avendo più né personale né mezzi per fare da sole. Molte istituzioni hanno più case e opere che consacrati in grado di occuparle e gestirle. Sul mercato delle vendite immobiliari di Roma stanno riversandosi le sedi, spesso imponenti e circondate di grandi parchi , di Case generalizie ormai sovradimensionate . Certo, la creatività evangelica continua ad operare e dal vecchio albero nascono rami nuovi ma ciò non toglie che inesorabili proiezioni statistiche mostrino come ( almeno a viste umane ) sia inesorabile il declino, sino forse all’estinzione , di Istituti che furono per secoli abbondanti di frutti. 

Tuttavia, fedele al suo stile di ottimismo, pur realistico, papa Francesco non si è soffermato sulla quantità ma sulla qualità dei consacrati . Non ha parlato di crisi numerica, bensì della formazione spirituale e della vita concreta dei religiosi , tanti o pochi che siano. Ha ricordato che la fede non si propaga per proselitismo ma per testimonianza personale ; non tanto per predicazione quanto per attrazione. Ha ribadito che la vita religiosa ha un aspetto profetico : testimoniare cioè , sin da ora , il Regno futuro che attende ciascun uomo e il mondo intero. Senza giri di parole ha ricordato – qui pure per esperienza personale – le difficoltà, talvolta la durezza della vita comunitaria , tanto che , stando persino alla parola dei santi , proprio quel tipo di vita costituisce il primo motivo di penitenza. Ma ha ammonito che << la vita senza conflitti, anche con i fratelli, non è vita >>. 

I noviziati , lo dicevamo, sono spesso semivuoti , almeno in Occidente. Ma a chi ancora presiede a quegli ambienti ha rivolto parole severe : << La formazione è opera artigianale, non poliziesca. Dobbiamo formare il cuore. Altrimenti formiamo piccoli mostri. E poi questi piccoli mostri formano il popolo di Dio. Questo mi fa venire davvero la pelle d’oca >>. Per aggiungere : << Non dobbiamo formare amministratori o gestori ma padri, fratelli, compagni di cammino per l’uomo concreto >>. Parole durissime , poi, alludendo ai casi di abusi sessuali : << Tutti siamo peccatori ma non tutti siamo corrotti . Nella Chiesa si accettano i peccatori, non i corruttori >>. 

Che dire, in complesso ? Per chi conosce questi temi, la reazione alle esternazioni di papa Bergoglio può essere di sollievo. La grande débacle della vita religiosa fu determinata anche, se non soprattutto , dall’alluvione di sociologismi e psicologismi e dal manifestarsi di una malattia preoccupante : la “ documentite “. Un susseguirsi continuo, cioè, di incontri, dibattiti, convegni , confronti che partorivano inesorabilmente un “ documento “ , tanto dotto e complesso quanto sterile. Mentre gli esperti discettavano sulla sua essenza, la vita religiosa svaniva.
Ora , Francesco sembra indicare la via di una possibile ripresa . Una via di semplice buon senso e come tale spregiata da una certa intellighenzia clericale : essere frati e monaci è pensabile solo in una dimensione di fede vera e profonda, solo nell’accettazione di una esistenza talmente permeata dal Vangelo da divenire essa stessa segno e motivo di stupore , dunque di attrazione. Nella sua terribile semplicità, è la imitatio Christi - pur mettendo in conto la condizione umana , dunque l’inevitabile peccato- non è la relazione dello “ specialista “ che può ancora indicare a chi ne sia chiamato la via di conventi e monasteri. 

Vittorio Messori





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Parole e silenzi di Francesco, a tu per tu con i superiori religiosi

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Alle 15 in punto di venerdì 3 gennaio “La Civiltà Cattolica” ha diffuso 15 pagine di resoconto delle tre ore di colloquio che papa Francesco ha avuto il 29 novembre in Vaticano con i superiori generali degli ordini religiosi.

Di quel colloquio pochissimo era trapelato. Ma padre Antonio Spadaro, il direttore della rivista dei gesuiti di Roma stampata con l’imprimatur delle autorità vaticane, era tra i 120 presenti e ha trascritto le parole del papa, poi da lui riviste prima della pubblicazione.

“Quando papa Francesco parla a braccio e dialoga, il suo discorso ha un ritmo ad ondate progressive che va seguito con cura perché si nutre della relazione viva con i suoi interlocutori”. Così inizia il resoconto di padre Spadaro, che apre l’ultimo numero de “La Civiltà Cattolica” ed è scaricabile in tre lingue – italiano,englishespañol – dal sito della rivista.

Non mancano espressioni a tinte forti, nell’eloquio di papa Jorge Mario Bergoglio.

Ad esempio, a proposito della formazione dei novizi: “Dobbiamo formare il cuore. Altrimenti formiamo piccoli mostri. E poi questi piccoli mostri formano il popolo di Dio. Questo mi fa venire davvero la pelle d’oca”.

O ancora, a proposito di ciò che è prioritario nella vita consacrata: “È la profezia del Regno, che non è negoziabile. L’accento deve cadere nell’essere profeti, e non nel giocare ad esserlo. Naturalmente il demonio ci presenta le sue tentazioni, e questa è una di quelle: giocare a fare i profeti senza esserlo, assumerne gli atteggiamenti. Ma non si può giocare in queste cose. Io stesso ho visto cose molto tristi al riguardo”.

Nel corso del colloquio, papa Francesco ha fatto sapere d’aver messo in cantiere due documenti: il primo sulla vocazione dei “fratelli”, cioè dei religiosi che non sono sacerdoti, e il secondo sui rapporti tra i vescovi e i religiosi, in sostituzione di un documento del 1978, “Mutuae relationes”, da lui definito “non più attuale”.

Ha inoltre annunciato che il 2015 sarà un anno dedicato alla vita consacrata. Racconta padre Spadaro: “Queste parole sono accolte con un lungo applauso. Il pontefice guarda sorridendo il prefetto e il segretario della congregazione per i religiosi e gli istituti secolari dicendo: ‘È colpa loro, è una loro proposta: quando questi due si incontrano, sono pericolosi’, provocando così l’ilarità di tutta l’assemblea”.

Il prefetto e il segretario in parola sono il cardinale brasiliano João Braz de Aviz, focolarino, e lo spagnolo José Rodríguez Carballo, frate minore francescano, il secondo nominato da papa Francesco e il primo ereditato dal precedente pontificato.

Entrambi – e con loro il papa – sono entrati nelle cronache recenti per la durezza con cui hanno “commissariato” una congregazione religiosa tra le più fiorenti di vocazioni, quella dei Francescani dell’Immacolata, proibendole tra l’altro di celebrare la messa secondo il rito romano antico.

A questa vicenda non si è fatto cenno, nel colloquio del 29 novembre. Se non implicitamente, forse, là dove papa Francesco ha detto che “i conflitti comunitari sono inevitabili: in un certo senso devono esistere, se la comunità vive davvero rapporti sinceri e leali”.

Ma a vedere le modalità distruttive con cui sta procedendo il commissariamento dei Francescani dell’Immacolata – per quanto ne trapela da entrambe le parti in conflitto – l’impressione netta è che la medicina vaticana sia peggiore della paventata malattia.

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NOTA BENE !

Il blog “Settimo cielo” fa da corredo al sito “www.chiesa”, curato anch’esso da Sandro Magister, che offre a un pubblico internazionale notizie, analisi e documenti sulla Chiesa cattolica, in italiano, inglese, francese e spagnolo.

Gli ultimi tre servizi di “www.chiesa”:

3.1.2014
> Diario Vaticano / I nuovi cardinali che ha in mente Francesco
Saranno quattro o cinque in curia e una decina fuori, soprattutto in America latina, Africa e Asia. Ecco i nomi. Ma non mancheranno le sorprese

30.12.2013
> Islam e cristianesimo. Dove il dialogo inciampa
Nella “Evangelii gaudium” papa Francesco ha dettato le regole del rapporto con i musulmani. Il gesuita islamologo Samir Khalil Samir le esamina ad una ad a una. E ne denuncia i limiti

23.12.2013
> Capolavori di canto gregoriano / “Puer natus”
È l’introito del giorno di Natale. In una nuovissima esecuzione offerta al nostro ascolto dai “Cantori Gregoriani” e dal loro Maestro







[Modificato da Caterina63 03/01/2014 23:42]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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