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Messaggi e Discorsi del Papa agli Ordini Religiosi, Consacrati e Movimenti laicali

Ultimo Aggiornamento: 22/01/2018 08:58
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05/06/2015 17:30
 
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Il Papa ai Dehoniani: portate agli ultimi la misericordia di Dio




Il Papa incontra i Dehoniani - OSS_ROM





05/06/2015



I religiosi sono chiamati ad essere misericordiosi e a trovare nell’amore di Dio l’armonia delle proprie comunità. E’ l’esortazione rivolta da Papa Francesco ai partecipanti al Capitolo generale dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù, meglio conosciuti come Dehoniani. Il Papa, che ha consegnato il testo del discorso, ha rivolto gli auguri al nuovo superiore generale, padre Heiner Wilmer. Il servizio di Alessandro Gisotti:


“Misericordiosi, in comunità, con i poveri”. Papa Francesco nel discorso consegnato ai Dehoniani parte dal tema del Capitolo generale della comunità religiosa e subito mette l’accento sull’essere misericordiosi per attuare la propria azione pastorale. “Come religiosi – osserva – siete chiamati ad esseremisericordiosi”. Si tratta anzitutto di vivere in profonda comunione con Dio nella preghiera, nella meditazione della Sacra Scrittura, nella celebrazione dell’Eucaristia, perché tutta la nostra vita sia un cammino di crescita nella misericordia di Dio”. E soggiunge che nella misura “in cui ci rendiamo consapevoli dell’amore gratuito del Signore e lo accogliamo in noi stessi, crescono anche la nostra tenerezza, la nostra comprensione e la nostra bontà verso le persone che ci stanno accanto”. Di qui, soggiunge, deve anche partire “lo sforzo di rinnovamento” dei Dehoniani, del loro istituto e della loro missione.


La misericordia punto di armonizzazione delle comunità religiose
“Nell’esperienza della misericordia di Dio e del suo amore – ribadisce Francesco – troverete anche il punto di armonizzazione delle vostrecomunità. Ciò comporta l’impegno di assaporare sempre più la misericordia che i confratelli vi usano e donare loro la ricchezza della vostra misericordia. In tutto ciò vi è di esempio e di aiuto la testimonianza del vostro Fondatore, grande apostolo del Sacro Cuore”. “La misericordia – evidenzia il Papa – è la parola-sintesi del Vangelo, possiamo dire che è il ‘volto’ di Cristo, quel volto che Egli ha manifestato quando andava incontro a tutti, quando guariva gli ammalati, quando sedeva a tavola con i peccatori, e soprattutto quando, inchiodato sulla croce, ha perdonato: lì noi abbiamo il volto della misericordia divina”.

Siate “canali” dell’amore di Dio verso gli ultimi e i più poveri
Il Signore, è l’esortazione di Francesco, “vi chiama ad  essere canali di questo amore in primo luogo verso gli ultimi, i più poveri, che sono i privilegiati ai suoi occhi”. Per questo, afferma, “lasciatevi continuamente interrogare dalle situazioni di fragilità e povertà con le quali venite a contatto, e cercate di offrire nei modi adeguati la testimonianza della carità che lo Spirito infonde nei vostri cuori”. “Lo stile della misericordia – aggiunge – vi permetta di aprirvi con prontezza alle necessità attuali e di essere operosamente presenti nei nuovi areopaghi dell’evangelizzazione, privilegiando, anche se ciò dovesse comportare dei sacrifici, l’apertura verso quelle realtà di estremo bisogno che si rivelano sintomatiche delle malattie della società odierna”.

Dare nuovo impulso all’animazione missionaria
“La storia della vostra Congregazione – prosegue il discorso – è segnata e resa feconda da tanti vostri confratelli che hanno speso generosamente la loro vita al servizio al Vangelo, vivendo in docile comunione con i Pastori, con il cuore indiviso per Cristo e con spirito di povertà”. La loro scelta evangelica, conclude il Papa, “illumini il vostro impegno missionario e sia d’incoraggiamento a proseguire con rinnovato slancio apostolico la vostra peculiare missione nella Chiesa”. Nel solco di queste testimonianze, infatti, “potrete dare nuovo impulso all’animazione missionaria nei diversi contesti in cui siete inseriti”.





Il Papa ai salesiani: non deludere i giovani, ascoltare loro aspirazioni

Messaggio di Papa Francesco per il bicentenario di Don Bosco

Messaggio di Papa Francesco per il bicentenario di Don Bosco

16/07/2015

In occasione del Bicentenario della nascita di Don Bosco, Papa Francesco ha inviato al rettor maggiore dei Salesiani, don Ángel Fernández Artime, una lettera per rendere grazie a Dio per il dono del Santo dei giovani e “richiamare gli aspetti essenziali dell’eredità spirituale e pastorale di Don Bosco ed esortare a viverli con coraggio”. Il servizio di Alessandro Gisotti:

“Don Bosco ci insegna anzitutto a non stare a guardare, ma a porsi in prima linea per offrire ai giovani un’esperienza educativa integrale” che coinvolga tutta la persona umana. E’ quanto scrive Papa Francesco al rettor maggiore dei Salesiani, in occasione del Bicentenario della nascita di Don Bosco. Il Pontefice sottolinea che l’Italia e l’Europa sono molto cambiate in questi ultimi due secoli, ma non è cambiata l’anima dei giovani perché anche oggi “i ragazzi e le ragazze sono aperti alla vita e all’incontro con Dio e con gli altri”. Al tempo stesso, “ce ne sono tanti a rischio di scoraggiamento, di anemia spirituale e di emarginazione”. La pedagogia di Don Bosco, evidenzia il Papa, “è l’amorevolezza” e ribadisce quanto sia necessario che “l’amore dell’educatore si esprima mediante gesti concreti ed efficaci”. Ancora, nella lettera si sottolinea la consegna totale di Don Bosco a Dio “in uno slancio per la salvezza delle anime” in particolare dei giovani, atteggiamenti che “l’hanno portato ad uscire e a operare decisioni coraggiose: la scelta di dedicarsi ai giovani poveri, con l’intento di realizzare un vasto movimento di poveri per i poveri”.

I salesiani si impegnino sulle nuove frontiere educative
Anche oggi, prosegue Francesco, “la Famiglia salesiana si apre verso nuove frontiere educative e missionarie, percorrendo le vie dei nuovi mezzi di comunicazione sociale e quelle dell'educazione interculturale presso popoli di religioni diverse, o di Paesi in via di sviluppo, o di luoghi segnati dalla migrazione”. D’altro canto, constata il Papa, “le sfide della Torino del secolo XIX hanno assunto dimensione globale: idolatria del denaro, inequità che genera violenza, colonizzazione ideologica e sfide culturali legate ai contesti urbani”. Di qui l’invito ai salesiani a “far rifiorire la creatività carismatica dentro e oltre” le “istituzioni educative”. Don Bosco, scrive, “vi aiuti a non deludere le aspirazioni profonde dei giovani”: “bisogno di vita, apertura, gioia, libertà, futuro; il desiderio di collaborare alla costruzione di un mondo più giusto e fraterno, allo sviluppo per tutti i popoli, alla tutela della natura e degli ambienti di vita”. Francesco invita dunque i salesiani ad accompagnare i giovani “nella ricerca di sintesi tra fede, cultura e vita, nei momenti in cui si prendono decisioni impegnative, quando si cerca di interpretare una realtà complessa”.

Dare un’anima alle Reti sociali, impegnare i giovani nel volontariato
Il Papa segnala in particolare due compiti: “il primo è quello di educare secondo l'antropologia cristiana al linguaggio dei nuovi mezzi di comunicazione e delle reti sociali, che plasma in profondità i codici culturali dei giovani”; il secondo “è promuovere forme di volontariato sociale, non rassegnandosi alle ideologie che antepongono il mercato e la produzione alla dignità della persona e al valore del lavoro”. Francesco riprende il tema della “emergenza educativa” di Benedetto XVI e di qui invita la Famiglia salesiana a “favorire un’efficace alleanza educativa tra diverse agenzie religiose e laiche per camminare con la diversità dei carismi a favore della gioventù nei diversi continenti” e questo coinvolgendo anche le famiglie perché non può esserci “un’efficace pastorale giovanile senza una valida pastorale familiare”. E sottolinea che gli adulti sono chiamati ad ascoltare i giovani “con pazienza, comprendere le loro inquietudini o le loro richieste, e imparare a parlare con loro nel linguaggio che essi comprendono”. “Le attese della Chiesa riguardo alla cura della gioventù – conclude il messaggio ai salesiani – sono grandi”, assumete dunque “l’eredità del vostro fondatore” per parlare e agire “con i giovani e per i giovani”.




[Modificato da Caterina63 16/07/2015 15:04]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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