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Proclamazione di Santi, Beati e Venerabilie e le Canonizzazioni di Papa Francesco

Ultimo Aggiornamento: 22/06/2023 15:56
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14/02/2015 23:44
 
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  Concistoro per tre nuove Canonizzazioni, il rito il 17 maggio




Concistoro per la canonizzazione di tre Beate - OSS_ROM





14/02/2015 



 


Dopo la creazione dei nuovi cardinali, Papa Francesco ha presieduto il Concistoro che dà il via libera alla Canonizzazione di tre religiose Beate. Si tratta di suor Giovanna Emilia de Villeneuve, fondatrice della Congregazione delle Suore dell’Immacolata Concezione di Castres; Maria di Gesù Crocifisso, monaca professa dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi; e Maria Alfonsina Danil Ghattas, fondatrice della Congregazione delle Suore del Rosario di Gerusalemme. Saranno canonizzate il prossimo 17 maggio assieme a Maria Cristina dell’Immacolata Concezione. I ritratti delle tre future Sante nel servizio di Roberta Barbi:


Giovanna Emilia de Villeneuve
“È per Dio che vi lascio, voglio servire i poveri, perché dobbiamo andare là dove la voce dei poveri ci chiama”. Così Emilia nel 1836, a soli 25 anni, si congedò da suo padre, il marchese Louis de Villeneuve, per fondare assieme ad altre due ragazze una nuova Congregazione consacrata all’Immacolata Concezione. Le chiameranno le “suore azzurre”, perché tale era l’abito che vestivano, un segno della protezione del manto di Maria che la fondatrice volle fosse anche visibile, in un’epoca in cui tutte le monache vestivano di nero. L’amore per gli altri e la spinta alle attività sociali le aveva imparate proprio dal padre, che in seno alla sua industria per la lavorazione del cuoio aveva creato una società di mutuo soccorso e promuoveva corsi di alfabetizzazione per i giovani, ma furono la morte prematura della madre e della sorella a farla avvicinare alla Vergine, che presto divenne la sua compagna di viaggio. L’esperienza della morte le insegnò che la vita non è l’unica cosa importante su questa terra, ma “si deve vedere Dio in tutte le cose e tutte le cose in Dio, ascoltarne la Parola, raccogliersi in momenti di preghiera profondi per imparare a guardare il mondo con gli occhi di Gesù”. Con le sue nuove sorelle visse accanto agli ammalati, ai carcerati e alle prostitute per dimostrare loro che Dio li ama, fino alla morte per colera sopraggiunta nel 1853.

Maria di Gesù Crocifisso
Veniva da Nazareth e portava il nome di Mariam come la Vergine e Maria di Gesù Crocifisso si chiamò anche dopo aver pronunciato i voti presso il Carmelo di Pau, in Francia, la seconda Beata che sarà canonizzata, al secolo Mariam Baouardy. “Una piccola araba obbediente fino al miracolo”, la definiva la sua madre superiora che le fu vicino quando i mistici doni di cui era ricca cominciarono a manifestarsi. Umile e illetterata, Maria inizialmente nascose le stimmate che le sanguinavano nel giorno della Passione di Cristo, credendo di aver contratto la lebbra e non raccontò subito le esperienze dell’estasi e della bilocazione che attribuiva alla propria incapacità di restare sveglia mentre pregava. Poi, quando si trovò a comporre di getto salmi che il suo analfabetismo le avrebbe reso impossibili, capì: “A chi somiglio io, Signore? Agli uccelletti implumi nel loro nido. Se il padre e la madre non portano loro il cibo, muoioni di fame. Così è l’anima mia senza di Te: non ha sostegno, non può vivere”. Attraverso di lei il Signore volle che fosse costruito un Carmelo a Betlemme, dove presto si trasferì, e poi uno Nazareth, in Terrasanta. Oltre al continuo dialogo con lo Spirito Santo, Mariam iniziò a ricevere anche le visite del maligno che la percuoteva e la ossessionava, ma più la tormentava, più lei si avvicinava a Dio, a cui alla fine, esausta, chiese: “Chiamami a te!”. Fu esaudita nel 1878 e seppellita nel convento carmelitano di Betlemme, dove tutti già la chiamavano “kedise”, la “Santa”.

Maria Alfonsina Danil Ghattas
Palestinese era anche Sultaneh, la quindicenne figlia di Danil Ghattas che con la vestizione religiosa sul Santo Calvario, entrò a far parte delle Suore di San Giuseppe dell’Apparizione con il nome di Maria Alfonsina. Ma non era questo il suo destino. La Vergine le apparve per la prima volta il giorno dell’Epifania del 1874 e poi di nuovo nel mese a lei consacrato, maggio, ispirandole la fondazione di una nuova congregazione: le Suore del Santissimo Rosario di Gerusalemme, la prima interamente femminile presente in Terrasanta. Era questa la missione della Beata: promuovere il ruolo della donna nella sua amata patria terrena; un compito difficilissimo anche per chi, come lei, aveva una fiducia sconfinata nella divina Provvidenza. Iniziò con nove sorelle, occupandosi dell’insegnamento religioso per vincere l’analfabetismo imperante,ma presto la congregazione si diffuse, tanto che oggi è considerata il braccio destro del Patriarcato latino nei Paesi arabi, in cui si occupa di scuole, parrocchie e altre istituzioni diocesane. Silenziosa e umile fino a sparire dentro la preghiera del Santo Rosario, rimise l’anima al Padre proprio mentre recitava i 15 misteri, nella notte del 25 marzo 1927.

 

Mons. Twal: due religiose canonizzate, segni per la Terra Santa

Il patriarca Fouad Twal - EPA

24/03/2015 

“Le nostre due nuove sante sono lampade per i nostri passi. Attraverso il loro amore e la loro fede illuminano le loro famiglie religiose e i fedeli della Terra Santa, del Medio Oriente e del mondo intero”. E’ quanto scrive ai fedeli in un messaggio dal titolo “Nel percorso della santità” il patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal in vista dell’imminente canonizzazione, il 17 maggio a Roma, di madre Maria Alfonsina e di suor Maria di Gesù Crocifisso, religiose della Terra Santa, fondatrice della congregazione delle Suore del Rosario la prima, e monaca carmelitana la seconda, fondatrice del Carmelo di Betlemme.

Canonizzazione segno di fede e speranza in Cristo
Per il patriarca la canonizzazione delle due religiose è un segno che ridona fede e speranza in Cristo. “Il Signore vuole riconfortare i nostri Paesi lacerati dai conflitti e dalle guerre e le nostre popolazioni che soffrono continue ingiustizie – scrive il patriarca Twal – le nostre due sante, attraverso la loro vita esemplare, il loro silenzio eloquente e il loro raccoglimento, la loro fedeltà malgrado la sofferenza e la loro abnegazione eroica nei sacrifici, ci donano una lezione magnifica”.

Le due future sante modelli da imitare ciascuno nel proprio stato di vita
Nel messaggio si ricorda poi che i santi sono modelli di cui imitare le virtù, le opere, ma anche la saggezza, che la santità consiste nel cercare la volontà di Dio, che essa è frutto non solo di sforzi umani ma anche della grazia divina e che la via per giungervi consiste nel rispondere alla propria vocazione, ciascuno nel proprio stato di vita. “Essere sano è semplicemente essere fedele alla propria vocazione cristiana” aggiunge il patriarca latino di Gerusalemme che sottolinea inoltre il fondamento sulla carità della santità. Infine il patriarca Twal esorta ad invocare l’intercessione di madre Maria Alfonsina e di suor Maria di Gesù Crocifisso, ad imitare la loro vita perché Dio conceda alla Terra Santa laici impegnati, ispirati da una fede viva, cosciente ed efficace, fede che possa rischiarare tutti i settori della vita, pubblici e privati, al fine di essere testimoni di Cristo nell’ambito familiare, professionale, politico, economico, culturale e sociale. (T.C.)




[Modificato da Caterina63 25/03/2015 00:10]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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