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Gesù, la Chiesa, il suo Magistero e il vero rapporto con la Donna

Ultimo Aggiornamento: 26/05/2016 00:36
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20/10/2013 23:19
 
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Pure Papa Francesco è d’accordo: la donna in Chiesa ha ancora tanto da dare

Papa Francesco incontra la scrittrice Costanza Miriano.

Papa Francesco incontra la scrittrice Costanza Miriano.

Non possiamo tacere, infine, sul successore di Benedetto XVI, papa Francesco, il quale rimarca quella linea tracciata da Giovanni Paolo II nella già citata Mulieris dignitatem.

Nei suoi primi discorsi sotto Pasqua, papa Francesco ha fatto emergere, con tanta delicatezza ma anche con forza, la presenza, il ruolo e il coraggio delle donne, che per prime vanno alla tomba vuota dove incontrano il Cristo risorto, credono in lui e vanno ad annunciare agli stessi apostoli che il Cristo era vivo. E nessuno può negare queste attenzioni del Cristo per le donne, discepole e prime testimoni del Risorto, e noi stesse ci sentiamo “confermate” nelle sue parole per aver espresso questi fatti concreti all’inizio dell’articolo, preparato ben prima della sua elezione. O come quando ama citare e ricordare aneddoti di sua nonna Rosa quale imprimatur fondamentale della sua vocazione e fede cristiana.

Le parole consegnate ai vescovi brasiliani nel Discorso a loro dedicato il sabato 27 luglio 2013 durante la Gmg, dicono: “Le donne hanno un ruolo fondamentale nel trasmettere la fede e costituiscono una forza quotidiana in una società che la porti avanti e la rinnovi. Non riduciamo l’impegno delle donne nella Chiesa, bensì promuoviamo il loro ruolo attivo nella comunità ecclesiale. Se la Chiesa perde le donne, nella sua dimensione totale e reale, la Chiesa rischia la sterilità.”

Col direttore di Civiltà Cattolica, Antonio Spadaro, a dialogare di tutto... anche del ruolo delle donne.

Col direttore di Civiltà Cattolica, Antonio Spadaro, a dialogare di tutto… anche del ruolo delle donne.

O come dice nell’ultima intervista ufficiale rilasciata a Civiltà Cattolica sulle donne: “È necessario ampliare gli spazi di una presenza femminile più incisiva nella Chiesa. Temo la soluzione del “machismo in gonnella”, perché in realtà la donna ha una struttura differente dall’uomo. E invece i discorsi che sento sul ruolo della donna sono spesso ispirati proprio da una ideologia machista (machismo dallo spagnolo macho=maschilismo ndr). Le donne stanno ponendo domande profonde che vanno affrontate. La Chiesa non può essere se stessa senza la donna e il suo ruolo. La donna per la Chiesa è imprescindibile. Maria, una donna, è più importante dei Vescovi. Dico questo perché non bisogna confondere la funzione con la dignità. Bisogna dunque approfondire meglio la figura della donna nella Chiesa. Bisogna lavorare di più per fare una profonda teologia della donna. Solo compiendo questo passaggio si potrà riflettere meglio sulla funzione della donna all’interno della Chiesa. Il genio femminile è necessario nei luoghi in cui si prendono le decisioni importanti. La sfida oggi è proprio questa: riflettere sul posto specifico della donna anche proprio lì dove si esercita l’autorità nei vari ambiti della Chiesa. (..)Nel breviario io ho il testamento di mia nonna Rosa, e lo leggo spesso: per me è come una preghiera. Lei è una santa che ha tanto sofferto, anche moralmente, ed è sempre andata avanti con coraggio.”

Caterina, Monica e le altre…

Monica e Agostino, madre e figlio: la figura di questa santa madre è molto cara ai cattolici.

Monica e Agostino, madre e figlio: la figura di questa santa madre è molto cara ai cattolici.

Promuovere il ruolo attivo significa anche ascoltare le donne come gli stessi pontefici in passato hanno fatto ascoltando le grandi mistiche. Non dimentichiamo il ruolo avuto da santa Caterina da Siena, come non dimentichiamo altri pontefici più vicini a noi quali Pio XII che aveva per segretaria tuttofare, nonché diretta confidente e consigliera dei suoi scritti, la famosa suor Pascalina.

Vale per tutte l’esempio, sul ruolo della donna, che papa Francesco ci ha dato quando ha venerato la memoria di santa Monica, la madre di sant’Agostino. Vale davvero la pena di leggere questo mirabile passo della sua omelia: “Veniamo all’ultima inquietudine, l’inquietudine dell’amore. Qui non posso non guardare alla mamma: questa Monica! Quante lacrime ha versato quella santa donna per la conversione del figlio! E quante mamme anche oggi versano lacrime perché i propri figli tornino a Cristo! Non perdete la speranza nella grazia di Dio! Nelle Confessioni leggiamo questa frase che un vescovo disse a santa Monica, la quale chiedeva di aiutare suo figlio a ritrovare la strada della fede: “Non è possibile che un figlio di tante lacrime perisca” (III,12,21). Lo stesso Agostino, dopo la conversione, rivolgendosi a Dio, scrive: “per amore mio piangeva innanzi a te mia madre, tutta fedele, versando più lacrime di quante ne versino mai le madri alla morte fisica dei figli” (ibid., III,11,19). Donna inquieta, questa donna, che, alla fine, dice quella bella parola: cumulatius hoc mihi Deus praestitit! [il mio Dio mi ha soddisfatta ampiamente] (ibid., IX,10,26). Quello per cui lei piangeva, Dio glielo aveva dato abbondantemente! E Agostino è erede di Monica, da lei riceve il seme dell’inquietudine. Ecco, allora, l’inquietudine dell’amore: cercare sempre, senza sosta, il bene dell’altro, della persona amata, con quella intensità che porta anche alle lacrime.” (Francesco, Omelia del 28 marzo 2013)

Quelle piccole donne che hanno ancora tanto da insegnare…

Quella ragazza di Dio, cos' bella da togliere il respiro: Gemma Galgani

Quella ragazza di Dio, cos’ bella da togliere il respiro: Gemma Galgani

Concludiamo queste riflessioni con un passo dal libro Piccole Donne di Louisa May Alcott, cap.II Un lieto Natale, apparentemente potrebbe non c’entrare nulla con l’argomento qui trattato, ma si tratta di donne, un messaggio che auguriamo fecondo in ogni famiglia, per ogni donna affinché anche l’uomo ne tragga beneficio e si torni a far pace fra i due sessi, a collaborare insieme per un futuro davvero fecondo e migliore.

“Stamattina dopo aver letto il libro, mi sono vergognata del mio egoismo. Appena alzata sono uscita per cambiare la boccetta, ma adesso sono contenta perché il mio regalo è il più bello di tutti – soggiunse Amy. La porta di casa si chiuse di nuovo e le ragazze fecero sparire rapidamente il paniere sotto il divano.

- Buon Natale, mamma! Buon Natale! Grazie dei libri: abbiamo già cominciato a leggerli e saranno la nostra lettura di ogni mattina – gridarono allegramente le quattro ragazze.

- Buon Natale a voi, figlie mie! Sono contenta che abbiate già iniziato e spero che continuerete. Ma prima di sederci, devo dirvi una cosa. Poco lontano da qui, una donna ha appena avuto un bimbo. Ne ha già altri sei, che stanno rannicchiati in un unico letto per non gelare. Infatti, non hanno né legna per il fuoco, né qualcosa da mangiare… Bambine mie, vorreste donare loro la vostra colazione come regalo di Natale? -

Per un momento nessuna parlò: avevano un grande appetito poiché attendevano già da un’ora. L’indecisione durò per poco.

- Sono contenta che tu sia arrivata prima che cominciassimo.

- Vengo io ad aiutarti? - chiese Beth con premura.

- Io porto la crema e le focaccine, – soggiunse Amy.

- Sapevo che le mie bambine avrebbero fatto questo piccolo sacrificio – disse sorridendo la signora March. – Verrete tutte con me e quando torneremo faremo colazione con latte, pane, burro.

In pochi minuti tutte furono pronte per uscire. Per loro fortuna, le strade erano deserte e nessuno si meravigliò di quella processione.

 

qui la prima parte del dossier





 
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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