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Sant'Agostino spiega il Salmo 50: sofferenza, dolore, pentimento, perdono e salvezza

Ultimo Aggiornamento: 18/10/2013 12:59
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18/10/2013 12:58
 
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Il Signore colpisce per sradicare il peccato.

11. [v 8.] Ecco che tu hai amato la verità; e mi hai manifestato le cose incerte e occulte della tua sapienza. Hai amato la verità, cioè non hai lasciati impuniti i peccati neanche a coloro ai quali hai perdonato. Hai amato la verità: hai elargito la misericordia, proprio per conservare anche la verità. Tu perdoni a chi confessa, certamente gli perdoni, ma è lui a punire se stesso; così si conserva la misericordia e la verità; la misericordia perché l'uomo è liberato; la verità perché il peccato è punito. Ecco che tu hai amato la verità; mi hai manifestato le cose incerte e occulte della tua sapienza. Quali occulte? Quali incerte? Che Dio perdona anche peccati così grandi. Niente è tanto occulto, niente è tanto incerto. I Niniviti fecero penitenza di fronte all'incerto. Dissero infatti, sia pure dopo le minacce del profeta, sia pure dopo aver udito quella voce: Tre giorni, e Ninive sarà devastata; dissero tra sé che bisognava chiedere misericordia, dissero tra sé discutendo: Chissà se Dio non piegherà in meglio la sua sentenza e avrà pietà? Manifestarono l'incertezza, dicendo: Chissà? Nell'incertezza si pentirono, e meritarono una misericordia certa; si prostrarono in lacrime, in digiuni, nel cilicio e nella cenere si prostrarono, gemettero, piansero, e Dio li risparmiò 23. Restò in piedi Ninive, oppure Ninive fu distrutta? Certamente una cosa appare agli uomini, e un'altra cosa appare a Dio. Quanto a me credo che sia stato compiuto ciò che il profeta aveva predetto. Guarda che cosa fu Ninive e constata che è stata distrutta, distrutta nel male, edificata nel bene, come Saulo persecutore fu distrutto, e fu edificato Paolo predicatore 24. Chi non direbbe che questa città, nella quale ora siamo, è stata felicemente distrutta, se tutti gli insensati, abbandonate le loro sciocchezze, corressero col cuore contrito alla Chiesa per invocare la misericordia di Dio sui loro atti trascorsi? Non diremmo forse: Dov'è quella Cartagine? Poiché non è ciò che era, è stata distrutta; ma poiché è ciò che non era, è stata ricostruita. Così è detto a Geremia: Ecco darò a te il potere di sradicare, di scavare, di rovesciare, di disperdere, e di nuovo di edificare e di piantare 25. Da qui derivano quelle parole del Signore: Io percuoterò, e io sanerò 26. Percuote la putredine del delitto, risana il dolore della ferita. Fanno così i medici quando tagliano, percuotono e risanano; si armano per colpire, portano il ferro, e vengono per curare. Ma poiché grandissimi erano i peccati dei Niniviti, essi dissero: Chi sa? Questa incertezza rivelò Dio al servo suo David. Avendo egli detto, mentre in piedi stava il profeta e lo rimproverava: Ho peccato, subito udì dire dal profeta, cioè dallo Spirito di Dio che era nel profeta: Il tuo peccato ti è stato rimesso 27. Cioè ha manifestato a lui le cose incerte e occulte della sua sapienza.

Sii umile.

12. [v 9.] Continua: Aspergimi con l'issopo e sarò mondo. Sappiamo che l'issopo è una umile erba, però dotata di poteri medicamentosi; si dice che abbia le sue radici infisse nella pietra. Perciò, nel mistero, è assunta a similitudine della purificazione del cuore. Poni anche tu le radici dell'amore nella tua pietra: sii umile nell'umile Dio tuo, per essere sublime nel Dio tuo glorificato. Aspergiti di issopo, e l'umiltà di Cristo ti purificherà. Non disprezzare l'erba, stai attento alla potenza del medicamento. Dirò anche qualcosa che siamo soliti udire dai medici, oppure esperimentare negli ammalati. Dicono che l'issopo è capace di purificare i polmoni. Nel polmone di solito si colloca la superbia: esso infatti si gonfia, ivi c'è l'anelito. A proposito di Saulo persecutore, come di Saulo superbo, si diceva che andava a catturare i Cristiani spirando strage 28: anelava le stragi, anelava il sangue, perché il suo polmone non era ancora stato purificato. Ascolta che cosa dice qui l'umiliato, perché è stato purificato con l'issopo: Aspergimi con l'issopo e sarò mondo; mi laverai, cioè mi purificherai, e sarò più bianco della neve. Dice il profeta: Anche se i vostri peccati fossero come porpora, come neve li sbiancherò 29. Con chi è purificato, Cristo prepara per sé una veste senza macchia né ruga 30. Infatti la sua veste sul monte, che brillò come neve candida 31, significava la Chiesa purificata da ogni macchia di peccato.

Riconoscersi per quel che siamo.

13. [v 10.] Ma da dove appare l'umiltà dell'issopo? Ascolta le parole che seguono: Darai al mio udito esultanza e letizia, ed esulteranno le ossa umiliate. Dice: Darai al mio udito esultanza e letizia; godrò udendoti, non parlando contro di te. Hai peccato, perché ti difendi? Vuoi parlare: sopporta, ascolta, cedi alle divine parole, se non vuoi essere turbato e non vuoi esser ferito maggiormente; il peccato è stato commesso, non difenderlo, sia espresso nella confessione, non nella difesa. Se ti fai difensore del tuo peccato, sei vinto; non è innocente il tuo patrono, non ti è utile la tua difesa. Chi sei tu per poterti difendere? Tu sei capace soltanto ad accusarti. Non dire: non ho fatto niente, oppure: che cosa di grande ho fatto? oppure ancora: ma anche altri lo hanno fatto. Se, commettendo il peccato, dici di non aver fatto niente, non sarai niente, e niente riceverai; Dio è pronto a darti indulgenza, ma tu chiudi la porta contro di te; egli è pronto a dare, non opporgli l'ostacolo della difesa, ma apri il seno della confessione. Darai al mio udito esultanza e letizia. Mi dia egli stesso i mezzi per dire ciò che sento. Sono più felici coloro che ascoltano di coloro che parlano. Infatti chi apprende, è umile; chi invece insegna, si affatica per non essere superbo, per evitare che si insinui il sentimento malvagio di piacere; si sforza di non dispiacere a Dio mentre vuole piacere agli uomini. Grande è il tremito che è nell'insegnante, fratelli miei, grande è il tremito nostro in queste nostre parole. Date credito al nostro cuore per ciò che di noi non potete vedere; sia mite con noi, sia benigno con noi colui che sa con quanto grande timore io vi parlo. Ma quando sentiamo che egli stesso ci suggerisce e ci insegna nell'intimo qualcosa, siamo sicuri, e tranquilli gioiamo; siamo infatti sotto il maestro, cerchiamo la gloria di lui, lodiamo lui che insegna; la sua verità ci rallegra nell'intimo, ove nessuno fa o ode strepito; ivi questi ha detto essere la sua letizia e la sua esultanza. Dice: Porgerai al mio udito l'esultanza e la letizia. E proprio perché è umile ode. Colui che ode, che veramente ode e ode bene, ascolta umilmente; perché la gloria risiede in colui dal quale ascolta ciò che ascolta. Dopo aver detto: Porgerai al mio udito l'esultanza e la letizia; subito manifesta che cosa produce tale ascolto; esulteranno le ossa umiliate. Sono umiliate le ossa: le ossa di colui che ascolta non hanno fasto, non hanno quell'orgoglio che a fatica può vincere colui che parla. Per questo quel grande umile, di cui nessun nato di donna fu più grande 32, colui che tanto si umiliò da dirsi indegno di sciogliere i lacci dei calzari del suo Signore 33, quel Giovanni Battista che dava gloria al suo Maestro e perciò al suo amico, mentre era ritenuto Cristo e poteva perciò insuperbirsi e inorgoglirsi di ciò (non certo lui aveva detto di essere Cristo; ma avrebbe potuto accettare l'errore degli uomini che così credevano, e volevano attribuirgli tale onore 34; ma respinse il falso onore per trovare la vera gloria; ebbene: guarda l'umiltà di colui che ascolta), dunque egli dice: Chi ha la sposa, è lo sposo; ma l'amico dello sposo sta in piedi e lo ascolta. Si fa colui che sta in piedi e ascolta, non colui che cade e parla. Dice: Sta in piedi e lo ascolta. Avete udito dell'ascolto; ma dove sono l'esultanza e la letizia? Aggiunge subito dopo: sta in piedi e lo ascolta, e gode e si rallegra per la voce dello sposo 35. Darai al mio udito esultanza e letizia, ed esulteranno le ossa umiliate.

14. [v 11.] Distogli il tuo volto dai miei peccati e cancella tutte le mie iniquità. Ormai, infatti, esultano le ossa umiliate, orinai sono purificato dall'issopo, ormai sono divenuto umile. Distogli il tuo volto, non da me, ma dai miei peccati. Altrove, pregando, dice: Non distogliere il tuo volto da me 36. Colui che non vuole che il volto di Dio sia distolto da lui, vuole che sia distolto dai suoi peccati il volto di Dio. Perché Dio vede il peccato da cui non distoglie lo sguardo; e, se lo vede, se ne rende conto. Distogli il tuo volto dai miei peccati, e cancella tutte le mie iniquità. Si preoccupa molto per quel grande peccato; e di più spera: vuole che siano cancellate tutte le sue iniquità; si affida alla mano del medico, a quella grande misericordia che ha invocato al principio del salmo: cancella tutte le mie iniquità. Dio distoglie il suo volto, e in questo modo cancella; distogliendo il suo volto cancella i peccati, guardandoli li trascrive. Hai udito che distogliendo il volto Dio cancella i peccati; ascolta ora che cosa fa Dio guardando. Ma il volto del Signore è su coloro che compiono il male, per disperdere dalla terra la loro memoria 37: non distruggendo i loro peccati. Ma questi che cosa prega? Dice: Distogli il tuo volto dai miei peccati. Buona è la sua preghiera. Egli infatti non distoglie il volto dai suoi peccati, in quanto dice: Perché riconosco il mio peccato 38. Giustamente preghi, e bene preghi Dio affinché distolga il suo volto dal tuo peccato, se tu da esso non distogli il tuo sguardo; ma se getti il tuo peccato dietro le spalle, Dio su di esso porrà i suoi occhi. Poni tu il tuo peccato dinanzi al tuo volto, se vuoi che da esso Dio distolga il suo sguardo; e così sicuro prega, e Dio ti esaudirà.



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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