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APPELLO AI CATTOLICI: UN BAMBINO HA DIRITTO AD UN PADRE E AD UNA MADRE

Ultimo Aggiornamento: 18/05/2016 12:28
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02/12/2013 15:43
 
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Nasce il comitato "Sì alla famiglia". Obiettivo: la tutela del matrimonio tra uomo e donna



Si è costituito ieri a Torino il comitato “Sì alla famiglia”: 16 le associazioni coinvolte: da Alleanza Cattolica al Forum delle famiglie, dall’Agesci al Movimento Cristiano lavoratori. Il manifesto presentato, ieri pomeriggio, nasce da una riflessione sul Magistero della Chiesa e sugli interventi di Papa Francesco. Tre i capisaldi: tutela del matrimonio tra uomo e donna, sì all’accoglienza delle persone omosessuali, no a norme che creino reati di opinione. Paolo Ondarza ha intervistato il coordinatore del Comitato Massimo Introvigne, già rappresentante per la lotta contro il razzismo, la xenofobia e la discriminazione presso l’Osce: RealAudioMP3 

R. - La famiglia ha bisogno di essere tutela. Ha detto il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Bagnasco, che “chiamare ‘famiglia’ altre formazioni sociali, finisce per indebolire il modello della famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna”. Noi pensiamo anche che i bambini abbiano diritto, per la loro formazione integrale, ad avere un papà e una mamma. Questa non è discriminazione: è un giudizio fondato su una certa antropologia. 

D. - Alla base di “Sì alla famiglia” c’è una riflessione sul magistero della Chiesa e sugli insegnamenti di Papa Francesco… 

R. - Ci siamo lasciati interrogare da quelle frasi che hanno colpito il mondo intero, secondo cui le persone omosessuali non devono essere giudicate - “Chi sono io per giudicarle?” - che abbiamo approfondito con i rimandi che il Papa stesso fa al Catechismo. Ancora nella recente Esortazione apostolica Evangelii gaudiumrivendica fortemente il diritto della Chiesa e dei cattolici di prendere posizione sulle questioni politiche e sociali. Quindi da una parte “Chi siamo noi per giudicare le persone?”, ma dall’altra “Chi siamo noi per non giudicare le leggi e per sottrarci al nostro dovere di cristiani e di cittadini di dire un ‘sì’ o un ‘no’ quando sono sul tappeto delle proposte di tipo legislativo?”. 

D. - Il manifesto “Sì alla famiglia” è favorevole a colpire in modo esemplare le violenze, le minacce e gli insulti agli omosessuali, è invece contrario a norme sull’omofobia che creino reati di opinione…

R. - Qual è il problema? Il problema è che la nozione di omofobia in tutte questi leggi, che già esistono in alcuni Paesi europei, è vaga e mi si consenta di dire, dato che nel 2011 sono stato rappresentante dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa per la lotta al razzismo e alla discriminazioni religiose, che ho visto molti casi concreti di legge sull’omofobia applicate per punire delle opinioni sui comportamenti omosessuali, non sulle persone che danno molte grandi religioni. Molti casi europei riguardano l’islam. Allora non vogliamo che chi si oppone alle conseguenze giuridiche della cosiddetta ideologia di genere debba temere di andare in prigione. 

D. - Vi ricollegate, nel vostro manifesto, a quanto pronunciato dall’allora cardinale Bergoglio in una lettera del 2010 ai laici argentini, in occasione dell’approvazione di una legge che introduceva il matrimonio e le adozioni omosessuali nel Paese…

R. - Sì, quella marcia dei laici argentini aveva una piattaforma molto simile alla nostra: mansuetudine nei toni e stile cristiano; massimo rispetto per le persone, senza giudicarle - e lo dice anche il Vangelo - ma giudizio molto fermo sul dire “no” alle leggi che pretendono di introdurre il matrimonio omosessuale e l’adozione omosessuale. Su questo siamo molto chiari. Noi non sosteniamo affatto che i bambini affidati a coppie omosessuali abbiano maggiori possibilità di essere maltrattati o molestati: queste sono affermazioni che non sono sostenute dal dato statistico, né le abbiamo mai formulate! Diciamo semplicemente che un bambino che cresce con due papà o con due mamme, anziché con una mamma e con un papà, non riuscirà facilmente ad apprezzare la bellezza e la differenza sessuale che, sulla base dell’antropologia cristiana, è un bene per il bambino.

Ultimo aggiornamento: 2 dicembre



Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2013/12/02/nasce_il_comitato_s%C3%AC_alla_famiglia._obiettivo:_la_tutela_del/it1-751683 
del sito Radio Vaticana 



Il Papa ai vescovi olandesi: su famiglia, matrimonio, fine vita, siate presenti nel dibattito pubblico



La Chiesa e i fedeli in Olanda siano "presenti nel dibattito pubblico", in tutti gli ambiti "nei quali è in causa l’uomo": in una società fortemente secolarizzata, potranno così portare il loro contributo nelle "grandi questioni sociali riguardanti per esempio la famiglia, il matrimonio, la fine della vita". Così Papa Francesco nel discorso che ha consegnato ai vescovi olandesi, in visita ad Limina, in cui ha pure espresso la propria compassione e la propria preghiera per le vittime di abusi sessuali. Il servizio di Giada AquilinoRealAudioMP3 

In una società fortemente segnata dalla secolarizzazione e in “circostanze spesso ardue”, non è facile conservare la speranza. Ma il compito della Chiesa è quello del “bene umano” e dello “sviluppo sociale”. Lo ha ricordato il Papa nel discorso ai vescovi dei Paesi Bassi. Per i cristiani, ha proseguito, l’educazione delle coscienze diventa allora “prioritaria”, “specialmente mediante la formazione del giudizio critico, pur avendo un approccio positivo sulle realtà sociali: si eviterà così la superficialità dei giudizi e la rassegnazione all’indifferenza”. 

L’invito del Pontefice è dunque quello ad “essere presenti nel dibattito pubblico”, in tutti gli ambiti “nei quali è in causa l’uomo, per rendere visibile la misericordia di Dio, la sua tenerezza per ogni creatura”. D’altra parte, ha aggiunto, “la Chiesa si espande non per proselitismo, ma per attrazione”. Essa è quindi “inviata dappertutto per svegliare, risvegliare, mantenere la speranza”. I fedeli d’Olanda vanno perciò incoraggiati “a cogliere le occasioni di dialogo, rendendosi presenti nei luoghi in cui si decide il futuro”: in tal modo potranno “portare il loro contributo nei dibattiti sulle grandi questioni sociali riguardanti per esempio la famiglia, il matrimonio, la fine della vita”.

Affinché la Chiesa “con pazienza materna” prosegua gli sforzi “per rispondere alle inquietudini di tanti uomini e donne che sperimentano l’angoscia e lo scoraggiamento davanti al futuro”, è necessario - ha proseguito il Santo Padre - che “cattolici, sacerdoti, persone consacrate, laici acquisiscano una formazione solida e di qualità”, proponendo la fede in “maniera autentica, comprensibile e pastorale”. “L’antropologia cristiana e la dottrina sociale della Chiesa - ha aggiunto il Papa - fanno parte del patrimonio di esperienza e di umanità su cui si fonda la civiltà europea ed esse possono aiutare a riaffermare concretamente il primato dell’uomo sulla tecnica e sulle strutture”: e questo primato “presuppone l’apertura alla trascendenza”. Se questa dimensione viene a mancare, “una cultura si impoverisce, mentre essa dovrebbe mostrare la possibilità di collegare in costante armonia fede e ragione, verità e libertà”.

In un Paese ricco “sotto tanti aspetti”, ha notato il Pontefice, la povertà tocca un numero crescente di persone: “valorizzate la generosità dei fedeli – ha esortato Papa Francesco - per portare la luce e la compassione di Cristo nei luoghi dove l’aspettano e in particolare alle persone più emarginate”. Un pensiero speciale è andato poi al futuro della Chiesa: “è urgente suscitare una pastorale vocazionale vigorosa e attraente”, come pure la “riscoperta della preghiera”. Un ruolo particolare spetta ai laici, che “vanno fortemente sostenuti”. Come pure alla scuola cattolica, che “continuerà a favorire la formazione umana e spirituale, col dialogo e la fraternità. Di qui pure la “necessità di avanzare sulla via dell’ecumenismo” e un invito all’accoglienza, andando incontro anche “a quelli che non si avvicinano”. 

Infine il Papa ha espresso la propria “compassione” e ha assicurato la propria preghiera per ciascuna delle “persone vittime di abusi sessuali” e per le loro famiglie. “Vi chiedo - ha concluso - di continuare a sostenerle nel loro doloroso cammino di guarigione, intrapreso con coraggio”, nella prospettiva “di difendere e far crescere l’unità in tutto e tra tutti”.


VESCOVI PAESI BASSI: I FEDELI SI RENDANO PRESENTI NEI LUOGHI IN CUI SI DECIDE IL FUTURO

Città del Vaticano, 2 dicembre 2013 (VIS). Il Santo Padre Francesco ha ricevuto questa mattina in Udienza un gruppo di Vescovi della Conferenza Episcopale dei Paesi Bassi, in visita “ad Limina Apostolorum”. "Con i vostri sacerdoti, - ha detto il Papa nel suo discorso - (...) voi volete farvi vicini alle persone che soffrono del vuoto spirituale e che sono alla ricerca di senso per la loro vita. (...) Come accompagnarli fraternamente in questa ricerca, se non mettendosi in ascolto per condividere con loro la speranza, la gioia, la capacità di andare avanti che Gesù Cristo ci dona?".

"La Chiesa - ha proseguito il Pontefice - non propone soltanto delle verità morali immutabili, e degli atteggiamenti contro-corrente rispetto al mondo, ma li propone come la chiave del bene umano e dello sviluppo sociale. I cristiani hanno una missione propria per raccogliere questa sfida. L’educazione delle coscienze diventa allora prioritaria, specialmente mediante la formazione del giudizio critico, pur avendo un approccio positivo sulle realtà sociali; si eviterà così la superficialità dei giudizi e la rassegnazione all’indifferenza".

Nella società dei Paesi Bassi "fortemente segnata dalla secolarizzazione, vi incoraggio anche ad essere presenti nel dibattito pubblico, in tutti gli ambiti nei quali è in causa l’uomo, per rendere visibile la misericordia di Dio, la sua tenerezza per ogni creatura. (...) Come ho spesso affermato (...) la Chiesa si espande non per proselitismo, ma per attrazione. Essa è inviata dappertutto per svegliare, risvegliare, mantenere la speranza! Da qui l’importanza di incoraggiare i vostri fedeli a cogliere le occasioni di dialogo, rendendosi presenti nei luoghi in cui si decide il futuro; potranno così portare il loro contributo nei dibattiti sulle grandi questioni sociali riguardanti per esempio la famiglia, il matrimonio, la fine della vita".

"In un paese ricco sotto tanti aspetti, la povertà tocca un numero crescente di persone. Valorizzate la generosità dei fedeli per portare la luce e la compassione di Cristo nei luoghi dove l’aspettano e in particolare alle persone più emarginate! Inoltre, la scuola cattolica, fornendo ai giovani una solida educazione, continuerà a favorire la loro formazione umana e spirituale, in uno spirito di dialogo e di fraternità con coloro che non condividono la loro fede".

 

"In modo tutto particolare - ha detto infine il Papa - desidero esprimere la mia compassione e assicurare la mia preghiera a ciascuna delle persone vittime di abusi sessuali e alle loro famiglie; vi chiedo di continuare a sostenerle nel loro doloroso cammino di guarigione, intrapreso con coraggio. Attenti a rispondere al desiderio di Cristo, Buon Pastore, abbiate a cuore di difendere e far crescere l’unità in tutto e tra tutti".





Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2013/12/02/il_papa_ai_vescovi_olandesi:_su_famiglia,_matrimonio,_fine_vita,/it1-751880 
del sito Radio Vaticana 




[Modificato da Caterina63 02/12/2013 15:47]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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