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APPELLO AI CATTOLICI: UN BAMBINO HA DIRITTO AD UN PADRE E AD UNA MADRE

Ultimo Aggiornamento: 18/05/2016 12:28
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27/03/2015 16:56
 
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  Da Radio Vaticana due notizie chiare:

Mons. Galantino: con Ddl Cirinnà unioni civili come matrimoni

Mons. Galantino - ANSA

27/03/2015 

Serve un’azione culturale contro l’ideologia del gender. Il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, oggi in conferenza stampa ha delineato questa strategia alla fine del Consiglio Episcopale Permanente. Dura la critica al testo del Ddl Cirinnà sulle unioni civili, definito “una forzatura ideologica”.Alessandro Guarasci:

Contro la teoria del gender, che rischia di creare un “transumano”, bisogna agire sulle coscienze, intervenire sulle scuole, informare. Mons. Nunzio Galantino:

“Più disponibilità ad affrontare i problemi complessi, come quello del gender, come quello delle unioni civili, non con la semplificazione. La semplificazione è veramente una brutta bestia. Alla fine, finisce col far affrontare temi seri, gravidi di conseguenze, in maniera poveramente e disperatamente ideologica”.

Ma all’attenzione dei vescovi è anche il testo della senatrice Cirinnà, adottato come testo base per un Ddl sulle unioni civili. Per mons. Galantino, tali unioni si prefigurano come matrimoni:

“E’ il tentativo, ancora una volta, di equiparare realtà che di fatto sono diverse tra loro”.

Dunque il provvedimento ha bisogno di modifiche.

Sugli abusi sessuali commessi da religiosi, c’è una commissione a livello episcopale. La Chiesa sta cercando di fare chiarezza, altri soggetti fanno lo stesso, si domanda mons. Galantino?

“Mi piacerebbe sapere, per esempio, i grandi tour operator cosa fanno per dissuadere il cosiddetto turismo sessuale che, in altri termini, vuol dire: partire da qui, andare lì e trovare a buon mercato, per strada, bambini, ragazze e ragazzi”.

Confermato poi che il Papa chiuderà l’assemblea della Cei il 21 maggio e che sarà a Prato e a Firenze il 10 novembre, anche per il Convegno ecclesiale nazionale.





Unioni e adozioni gay. Mobilitazione contro ddl Cirinnà

La Manif Pour Tous contro il ddl Cirinnà sulle Unioni Civili - ANSA

27/03/2015

La Commissione Giustizia del Senato ha approvato il Ddl Cirinnà sulle Unioni civili che di fatto le equipara al matrimonio, aprendo la strada alle adozioni da parte di persone dello stesso sesso, anche se formalmente limitate ai figli biologici del partner. Il M5S ha votato col Pd per l'approvazione del testo. Contrari FI, Ncd e Lega. La votazione si è chiusa con 14 sì, 8 no, un astenuto, il senatore di FI Falanga. Il premier Renzi spera di far approvare definitivamente il provvedimento entro maggio. Assoluta contrarietà” è stata espressa ieri in una Conferenza Stampa a Palazzo Madama dalla Manif Pour tous, secondo cui “è tempo di una mobilitazione popolare”. Lo spiega Filippo Savarese, portavoce del movimento al microfono di Paolo Ondarza:

Ddl Cirinnà, primo passo verso rottamazione matrimonio
R. – Girando per i nostri 50 circoli territoriali abbiamo raccolto la contrarietà di decine di migliaia di persone al Ddl e la volontà di mobilitarsi per difendere la famiglia. Una mobilitazione è necessaria perché tutti sanno che le unioni civili previste dal Ddl Cirinnà non sono altro che il primo passo verso la rottamazione del matrimonio. Nelle stesse intenzioni di chi ha proposto questo disegno di legge, il fine ultimo è la ridefinizione ideologica della famiglia, con lo sradicamento della filiazione dal padre e dalla madre. Le unioni civili sono soltanto un compromesso temporaneo per non impattare immediatamente con il dissenso vastissimo dell’opinione pubblica. In realtà noi già oggi dobbiamo parlare di vero e proprio matrimonio gay.

Inevitabile una mobilitazione popolare
D. – Pensate a un nuovo Family day?

R. – Non c’è alcun dubbio secondo noi che prima o poi una mobilitazione di quella importanza si imporrà nelle cose. Se qualcuno non organizzerà una piazza di due milioni di persone, due milioni di persone si ritroveranno in quella piazza spontaneamente.

Non c'è niente di più concreto che difendere la famiglia
D.  – Oggi in Commissione il voto sul testo base del Ddl Cirinnà. A questo punto il provvedimento quale iter seguirà?

R.  – Si aprirà la fase degli emendamenti in commissione, dopodiché la Commissione stessa voterà in via definitiva il testo che passerà all’aula del Senato dove sarà ridiscusso, votato e poi passerà alla Camera. In una riunione del Partito Democratico recente si dice che lo stesso Matteo Renzi abbia espresso la necessità di sbrigarsi sull’approvazione di questo disegno di legge per potere arrivare alla vigilia delle elezioni regionali che si svolgeranno il 31 maggio, con “qualcosa di sinistra” in mano. Francamente siamo a consigliargli che se ha veramente questa intenzione di sbandierare la rottamazione del matrimonio in faccia agli elettori, ai suoi elettori che riempiono molto spesso i circoli della “Manif pour tous-Italia”, commette un grave errore. Il 41 per cento che prese alle europee non lo prese parlando di questi temi, parlando di matrimoni gay e adozioni gay; lo prese parlando di cose concrete e non c’è niente di più concreto che difendere la famiglia, come lui stesso disse aderendo al Family day del 2007.

Ddl Crinnà apre a adozioni gay
D.  – Anche se non lo dichiara esplicitamente il Ddl Cirinnà va ad approvare le adozioni di minori da parte di coppie costituite da persone dello stesso sesso…

R. – Esattamente. In realtà è un vero e proprio escamotage. Nel testo si dice che un adulto può adottare il figlio del proprio compagno. D’altronde, noi sappiamo che a livello europeo non esistono mezze misure: dire che una coppia omosessuale può adottare un minore già interno alla coppia, ma non un minore esterno è un’ipocrisia. E allora la Corte Europea, se noi in Italia approveremo il Ddl Cirinnà, ci imporrà di riconoscere le adozioni gay in via universale, come già imposto agli altri Paesi dell’Unione Europea.

in campo altre proposte politiche su Unioni civili
D. - Va rilevato che oltre al Ddl Cirinnà ci sono altre proposte in campo, l’ultima è quella di Forza Italia presentata proprio nei giorni scorsi…

R. - Allora, in realtà dentro Forza Italia c’è un grande caos con due proposte. L’ultimo disegno di legge della Carfagna è sul modello del Ddl Cirinnà, con alcune modifiche che riguardano sostanzialmente la questione dell’adozione. Ma anche questo ha un vizio di fondo e cioè che va sulla strada dell’equiparazione dell’unione tra persone dello stesso sesso e la famiglia difesa e tutelata dalla Costituzione. Il testo, invece, al Senato a prima firma Caliendo anch’esso ha problematicità ma si impone più su un discorso privatistico: cioè, sul riconoscere a una persona il diritto di poter condividere con un’altra persona le questioni di vita pratica e quotidiana, le questioni matrimoniali, le questioni legate alla gestione della sanità legate agli immobili.

La maggioranza dei diritti chiesti dai conviventi oggi sono già riconosciuti
D. - Questioni che a differenza di quanto erroneamente si creda, sono già riconosciute dalla giurisprudenza italiana in varie sentenze, che il disegno di legge presentato da Maurizio Sacconi del Nuovo Centro Destra collaziona in un testo unico…

R. - Esattamente va ricordato che la grande maggioranza dei diritti che i conviventi chiedono oggi già sono disponibili per intervento o di leggi specifiche o di sentenze giurisprudenziali. Il disegno di legge, a prima firma Maurizio Sacconi del Nuovo Centro Destra, riunisce questi diritti già oggi esercitabili e li mette in un testo organico e armonico. Le posizioni in Parlamento sono molte, ma non facciamoci nessun tipo di illusione. Oggi vengono votate per la prima volta proposte sul matrimonio gay e oggi contro questo bisogna mobilitarsi.



Napa, capoluogo dell’omonima valle della California, ha dato i natali, 45 anni fa, a Joseph C. Sciambra, uno dei più noti porno-attori della galassia omosessuale. Oggi però è un ex, pentito e attivissimo sul fronte opposto, un vero apostolo della fede da che, nel 1999 si è convertito, anzi riconvertito al cattolicesimo. 

di Marco Respinti

Joseph SciambraNapa, capoluogo dell’omonima valle della California famosa per il buon vino, ha dato i natali, 45 anni fa, a Joseph C. Sciambra, uno dei più noti porno-attori della galassia omosessuale.
Oggi però è un ex, amaramente pentito e attivissimo sul fronte opposto, un vero apostolo della fede da che, nel 1999, avendo seriamente rischiato la vita, si è convertito, anzi riconvertito al cattolicesimo. 


Cattolico Sciambra ci è infatti nato, allevato in una solida famiglia 
cattolica, allievo di scuole cattoliche dall’asilo alle medie, insomma nulla poteva far presagire ciò che sarebbe successo. Apparentemente. Perché segretamente Joseph dubitava di tutto, dalla fede alla vita. A 18 anni, dice oggi raccontandosi a Jim Graves sulle pagine di The Catholic World Report si sentiva completamente disorientato. «La pornografia dà dipendenza, ed è progressiva», spiega lucidamente.
«La si può paragonare alla droga. Quando cominci ad assumerla, non inizi con l’eroina, ma con l’alcool o con la marijuana. Poi perdi il senso di ciò che stai facendo e passi a droghe più pesanti».
Uguale con il porno.
«Cerchi le cose soft. Per la mia generazione era la rivista Playboy». Sciambra la vide in mano al fratello maggiore e poi la ritrovò “normalmente” sfogliabile dal barbiere o nei posti più impensabili. Adesso, dice, c’è Internet, e tutto è più rapido. I video, le cantanti, la pubblicità ammiccano disinvoltamente alla sessualità e instillano nei giovanissimi l’idea che il sesso facile sia bello, desiderabile. Questo «ricodifica il modo in cui gli adolescenti pensano alla sessualità».

Appena maggiorenne, Joseph lasciò la famiglia e, forse senza nemmeno sapere come, si trovò catapultato dalle ridenti colline delle provincia californiana alla babele di Castro, il torbido e torrido quartiere cuore del mondo Lgbt di una delle città a più altra concentrazione omosessuale del mondo, San Francisco. Un posto, insomma, dove il lunario lo sbarchi solo se sei del giro: Sciambra lo capì sulla propria pelle subito e per 11 anni ne è rimasto schiavo, passando dalle prostitute dei sex club e dei bordelli legali della non lontana Las Vegas al fiele della vita gay e del suo corollario di set pornografici.
«Quando sono entrato a far parte della cultura omosessuale, ho scoperto che è una società fondata sul porno. Nel mondo gay il porno era il collante che ci teneva uniti».
Una esistenza, spiega adesso, di mestizia e tristezza, in cui il naturale desiderio umano di essere accolto e amato veniva invece costantemente frustrato da un’agghiacciante realtà quotidiana di miseria. A chi gli ribatte che ciò che gli mancava era solo un rapporto omosessuale stabile, risponde secco: «Nei miei 11 anni di vita gay, e oggi nell’attività di apostolato che svolgo verso quel mondo, non ho mai incontrato una coppia gay felice. Le relazioni sono passeggere, fluttuanti e basate sul rapporto fisico».

I giorni scorrevano uguali a se stessi, e i giorni diventavano settimane, mesi e anni di una routine sordina e deludente.
«Molto dei amici morirono di aids, suicidio o droga». Lui stesso era sempre ammalato, avendo nella sua vita contratto tutta la gamma delle malattie veneree. Per colmare il vuoto del cuore si gettò persino nel New Age e da lì approdò a culti neopagani, talvolta addirittura satanisti. Senza fondo. Ma il fondo invece c’era, bastava volerlo, avere la capacità di riconoscerlo, d’invertire la marcia.
Certo, pressoché impossibile a farsi da soli.
Ed è stato qui che è entrata in gioco Courage (clicca qui) , l’organizzazione cattolica che ha sede centrale a Norfolk, nel Connecticut, e che privilegia l’apostolato verso chi si sente attratto da persone del proprio sesso. «Il giorno che decisi di mutare vita ero impegnato in un film porno. Mi sentii male e mi trovai in ospedale, sicuro di morire. Ma mi resi conto che la morte mi avrebbe portato all’inferno. E io all’inferno non volevo andarci. Volevo uscire da quella vita».
Quando ancora faticava a tornare pienamente nella Chiesa, fu persino aiutato da un sacerdote la cui preghiera lo fece «sentire liberato da molteplici influssi demoniaci».

Con gli amici di Courage Sciambra ha dunque finalmente scoperto un altro se stesso; uno Sciambra vero, che in qualche modo era sopravvissuto.
Oggi è tornato a casa, vive a Napa e si guadagna modestamente da vivere mandando avanti una piccola libreria cattolica.
La sua lunga prigionia non l’ha però scordata. «C’è tutta una vita oltre l’essere gay», dice, e per mostrarlo concretamente si è impegnato in una crociata di testimonianza e di apostolato ( forte anche di un’autobiografia, Swallowed by Satan (SOS Publishing/Next Century Publishing, Las Vegas 2013)  per aiutare chi ancora non se ne rende conto a smettere di buttarsi terribilmente via. Sì, se ne può uscire: Joseph Sciambra ne è un’altra, ennesima prova vivente.

   

 



[Modificato da Caterina63 25/04/2015 09:34]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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