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ATTENZIONE: testo integrale della Commissione Teologica intern. DioTrinità e gli uomini

Ultimo Aggiornamento: 21/01/2014 17:47
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21/01/2014 17:40
 
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COMMISSIONE TEOLOGICA INTERNAZIONALE

 

Dio Trinità, unità degli uomini

___________________________________

Il monoteismo cristiano contro la violenza

trinità di Dio

 

 

Indice Generale

 

Nota preliminare

Presentazione

Capitolo I. Sospetti sul monoteismo [1-18]

1. L’esperienza religiosa del divino [1-2]
2. Monoteismo e violenza: un legame necessario? [3-9]
3. Politeismo tollerante? Una metafora discutibile [10-14]
4. La responsabilità assegnata alla nostra fede [15-18]

Capitolo II. L’iniziativa di Dio nel cammino degli uomini [19-42]

1. L’alleanza con Dio, destinata per tutte le genti [19-23]
2. Discernimento cristiano dell’antica rivelazione [24-30]
3. Praticare l’amore, custodire la giustizia [31-35]
4. La fede nel Figlio, contro l’inimicizia fra gli uomini [36-42]

Capitolo III. Dio, per salvarci dalla violenza [43-66]

1. Dio Padre ci salva per la croce del Figlio [43-47]
2. Il superamento della violenza, nel Figlio [48-53]
3. La carne dell’uomo, destinata alla Gloria di Dio [54-59]
4. La speranza dei Popoli, la fede della Chiesa [60-66]

Capitolo IV. La fede a confronto con l’ampiezza della ragione [67-84]

1. La via del dialogo e il nodo dell’ateismo [67-68]
2. Il confronto sulla verità dell’esistenza di Dio [69-72]
3. La critica della religione e il naturalismo ateo [73-75]
4. L’impegno della ragione: il mondo creato, il Logos di Dio [76-77]
5. Trascendenza divina e relazioni nel e con il Dio unico [78-84]

Capitolo V. I figli di Dio dispersi e radunati [85-100]

1. La dignità del singolo e il legame dei molti [85-87]
2. Dio sostiene la passione per la giustizia, riapre la speranza della vita [88-92]
3. La purificazione religiosa dalla tentazione del dominio [93-96]
4. La forza della pace con Dio, missione della Chiesa [97-100]


NOTA PRELIMINARE

Nel suo quinquennio 2009-2014 la Commissione Teologica Internazionale ha condotto uno studio circa alcuni aspetti del discorso cristiano su Dio, confrontandosi in particolare con la tesi secondo la quale esisterebbe un rapporto necessario fra il monoteismo e la violenza. Il lavoro si è svolto all’interno di una Sottocommissione, presieduta dal Rev.do Philippe Vallin e composta dai seguenti Membri: Rev.do Peter Damian Akpunonu, P. Gilles Emery, O.P., S.E. Mons. Savio Hon Tai-Fai, S.D.B., S.E. Mons. Charles Morerod, O.P., Rev.do Thomas Norris, Rev.do Javier Prades López, S.E. Mons. Paul Rouhana, Rev.do Pierangelo Sequeri, Rev.do Guillermo Zuleta Salas.

Le discussioni generali su questo tema si sono svolte in vari incontri della Sottocommissione e durante le Sessioni Plenarie della stessa Commissione, tenutesi negli anni 2009-2013. Il presente testo, dal titolo “Dio Trinità, unità degli uomini. Il monoteismo cristiano contro la violenza”, è stato approvato dalla Commissione “in forma specifica” il 6 dicembre 2013, ed è stato poi sottoposto al suo Presidente, S.E. Mons. Gerhard L. Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il quale ne ha autorizzato la pubblicazione.

 

PRESENTAZIONE

Il testo di riflessione teologica che presentiamo si propone di mettere in evidenza alcuni aspetti del discorso cristiano su Dio che richiedono, nel contesto odierno, una specifica chiarificazione teologica. L’occasione immediata di questa chiarificazione è la teoria, diversamente argomentata, secondo la quale esiste un rapporto necessario fra il monoteismo e le guerre di religione. La discussione intorno a questa connessione ha messo in evidenza non pochi motivi di fraintendimento della dottrina religiosa, tali da oscurare l’autentico pensiero cristiano dell’unico Dio.

Potremmo riassumere l’intento del nostro discorso in una duplice domanda: (a) In quale modo la teologia cattolica può confrontarsi criticamente con l’opinione culturale e politica che stabilisce un intrinseco rapporto fra monoteismo e violenza? (b) In quale modo la purezza religiosa della fede nell’unico Dio può essere riconosciuta come principio e  fonte dell’amore fra gli uomini?

La nostra riflessione intende proporsi in chiave di argomentata testimonianza, non di contrapposizione apologetica. La fede cristiana, in effetti, riconosce nell’eccitazione alla violenza in nome di Dio, la massima corruzione della religione. Il cristianesimo attinge questa convinzione dalla rivelazione dell’intimità stessa di Dio, che ci raggiunge mediante Gesù Cristo. La Chiesa dei credenti è consapevole del fatto che la testimonianza di questa fede chiede di essere onorata da un atteggiamento di conversione permanente: che implica anche la “parresia” (ossia la coraggiosa franchezza) della necessaria autocritica.

Nel Capitolo I, ci siamo proposti di chiarire il tema del “monoteismo” religioso nell’accezione che esso riceve in alcuni orientamenti dell’odierna filosofia politica. Siamo coscienti del fatto che tale evoluzione presenta oggi uno spettro molto differenziato di posizioni teoriche, che vanno dal classico sfondo dell’ateismo cosiddetto umanistico, fino alle forme più recenti dell’agnosticismo religioso e del laicismo politico. La nostra riflessione vorrebbe anzitutto precisare che la nozione di monoteismo, non priva di significato per la storia della nostra cultura, rimane ancora troppo generica quando sia usata come cifra di equivalenza delle religioni storiche che confessano l’unicità di Dio (identificate come Ebraismo, Islam, Cristianesimo). In secondo luogo, formuliamo la nostra riserva critica nei confronti di una semplificazione culturale che riduce l’alternativa alla scelta fra un monoteismo necessariamente violento e un politeismo presuntivamente tollerante.

In questa riflessione ci sostiene in ogni modo la convinzione, che abbiamo motivo di ritenere condivisa da moltissimi nostri contemporanei, credenti e non credenti, che le guerre interreligiose, come anche la guerra alla religione, siano semplicemente insensate.

In quanto teologi cattolici, abbiamo poi cercato di illustrare, a partire dalla verità di Gesù Cristo, il rapporto fra rivelazione di Dio e umanesimo non violento. Lo abbiamo fatto attraverso la riesposizione di alcune implicazioni della dottrina particolarmente idonee ad illuminare la discussione odierna: sia per quanto riguarda l’autentica comprensione della confessione trinitaria del Dio unico, sia per quanto concerne l’apertura della rivelazione cristologica al riscatto del legame fra gli uomini.

Nel Capitolo II, interroghiamo l’orizzonte della fede biblica, con particolare attenzione al tema delle sue “pagine difficili”: quelle cioè in cui la rivelazione di Dio si trova coinvolta nelle forme della violenza fra gli uomini. Cerchiamo di individuare i punti di riferimento che la stessa tradizione scritturistica mette in luce – al suo interno – per l’interpretazione della Parola di Dio. Sulla base di questa ricognizione, presentiamo un primo abbozzo d’inquadramento antropologico e cristologico degli sviluppi dell’interpretazione del tema, sollecitati dalla condizione storica attuale.

 Nel Capitolo III, proponiamo un approfondimento dell’evento della morte e della risurrezione di Gesù, nella chiave della riconciliazione fra gli uomini. L’oikonomia è qui essenziale alla determinazione della theologia. La rivelazione iscritta nell’evento di Gesù Cristo, che rende universalmente apprezzabile la manifestazione dell’amore di Dio, consente di neutralizzare la giustificazione religiosa della violenza sulla base della verità cristologica e trinitaria di Dio.

Nel Capitolo IV, la nostra riflessione s’impegna nell’illustrazione delle approssimazioni e delle implicazioni filosofiche del pensiero di Dio. Qui vengono toccati anzitutto i punti di discussione con l’odierno ateismo, largamente confluito nelle tesi di un radicale naturalismo antropologico. Infine – anche a beneficio del confronto interreligioso sul monoteismo – proponiamo una sorta di meditazione filosofico-teologica sull’integrazione fra la rivelazione dell’intima disposizione relazionale di Dio e la tradizionale concezione della sua assoluta semplicità.

Nel Capitolo V, infine, riassumiamo gli elementi della specificità cristiana che definiscono l’impegno della testimonianza ecclesiale per la riconciliazione degli uomini con Dio e fra di loro. La rivelazione cristiana purifica la religione, nel momento stesso in cui le restituisce il suo significato fondamentale per l’esperienza umana del senso. Perciò, nel nostro invito alla riflessione teniamo ben presente la speciale necessità – soprattutto nell’odierno orizzonte culturale – di trattare sempre congiuntamente il contenuto teologico e lo sviluppo storico della rivelazione cristiana di Dio. 


 



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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