È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Agostino - Lettera 93 - confuta la lettera del vescovo scismatico Vincenzo

Ultimo Aggiornamento: 24/01/2014 15:58
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
24/01/2014 15:46
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota



LETTERA 93

Scritta tra il 407 e il 408.

Agostino confuta la lettera del vescovo scismatico Vincenzo dimostrando l'utilità delle leggi imperiali contro gli eccessi donatisti e per la difesa dei Cattolici (n. 1-16). Esposta la sua passata opinione che bisognasse agire non con la forza ma con la convinzione, confessa di essere stato costretto a cambiar parere: ma lo scopo rimane quello di correggere e non di vendicarsi (n. 17-18). Trattati alcuni punti sulla unità della Chiesa (n. 19-34), si sofferma ancora sull'ostinatezza dei Donatisti e sulla ripetizione del battesimo (n. 35-53).

AGOSTINO AL CARISSIMO FRATELLO VINCENZO

Dei mezzi legali per ricondurre alla fede i Donatisti.

1. 1. Ho ricevuto una lettera che m'è parso fosse indubbiamente tua. Me l'ha infatti recapitata uno che, a quanto mi risulta, è cristiano cattolico, incapace, a mio parere, d'ingannarmi. Ma anche se la lettera non è tua, ho creduto mio dovere di rispondere a chi l'ha scritta. Sappi che adesso vado in cerca di pace con maggior desiderio di quando mi hai conosciuto giovanetto a Cartagine, quand'era ancora vivo Rogato, al quale sei succeduto nella cattedra. I Donatisti, al contrario, sono molto irrequieti, ma ciò nonostante non mi pare inutile che siano frenati ed emendati per mezzo delle autorità stabilite da Dio. Già godiamo del ravvedimento di molti di essi; costoro professano e difendono l'unità cattolica con tanta sincerità e sono tanto contenti d'essersi liberati dell'antico loro errore, che non solo ce ne rallegriamo assai ma ce ne meravigliamo. Per causa di non so quale abitudine, in nessun modo avrebbero pensato di cambiarsi in meglio, se non fossero stati scossi dalla paura e non si fossero preoccupati di riflettere sulla verità: avevano cioè paura che, se avessero sofferto con infruttuosa e inutile rassegnazione le stesse molestie temporali, non per la giustizia ma per la falsa dottrina e per i pregiudizi umani, non avrebbero poi trovato, da parte di Dio, altro che il castigo dovuto agli empi che avranno disprezzato la sua dolce ammonizione e i suoi paterni castighi. Dopo che sono diventati docili in virtù di questa riflessione, hanno scoperto la Chiesa Cattolica quale si presenta ora ai loro occhi; non già nelle calunnie e nelle fandonie messe in giro dagli uomini, ma quale è veramente, ossia diffusa tra tutte le nazioni, come è stata preannunciata nelle Scritture, in base alle quali non dubitavano affatto che Cristo, anche senza esser visto, si trova al di sopra dei cieli come le medesime lo hanno preannunciato. E io avrei forse dovuto vedere di malocchio l'opera esplicata per la salvezza di costoro, e dissuadere i miei colleghi dal mettere in atto la loro paterna premura, grazie alla quale vediamo oggi tante persone detestare la loro passata cecità? Tali persone, mentre, pur senza vederlo, credevano Cristo esaltato al disopra dei cieli, negavano poi, sebbene l'avessero davanti agli occhi, la gloria di Lui diffusa su tutta la terra nonostante che il Profeta riunisse molto chiaramente le due realtà sotto l'unica predizione che dice: La tua gloria sia innalzata al disopra dei cieli e sopra la terra 1.

Utilità dei mezzi legali per il ravvedimento degli eretici.

1. 2. Costoro erano una volta nostri implacabili nemici e molestavano con ogni sorta di violenti e insidiosi attacchi la nostra pace e la nostra quiete. Orbene, se li avessimo trascurati e tollerati senza pensare assolutamente alcun espediente per incutere ad essi paura ed indurli ad emendarsi senza denunciarli come delinquenti, allora sì che avremmo davvero reso loro male per male. Faccio un esempio: se uno vedesse un suo nemico, divenuto furioso in seguito a febbri maligne, correre verso un precipizio, non gli renderebbe forse male per male, se lo lasciasse correre alla propria rovina, invece di afferrarlo e legarlo? Eppure non gli apparirebbe forse assai molesto e nemico, proprio quando gli è stato utilissimo e gli ha usato la più grande compassione? Ma una volta ricuperata la salute, il furioso gli si mostrerebbe senza dubbio tanto più riconoscente quanto meno riguardi avesse trovato da parte di quello. Oh, se potessi mostrarti quanti, perfino dei Circoncellioni, abbiamo adesso tra i Cattolici convinti! Costoro adesso condannano la loro condotta precedente e il proprio miserando errore, per cui credevano di compiere per il bene della Chiesa di Dio tutte le ribalderie che commettevano nella loro inquieta temerarietà! Orbene, non sarebbero mai stati avviati alla guarigione, se al pari dei furiosi, non fossero stati legati coi vincoli delle leggi, che a voi dispiacciono tantoChe dire poi di un'altra specie di malattia non meno grave? Ne erano vittime individui i quali, pur non essendo animati da audacia sovversiva, rimanevano come oppressi sotto il peso di una inveterata apatia. Essi ci dicevano: " Sì, quello che voi dite è vero: non si può obiettare nulla in contrario, ma a noi riesce duro abbandonare la tradizione dei nostri padri". Non si sarebbe forse dovuto applicare nei riguardi di costoro il sistema più adatto, di scuoterli cioè con le molestie temporali perché si destassero come da un sonno letargico e si alzassero per entrare nell'unità cattolica, unica fonte di salvezza? Sapessi quanti anche tra essi si rallegrano adesso con noi, accusano la pesante responsabilità della dannosa loro passata attività e riconoscono quanto era doveroso che noi arrecassimo loro molestia, perché non morissero a causa della snervante consuetudine, come colpiti da letargo micidiale.

La medicina del castigo dev'essere unita con l'istruzione.

1. 3. " Ma - si dirà - ad alcuni questo sistema non giova ". Si dovrà forse allora trascurare la medicina per il fatto che la malattia infettiva di alcuni è incurabile? Tu tieni presenti solo coloro i quali si mostrano così insensibili, che sono refrattari perfino a tali sistemi di punizione. Di essi però sta pure scritto: Invano ho castigato i vostri figli: essi non hanno accolto la correzione 2. Ma io penso che sono stati castigati per amore e non per odio. Tu però devi considerare tante persone, il cui ravvedimento ci procura ora tanta gioia. Se infatti ci limitassimo a spaventarli senza ammaestrarli, ciò avrebbe l'apparenza d'uno spietato dispotismo. D'altra parte, se ci limitassimo ad ammaestrarli senza spaventarli, incalliti come sono nella loro inveterata abitudine, comincerebbero ad incamminarsi troppo pigramente sulla via della guarigione, dal momento che molti, come ben sappiamo, anche dopo fornita loro la spiegazione razionale e chiaramente mostrata la verità mediante le prove della sacra Scrittura, ci rispondevano che desideravano bensì di passare alla comunione della Chiesa Cattolica, ma che temevano le violente reazioni del risentimento da parte di individui facinorosi. Certo, avrebbero dovuto disprezzare tali reazioni per amore della giustizia e della vita eterna, ma si deve sopportare la debolezza di siffatte persone, finché non diventino coraggiose, e non si deve disperare che lo diventino. Non si deve neppure dimenticare quello che disse il Signore a Pietro ancora debole: Per ora non puoi seguirmi, ma più tardi mi seguirai 3. Quando però ad un utile spavento si unisce un salutare insegnamento, in modo che non solo la luce della verità scacci le tenebre dell'errore, ma che anche la forza del timore spezzi i lacci di una cattiva abitudine, allora ci rallegriamo - come ho detto - della guarigione di molti. Costoro allora benedicono con noi Dio e lo ringraziano che mediante l'adempimento della sua promessa, che i re della terra sarebbero diventati servi di Cristo 4, ha curato in un modo i deboli e in un altro i malati.

Dio ci consola e ci scuote perché ci ama.

2. 4. Non chiunque ci usa riguardi, ci è per questo amico, né chiunque ci percuote, è per ciò stesso un nemico. Sono più utili le ferite fatte da un amico che i baci dati con intenzione da un nemico 5. E' meglio amare con severità che ingannare con soavità. E' più utile sottrarre il pane all'affamato quando, ormai sicuro del cibo, potrebbe trascurare la giustizia, che dare il pane all'affamato, cosicché, sedotto in questo modo, acconsenta alla ingiustizia. Tanto chi lega un furioso, quanto chi scuote un letargico, sono molesti all'uno e all'altro: eppure vogliono bene all'uno e all'altro. Chi ci può amare più di Dio? Eppure non solo non cessa di ammaestrarci con dolcezza, ma anche di spaventarci per la nostra salvezza: così spesse volte ai blandi calmanti con cui arreca sollievo, fa seguire l'amarissima medicina della tribolazione e sottopone alla prova della fame perfino i Patriarchi buoni e religiosi; tormenta con pene più gravi il popolo a Lui ribelle 6; sebbene pregato per ben tre volte non libera l'Apostolo dalla " spina " della carne, per perfezionarne la virtù con l'infermità 7. Amiamo altresì i nostri nemici, perché è giusto e Dio ci comanda di farlo per essere figli del Padre che è nei cieli, che fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi e manda la sua pioggia sopra i giusti e gli ingiusti 8. Come però lodiamo questi suoi doni, così meditiamo pure sui flagelli con cui punisce coloro che ama.

Testimonianze bibliche a conferma.

2. 5. Tu pensi che nessuno deve essere costretto alla virtù, sebbene tu legga che il padre di famiglia disse ai servi: Costringete ad entrare tutti quelli che troverete 9. Pensi così, sebbene tu legga come Saulo, che poi divenne Paolo, fu spinto a conoscere ed abbracciare la verità con un atto di forza compiuto da Cristo, che ve lo costrinse 10, salvo che tu non pensi che agli uomini stia più a cuore il denaro o qualsiasi altro possesso piuttosto che questa luce che percepiamo con gli occhi. Paolo non recuperò questa luce che aveva perduta improvvisamente dopo essere stato gettato a terra, se non quando si unì al corpo mistico della Chiesa. E tu pensi che non si devono usare i mezzi coercitivi con le persone, perché si liberino dalla calamità dell'errore, mentre, dagli esempi incontestabili surriferiti, vedi che agisce in questo modo proprio Dio, di cui nessuno ci ama in modo più vantaggioso per noi. Tu pensi così, sebbene ascolti Cristo che dice: Nessuno viene a me se non lo attirerà il Padre 11. Ora tale attrazione si opera nel cuore di tutti quelli che si convertono a Lui per il timore dell'ira divina. Tu pensi così, pur sapendo che talora il ladro getta qua e là dell'erba alle pecore per sviarle, mentre talvolta il pastore si serve della verga per ricondurre al gregge le pecore traviate.


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 02:10. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com