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Agostino - Lettera 93 - confuta la lettera del vescovo scismatico Vincenzo

Ultimo Aggiornamento: 24/01/2014 15:58
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24/01/2014 15:58
 
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Il donatista Ticonio contro i Donatisti.

10. 43. Potrei ora ricordare i fatti riportati nei suoi scritti da Ticonio, un autore della vostra comunione, il quale ha scritto piuttosto contro di voi in favore della Chiesa cattolica. Egli si separò inutilmente dagli Africani, come se fossero " traditori ", ossia colpevoli della consegna di oggetti sacri. Questa è l'unica accusa con cui Parmeniano lo può mettere, a tacere. Se dunque riferissi quei fatti, che cosa potreste rispondere, se non ripetendo l'aforisma attribuitovi dallo stesso Ticonio e da me ricordato più sopra: " Quel che noi vogliamo è [solo] la santità "? Orbene Ticonio, un autore - ripeto - della vostra comunione, scrive che fu celebrato da duecentosettanta vostri vescovi un concilio a Cartagine, nel quale per ben settantacinque giorni, lasciando da parte tutte le precedenti norme, si elaborò accuratamente e si prese la decisione di comunicare coi " traditori ", come se fossero innocenti, benché macchiati da una mostruosa colpa, anche se rifiutavano di farsi [ri]battezzare. Ticonio dice altresì che Deuterio, vescovo di Macrina, anch'egli seguace della vostra comunione, mescolò una massa di " traditori " alla Chiesa, e che secondo la costituzione di quel concilio, celebrato da duecentosettanta vostri vescovi, effettuò l'unione coi " traditori "; dice anzi che Donato, dopo questo fatto, comunicò sempre non solo con Deuterio, ma pure con tutti i vescovi della Mauritania per quaranta anni; dice infine che costoro, a loro volta, comunicarono con i " traditori " non [ri]battezzati, fino alla persecuzione sferrata da Macanio.


Ticonio minacciato da Parmeniano ma non confutato.

10. 44. Ma tu dirai: " E chi è mai per me questo Ticonio? ". E' quel Ticonio al quale Parmeniano, nella lettera che gli scrive in risposta, cerca di imporre silenzio e sconsiglia di scrivere tali cose, ma non può confutare quello che scrive, sebbene lo metta alle strette riguardo ad un solo punto, come ho detto innanzi; poiché, pur affermando tali verità sull'universalità della Chiesa, e pur sostenendo che i peccati altrui non possono macchiare alcuno appartenente all'unità ecclesiale, si era poi separato dall'unità degli Africani col pretesto che fossero " traditori " ed era passato alla setta di Donato. Orbene, Parmeniano avrebbe potuto smascherare Ticonio, dicendo che aveva inventato tutti quei fatti, ma - come ricorda lo stesso Ticonio - erano ancor vivi molti che potevano dimostrarne la verità in quanto erano fatti certissimi e notissimi.


Si torna alla questione pregiudiziale.

10. 45. Non voglio comunque parlare di tali fatti: sostieni pure che Ticonio abbia mentito; ma io ti riconduco a Cipriano, che tu stesso hai citato. Dagli scritti di Cipriano risulta assolutamente ineccepibile che, se nell'unità ecclesiale si rimanesse macchiati dei peccati altrui, la Chiesa sarebbe morta prima ancora di Cipriano, né sarebbe stato possibile che fosse Cristiano lui stesso. Se invece una tale opinione è sacrilega, ed è certo che la Chiesa sussiste, nessuno, nell'unità della Chiesa, può rimanere macchiato dai peccati altrui; invano voi, figli cattivi, vi proclamate giusti, perché non giustificate né cancellate la colpa di essere usciti dalla Chiesa.


Perché i Cattolici desiderano la riunione con i Donatisti.

11. 46. " E perché - ribatti - venite in cerca di noi? E perché volete accogliere tra le vostre file quelli che voi chiamate eretici? ". Guarda come è facile e breve la mia risposta. Noi andiamo in cerca di voi perché, essendo voi perduti, facciamo festa nel ritrovarvi, allo stesso modo che soffriamo della vostra perdita. Vi chiamiamo bensì eretici, ma solo prima che vi convertiate all'unità cattolica, prima che vi liberiate dall'errore in cui siete irretiti. Quando poi passate dalla nostra parte, prima lasciate senza dubbio di essere ciò che eravate e che v'impediva di passare dalla nostra parte. " Battezzami dunque ", tu dirai. Lo farei, se tu non fossi già battezzato o ti fosse stato conferito il battesimo di Rogato o di Donato, e non quello di Cristo. Non sono i Sacramenti cristiani ma l'incredibile scisma a renderti eretico. Non si deve, per causa del male derivante da te, negare il bene che rimane in te. Tale bene tu lo hai per tuo danno, se non lo hai nella radice da cui proviene. Poiché tutti i Sacramenti del Signore provengono dalla Chiesa cattolica: voi li possedete e li conferite, come erano posseduti e conferiti anche prima che vi separaste da essa. Non è vero, viceversa, che abbiate cessato di possederli per il fatto d'essere usciti dalla Chiesa, dalla quale derivano quelli che possedete. Noi non cambiamo in voi le cose che avete in comune con noi, poiché anche di esse è detto: Perché in molte cose erano con me 133; ma correggiamo ciò in cui non concordiamo con voi e desideriamo che riceviate i beni che non avete nella vostra setta. Avete in comune con noi il battesimo e il simbolo e tutti gli altri Sacramenti del Signore. Ma non siete d'accordo con noi riguardo allo spirito dell'unità, al vincolo della pace e infine riguardo alla Chiesa cattolica. Se abbracciate queste verità, le cose che già possedete non solo vi rimarranno, ma vi gioveranno. Noi dunque non accogliamo nelle nostre file i vostri seguaci, come voi pensate, ma accogliendoli rendiamo nostri quelli che si staccano da voi; per cominciare però ad essere dei nostri, debbono prima cessare di appartenere a voi. Neppure costringiamo ad unirsi a noi gli operai dell'errore, da noi detestato; al contrario noi desideriamo che tali persone siano unite a noi, affinché non siano ciò che noi detestiamo.


Differenza tra il battesimo di Giovanni e quello di Cristo.

11. 47. " Ma l'apostolo Paolo - tu obbietti - conferì [un altro] battesimo dopo Giovanni! ". Conferì forse il battesimo dopo un eretico? Se per caso tu osassi chiamare eretico l'amico dello sposo e negare che egli fosse nell'unità della Chiesa, pretendo che tu metta per iscritto anche questa affermazione. Ma se dire o pensare una cosa simile è addirittura segno di pazzia, la tua prudenza deve pensare per qual motivo Paolo ha amministrato [un altro] battesimo dopo Giovanni. Perché se lo amministrò dopo uno uguale a lui in autorità, voi dovreste ribattezzare tutti; se invece lo amministrò dopo uno maggiore in autorità, anche tu dovresti ribattezzare dopo Rogato; se dopo uno di autorità minore alla sua, allora Rogato avrebbe dovuto ribattezzare dopo di te, avendo tu battezzato da semplice prete. Se invece il battesimo conferito adesso ha lo stesso valore e produce lo stesso effetto in coloro cui è conferito, sebbene sia diverso il merito dei ministri, in quanto il battesimo è di Cristo e non dei ministri, penso che avrai già capito come Paolo conferì ad alcuni il battesimo di Cristo, appunto perché il battesimo da essi ricevuto era il battesimo di Giovanni e non quello di Cristo! Si chiamava infatti battesimo di Giovanni, come in più passi afferma la divina Scrittura e come dice il Signore stesso, quando domandava: D'onde aveva origine il battesimo di Giovanni? dal cielo o dagli uomini? 134 Il battesimo invece conferito da Pietro non era già di Pietro, ma di Cristo, come quello conferito da Paolo non era di Paolo, ma di Cristo. Così pure quello conferito da coloro che al tempo degli Apostoli predicavano Cristo non già con retta intenzione, ma per invidia 135, non era loro, ma di Cristo. Allo stesso modo il battesimo amministrato al tempi di Cipriano da quelli che rubavano i poderi con astute frodi e accrescevano i loro capitali con usure che si moltiplicavano, non era già loro ma di Cristo. E siccome era di Cristo, quantunque non amministrato da persone di ugual merito, nondimeno giovava a quelli che lo ricevevano. Poiché se uno ricevesse un battesimo tanto migliore quanto migliore è stimato il ministro, l'Apostolo non avrebbe ragione di ringraziare Dio di non aver battezzato nessun altro dei Corinti, all'infuori di Crispo, Gaio e della casa di Stefana 136, in quanto gli altri Corinti avrebbero ricevuto un battesimo tanto migliore, quanto migliore era Paolo, se fossero stati battezzati da lui. Finalmente quando Paolo dice: Io ho piantato e Apollo ha irrigato 137, pare voglia dire che egli annunciava il Vangelo e l'altro battezzava. Ebbene, Apollo era forse per questo migliore di Giovanni? E per qual motivo Paolo, il quale aveva conferito il battesimo dopo quello amministrato da Giovanni, non ribattezzò dopo Apollo? Per il motivo che questo battesimo, chiunque ne fosse il ministro, era il battesimo di Cristo, mentre l'altro battesimo, chiunque ne fosse il ministro e benché preparasse la via a Cristo, era semplicemente il battesimo di Giovanni.


La validità del battesimo non dipende dalla santità del ministro.

11. 48. Sembra quindi uno sfogo di malanimo dire: " Sì, conferì un altro battesimo dopo quello amministrato da Giovanni, mentre non si ripete il battesimo amministrato dagli eretici! ", ma potrebbe essere ugualmente uno sfogo di malanimo dire: " Sì, amministrò un altro battesimo dopo quello dato da Giovanni, mentre non si ripete quello amministrato da ubriachi ". Preferisco citare come esempio questo vizio, che non può essere nascosto da coloro che ne sono schiavi; anche un cieco sa quanto costoro sono numerosi dappertutto. Eppure tra le opere della carne, per causa delle quali coloro che le compiono non possederanno il regno di Dio, l'Apostolo cita espressamente questo vizio nel passo dove elenca pure le eresie: Le opere della carne - gli dice - sono manifeste; esse sono: fornicazione, impurità, lussuria, idolatria, sortilegi, inimicizie, discordie, gelosie, animosità, dissensi, eresie, invidie, ubriachezze, gozzoviglie ed altre simili immoralità, a proposito delle quali vi preannuncio, come vi ho già detto, che quelli i quali le commettono non possederanno il regno di Dio 138. Sebbene dunque sia stato amministrato il battesimo dopo quello di Giovanni, non si ripete quello amministrato da un eretico per lo stesso motivo per cui, sebbene sia stato ripetuto il battesimo dopo quello di Giovanni, non si ripete quello amministrato da un ubriacone, perché le eresie e le ubriachezze sono tra le opere che escludono dal possesso del regno di Dio solo coloro che le compiono. Non ti sembra forse una cosa indegna e intollerabile che mentre fu conferito un [altro] battesimo dopo quello conferito da uno il quale non tanto era sobrio nel bere quanto piuttosto si asteneva completamente dal vino e preparò la via del regno di Dio, non si ripeta invece il battesimo amministrato da un ubriacone che non possiede il regno di Dio? Che cosa possiamo rispondere a questa obiezione se non che il battesimo, dopo il quale l'Apostolo conferì quello di Cristo, era il battesimo di Giovanni, mentre quello conferito da un ubriacone è il battesimo di Cristo? Tra la condotta di Giovanni e quella dell'ubriacone c'è una differenza diametralmente opposta, mentre tra il battesimo di Cristo e quello di Giovanni non v'è bensì contrapposizione assoluta, ma c'è sempre molta differenza! Invece anche se v'è una gran differenza tra l'Apostolo e un ubriacone, non v'è alcuna differenza tra il battesimo di Cristo amministrato dall'Apostolo e il battesimo di Cristo amministrato da un ubriacone! Così pure tra Giovanni ed un eretico v'è una differenza diametralmente opposta, eppure tra il battesimo di Giovanni e il battesimo di Cristo conferito da un eretico non esiste una differenza diametralmente opposta, anche se c'è molta differenza. Al contrario, tra il battesimo di Cristo conferito dall'Apostolo e il battesimo di Cristo conferito da un eretico non v'è differenza di sorta poiché, per quanto grande possa essere la differenza di coloro che li amministrano, l'essenza dei Sacramenti è sempre la medesima.


Quanto sfacciatamente i Rogatisti si reputano santi.

11. 49. Ma scusami, io mi sono sbagliato quando ho voluto convincerti della validità del battesimo conferito da un beone. Mi ero dimenticato d'aver a che fare con un Rogatista e non con un Donatista qualunque. Infatti potrebbe darsi che nell'esiguo numero dei tuoi colleghi e in mezzo a tutti i vostri chierici tu non trovi forse neppure un beone! Voi infatti professate la fede cattolica, non in base alla estensione della comunione con tutti gli altri Cristiani, ma all'osservanza di tutti i precetti divini e di tutti i Sacramenti: anzi in voi soli il Figlio dell'uomo troverà la fede, quando ritornerà e non la troverà sulla terra. Infatti voi non siete né creature terrene, né abitate sulla terra, ma essendo creature celesti, abitate in cielo! Ma non fate alcun caso, non avete paura del fatto che Dioresiste ai superbi, mentre dà la sua grazia agli umili 139? Voi non provate una forte impressione leggendo quel passo del Vangelo in cui il Signore dice: Pensi forse che quando tornerà il Figlio dell'uomo, troverà fede sulla terra? 140 Subito dopo infatti, come se prevedesse che alcuni si sarebbero arrogati superbamente questa fede, il Signore disse, per certuni che avevano la presunzione di credersi giusti e disprezzavano tutti gli altri, questa parabola: due persone salirono al tempio a pregare; l'una era un fariseo, l'altra un publicano 141, ecc. E ora da' pure a te stesso la risposta con le parole che seguono in quel passo. Osserva però un po' più attentamente, se tra gli stessi pochi vostri seguaci che battezzano non vi sia qualche beone, dato che questo funesto vizio semina la rovina fra tante anime e imperversa tanto sfrenatamente, che mi stupirei non fosse penetrato anche nel vostro minuscolo gregge, sebbene vi vantiate di avere già separato le pecore dai capri prima del ritorno del Figlio dell'uomo, che è l'unico buon pastore!


Abusi condannabili.

12. 50. Ma ascolta, per tramite della mia voce, quanto dicono quelli che sono come il buon grano del Signore, travagliati tra la paglia fino all'ultima vagliatura nell'aia del Signore, cioè in tutto il mondo, in quanto il Signore ha convocato la terra dall'Oriente all'Occidente 142nella quale si trovano pure fanciulli che lodano il Signore 143Orbene, chiunque, approfittando della vigente legge imperiale, vi perseguita spinto non dall'amore per correggervi, ma dall'odio per combattervi, non incontra la nostra approvazione. Sì, è vero: nessun bene terreno può essere posseduto da nessuno con buone ragioni, se non in base al diritto divino, per cui tutti i beni appartengono ai giusti, o in base al diritto umano che risiede nel potere delle autorità terrene; e perciò avete torto di reclamare come vostri dei beni che voi non possedete neppure come giusti e che dovete perdere in forza della legge del potere terreno, e invano dite: " Ma questi sono beni accumulati con le nostre fatiche! ", mentre leggete che sta scritto: I giusti mangeranno le fatiche degli empi 144A parte tutte queste considerazioni, noi non approviamo però chi brama ed agogna i vostri beni, approfittando di questa legge, promulgata dalle autorità della terra, fedeli a Cristo, per reprimere la vostra eresia. Non approviamo infine chi, non a titolo di giustizia, ma per avidità, possiede gli stessi beni dei poveri e le basiliche delle assemblee cristiane che voi occupavate spacciandovi per la [vera] Chiesa, mentre sono dovute a quella che è la vera Chiesa di Cristo. Non incontra neppure la nostra approvazione chi, espulso dalla vostra setta per qualche scandalo o grave colpa, viene accolto da noi come vengono accolti quelli che sono vissuti presso di voi senza altra colpa che quella d'essersi separati da noi. Non è facile tuttavia che possiate provare tali abusi, e se pure provate che taluni ne hanno commessi, li tolleriamo, qualora non possiamo emendarli o punirli. Noi però non abbandoniamo l'aia del Signore per causa della paglia, né rompiamo le reti per causa dei pesci cattivi; non abbandoniamo il gregge del Signore per causa dei capri, che dovranno essere messi da parte alla fine del mondo, come non abbandoniamo la casa del Signore per causa di persone simili a vasi spregevoli.


Vincenzo si vergogni di rimanere nell'errore.

13. 51. Io poi, caro fratello, ho l'impressione che tu passerai senza dubbio alla Chiesa, che da quanto capisco giudichi vera, se non guarderai all'umana vanagloria e disprezzerai gli insulti degli insensati che ti diranno: " Perché distruggi ora ciò che prima cercavi di edificare? " La prova di questa tua opinione non vado a cercarla lontano, poiché al principio della tua stessa lettera, alla quale sto appunto rispondendo, tu scrivi queste parole: " Io ti ho conosciuto assai bene quando eri ancora molto lontano dalla fede cristiana, dedito com'eri già da tempo agli studi letterari ed amante della pace e dell'onestà; ma dopo la conversione alla fede cristiana tu ti occupi, come seppi da molti che me lo riferirono, delle discussioni relative alla legge di Dio, ecc.". Se sei stato tu a inviarmi la lettera, anche queste parole sono certamente tue. Tu quindi ammetti che mi sono convertito alla fede cristiana e non ai Donatisti né ai Rogatisti; ciò viene a confermare che la fede cristiana esiste al di fuori dei Rogatisti e dei Donatisti. E' la fede che - noi affermiamo - è diffusa tra tutte le genti che, secondo la promessa di Dio, sono benedette nel Discendente di Abramo 145Perché dunque ancora esiti ad abbracciare ciò che credi, se non perché ti vergogni che una volta non credevi ciò che credi adesso, o che hai difeso una opinione diversa? Mentre però ti vergogni di correggere il tuo errore, non ti vergogni poi di persistere nell'errore? Ecco di che cosa avresti piuttosto dovuto vergognarti prima.


Varie specie di vergogna.

13. 52. Ecco precisamente che cosa la sacra Scrittura ha voluto dire a proposito di ciò: C'è una vergogna che porta al peccato e una vergogna che apporta onore e gloria 146La vergogna porta al peccato quando uno arrossisce di cambiare un'opinione falsa per paura di essere giudicato incostante o di sentirsi obbligato a riconoscere, per suo proprio giudizio, d'essere stato a lungo nell'errore. Questi tali discendono all'inferno da vivi 147, cioè mentre hanno la coscienza di andare in perdizione, come era stato prefigurato tanto tempo prima da Datan, Abiron e Core, che furono inghiottiti dalla terra spaccatasi sotto i loro piedi 148. E' invece vergogna che apporta onore e gloria il rossore che uno prova del proprio fallo e, pentendosi, cambia in meglio. Proprio questo ti rincresce di fare, lasciandoti vincere dall'esiziale rispetto umano, per paura che da gente, la quale non sa quel che dice, ti si rinfacci la frase dell'Apostolo: Se infatti ricostruisco ciò che ho distrutto, con ciò stesso mi dichiaro trasgressore 149. Ma se ciò potesse rinfacciarsi pure a coloro che, emendatisi, predicano la verità che avevano combattuta quand'erano nell'errore, la frase si ritorcerebbe innanzitutto contro lo stesso Paolo, per il quale le Chiese cristiane davano gloria a Dio nell'ascoltare da lui la fede che egli stesso un tempo aveva cercato di estirpare 150.


Condizioni per tornare in seno alla Chiesa.

13. 53. Non credere però che si possa passare dall'errore alla verità e da qualsiasi peccato, grave o veniale che sia, alla retta via senza fare penitenza. Poiché è un errore da svergognati accusare senza fondamento la Chiesa (la quale da tante testimonianze divine risulta la vera Chiesa di Cristo), accusarla - dico - di usare verso quelli che l'abbandonano e poi, pentiti, si emendano, un trattamento diverso da quello che usa verso coloro i quali non le sono mai appartenuti e che per la prima volta sono ammessi alla sua comunione; trattamento secondo cui umilia più severamente i primi ed accoglie con maggior bontà i secondi, pur amando d'identico amore gli uni e gli altri, servendo gli uni e gli altri con amore di madre allo scopo di procurar loro la salvezza. Eccoti una lettera, più prolissa forse di quanto avresti desiderato. Sarebbe stata molto più breve, se nel risponderti io avessi pensato solo a te, mentre penso che, anche se non recherà vantaggio a te, lo recherà a quelli che avranno interesse di leggerla, purché animati dal timore di Dio e scevri di rispetto umano. Amen.




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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