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Tempo della Quaresima 2014 e Messaggio del Santo Padre ed altre meditazioni

Ultimo Aggiornamento: 20/04/2014 15:01
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06/03/2014 17:19
 
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DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI PARROCI DI ROMA

Aula Paolo VI
Giovedì, 6 marzo 2014

Video

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(...)

3. Misericordia significa né manica larga né rigidità.

Ritorniamo al sacramento della Riconciliazione. Capita spesso, a noi preti, di sentire l’esperienza dei nostri fedeli che ci raccontano di aver incontrato nella Confessione un sacerdote molto “stretto”, oppure molto “largo”, rigorista o lassista.E questo non va bene. Che tra i confessori ci siano differenze di stile è normale, ma queste differenze non possono riguardare la sostanza, cioè la sana dottrina morale e la misericordia. Né il lassista né il rigorista rende testimonianza a Gesù Cristo, perché né l’uno né l’altro si fa carico della persona che incontra. Il rigorista si lava le mani: infatti la inchioda alla legge intesa in modo freddo e rigido; il lassista invece si lava le mani:solo apparentemente è misericordioso, ma in realtà non prende sul serio il problema di quella coscienza, minimizzando il peccato. La vera misericordia si fa carico della persona, la ascolta attentamente, si accosta con rispetto e con verità alla sua situazione, e la accompagna nel cammino della riconciliazione. E questo è faticoso, sì, certamente. Il sacerdote veramente misericordioso si comporta come il Buon Samaritano… ma perché lo fa? Perché il suo cuore è capace di compassione, è il cuore di Cristo!

Sappiamo bene che né il lassismo né il rigorismo fanno crescere la santità. Forse alcuni rigoristi sembrano santi, santi… Ma pensate a Pelagio e poi parliamo… Non santificano il prete, e non santificano il fedele, né il lassismo né il rigorismo! La misericordia invece accompagna il cammino della santità, la accompagna e la fa crescere… Troppo lavoro per un parroco? E’ vero, troppo lavoro! E in che modo accompagna e fa crescere il cammino della santità? Attraverso la sofferenza pastorale, che è una forma della misericordia. Che cosa significa sofferenza pastorale? Vuol dire soffrire per e con le persone. E questo non è facile! Soffrire come un padre e una madre soffrono per i figli; mi permetto di dire, anche con ansia…

Per spiegarmi faccio anche a voi alcune domande che mi aiutano quando un sacerdote viene da me. Mi aiutano anche quando sono solo davanti al Signore!

Dimmi: Tu piangi? O abbiamo perso le lacrime? Ricordo che nei Messali antichi, quelli di un altro tempo, c’è una preghiera bellissima per chiedere il dono delle lacrime. Incominciava così, la preghiera: “Signore, Tu che hai dato a Mosè il mandato di colpire la pietra perché venisse l’acqua, colpisci la pietra del mio cuore perché le lacrime…”: era così, più o meno, la preghiera. Era bellissima. Ma, quanti di noi piangiamo davanti alla sofferenza di un bambino, davanti alla distruzione di una famiglia, davanti a tanta gente che non trova il cammino?… Il pianto del prete… Tu piangi? O in questo presbiterio abbiamo perso le lacrime?

Piangi per il tuo popolo? Dimmi, tu fai la preghiera di intercessione davanti al Tabernacolo?

Tu lotti con il Signore per il tuo popolo, come Abramo ha lottato: “E se fossero meno? E se fossero 25? E se fossero 20?...” (cfr Gen 18,22-33). Quella preghiera coraggiosa di intercessione… Noi parliamo di parresia, di coraggio apostolico, e pensiamo ai piani pastorali, questo va bene, ma la stessa parresia è necessaria anche nella preghiera. Lotti con il Signore? Discuti con il Signore come ha fatto Mosè? Quando il Signore era stufo, stanco del suo popolo e gli disse: “Tu stai tranquillo… distruggerò tutti, e ti farò capo di un altro popolo”. “No, no! Se tu distruggi il popolo, distruggi anche a me!”. Ma questi avevano i pantaloni! E io faccio la domanda: Noi abbiamo i pantaloni per lottare con Dio per il nostro popolo?

Un’altra domanda che faccio: la sera, come concludi la tua giornata? Con il Signore o con la televisione?

Com’è il tuo rapporto con quelli che aiutano ad essere più misericordiosi? Cioè, com’è il tuo rapporto con i bambini, con gli anziani, con i malati? Sai accarezzarli, o ti vergogni di accarezzare un anziano?

Non avere vergogna della carne del tuo fratello (cfr Reflexiones en esperanza, I cap.). Alla fine, saremo giudicati su come avremo saputo avvicinarci ad “ogni carne” – questo è Isaia. Non vergognarti della carne di tuo fratello. “Farci prossimo”: la prossimità, la vicinanza, farci prossimo alla carne del fratello. Il sacerdote e il levita che passarono prima del buon samaritano non seppero avvicinarsi a quella persona malmenata dai banditi. Il loro cuore era chiuso. Forse il prete ha guardato l’orologio e ha detto: “Devo andare alla Messa, non posso arrivare in ritardo alla Messa”, e se n’è andato. Giustificazioni! Quante volte prendiamo giustificazioni, per girare intorno al problema, alla persona. L’altro, il levita, o il dottore della legge, l’avvocato, disse: “No, non posso perché se io faccio questo domani dovrò andare come testimone, perderò tempo…”. Le scuse!… Avevano il cuore chiuso. Ma il cuore chiuso si giustifica sempre per quello che non fa. Invece quel samaritano apre il suo cuore, si lascia commuovere nelle viscere, e questo movimento interiore si traduce in azione pratica, in un intervento concreto ed efficace per aiutare quella persona.

Alla fine dei tempi, sarà ammesso a contemplare la carne glorificata di Cristo solo chi non avrà avuto vergogna della carne del suo fratello ferito ed escluso.

Io vi confesso, a me fa bene, alcune volte, leggere l’elenco sul quale sarò giudicato, mi fa bene: è in Matteo 25.

Queste sono le cose che mi sono venute in mente, per condividerle con voi. Sono un po’ alla buona, come sono venute… [Il cardinale Vallini: “Un bell’esame di coscienza”] Ci farà bene. [applausi]

A Buenos Aires – parlo di un altro prete – c’era un confessore famoso: questo era Sacramentino. Quasi tutto il clero si confessava da lui. Quando, una delle due volte che è venuto, Giovanni Paolo II ha chiesto un confessore in Nunziatura, è andato lui. E’ anziano, molto anziano… Ha fatto il Provinciale nel suo Ordine, il professore… ma sempre confessore, sempre. E sempre aveva la coda, lì, nella chiesa del Santissimo Sacramento. In quel tempo, io ero Vicario generale e abitavo nella Curia, e ogni mattina, presto, scendevo al fax per guardare se c’era qualcosa. E la mattina di Pasqua ho letto un fax del superiore della comunità: “Ieri, mezz’ora prima della Veglia Pasquale, è mancato il padre Aristi, a 94 – o 96? – anni. Il funerale sarà il tal giorno…”. E la mattina di Pasqua io dovevo andare a fare il pranzo con i preti della casa di riposo - lo facevo di solito a Pasqua -, e poi – mi sono detto - dopo pranzo andrò alla chiesa. Era una chiesa grande, molto grande, con una cripta bellissima. Sono sceso nella cripta e c’era la bara, solo due vecchiette lì che pregavano, ma nessun fiore. Io ho pensato: ma quest’uomo, che ha perdonato i peccati a tutto il clero di Buenos Aires, anche a me, nemmeno un fiore… Sono salito e sono andato in una fioreria – perché a Buenos Aires agli incroci delle vie ci sono le fiorerie, sulle strade, nei posti dove c’è gente – e ho comprato fiori, rose… E sono tornato e ho incominciato a preparare bene la bara, con fiori... E ho guardato il Rosario che avevo in mano… E subito mi è venuto in mente - quel ladro che tutti noi abbiamo dentro, no? -, e mentre sistemavo i fiori ho preso la croce del Rosario, e con un po’ di forza l’ho staccata. E in quel momento l’ho guardato e ho detto: “Dammi la metà della tua misericordia”. Ho sentito una cosa forte che mi ha dato il coraggio di fare questo e di fare questa preghiera! E poi, quella croce l’ho messa qui, in tasca. Le camicie del Papa non hanno tasche, ma io sempre porto qui una busta di stoffa piccola, e da quel giorno fino ad oggi, quella croce è con me. E quando mi viene un cattivo pensiero contro qualche persona, la mano mi viene qui, sempre. E sento la grazia! Sento che mi fa bene. Quanto bene fa l’esempio di un prete misericordioso, di un prete che si avvicina alle ferite…

Se pensate, voi sicuramente ne avete conosciuti tanti, tanti, perché i preti dell’Italia sono bravi! Sono bravi. Io credo che se l’Italia ancora è tanto forte, non è tanto per noi Vescovi, ma per i parroci, per i preti! E’ vero, questo è vero! Non è un po’ d’incenso per confortarvi, lo sento così.

La misericordia. Pensate a tanti preti che sono in cielo e chiedete questa grazia! Che vi diano quella misericordia che hanno avuto con i loro fedeli. E questo fa bene.

Grazie tante dell’ascolto e di essere venuti qui.

Angelus Domini …


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 Papa Francesco e la preghiera "per chiedere il dono delle lacrime" nel "Messale antico" (ma c'è anche in quello nuovo!)



Papa Francesco durante l'incontro con i sacerdoti della diocesi di Roma (qui video completo), ha parlato della preghiera che era presente nel "Messale antico" per chiedere la grazia di piangere i propri peccati e aprirsi alla Misericordia di Dio:
Omnípotens et mitíssime Deus, qui sitienti pópulo fontem viventis aquæ de petra produxísti: educ de cordis nostri durítia lácrimas compunctiónis; ut peccata nostra plángere valeámus, remissionémque eorum, te miseránte, mereámur accípere. Per Dominum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum, qui tecum vivit et regnat, in unitate Spíritus Sancti, Deus, per omnia sæcula sæculorum. Amen O Dio onnipotente e mitissimo, che hai fatto scaturire dalla roccia una fonte d’acqua viva per il popolo assetato, fa uscire dalla durezza del nostro cuore lacrime di pentimento: affinché possiamo piangere i nostri peccati e meritare, per tua misericordia, la loro remissione. Per il nostro Signore Gesú Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Nel messale del 1962 il titolo della Messa votiva citata da Papa Francesco e che vi riporto completamente è:
AD PETENDAM COMPUNCTIONEM CORDIS
Oratio Omnípotens et mitíssime Deus, qui sitiénti pópulo fontem vivéntis aquae de petra produxísti: educ de cordis nostri durítia lácrimas compunctiónis; ut peccáta nostra plángere valeámus, remissionémque eórum, te miseránte, mereámur accípere. Per Dóminum nostrum. 
Secreta Hanc oblatiónem, quaesumus, Dómine Deus, quam tuae maiestáti pro peccátis nostris offérimus, propítius réspice: et produc de óculis nostris lacrimárum flúmina, quibus débita flammárum incéndia valeámus exstínguere. Per Dóminum. 
Postcommunio Grátiam Spíritus Sancti, Dómine Deus, córdibus nostris cleménter infúnde: quae nos gemítibus lacrimárum effíciat máculas nostrórum dilúere peccatórum; atque optátae nobis, te largiénte, indulgéntiae praestet efféctum. Per Dóminum nostrum.

Ma la bella notizia è che nella III edizione latina tipica del Messale Romano di Paolo VI, quella che avremo - si spera - presto in Italiano, sono state reintrodotte come "formulario alternativo" queste preghiere "ad petendas lacrimas" (un po' ritoccate la super oblata post communionem...). Uscite dalla porta, rientrano dalla finestra.
Le preghiere citate da Papa Francesco per chiedere il dono delle lacrime di pentimento e rinnovamento, le trovate nel Missale Romanum 2002 tra le messe "Ad diversa", num. 38: "Pro remissione peccatorum", formulario B aliae orationes
Eccovi qui le orazioni del "Nuovissimo Messale" che ricalcano quelle dell' "Antico", e che potete usare nelle vostre messe votive:
Collecta Omnipotens et mitissime Deus, qui sitienti populo tuo fontem viventis aquae de petra produxisti: educ de cordis nostri duritia lacrimas compunctionis; ut peccata nostra plangere valeamus, remissionemque eorum, te miserante, mereamur accipere. Per Dominum...
Super oblata Hanc oblationem, quaesumus, Domine quam maiestati tuae pro peccatis nostris offerimus, propitius respice et praesta, ut sacrificium ex quo hominibus profluit fons veniae Sancti Spiritus gratiam lacrimas effundendi pro nostris offensionibus largiatur. Per Christum...
Post communionem Tui, Domine, sacramenti veneranda perceptio faciat nos gemitibus lacrimarum maculas nostrorum diluere peccatorum atque optatae nobis, te largiente, indulgentiae praestet effectum. Per Christum...


Testo preso da: Papa Francesco e la preghiera "per chiedere il dono delle lacrime" nel "Messale antico" (ma c'è anche in quello nuovo!) http://www.cantualeantonianum.com/2014/03/papa-francesco-e-la-preghiera-per.html#ixzz2vCRrNsPW 
http://www.cantualeantonianum.com 


 


[Modificato da Caterina63 06/03/2014 17:35]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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