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I fiori di Bach sono davvero curativi?

Ultimo Aggiornamento: 01/04/2014 16:16
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01/04/2014 16:12
 
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    I fiori di Bach: medicina o esoterismo magico?

A cura di Padre Tarcisio Mezzetti

Spesso mi sono sentito domandare che cosa ne pensassi della cura con "i fiori di Bach" , di cui fino a pochi anni fa non conoscevo neppure l'esistenza, e allora ho cercato di apprendere di che cosa si trattasse. Mi sono procurato cinque testi, (ma ce ne saranno sicuramente molti altri) che ho letto con attenzione, cercando di capire quali principi teorici e quale base scientifica fosse stata posta a fondamento di una simile terapia.

Cercherò quindi di esporre meglio possibile quali sono state le conclusioni di questo "studio". I testi che ho preso in esame sono i seguenti:

1. EDWARD BACH «Guarire con i fiori – I. Guarisci te stesso; II. I Dodici Guaritori e altri rimedi»a cura di Claudio Mazza (1)

2. MECHTHILD SCHEFFER: «Terapia con i fiori di Bach»; Quaderni del risveglio (2)

3. JUDY HOWARD, JOHN RAMSELL: «Guarire con i fiori di Bach – Guida pratica alla floriterapia». (3)

4. MARIA ELISA CAMPANINI: «Curatevi con i fiori di Bach». (4)

5. DANIELE LO RITO; "Il massaggio con i fiori di Bach».(5)

Il Dr. Bach la sua storia e la sua teoria

Il Dr. Edward Bach era un medico inglese, morto nel 1936 ad appena 49 anni, che - dice lo Scheffer fu spinto nel 1930 ad abbandonare la sua redditizia attivitá professionale... e a dedicare gli ultimi sei anni della sua vita alla ricerca di un metodo di guarigione «più semplice e naturale», che non inducesse alterazioni o corruzioni …"(6)

Mazza afferma con il calore tipico del seguace entusiasta che: "Edward Bach ha consacrato la sua vita alla ricerca della vera medicina. Laureato in medicina divenne in breve tempo una delle massime autorità in microbiologia (7). Ben presto si rese conto che la medicina scientifica concentra la propria attenzione sulla malattia, mentre trascura la personalità del malato".(8)

Partendo dai colloqui con alcuni pazienti (una donna affetta da asma acuta, perché spaventata dal fatto che il figlio si era trasferito lontano per lavoro, e non dava notizie di sé; un altro che soffriva di un ulcera duodenale, aveva perduto il lavoro, sua moglie non era in grado di lavorare ed aveva due bambini da mantenere, ecc.) e non essendo note a quel tempo le malattie psicosomatiche, si gettò a capofitto nel formulare il principio: "che curare i sintomi di per sé non era sufficiente: poiché il corpo è uno specchio che riflette i pensieri della mente, è il malato stesso ad avere bisogno di cure per superare le sue angosce, le sue preoccupazioni e la sua disperazione".(9)

Il Dr. Bach, cerca di portare avanti una filosofia, un'antropologia ed una cosmologia tutta personale, che appare subito scientificamente poco ortodossa, quando viene esaminata con l'occhio critico di un uomo di scienza. Non è cosi per i suoi sostenitori, i quali vedono in lui uno scopritore di straordinari segreti della natura, per il benessere dell'umanità. M. E. Campanini, per esempio, animata com'è da grande adorazione entusiastica per il Dr. Bach, come sottotitolo al capitolo sulla sua vita, scrive cosi: "La suggestiva esperienza umana e professionale del grande medico inglese, ricercatore, filosofo e maestro spirituale".(10)

Venuto a contatto con l'omeopatia, si entusiasmò al detto di Hahnemann: "Il paziente è il fattore più importante della guarigione" (11) e, soprattutto, fu colpito dal fatto che i rimedi omeopatici non fossero dati in base ai sintomi, ma anche in base alla personalità ed ai gusti del paziente.

Lavorò quindi al Royal London Homeopatich Hospital dove cominciò dapprima con il riconoscere sette gruppi di batteri intestinali che, secondo lui, corrispondono a sette tipi umani: "... classificati secondo il comportamento, le attitudini del corpo, l'espressione dei viso, la mentalità, ecc. "

Poteva cosi prevedere quale tipo di bacillo predominasse nella flora intestinale di un determinato paziente solo dall'osservazione clinica e al contrario, descrivere clinicamente un paziente a lui sconosciuto, solo dalle analisi di laboratorio. Un vero protocollo scientifico a doppio cieco, che dovrebbe far riflettere i detrattori delle medicine naturali in genere e dell'omeopatia in particolare" (12)

In ogni caso dai sette gruppi di batteri, applicando i metodi omeopatici, preparò sette "nosodi " (13) per purificare il tratto intestinale (i "sette nosodi Bach-Paterson"). Mazza ci dice che questi: "per la loro efficacia in numerose malattie croniche furono e sono usati ancora oggi in tutto il mondo" (14)

Scheffer, parlando di questi prodotti li definisce nel modo ultra pomposo dei cultori dell'omeopatia: "I 7 nosodi da lui trovati sono parte integrante del tesoro internazionale dell'arsenale terapeutico omeopatico".(15)

Ma non tutti sono d'accordo, Howard e Ramsell, parlando di questi "nosodi"i scrivono: "Il metodo di prescrizione era giá molto simile a quello in cui sarebbe diventato famoso in seguito: egli somministrava un certo nosodo in base alla personalità dei suoi pazienti, che divise in 7 gruppi, uno per ogni nosodo. I nomi attribuiti ai sette gruppi diedero il titolo alle sette parti dei volume "I dodici guaritori e altri rimedi", perché erano collegati a vari tratti caratteriali o tipi di personalità che sarebbero stati alla base del metodo Bach. I nosodi di Bach, noti anche come i "sette nosodi intestinali" vengono ancora usati in certi ospedali omeopatici e da alcuni omeopati. A Mount Vernon,(16) tuttavia, non vengono più prodotti perché, a differenza dei rimedi, curano i sintomi fisici".(17)

Il fatto che i "nosodi" siano sette non è però un caso, né una scoperta scientifica, m fa parte della stranissima "religione " a cui apparteneva il Dr. Bach, Ne parleremo più approfonditamente in seguito quando esamineremo la sua "teologia". Scopriremo così che "i fiori di Bach" non sono affatto una terapia scientifica, né una intuizione medica, ma solo uno strumento di diffusione di filosofie esoteriche e occulte di origine spiritistica. Vedremo di che si tratta più avanti.










Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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