È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Omelie del Papa nella Messa delle 7 del mattino a Santa Marta (3)

Ultimo Aggiornamento: 19/12/2014 11:38
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
02/12/2014 14:51
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

  Francesco: un cuore umile conosce Dio, teologia si fa in ginocchio




Papa Francesco tiene l'omelia a Casa S. Marta - OSS_ROM





02/12/2014 



Chi studia il mistero di Dio si metta in ginocchio perché Dio si rivela più volentieri a un cuore umile. Lo ha affermato Papa Francesco all’omelia della Messa del mattino, celebrata in Casa S. Marta. Il servizio di Alessandro De Carolis:


Gli occhi di un povero sono i più adatti a vedere Cristo e, attraverso di Lui, scorgere il profilo di Dio. Gli altri che pretendano di sondare questo mistero con le risorse della propria intelligenza devono prima mettersi “in ginocchio”, in atteggiamento di umiltà, altrimenti “non capiranno nulla”. Papa Francesco ribadisce la verità e il paradosso del mistero della Buona Novella: il Regno di suo Padre appartiene ai “poveri in spirito”. La riflessione del Papa segue la traccia del Vangelo di Luca proposta dalla liturgia, nel punto in cui Cristo loda e ringrazia suo Padre perché ha deciso di rivelarsi a chi per la società non conta nulla e a chi magari conta ma sa farsi “piccolo” nell’anima:


“Lui ci fa conoscere il Padre, ci fa conoscere questa vita interiore che Lui ha. E a chi rivela questo il Padre? A chi dà questa grazia? ‘Ti rendo lode, o Padre, Signore del Cielo e della Terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli’. Soltanto quelli che hanno il cuore come i piccoli, che sono capaci di ricevere questa rivelazione, il cuore umile, mite, che sente il bisogno di pregare, di aprirsi a Dio, si sente povero; soltanto quello che va avanti con la prima Beatitudine: i poveri di spirito”.


Dunque, la povertà è la dote privilegiata per aprire la porta del mistero di Dio. Una dote che talvolta, fa notare Papa Francesco, può difettare proprio in chi a questo mistero dedica una vita di studi:


“Tanti possono conoscere la scienza, la teologia pure, tanti! Ma se non fanno questa teologia in ginocchio, cioè umilmente, come piccoli, non capiranno nulla. Ci diranno tante cose, ma non capiranno nulla. Soltanto questa povertà è capace di ricevere la Rivelazione che il Padre dà tramite Gesù, attraverso Gesù. E Gesù viene, non come un capitano, un generale di esercito, un governante potente, no, no. Viene come un germoglio. Così abbiamo sentito nella Prima Lettura: ‘In quel giorno, un germoglio spunterà dal tronco di Iesse’. Lui è un germoglio: è umile, è mite, ed è venuto per gli umili, per i miti, a portare la salvezza agli ammalati, ai poveri, agli oppressi”.


E Gesù, prosegue Papa Francesco, è il primo degli emarginati arrivando addirittura a ritenere “un valore non negoziabile essere uguale a Dio”. “La grandezza del mistero di Dio”, ripete , si conosce soltanto “nel mistero di Gesù e il mistero di Gesù è proprio un mistero dell’abbassarsi, di annientarsi, di umiliarsi” che “porta la salvezza ai poveri, a quelli che sono annientati da tante malattie, peccati e situazioni difficili”. “Fuori da questa cornice – conclude Papa Francesco – non si può capire il mistero di Gesù”:


“Chiediamo al Signore, in questo tempo di Avvento, di avvicinarci più, più, più al suo mistero e di farlo sulla strada che Lui vuole che noi facciamo: la strada dell’umiltà, la strada della mitezza, la strada della povertà, la strada del sentirci peccatori. Così Lui viene a salvarci, a liberarci. Che il Signore ci dia questa grazia”.





Papa: i santi nascosti di tutti i giorni danno speranza

Il Papa a Santa Marta - OSS_ROM

04/12/2014 

Ci sono tanti santi nascosti, uomini, donne, padri e madri di famiglia, malati, preti che mettono in pratica tutti i giorni l'amore di Gesù e questo dà speranza: è quanto ha detto Papa Francesco nella Messa mattutina a Santa Marta. Il servizio di Sergio Centofanti:

E’ davvero cristiano chi mette in pratica la Parola di Dio, non basta dire di avere fede: commentando il Vangelo sulla casa costruita sulla roccia o sulla sabbia, Papa Francesco invita a non essere “cristiani di apparenza”, cristiani truccati, perché appena arriva un po’ di pioggia il trucco va via. Non basta – ha detto - appartenere a una famiglia molto cattolica o a un’associazione o essere un benefattore, se non si segue poi la volontà di Dio. “Tanti cristiani delle apparenze” – ha osservato – “crollano alle prime tentazioni”, perché “non c’è sostanza lì”, hanno costruito sulla sabbia. Invece, ci sono tanti santi “nel popolo di Dio - non necessariamente canonizzati, ma santi – tanti uomini e donne” che “mettono in pratica l’amore di Gesù. Tanti”. Hanno costruito la casa sulla roccia, che è Cristo:

“Pensiamo ai più piccoli, eh? Agli ammalati che offrono le loro sofferenze per la Chiesa, per gli altri. Pensiamo a tanti anziani soli, che pregano e offrono. Pensiamo a tante mamme e padri di famiglia che portano avanti con tanta fatica la loro famiglia, l’educazione dei figli, il lavoro quotidiano, i problemi, ma sempre con la speranza in Gesù, che non si pavoneggiano, ma fanno quello che possono”.

Sono i “santi della vita quotidiana!”, ha esclamato il Papa:

“Pensiamo a tanti preti che non si fanno vedere ma che lavorano nelle loro parrocchie con tanto amore: la catechesi ai bambini, la cura degli anziani, degli ammalati, la preparazione ai novelli sposi… E tutti giorni lo stesso, lo stesso, lo stesso. Non si annoiano perché nel loro fondamento c’è la roccia. E’ Gesù, è questo che dà santità alla Chiesa, è questo che dà speranza!”.

“Dobbiamo pensarci tanto alla santità nascosta che c’è nella Chiesa” – ha affermato Francesco – “cristiani che rimangono in Gesù. Peccatori, eh? Tutti lo siamo. E anche alcune volte qualcuno di questi cristiani fa qualche peccato grave, ma si pentono, chiedono perdono, e questo è grande: la capacità di chiedere perdono, di non confondere peccato con virtù, di sapere bene dove è la virtù e dove è il peccato. Questi sono fondati sulla roccia e la roccia è Cristo. Seguono il cammino di Gesù, seguono Lui”.

“I superbi, i vanitosi, i cristiani di apparenza” – ha sottolineato Francesco – “saranno abbattuti, umiliati”, mentre “i poveri saranno quelli che trionferanno, i poveri di spirito, quelli che davanti a Dio si sentono niente, gli umili, e portano avanti la salvezza mettendo in pratica la Parola del Signore”. “Oggi ci siamo, domani non ci saremo” – ha detto poi citando San Bernardo: “Pensa, uomo, cosa sarà di te: pasto dei vermi”. “Ci mangeranno i vermi, a tutti” – ricorda il Papa – “Se non abbiamo questa roccia, finiremo calpestati”:

“In questo tempo di preparazione al Natale chiediamo al Signore di essere fondati saldi nella roccia che è Lui, la nostra speranza è Lui. Noi siamo tutti peccatori, siamo deboli ma se mettiamo la speranza in Lui potremo andare avanti. E questa è la gioia di un cristiano: sapere che in Lui c’è la speranza, c’è il perdono, c’è la pace, c’è la gioia. E non mettere la nostra speranza in cose che oggi sono e domani non saranno”.




 

Il Papa: Chiesa è madre, non serve organigramma perfetto

Messa di Papa Francesco a Casa Santa Marta - OSS_ROM

09/12/2014 

La gioia della Chiesa è essere madre, andare a cercare le pecore smarrite. E’ quanto affermato da Francesco alla Messa mattutina a Casa Santa Marta. Il Papa ha ribadito che alla Chiesa non serve avere “un organigramma perfetto” se poi è triste e chiusa, se non è madre. Di qui l’invito ad essere “cristiani gioiosi” con la “consolazione della tenerezza di Gesù”. Il servizio di Alessandro Gisotti:

“Aprire le porte alla consolazione del Signore”. Francesco ha preso spunto, nella sua omelia, dalla prima lettura in cui il profeta Isaia parla della fine della tribolazione di Israele dopo l’esilio a Babilonia. “Il popolo – ha commentato - ha bisogno di consolazione. La stessa presenza del Signore consola”. Una consolazione, ha soggiunto, che c’è anche nella tribolazione. E tuttavia, ha ammonito “noi, al solito, fuggiamo dalla consolazione; abbiamo sfiducia; siamo più comodi nelle nostre cose, più comodi anche nelle nostre mancanze, nei nostri peccati. Questa – ha detto - è terra nostra”. Invece, ha affermato, “quando viene lo Spirito e viene la consolazione ci porta ad un altro stato che noi non possiamo controllare: è proprio l’abbandono nella consolazione del Signore”.

Francesco sottolinea che “la consolazione più forte è quella della misericordia e del perdono”. E ha così rivolto il pensiero alla fine del XVI capitolo di Ezechiele, quando dopo “l’elenco di tanti peccati del popolo”, dice: “Ma io non ti abbandono; io ti darò di più; questa sarà la mia vendetta: la consolazione e il perdono”, “così è il nostro Dio”. Per questo, ha ripreso, “è buono ripetere: lasciatevi consolare dal Signore, è l’unico che può consolarci”. Anche se “siamo abituati ad affittare consolazioni piccole, un po’ fatte da noi”, ma che poi “non servono”. Di qui, si è soffermato sul Vangelo odierno, tratto da Matteo, che parla della parabola della pecorella smarrita:

“Io mi domando quale sia la consolazione della Chiesa. Così come quando una persona è consolata quando sente la misericordia e il perdono del Signore, la Chiesa fa festa, è felice quando esce da se stessa. Nel Vangelo, quel pastore che esce, va a cercare quella pecora smarrita, poteva fare il conto di un buon commerciante: ma, 99, se ne perde una non c’è problema; il bilancio… Guadagni, perdite… Ma va bene, possiamo andare così. No, ha cuore di pastore, esce a cercarla finché la trova e lì fa festa, è gioioso”.

“La gioia di uscire per cercare i fratelli e le sorelle che sono lontani: questa – ha evidenziato Francesco – è la gioia della Chiesa. Lì la Chiesa diventa madre, diventa feconda”:

“Quando la Chiesa non fa questo, quando la Chiesa si ferma in se stessa, si chiude in se stessa, forse si è ben organizzata, un organigramma perfetto, tutto a posto, tutto pulito, ma manca gioia, manca festa, manca pace, e così diventa una Chiesa sfiduciata, ansiosa, triste, una Chiesa che ha più di zitella che di madre, e questa Chiesa non serve, è una Chiesa da museo. La gioia della Chiesa è partorire; la gioia della Chiesa è uscire da se stessa per dare vita; la gioia della Chiesa è andare a cercare quelle pecore che sono smarrite; la gioia della Chiesa è proprio quella tenerezza del pastore, la tenerezza della madre”.

La fine del brano di Isaia, ha spiegato, “riprende questa immagine: come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna”. Questa, ha detto il Papa, “è la gioia della Chiesa: uscire da se stessa e diventare feconda”:

“Il Signore ci dia la grazia di lavorare, essere cristiani gioiosi nella fecondità della madre Chiesa e ci guardi dal cadere nell’atteggiamento di questi cristiani tristi, impazienti, sfiduciati, ansiosi, che hanno tutto perfetto nella Chiesa, ma non hanno ‘bambini’. Che il Signore ci consoli con la consolazione di una Chiesa madre che esce da se stessa e ci consoli con la consolazione della tenerezza di Gesù e la sua misericordia nel perdono dei nostri peccati”. 





Papa: Dio ci ama come una mamma, non mercifichiamo la grazia

Papa Francesco a Santa Marta - OSS_ROM

11/12/2014 

Dio è come una mamma, ci ama gratuitamente, ma noi spesso vogliamo controllare questa grazia in una sorta di contabilità spirituale: è quanto ha detto Papa Francesco nella Messa mattutina a Santa Marta. Il servizio diSergio Centofanti:

Dio salva il suo popolo non da lontano ma facendosi vicino, con tenerezza. Papa Francesco, prendendo lo spunto dal profeta Isaia, fa un paragone:

“E’ tanta la vicinanza che Dio si presenta qui come una mamma, come una mamma che dialoga con il suo bambino: una mamma quando canta la ninna nanna al bambino e prende la voce del bambino e si fa piccola come il bambino e parla con il tono del bambino al punto di fare il ridicolo se uno non capisse cosa c’è lì di grande: ‘Non temere, vermiciattolo di Giacobbe’. Ma, quante volte una mamma dice queste cose al bambino mentre lo carezza, eh? Ecco, ti rendo come una trebbia acuminata, nuova… ti farò grande… E lo carezza, e lo fa più vicino a lei. E Dio fa così. E’ la tenerezza di Dio. E’ tanto vicino a noi che si esprime con questa tenerezza: la tenerezza di una mamma”.

Dio ci ama gratuitamente – ha affermato il Papa - come una mamma il suo bambino. E il bambino “si lascia amare”: “questa è la grazia di Dio”. “Ma noi, tante volte, per essere sicuri, vogliamo controllare la grazia” e “nella storia e anche nella nostra vita abbiamo la tentazione di mercificare la grazia”, renderla “come una merce o una cosa controllabile”, magari dicendo a noi stessi: “Ma, io ho tanta grazia”, oppure: “Ho l’anima pulita, sono in grazia”:

“E così questa verità tanto bella della vicinanza di Dio scivola in una contabilità spirituale: ‘No, io faccio questo perché questo mi darà 300 giorni di grazia … Io faccio quell’altro perché questo mi darà questo, e così accumulo grazia’. Ma cos’è la grazia? Una merce? E così, sembra di sì. Sembra di sì. E nella storia questa vicinanza di Dio al suo popolo è stata tradita per questo atteggiamento nostro, egoista, di voler controllare la grazia, mercificarla”.

Il Papa ricorda i gruppi che al tempo di Gesù volevano controllare la grazia: i Farisei, resi schiavi dalle tante leggi che caricavano “sulle spalle del popolo”. I Sadducei, con i loro compromessi politici. Gli Esseni, “buoni, buonissimi, ma avevano tanta paura, non rischiavano” e finivano per isolarsi nei loro monasteri. Gli Zeloti, per i quali la grazia di Dio era “la guerra di liberazione”, “un’altra maniera di mercificare la grazia”.

“La grazia di Dio – ha sottolineato - è un’altra cosa: è vicinanza, è tenerezza. Questa regola serve sempre. Se tu nel tuo rapporto con il Signore non senti che Lui ti ama con tenerezza, ancora ti manca qualcosa, ancora non hai capito cos’è la grazia, ancora non hai ricevuto la grazia che è questa vicinanza”. Papa Francesco ricorda una confessione di tanti anni fa, quando una donna si macerava sulla validità o meno, come osservanza del precetto, di una Messa frequentata di sabato sera per un matrimonio, con letture diverse da quelle della domenica. Questa la sua risposta: “Ma, signora, il Signore la ama tanto a lei. Lei è andata lì, ha ricevuto la Comunione, è stata con Gesù … Sì, ma stai tranquilla, il Signore non è un commerciante, il Signore ama, è vicino”:

“E San Paolo reagisce con forza contro questa spiritualità della legge. ‘Io sono giusto se faccio questo, questo, questo. Se non faccio questo non sono giusto’. Ma tu sei giusto perché Dio ti si è avvicinato, perché Dio ti carezza, perché Dio ti dice queste cose belle con tenerezza: questa è la giustizia nostra, questa vicinanza di Dio, questa tenerezza, questo amore. Anche a rischio di sembrarci ridicolo il nostro Dio è tanto buono. Se noi avessimo il coraggio di aprire il nostro cuore a questa tenerezza di Dio, quanta libertà spirituale avremmo! Quanta! Oggi, se avete un po’ di tempo, a casa vostra, prendete la Bibbia: Isaia, capitolo 41, dal versetto 13 al 20, sette versetti. E leggetelo. Questa tenerezza di Dio, questo Dio che ci canta a ognuno di noi la ninna nanna, come una mamma”.





 

[Modificato da Caterina63 11/12/2014 14:42]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 06:04. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com