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24-26 maggio 2014 il Papa in Terra Santa

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2014 13:05
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Papa Francesco è arrivato ad Amman, prima tappa del suo viaggio in Terra Santa. L'aereo papale, un A321 dell’Alitalia, è atterrato all'aeroporto internazionale della capitale giordana poco prima delle 12.00, ora italiana. Accolto dal principe Ghazi, in rappresentanza del Re Abdallah II, dal patriarca latino di Gerusalemme Twal, il custode di Terra Santa padre Pizzaballa, il nunzio Giorgio Lingua e da altre autorità civili e religiose.

Il Papa ha rinnovato il suo invito ai fedeli a pregare: ''Cari amici, vi chiedo di accompagnarmi con le vostre preghiere nel mio pellegrinaggio in Terra Santa''. 



I Pontefici che si sono recati in pellegrinaggio in Terra Santa sono tre,  Papa Francesco sarà il quarto.

I pellegrinaggi dei Papi in oltre duemila anni di storia del cristianesimo si snodano a partire dall’ultimo mezzo secolo: tra il 1964 e il 2014. Di ciascuno di loro si potrebbe dire, adottando le parole che San Girolamo fa pronunciare a Paola nella lettera che ella stessa scrive a Eustochio e a Marcella, di essere stati pastori “convinti che mancasse qualcosa alla loro fede e alla loro propria scienza”. “Erano convinti – prosegue san Girolamo – di non poter raggiungere la perfezione se non avessero adorato Cristo proprio in quei luoghi dove il Vangelo, prima che altrove, aveva irradiato dalla Croce il suo splendore” .

Papa Paolo VI, il primo Pontefice ad andare in pellegrinaggio in Terra Santa, dieci anni dopo questa sua storica visita, nell’Esortazione Apostolica “Nobis in animo”  (25 marzo 1974) scrive: “Questa terra benedetta è divenuta, pertanto in certo modo, il patrimonio spirituale dei cristiani di tutto il mondo, i quali bramano di poterla visitare, in pio pellegrinaggio, almeno una volta durante la vita, per appagare la loro devozione ed esprimere il loro amore a Dio diventato Bambino in Betlemme, al divino Adolescente e Lavoratore a Nazareth, al divino Maestro e Taumaturgo attraverso tutta la regione, al divino Crocefisso sul Calvario, al Redentore Risorto dal sepolcro che si trova nel «Tempio della Risurrezione» (ο ναός τής αναστάσεως), come lo chiamano con felice espressione i fratelli cristiani di lingua greca. Ma quella è, pure, la terra in cui, accanto ai Santuari ed ai Luoghi Santi, esiste ed opera una Chiesa vivente, una Comunità di credenti in Cristo. È una Comunità che, nel corso della storia, ha subito innumerevoli prove ed è stata soggetta a dolorose vicissitudini: le divisioni interne, le persecuzioni dall’esterno e, da qualche tempo, l’emigrazione l’hanno resa debole, non più autosufficiente, e perciò bisognosa della nostra comprensione e del nostro aiuto morale e materiale”.

Il 4 gennaio 1964, nel discorso pronunciato presso l’Aeroporto Leonardo Da Vinci, alla presenza del Presidente della Repubblica italiana Antonio Segni, Papa Paolo VI così spiegò il suo viaggio: “È stato detto giustamente che il Successore del primo degli Apostoli ritorna dopo venti secoli di storia là, da dove Pietro è partito, portatore del Messaggio cristiano. E di fatto vuol essere il Nostro un ritorno alla culla del Cristianesimo, ove il granello di senapa dell’evangelica similitudine ha messo le prime radici, estendendosi come albero frondoso, che ormai ricopre con la sua ombra tutto il mondo (cfr. Matth. 13, 31 s.); una visita orante ai Luoghi santificati dalla Vita, Passione e Resurrezione di Nostro Signore. È un pellegrinaggio di preghiera e di penitenza, per una partecipazione più intima e vitale ai Misteri della Redenzione, e per proclamare sempre più alto davanti agli uomini, come annunziammo nel Nostro primo Messaggio Urbi et Orbi, che « solo nel Vangelo di Gesù è la salvezza aspettata e desiderata: “poiché non c’è sotto il cielo altro nome dato agli uomini, mercé il quale abbiamo ad essere salvati ” (Act. 4, 12)».”

È certo che ogni Papa abbia provato un forte e intenso desiderio di recarsi in pellegrinaggio di preghiera in Terra Santa, d’altra parte, in molti casi, non è possibile documentare e approfondire con efficacia tali progetti. 

In altri casi, invece, si possiedono brandelli d’informazione: si vedano i desideri – irrealizzati – di visitare le terre di Gesù, di Gregorio VII, Urbano II e Pio II

Alcuni Papi sono stati in Terra Santa, o hanno soggiornato in questi luoghi prima di essere eletti al Soglio di Pietro: Urbano IV (al secolo, Giacomo Pantaléon), eletto Papa nel 1261 quando era Patriarca di Gerusalemme e Gregorio X (al secolo, Tedaldo Visconti) che ad Acri, il 1° settembre 1271, apprende di essere stato eletto Papa.

 Numerose pagine della storia dei Papi testimoniano e documentano che ogni Successore di Pietro ha sempre avuto a cuore la Terra Santa, i suoi popoli, i conflitti e le non poche difficoltà dei cristiani. Nel 652, infatti, Papa Martino I (Todi/649 – 655), giustifica i suoi rapporti di amicizia con i musulmani – criticati da più parti – con uno scopo preciso: poter mandare elemosine ai cristiani della Città Santa. Papa Vittore II (Gebeardo dei conti Dollnstein-Hirschberg/1055 – 1057), nel 1056 si rivolge all’imperatrice Teodora pregandola di cancellare la tasse imperiali ai pellegrini di Terra Santa che includevano i loro cavalli. Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti/1846-1878) ordina di finanziare la sede del Patriarcato Latino di Gerusalemme.

Papa Giovanni Paolo II realizzò il suo pellegrinaggio in Terra Santa solo 22 anni dopo la sua elezione (2000), sebbene avesse serbato questo desiderio di spirito da sempre; tanto che nell’Esortazione Apostolica per la chiusura del Giubileo della Redenzione (1983-1984), “Redemptionis Anno”, confessò: “Quest’anno in particolare avrei desiderato rivivere la profonda commozione e l’immensa gioia provata dal mio predecessore, il papa Paolo VI, quando nel 1964 si recò in Terra Santa e a Gerusalemme. Se non mi è stato possibile essere fisicamente là, mi sento, però, spiritualmente pellegrino nella terra dove fu operata la nostra riconciliazione con Dio, per chiedere al Principe della pace il dono prezioso della redenzione e quello della pace, sospirata dal cuore degli uomini, dalle famiglie, dai popoli e, in particolare, dalle genti che abitano proprio in quella regione. Penso specialmente alla città di Gerusalemme, dove Gesù, offrendo la sua vita, «ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo… distruggendo in se stesso l’inimicizia» (Ef 2,14)”.

Con riferimento specifico a Gerusalemme, San Giovanni Paolo II scrive: “I romani pontefici, soprattutto in questo secolo, hanno seguito sempre con trepidante sollecitudine gli avvenimenti dolorosi nei quali Gerusalemme è stata coinvolta per molti decenni e hanno prestato vigilante attenzione ai pronunciamenti delle istituzioni internazionali che si sono interessate della Città santa. In numerose occasioni, la Santa Sede ha invitato alla riflessione e ha esortato a trovare una soluzione adeguata alla complessa e delicata questione. Lo ha fatto perché profondamente preoccupata della pace tra i popoli, non meno che per motivi spirituali, storici, culturali, di natura eminentemente religiosa”. Per Papa Wojtyla “la Città santa racchiude quindi un profondo invito alla pace rivolto a tutta l’umanità, e in particolare agli adoratori del Dio unico e grande, Padre misericordioso dei popoli. Ma purtroppo si deve riconoscere che Gerusalemme permane motivo di perdurante rivalità, di violenza e di rivendicazioni esclusiviste”.

***

Pio XII. Papa Eugenio Pacelli (Pontefice dal 2 marzo 1939 sino al 9 ottobre 1958) non si recò mai in Terra Santa. Durante il suo pontificato, così come prima nelle sue diverse mansioni presso la Segretaria di Stato, seguì con particolare e accorata partecipazione gli eventi politici e religiosi della regione Mediorientale. È doveroso riportare alla mente, tra i tanti documenti al riguardo, l’Enciclica “Auspicia quaedam” del 1° maggio 1948, con la quale, volgendo lo sguardo verso i popoli in conflitto, tratta “della concordia tra le nazioni”. 

Inoltre vi sono altre due Encicliche dedicate alla Terra Santa: “In multiplicibus curis” del 24 ottobre 1948 e “Redemptoris nostri” del 15 aprile 1949. Forti e sentite sono le sue parole di ringraziamento per l’opera dei Francescani responsabili della Custodia di Terra Santa: “Ci è anche noto che nel paese voi vi prodigate ininterrottamente affinché le molteplici opere di pietà e di carità da voi fondate e dirette abbiano a fiorire e a produrre frutti abbondanti di salvezza. A questo scopo avete aperto e corredato scuole elementari e superiori per la formazione dei fanciulli e dei giovani, nonché ospizi e ricoveri per infermi e ogni genere di derelitti, affinché ricevano quanto può recar loro sollievo fisico e morale” (Quinque ante annos, 1947).

Giovanni XXIII. Papa Angelo Roncalli (1) si recò in pellegrinaggio in Terra Santa quando ancora era il segretario personale di mons. Radini Tedeschi, vescovo di Bergamo. Era il 1906 (12 settembre – 22 ottobre) e aveva 25 anni quando prese parte al terzo pellegrinaggio nazionale in Terra Santa. Di questo viaggio conserviamo un’ampia documentazione: si tratta di una serie di articoli che pubblicò sull’«Eco di Bergamo», in seguito, raccolti e pubblicati in un libro, ma anche di un “Diario” in cui egli stesso racconta con semplicità e profondità disarmanti l’esperienza vissuta in ogni luogo visitato. Le cronache e le testimonianze dell’epoca raccontano che Angelo Roncalli restò molto amareggiato per la triste e umiliante condizione in cui versava il Santuario di Nazareth; la Provvidenza, tra l’altro, ha voluto che lui stesso,  53 anni più tardi, ormai Papa, desse l’approvazione al progetto della Basilica di Nazareth preparato per conto della Custodia di Terra Santa dall’architetto italiano Giovanni Muzio 

I ricordi di un pellegrinaggio in Terra Santa di Angelo Giuseppe Roncalli prendono avvio a Napoli il 18 settembre 1906, giorno della partenza in treno da Roma, in perfetto orario (“cosa prodigiosa!”, scrive), per salire sulla nave “Hispania“. A Roma, i pellegrini erano stati ricevuti da Papa San Pio X. Il diario si conclude il 14 ottobre, e cioè il giorno prima della partenza per Alessandria di Egitto.

Giovanni Paolo I. Nonostante le sue intenzioni, più volte espresse anche pubblicamente, e i suoi desideri manifestati a molti amici e collaboratori, Papa Giovanni Paolo I non si è mai recato in pellegrinaggio in Terra Santa. 

Abramo Alberto Piattelli, rabbino capo a Venezia dal 1961 al 1972, in un’intervista, parlando del suo rapporto col Patriarca Albino Luciani, racconta il suo primo incontro risalente al 1961: “Era un grande conoscitore della Bibbia, e mi ricordo anzi di avergliene regalata una scritta in ebraico. Lui mi disse di aver studiato ai tempi del seminario l’ebraico, e la cosa gli fece molto piacere. La Bibbia era il fondamento che lo legava anche alla Terra promessa, a Israele. Lui non aveva ancora visitato Israele, e mi diceva che avrebbe voluto tanto visitarla, non come turista fugace, ma per andare lì sul posto e rimanervi a lungo, visitare i luoghi storici del Vecchio e del Nuovo Testamento, vedere gli scavi archeologici che si stavano aprendo e conoscere le imprese realizzate nello Stato di Israele da poco nato. Erano anche gli anni in cui si verificavano i risultati prodotti dal Concilio Vaticano II, e ne discutevamo“.

Paolo VI

Paolo VI, il primo Pontefice a intraprendere questo pellegrinaggio, visitò la Terra Santa (Giordania, Israele e i Territori Palestinesi), dal 4 al 6 gennaio 1964 (Amman, Gerusalemme, Nazareth e Betlemme). Con Paolo VI e il suo pellegrinaggio in Terra Santa cominciarono, così, i viaggi internazionali dei Papi nell’era moderna.
D’allora fino ad oggi si contano 139 viaggi apostolici internazionali, e sono: Paolo VI – 9 / Giovanni Paolo II, 104 /Benedetto XVI – 24 / Francesco – 2/Brasile e Terra Santa.”

Giovanni Paolo II

Trentasei anni dopo, Giovanni Paolo II, si recò in pellegrinaggio in Terra Santa (Giordania, Israele e Palestina), dal 20 al 26 marzo 2000 nel contesto dei “Pellegrinaggi giubilari”. Papa Wojtyla visitò Amman, Wadi Al-Kharrar, Tel Aviv, Al-Maghtas, Betlemme, Deheisheh, Gerusalemme e Nazareth.

Benedetto XVI


Papa Benedetto XVI si recò in Terra Santa tra l’8 e il 15 maggio 2009 visitando le aree di Amman, Monte Nebo, Madaba, Tel Aviv, Gerusalemme, Betlemme e Nazareth.” qui per i Discorsi, bellissimi, del Papa:

 

Francesco

Papa Francesco è giunto così in “pellegrinaggio di preghiera” in Terra Santa  in occasione del 50° anniversario dell’incontro a Gerusalemme tra Papa Paolo VI e il Patriarca Atenagora di Costantinopoli. Il Santo Padre giungerà ad Amman, Bethany beyond, Betlemme, Tel Aviv e Gerusalemme. Nel 1973 P. Jorge Mario Bergoglio, allora Provinciale dei gesuiti in Argentina, partendo da Roma visitò Gerusalemme, da qui aveva previsto un pellegrinaggio che avrebbe dovuto toccare le tappe principali della Terra Santa. Il progetto non si realizzò del tutto; potè visitare, infatti, solo alcuni luoghi nell’arco di un giorno e mezzo. In seguito, rimase bloccato altri quattro giorni presso l’American Colony Hotel a causa dello scoppio della guerra arabo-israeliana del Kippur (6 – 25 ottobre 1973).”






 

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[Modificato da Caterina63 24/05/2014 23:55]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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