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Extra Ecclesiam nulla salus fuori della Chiesa non c'è salvezza

Ultimo Aggiornamento: 06/02/2015 11:21
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28/06/2014 14:33
 
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  Viene ora spontanea un altra domanda: ma quante chiese abbiamo se tutte pretendono di "avere la salvezza"?


 


Cominciamo con una onesta  distinzione perché è ovvio che non  in tutte "le Chiese" c'è salvezza dal momento che la Chiesa è "una, santa, cattolica ed apostolica", perciò è il concetto di Chiesa che va chiarito.


Se leggiamo il N.T. osserviamo un riferimento alla "Chiesa", ma anche "alle Chiese", la distinzione dunque va fatta tra :



1) la Chiesa Cattolica Universale (con quella Ortodossa che è separata ma non costituisce una Chiesa a parte);

2) e le Chiese locali o "particolari" (tra le quali rientrano quelle ortodosse con propri riti ma in comunione con Pietro, e le chiese nelle varie Diocesi con il proprio Vescovo legittimo e in comunione con Pietro sparse sul terriotorio, nel mondo,  per esempio la Chiesa Ambrosiana...)

3) le Comunità cristiane: queste non sono "chiese" e derivano dalla divisione luterana-protestante-anglicana-calvinista... si dicono "cristiane" perchè hanno conservato, in qualche modo, la medesima dottrina sulla Santissima Trinità, l'Incarnazione di Dio, morte e risurrezione di Gesù Cristo, ma non sono "chiese".

 

A tal conferma, nel 2007, uscì un Documento della CdF che con cinque domande e 5 risposte tagliava, come si suol dire, la testa al toro, leggiamo:

 

Primo quesito: Il Concilio Ecumenico Vaticano II ha forse cambiato la precedente dottrina sulla Chiesa ?

 

Risposta: Il Concilio Ecumenico Vaticano II né ha voluto cambiare né di fatto ha cambiato tale dottrina, ma ha voluto solo svilupparla, approfondirla ed esporla più ampiamente.

 

Quinto quesito: Perché i testi del Concilio e del Magistero successivo non attribuiscono il titolo di "Chiesa" alle Comunità cristiane nate dalla Riforma del 16° secolo ?

 

Risposta: Perché, secondo la dottrina cattolica, queste Comunità non hanno la successione apostolica nel sacramento dell’Ordine, e perciò sono prive di un elemento costitutivo essenziale dell’essere Chiesa. Le suddette Comunità ecclesiali, che, specialmente a causa della mancanza del sacerdozio ministeriale, non hanno conservato la genuina e integra sostanza del Mistero eucaristico, non possono, secondo la dottrina cattolica, essere chiamate "Chiese" in senso proprio.

si legga il testo integrale qui)


La realtà è perciò la seguente:

 

La Chiesa Cattolica-Romana è quell'una, santa ed apostolica, da questa unica Chiesa rappresentata ininterrottamente dal Vescovo di Roma e dai Patriarchi d'Oriente fin dall'inizio in comunione con lui, esistono le "chiese locali-particolari" sulle quali vigila un Vescovo che è in comunione con "Pietro" e che da lui riceve il "mandato" per vigilare su quelle comunità, ma ahimè,  molte delle quali hanno poi dato origine alle divisioni, alle lacerazioni.

Non dimentichiamo a tal proposito la stessa Preghiera di Gesù a favore dell'unità:

"Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato". (Gv.17,1-25), ed anche a quella Preghiera singolare ed unica che Gesù confida di aver fatto per Pietro: "Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli" (Lc.22,31-32).

 

Alcune divisioni sono sorte proprio sulle eresie anche se oggi solo apparentemente sconfitte, altre divisioni si sono avute su questioni più prettamente territoriali e politiche....

Se leggiamo dagli apostoli, san Paolo esprime chiaramente un aspetto fondamentale: 
egli pur scrivendo a diverse chiese: Corinto, alle Chiese in Galazia, ai Tessalonicesi, ecc.... fa comprendere il ruolo delle "chiese locali" che però non vivevano di vita propria, ma bensì dovevano obbedire all'insegnamento degli Apostoli, fonte dell'unità.

Queste Chiese non si fondavano assolutamente sulla falsa dottrina protestante del Sola Scriptura, ma dovevano seguire fedelmente le dottrine degli Apostoli i quali, colonne della Chiesa universale, garantivano l'unità nell'insegnamento, perciò è da essi che traevano i Sacramenti della salvezza e di conseguenza è dalla Chiesa in cui abita Pietro con i Successori degli apostoli ad essere quell'Unica Chiesa dalla quale  proviene la salvezza per sé e per le altre comunità in comunione con loro.

Gli Apostoli, così, fanno comprendere da subito che la Chiesa certamente è formata dall'assemblea dei fedeli che si riuniscono, ma in questa Chiesa Universale si è "universali"(=cattolici) solo se vi è comunione nell'insegnamento dottrinale della Scrittura con la Tradizione, ossia con la "loro" parola alla quale devono, gioco forza, ritrovarsi tutte le Chiese "particolari", ed ogni confessione-comunità cristiana.

 

 In poche parole furono gli Apostoli che visibilmente imposero delle regole dottrinali e disciplinari per la vita delle comunità, mai lasciarono alle Chiese la libera interpretazione delle Scritture o l'invenzione di riti e liturgie.

Perciò la Chiesa Cattolica Romana è l'unica che ancora oggi dimostra quella "universalità apostolica" dentro la quale "non esiste solo Roma", ma convivono dentro centinaia di Chiese locali e di Chiese particolari, come dimostra già nell'anno 80 d.C. san Clemente quando scrive alla Chiesa in Corinto per ricondurla all'unità dottrinale per mezzo dell'obbedienza ai presbiteri e al vescovo del luogo, da Clemente riconosciuto in comunione.


Dice ragionevolmente la Lumen Gentium al n.26: che ognuna di queste Chiese è il Corpo di Cristo in un luogo particolare, in poche parole le Chiese non devono diventare una sorta di suddivisione territoriale amministrativa o come succursale locale di una catena di ristoranti "fast food".

Ogni Chiesa fonda una comunità unita dalla fede e dal battesimo e che si trova in comunione mediante l'Eucarestia, mediante, dice san Paolo il "Deposito della fede" che è la viva Tradizione comune, che avviene per mezzo di ministri "confermati da Pietro", consacrati mediante l'Ordinazione sacra, ed inviati a nome di tutta la Chiesa universale per essere servizio alle comunità.

Che si ritrovano insieme per ascoltare la Parola di Dio, commentarla, studiarla, nutrirsi del Corpo e Sangue di Gesù, attendere alle opere di carità per il sostentamento dei più deboli, per migliorare la società in attesa del ritorno del Signore Gesù, ecc..

 

Sant'Ambrogio ferma TeodosioSant'Ambrogio ferma Teodosio

La Chiesa Cattolica dunque non è per un capriccio che difende un primato, questo primato esiste ed è sotto gli occhi di tutti e quando si parla di "lacerazione del Corpo di Cristo", s'intende proprio parlare delle Chiese che si distaccarono dal Corpo.

Un Corpo non puramente invisibile come molti oggi erroneamente vorrebbero la Chiesa, ma visibile come testimoniano gli apostoli quando parlano alle chiese del loro tempo.

Ed è un primato che esercita una forma di  Carità dunque, quel praticare un atto verso gli infermi, i carcerati, gli anziani, i moribondi, gli ospiti, verso coloro nei quali avvertiamo un senso di antipatia, oppure che ci hanno offeso, una Carità volta a far conoscere il fondamento che la sostiene: Gesù Cristo.

Seppur dovrebbe essere carità quotidiana, essa è particolare in quanto, applicandola, verrebbe ad alimentare le nostre virtù correggendo proprio i nostri peggior difetti.

 

Così si legge in un catechismo del 1886 dalla diocesi di Trieste:

"E' Carità particolare rivolgersi agli eretici, agli infedeli, ai pagani. Questa Carità è tipica della Santa Chiesa perché solo in Essa vi è salvezza, nessuna proposizione fu più di questa combattuta dagli eretici: la chiamano intolleranza papistica e furibondo fanatismo, ma si sbagliano.

Questa forma di Carità è particolare perché Nostro Signore Gesù Cristo volle istituire con la Sua Chiesa un mezzo sicuro, ed efficace per trasmettere la Salvezza. Quando la Chiesa insegna questa Salvezza non intese mai dire che tutti gli altri che non appartengono alla Chiesa siano come eternamente dannati o perduti... ma solamente dice che la sola Chiesa di Gesù Cristo ha la potenza di condurre gli uomini alla certezza della salvezza. I mezzi per conseguire l'eterna salute sono quelli ordinari, ma anche quelli straordinari: i mezzi ordinari sono nelle mani della Chiesa e sono i suoi Divini Sacramenti, quelli straordinari sono nelle mani di Dio  e sono quelli che la Chiesa definisce "strade misteriose che conducono a Dio", tuttavia anche i mezzi straordinari si muovono in modo ordinato che ha nella Divina Eucaristia, la Santa Messa, il suo principio motore, e poi le Preghiere della Chiesa e dei fedeli, specialmente il santo Rosario. La Santa Chiesa vive, insegna ed applica la Carità particolare, tenendo bene a mente  tutto l'insegnamento di Gesù Cristo e non soltanto quel che torna comodo..."

 

Ci piace concludere questi aspetti che abbiamo appena analizzato, e questa prima parte dell'argomento, con un buon articolo tratto in rete da "il settimanale di san Padre Pio":

 

La Chiesa Cattolica, perciò,  da sempre ha affermato che chi si trova fuori della Chiesa senza colpa, non può, per questo, essere condannato.

A riguardo di ciò si ipotizzano due possibili ignoranze: la cosiddetta dotta ignoranza e l’ignoranza invincibile.

Per dotta ignoranza (significativa contraddizione: “dotta”/“ignoranza”) s’intende quella situazione in cui non si è mai ricevuto l’annuncio cristiano, per cui si è in uno stato d’ignoranza incolpevole, ma nello stesso tempo si desidera intimamente (ecco perché si parla d’ignoranza “dotta”) di aderire alla Verità che purtroppo non si conosce.

Per ignoranza invincibile s’intende invece quella situazione in cui si è ricevuto l’annuncio cristiano, ma lo stato d’ignoranza è tale (invincibile appunto) che non si può superare. Per esempio, un uomo semplice completamente condizionato dal contesto ambientale e culturale e che quindi non ha la possibilità di capire dove sta la verità e dove sta l’errore.

Queste ignoranze sono di due tipi, ma, spesso, vengono entrambe definite con l’aggettivo di “invincibili”.

Cito un’affermazione del beato Pontefice Pio IX. L’affermazione è tratta dall’enciclica Singolari quidam del 17.3.1856 : “(…) nella Chiesa Cattolica, per il fatto che essa conserva il vero culto, vi è il santuario inviolabile della fede stessa, e il tempio di Dio, fuori del quale, salvo la scusa di una invincibile ignoranza, non si può sperare né la vita né la salvezza”.

  

- Ma se ci si salva perché si è fuori dalla Chiesa ‘senza colpa’, allora vien meno il principio dell’ ‘extra Ecclesiam nulla salus’ (fuori della Chiesa non c’è salvezza)?

 

 - No, non c’è contraddizione.

 

Condizione necessaria per far parte della Chiesa è ricevere il battesimo. E’ pur vero però che non esiste solo il battesimo-di-acqua (quello che viene amministrato ordinariamente), esistono anche il battesimo-di-sangue e il battesimo-di-desiderio.

Il battesimo-di-sangue riguarda il martirio. Convertirsi da adulto significa ricevere il battesimo dopo un’adeguata preparazione; dunque, se intanto dovesse sopraggiungere il martirio, l’effusione del proprio sangue per Cristo conferisce il battesimo.

Il battesimo-di-desiderio invece è più frequente. Un adulto è in attesa di ricevere il battesimo, ma intanto sopraggiunge improvvisamente la morte; ebbene, il desiderio di ricevere il battesimo, in questo caso, lo battezza.

(..) In questo modo viene tanto salvaguardato il giusto principio che possano salvarsi coloro che, in buona fede, non sono cattolici, quanto il principio dell’extra Ecclesiam nulla salus.

Riguardo il desiderio implicito, il sommo Pontefice San Pio X, nel suo celebre Catechismo, dice: “Chi, trovandosi senza sua colpa, ossia in buona fede, fuori della Chiesa, avesse ricevuto il Battesimo, o ne avesse il desiderio almeno implicito; cercasse inoltre sinceramente la verità e compisse la volontà di Dio come meglio può; benché separato dal corpo della Chiesa, sarebbe unito all’anima di lei e quindi in via di salute”.

 

Che cosa significano anima e corpo della Chiesa?

 

L’anima consiste in ciò che la Chiesa ha di interno e spirituale: la Fede, la Speranza, la Carità, i Doni della Grazia e tutti i tesori che si devono ai meriti di Cristo e dei Santi. Il corpo consiste invece in ciò che la Chiesa ha di visibile e di esterno: la società dei fedeli, il culto, il governo, la struttura, il ministero e l’insegnamento.

 

Qual è il criterio che il Signore utilizza per capire se un’anima desidera davvero aderire a Lui?

 

[...] Il criterio è lo sforzo di seguire la legge naturale.

Scrive il beato Pio IX nell’enciclica Quanto conficiamur moerore del 10.8.1863: “A voi è assai noto che quelli i quali per ignoranza invincibile non conoscono la nostra religione, ma conoscono la legge naturale ed i suoi precetti da Dio scolpiti nei cuori di tutti e sono disposti ad ubbidire a Dio e menano una vita onesta, questi con l’aiuto della luce e della grazia divina possono conseguire la vita eterna; perchè Dio, il quale vede, scruta e conosce le menti, gli animi, i pensieri, le disposizioni di tutti, per ragione della sua somma bontà e clemenza non può assolutamente permettere che sia punito con eterni supplizi chi non sia reo di colpa volontaria”.

 

Dunque, la legge naturale è quella legge che è conoscibile attraverso la ragione e che alberga nel cuore di ogni uomo indipendentemente dall’atto di Fede, e che se vogliamo possiamo ritrovare nei Dieci Comandamenti. Certamente per chi è cristiano, con l’aiuto della Grazia, è più facile l’individuazione e la pratica della legge naturale, ma non è impossibile per chi cristiano non è.

Possiamo quindi dire che è sempre questa unica Chiesa Cattolica e questo Corpo visibile che nel corso dei secoli per varie circostanze volute o non volute, ha subito delle persecuzioni anche gravi, interne ed esterne al Corpo, ma nessuno di noi può dubitare delle parole del Fondatore: "e le porte degli inferi non prevarranno", se Gesù ha dato questa certezza, significa che l'ha data proprio per non lasciarci ingannare dalle false dottrine, per non lasciarci scoraggiare dalle divisioni, e per sottolineare che se esisteva un pericolo da Lui stesso fermato, esiste allora anche un luogo terreno, la Chiesa, contro la quale le potenze delle tenebre vorrebbero trionfare invadendola e annientandola, ma non ci riusciranno perché lo Sposo è fedele alle sue promesse ed ama la Sua Sposa.

 

E per comprendere l'importanza della Chiesa e dello stare nella Chiesa, vi invitiamo a leggere : Perché sono ancora nella Chiesa, da una conferenza di Ratzinger del 1970.

 

Due brevi parole per il termine "Cattolica Romana"

 

Con il Protestantesimo, il termine "romana", ha iniziato ad essere usato in senso dispregiativo, persino oggi, quando le frange più radicali del protestantesimo moderno che sono i Pentecostali, per "romana" intendono la Chiesa che - secondo loro - sarebbe nata con Costantino (il Sacro Romano Impero) disconoscendo in tal senso il Primato petrino o, alla peggio, riconoscere in ciò - romana -, una denominazione fra le altre come potrebbe essere appunto: la Chiesa di Costantinopoli, in Russia, in America, in Francia e così via.

 

Va ricordato che il  termine "Cattolica" - che vuol dire appunto universale - compare per la prima volta con Sant' Ignazio di Antiochia (I sec.) che si rivolge alla comunità di Smirne con questa espressione: «Là dove c'è Gesù Cristo ivi è la Chiesa Cattolica» (Ad Smyrnaeos, 8).

Si noti bene la frase, non dice "Là dove c'è la Chiesa Cattolica ivi è Gesù Cristo" così da poter obiettare che la Chiesa di Cristo potrebbe trovarsi in qualunque altra confessione, o sotto altre forme, piuttosto è una affermazione questa: " Là dove c'è Gesù Cristo" che sancisce proprio quella Presenza reale nell'Eucaristia, Cuore e motore, identità della stessa Chiesa, e in questa Presenza reale esiste, vive, la Chiesa di Cristo, la "Sposa" come dice San Paolo, e universale, appunto.

Era ovvio pertanto che questa Chiesa, che cammina ed opera nel mondo per evangelizzare, avesse avuto fin dal primo istante, un punto di riferimento altrettanto visibile e stabile (si legga in questa pagina i tre articoli dedicati a: Il Vicario di Cristo e il ruolo del Papa) verso il quale guardare.

 

Per distinguere i Riti che si andavano diffondendo nell'uso delle due lingue principali di quei tempi (il greco e il latino) si usava distinguere la "Chiesa di rito greco" per l'Oriente e "Chiesa di rito latino" per l'Occidente.

Quindi fin dal primo secolo questa unica  Chiesa Cattolica, che era tutta unita, ben si sapeva che alla sua guida visibile e per dipanare le questioni che sorgevano, c'era il Vescovo di Roma al quale si faceva ricorso come attestano i vari concili e sinodi.

 

Dopo la Riforma Protestante e la Controriforma, il termine "Romana" rimase, oltre che per le questioni di governo, anche per sottolineare una forma affettiva e filiale al "Romano Pontefice" da parte dei fedeli cattolici, ossia, di tutto il mondo.

 

Arrivederci alla seconda parte

 

Sia lodato Gesù Cristo

Sempre sia lodato

 

**********

 

NOTE

 

1) Abbiamo già espresso in tre articoli l'essenza del papato, del ruolo petrino e di quell'essere Vicario di Cristo: prima parteseconda parte e terza parte.

 

2) La questione di Lutero e la nascita del Protestantesimo

 

3) San Cipriano De Unitate Ecclesiae, VI.

 

4) San Girolamo Epistola ad Damasum, 2.




  continua la seconda parte





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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