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NOMEN OMEN BREVE STORIA DEI 16 PAPI COL NOME BENEDETTO

Ultimo Aggiornamento: 25/10/2014 13:25
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09/07/2014 09:54
 
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  Arriviamo così al X secolo dove saranno ben quattro i Pontefici con il nome Benedetto e tutti e quattro romani. 

 

* Benedetto IV (900-903) dunque regnò in anni segnati dalla lotta tra formosiani e antiformosiani, cioè tra chi non riteneva di poter invalidare gli atti, in particolare le ordinazioni in sacris, di papa Formoso (891 +896) e chi invece avrebbe voluto cancellare anche la memoria di quel Papa, della quale vicenda e pontificato ne parleremo in un altro articolo.

 

Ma a nessuno, neppure al papa, è consentito disporre a piacimento dei sacramenti. Per quanto potesse essere negativo il giudizio sul predecessore, infatti, come si potevano cancellare ordinazioni sacerdotali ed episcopali valide? Benedetto in questo senso era formosiano.

 

Benedetto IV si alleò ed intervenne in favore del re Lodovico III per avere una maggior difesa dell'Italia contro l'invasione dei Saraceni e degli Ungheri. Oltre a combattere Berengario Benedetto IV approvò il sinodo lateranese del 30 agosto 900 e, in questo sinodo, riconobbe la legittimità di Papa Formoso condannato invece da Papa Stefano VI (896 +897).

 

Non si sa altro di lui se non che fosse riconosciuto per mitezza e forte pietà sacerdotale. L'epitaffio che lo ricorda ne loda anche la generosità e la bontà, tanto che, vi si legge, «sosteneva le vedove trascurate e i bambinetti poveri come fossero figli suoi». Cercò di portare la pace e la concordia in una Italia frantumata e carica di ostilità.

 

A questo punto, però, è necessario affondare la tastiera perchè, paradosso storico, ci troviamo davanti ad un Benedetto fra due Papi.

* L'anno dei due Papi, anzi tre, Giovanni XII, Leone VIII e Bendetto V, non è stato solo oggi ed anzi.... ieri era assai peggio

 

C'è da spendere due parole sul rocambolesco pontificato di Giovanni XII (955-964) predecessore di Benedetto V del quale si legge, non in una pubblicazione qualsiasi ma nello stesso Annuario pontificio, che, nel loro caso, «come all’incirca alla metà del secolo XI, sono in campo elezioni sulle quali, per ragione delle difficoltà di accordare i criteri storici e i teologico-canonici, non si riesce a decidere perentoriamente da qual parte sia la legittimità, che, esistendo in facto, assicura la legittima continuazione ininterrotta dei successori di san Pietro» (pag. 12*, nota 19). E dunque, «se Leone VIII fu papa legittimo […], Benedetto V è antipapa» (p. 13*, nota 20).

Note interessantissime, in grado di stornare ogni indebita curiositas tipica di solito di estemporanei cultori del genere storico che pretendono di saperne una più del diavolo sulla storia dei Papi.

Quello che conta per la successione apostolica è la successione in facto. Il resto non va mai enfatizzato.

 

Infatti neppure Benedetto V fu mai dichiarato illegittimo e dunque è parte integrante della lista dei Pontefici, anche se fu deposto e morì nell'anno 966 quando, nel 965 e dopo la morte di Leone VIII, venne eletto un altro Papa legittimo, Giovanni XIII.

 Giovanni XII dunque, che sapeva poco il latino e figlio illegittimo di Alberico II il quale, in testamento, obbligò ed impose alla nobiltà e al clero romano di eleggerlo come papa dopo la morte del predecessore Agapito II.

C'è da dire che per quanto la sua condotta fosse corrotta e le accuse gli attribuivano di aver trasformato il Laterano in un "covo di immoralità", nella gestione del pontificato tentò di curare gli interessi del Vaticano cogliendo ogni occasione per difendere ed affermare l'autorità petrina anche se, dietro tanto amore si celavano sempre i suoi interessi personali. A lui si deve la restaurazione di molti monasteri e tuttavia, politicamente parlando e nonostante le buone intenzioni, la situazione sotto il suo pontificato franò miseramente. Perciò scese a patti con Ottone I, re di Germania, lo incoronò e lo unse imperatore ottenendo così la protezione contro  Berengario riesumando, di fatto, il sacro romano impero. Ma la luna di miele durò poco e fu proprio Giovanni XII a tradire per primo i patti dal momento che non voleva un padrone ma un protettore, così comincia a complottare dietro le spalle di Ottone mentre questi è in battaglia contro Berengario. Fu così costretto a scappare per non incorrere nell'ira di Ottone e rifugiò presso Tivoli portando con se il tesoro di San Pietro.

 

L'elezione di un laico al soglio petrino

 

A questo punto si apre un sinodo in S. Pietro presieduto da Ottone il quale raccolse anche le accuse del clero romano contro Giovanni. Invitato tre volte a difendersi, Giovanni si oppose non riconoscendo la validità del sinodo e sostenendo una congiura ai suoi danni. Le accuse non erano però leggere ma piuttosto gravi e non solo a riguardo della vita privata assai licenziosa ma soprattutto per aver  invocato Giove e Venere, e per quanto si potesse dubitare pare proprio che furono portate le prove che sull'altare dedicato a Venere egli avesse fatto dei sacrifici. Tuttavia su una cosa avevano ragione i suoi difensori: contestare la validità della sua deposizione avvenuta il 4 dicembre 963 in contumacia, perché si era violato l'antico principio secondo cui la Santa Sede non può essere giudicata da alcun potere terreno. Per destituire il Papa sarebbe stato più consono che i Padri avessero aperto un sinodo per contestare piuttosto la sua fede e l'ortodossia.

Il sinodo però impose ad Ottone l'immediata successione al trono di Pietro per evitare una penosa e grave sede vacante, così due giorni dopo un alto funzionario del Laterano, laico, fu eletto a maggioranza e prese il nome di Leone VIII e poiché era un laico gli furono conferiti in un giorno solo il 6 dicembre, benché fosse canonicamente scorretto, tutti gli Ordini necessari e venne consacrato dai vescovi di Ostia Porto e Albano usando - per la prima volta nel caso di un pontefice - niente meno che riti modificati ed approvati da Ottone.

Tuttavia fino alla morte di Giovanni questa elezione fu molto contestata ma ricordiamo che entrambi sono riconosciute validi nella lista della Successione Apostolica anche se Leone, a sua volta, verrà destituito, come accadrà per Benedetto V.

 

Il 3 gennaio Giovanni organizza una resistenza a Roma ma che verrà repressa nel sangue. Così quando Ottone dovette assentarsi da Roma per raggiungere il suo esercito, la tenacia di Giovanni venne ripagata e alla fine di febbraio ritornava di diritto sul trono petrino, ma la situazione era diventata alquanto rocambolesca perché nel frattempo anche l'elezione di Leone VIII risultava per molti legittima. Attenzione, qui non parliamo di un antipapa, la situazione fu unica e assai complessa.

Leone infatti, senza più la protezione di Ottone si vede costretto alla fuga così Giovanni, aprendo un sinodo il 26 febbraio, destituì tutto ciò che era stato approvato in quello precedente ritenendolo invalido, compresa la elezione di Leone e tutte le ordinazioni che aveva ricevuto. Aveva giocato bene le sue carte, ma la sua bramosia di potere e la sua scarsa risoluzione alla misericordia evangelica, lo portò a commettere nuovi errori primo fra tutti l'ordine attraverso il quale seguì una durissima repressione e vendetta contro tutti coloro che gli erano stati infedeli. Ottone avvisato dei fatti si rimise in marcia su Roma e toccò a Giovanni darsi ora alla fuga e, rifugiatosi in Campania, durante un festino licenzioso ebbe un attacco di apoplessia e dopo una settimana morì, tuttavia, stando al fatto che stette in agonia una settimana ha prevalso l'ipotesi più verosimile di essere stato accoltellato da un marito geloso mentre si intratteneva con la moglie di lui.

 

Fra i due o i tre litiganti.....

E' il caso del famoso detto perché alla fine né Giovanni XII né Leone VIII, a causa dei continui litigi, durarono a lungo.

Infatti i romani, stanchi delle continue diatribe fra i due contendenti che finivano alla fine per pagare personalmente, alla morte di Giovanni (14 maggio 964) e ignorando completamente Leone che in fondo era stato eletto ed elevato agli ordini sacri necessari, supplicarono Ottone di autorizzarli ad eleggere il nuovo papa nella persona del cardinale diacono Benedetto. Ma per il re di Germania era diventata una questione di prestigio pubblico e personale perciò rifiutò la richiesta dei romani. Ma i romani non si lasciavano rubare così facilmente la propria romanità e sopratutto quel diritto divino che ha dato loro di custodire la Cattedra di Pietro - se non altro quando c'è da guadagnarci qualcosa - e così, con l'aiuto del clero e di alcuni vescovi, elessero ed intronizzarono Benedetto V.

Ecco di nuovo due Papi. Ma anche Ottone non vuole mollare, ne va del suo prestigio e, rientrando a Roma assedia la città minacciando una carneficina.

I romani vogliono certamente bene al papa ma non fino a quel punto e così si arrendono consegnando al re il povero Benedetto che verrà destituito.

Il 23 giugno Ottone riapre un sinodo, degrada e destituisce Benedetto e rimette sul trono Leone VIII.

 

Consola il fatto che il Signore pur lasciando le redini delle singole e comuni storie nelle mani degli uomini, alla fine è sempre il Suo progetto che procede spedito, mentre i disegni degli uomini, quando non corrispondono ai disegni dell'Altissimo, finiscono sempre per arrestarsi e naufragare anche se, il più delle volte, lasciano dietro di se una scia di cadaveri e di sofferenza.

Alla fine fra i due litiganti non è neppure il povero Benedetto V a vincere, ma il vescovo di Narni eletto il primo ottobre 965 col nome di Giovanni XIII, una nomina valida seppur discutibile visto che fu approvata da due vescovi fedeli ad Ottone ed inviati da lui per la conferma.





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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