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Ultimo Aggiornamento: 25/02/2018 13:40
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02/06/2016 12:22
 
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ALLELUIA!!!!!! sono anni che lo si dice, sono anni che Ratzinger-Benedetto XVI l'ha detto e c'ha provato, ma sono anche anni che nessuno lo ha ascoltato e lo ascolta...... Cardinale Sarah: è arrivato il momento di fare DOCUMENTI SERI CON IMPRIMATUR per portare le chiese locali e le parrocchie AD OBBEDIRE.... le parole dette così, nel vento, nel vento restano e non servono a nulla

Card. Sarah: Dopo l'offertorio la Messa deve essere celebrata "ad orientem". E' questo ciò che veramente volevano i Padri Conciliari"

 
 

Il Card. Sarah incoraggia la "messa ad orientem"
di Marie Malzac avec Famille Chrétienne, da La Croix del 27.05.2016
 
In occasione di un'intervista con Famiglia Cristiana, il cardinale Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, è tornato sulla questione della nuova traduzione del Messale Romano, ma ha anche molto insistito sulla necessità, secondo lui, di riscoprire la Messa "tutti rivolti nella stessa direzione: verso il Signore che viene", con il sacerdote "con le spalle al popolo".
" 'Con-vertirsi' è di 'rivolgersi a Dio'. Sono profondamente convinto che i nostri corpi devono essere coinvolti in questa con-versione", ha detto il Cardinale. "Non si tratta, come a volte si dice, di celebrare con le spalle ai fedeli o meno: Il problema non è lì. Si tratta di essere tutti rivolti verso l'abside, che simboleggia l'Oriente, dove troneggia la Croce del Signore risorto"
Questo modo di celebrare, ha detto il cardinale Sarah, "è legittimo e conforme alla lettera e allo spirito del Concilio". "Come capo della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, voglio ricordare che la celebrazione versus orientem è autorizzato dalle rubriche, che specificano i tempi in cui il celebrante deve voltarsi verso i fedeli"

Il cardinale Sarah cita anche un articolo pubblicato da L'Osservatore Romano, nel mese di giugno 2015, in cui ha proposto "che i sacerdoti e i fedeli si voltino ad Orientem almeno 
durante il rito della penitenza, durante il canto del Gloria, le orazioni e la preghiera eucaristica".
"A più di cinquant'anni dalla chiusura del Concilio Vaticano II, è urgente leggere veramente i suoi testi! Il Concilio non ha mai chiesto di celebrare rivolti al popolo!" ribadisce nuovamente il cardinale. Secondo il capo del dicastero responsabile per la liturgia, si tratta semplicemente di un 'mezzo' che si trova dalla Chiesa per realizzare la partecipazione necessaria dei fedeli alla liturgia voluta dai Padri conciliari.Ma durante l'offertorio, è "essenziale" guardare "ad orientem" . 
Tuttavia, "celebrare di fronte alle persone è diventata una possibilità, ma non un obbligo." "La liturgia della Parola può giustificare il faccia-a-faccia tra lettori e gli ascoltatori, il dialogo e la pastorale del sacerdote verso il suo gregge. Ma non appena si raggiunge il momento in cui ci si rivolge a Dio - dal dell'offertorio in poi - è essenziale che il sacerdote e fedeli guardino insieme verso Oriente ". "Questo si adatta perfettamente a ciò che volevano i Padri conciliari".

In questa intervista, il cardinale Sarah chiede il ritorno al sacro e si rammarica del fatto che molte liturgie siano diventate "intrattenimento".
"Spesso il sacerdote non celebra più l'amore di Cristo mediante il Suo sacrificio, ma un incontro tra amici, un pasto conviviale, un momento di fraternità. Nel cercare di inventare liturgie creative e di festa si corre il rischio di un culto troppo umano, per soddisfare i nostri desideri e le mode del momento", denuncia il cardinale "Se le stesse celebrazioni eucaristiche si trasformano in autocelebrazioni umane, il pericolo è immens: perché Dio sparisce."





Non andare a Messa la Domenica è davvero così grave?

 

Spesso si sente dire dai preti che non andare a Messa la domenica è peccato mortale. Ma come si può paragonare un peccato del genere con l’omicidio o l’adulterio o la truffa a danno dei poveri che sembrano cose assai più gravi del non andare alla Messa che può rientrare, a seconda dei casi, nel peccato di superficialità, di ignoranza o di dimenticanza e che in fondo non lede la fede né il comportamento morale del cristiano?

Santa Messa

Come lei ben sa, andare a Messa la domenica rientra nel Terzo Comandamento del Decalogo: «Ricordati di santificare le feste».

Certamente uno può avere tanti motivi per non andare alla Messa domenicale, e forse tra questi possiamo mettere anche, come dice lei, la sbadataggine o la dimenticanza, ma è certo che un vero cristiano, cioè uno che crede le cose che ha insegnato Gesù Cristo, non si dimentica di Lui, del suo Sacrificio, della sua opera di Salvezza che vive e persiste integra ed efficace nel sacramento dell’Eucaristia che si celebra in ogni Santa Messa.

Che la Chiesa abbia tratto un precetto formale dal divino Comandamento è stato necessario. Non si può amare Dio solo a parole o solo nel servizio e nell’esercizio della carità sociale, come si pensa oggi: bisogna amare anche Dio per Se stesso, perché è Dio e perché ci ha detto, nella sua Seconda Persona, cioè Gesù Cristo, che è presente nel Santissimo Sacramento dell’Eucaristia.

Ora il modo più semplice, seguendo la tradizione biblica che santificava il sabato, di rendere un I culto minimo, ma almeno sufficiente a Dio è quello di santificare la domenica, cioè il giorno della Risurrezione del Signore, con la partecipazione alla Santa Messa.

Il Santo Padre Giovanni Paolo II ha sottolineato caldamente questo aspetto dell’appartenenza alla Fede cristiana nella Lettera Apostolica Dies Domini del 31 maggio 1998: «Sembra più che mai necessario ricuperare le motivazioni dottrinali profonde che stanno alla base del precetto ecclesiale, perché a tutti i fedeli risulti ben chiaro il valore irrinunciabile della domenica nella vita cristiana.

Così facendo, ci muoviamo sulle tracce della perenne tradizione della Chiesa, vigorosamente richiamata dal Concilio Vaticano II quando ha insegnato che, nel giorno della domenica, “i fedeli devono riunirsi in assemblea perché, ascoltando la parola di Dio e partecipando all’Eucaristia, facciano memoria della Passione, della Risurrezione e della Gloria del Signore Gesù e rendano grazie a Dio che li ha rigenerati per una speranza viva per mezzo della Risurrezione di Gesù Cristo dai morti (cf. 1Pt 1,3)” (Se 106)» (n. 6).

Lei dice che non andare a Messa non lede la fede, né il comportamento morale del cristiano. Evidentemente lei ha perso il senso del valore profondo, mistico, spirituale, soprannaturale della Santa Messa.

È proprio nella Santa Messa, e solo nella Santa Messa, a meno di un dono straordinario ed imprevisto dall’alto, che il cristiano rinnova e rafforza la sua fede e la sua virtù morale e se gli capita, per propria colpa, di non andarvi, perde una grazia specialissima ed unica di crescere nella fede e di perfezionarsi nella virtù. “Ogni lasciata è persa”, dice il vecchio proverbio.

Dunque la Messa non è una semplice manifestazione comune, qui c’è traccia di antiche ideologie politiche che Si servivano di incontri o manifestazioni pubbliche per esprimere il loro credo storico-sociale, la Messa è mistero soprannaturale, divino, istituito da Cristo stesso per nostra redenzione e non c’è surrogato umano che , possa sostituirlo, né chimico, né biologico, né psicologico, né sociale.

La Messa è un “unicum” al quale il cristiano dovrebbe tendere come il pesce all’acqua e ogni vivente all’ossigeno. Se uno vive la realtà della fede non potrebbe più vivere senza la Messa. Il languore e la tiepidezza dipendono, questo sì, dal peccato originale, attuale, abituale, ripetuto e alla fine incancrenito in concezioni totalmente erronee che mettono al primo posto i peccati contro l’uomo e al secondo i peccati contro Dio.

Se è vero che è grave commettere l’omicidio, l’adulterio e l’oppressione dei poveri, tanto più è vero che è grave dimenticarsi di Dio che è il Bene, tutto il Bene, il sommo Bene e l’origine di ogni altro bene.

Dal rinnovato amore a Dio si riusciranno a vivere anche gli altri Comandamenti che tutelano l’amore del prossimo. Viceversa se non si ama Dio, anche l’amore del prossimo subirà la stessa fine, cioè la dimenticanza e l’oblio.

 

Redazione Papaboys (Fonte www.stellamatutina.eu)

  

[Modificato da Caterina63 15/06/2016 23:08]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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