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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Lettera di sant'Agostino ai... Pentecostali A.D. 2014

Ultimo Aggiornamento: 21/02/2015 12:47
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Sesso: Femminile
03/08/2014 15:36
 
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6. Diversi sono i modi di appartenere alla vera Chiesa di Cristo


A) Coloro che vivono in grazia di Dio, appartengono alla vera Chiesa di Cristo visibile (o invisibile), come membra vive.


B) Coloro che, pur non vivendo in grazia di Dio, sono legati alla vera Chiesa di Cristo con tutti gli altri vincoli, appartengono alla Chiesa di Cristo visibile come membra morte.


C) Gli eretici, gli apostati e gli scismatici, oggettivamente, non appartengono alla vera Chiesa di Cristo visibile, ma potrebbero appartenere a quella invisibile.


D) I catecumeni: non appartengono alla vera Chiesa di Cristo ma a quella invisibile per il battesimo di desiderio e quindi per la grazia santificante.


E) Gli infedeli (= coloro che non sono stati battezzati), oggettivamente non appartengono alla vera Chiesa di Cristo visibile, ma potrebbero appartenere a quella invisibile.


Se vogliamo, pertanto, ottenere la salvezza dobbiamo necessariamente appartenere alla vera Chiesa di Cristo come membra vive e non possiamo prescindere da essa, perché questa è la volontà di Cristo. Né possiamo formarci una Chiesa a nostro piacimento, ma come l’ha voluta Cristo e come ci viene insegnata dal Magistero infallibile della Chiesa stessa.


Essa per volontà di Cristo è la nostra madre spirituale, ma non è invisibile o meglio “non è solo invisibile-mistica”, e come la nostra madre terrena ci ha dato la vita naturale, così essa ci dona la vita soprannaturale attraverso i sette Sacramenti.


In realtà chi ci concede l’una e l’altra è solo Dio, che si serve della Madre terrena che è questa unica Chiesa: Essa è lo strumento, e i Sacramenti canali in mano sua. E come nessuna creatura umana potrà mai oltraggiare, disprezzare, rifiutare o rinnegare la propria madre naturale, fragile e miserabile nel suo camminare terreno, così ogni cristiano non deve mai offendere in nessuna maniera la propria madre soprannaturale anche nella sua veste visibile, ma santa nella sua essenza soprannaturale, nè deve offendere in alcun modo il Sommo Pontefice.


Con l’Ordine Sacro il ministro non viene trasformato in un alieno, ma, dal punto di vista naturale, rimane tale e quale, con tutte le sue virtù e con tutti i suoi difetti. Quello che a noi interessa, però, è che lui ci amministri validamente i Sacramenti, che ci doni, cioè, la vita soprannaturale della grazia.


Verso la Chiesa, dunque, e i suoi ministri noi abbiamo i doveri di amore, rispetto e obbedienza, ricordando quello che dice Gesù. «Chi ascolta voi, ascolta me; e chi rigetta voi, rigetta me: chi poi rigetta me, rigetta colui che mi ha mandato» (Lc. 10,16).


La Chiesa è non solo la nostra Madre, ma è anche la nostra Maestra: essa, infatti, ci indica la via che porta alla salvezza e alla santità, ci insegna la verità, cioè la dottrina di Cristo e ci dona la vita soprannaturale.


 




S.S. Papa Francesco P.M.S.S. Papa Francesco P.M.

Concludiamo con questa "premessa" con le parole stesse del Santo Padre Francesco che non lasciano dubbi su quanto abbiamo riportato e che ci "autorizzano" a riportare, come conferma, l'insegnamento di sant'Agostino per affrontare queste discussioni:


 


"Nella Chiesa non esiste il “fai da te”, non esistono “battitori liberi”. Quante volte Papa Benedetto ha descritto la Chiesa come un “noi” ecclesiale! Talvolta capita di sentire qualcuno dire: “Io credo in Dio, credo in Gesù, ma la Chiesa non m’interessa…”. Quante volte abbiamo sentito questo?


E questo non va. 


C’è chi ritiene di poter avere un rapporto personale, diretto, immediato con Gesù Cristo al di fuori della comunione e della mediazione della Chiesa. Sono tentazioni pericolose e dannose. Sono, come diceva il grande Paolo VI, dicotomie assurde.


È vero che camminare insieme è impegnativo, e a volte può risultare faticoso: può succedere che qualche fratello o qualche sorella ci faccia problema, o ci dia scandalo…


Ma il Signore ha affidato il suo messaggio di salvezza a delle persone umane, a tutti noi, a dei testimoni; ed è nei nostri fratelli e nelle nostre sorelle, con i loro doni e i loro limiti, che ci viene incontro e si fa riconoscere. E questo significa appartenere alla Chiesa.


Ricordatevi bene: essere cristiano significa appartenenza alla Chiesa. Il nome è “cristiano”, il cognome è “appartenenza alla Chiesa”.


Cari amici, chiediamo al Signore, per intercessione della Vergine Maria, Madre della Chiesa, la grazia di non cadere mai nella tentazione di pensare di poter fare a meno degli altri, di poter fare a meno della Chiesa, di poterci salvare da soli, di essere cristiani di laboratorio.


Al contrario, non si può amare Dio senza amare i fratelli, non si può amare Dio fuori della Chiesa; non si può essere in comunione con Dio senza esserlo nella Chiesa, e non possiamo essere buoni cristiani se non insieme a tutti coloro che cercano di seguire il Signore Gesù, come un unico popolo, un unico corpo, e questo è la Chiesa.


Grazie."


(Papa Francesco - Udienza del 25 giugno 2014)


 


Premesso questo, perdonateci se ci siamo dilungati, ma una sana catechesi non guasta mai, il testo che ora segue è tratto dalla Lettera di Sant’Agostino ai donatisti, i discepoli del vescovo Donato che erano diventati eretici perché, ripudiando la Chiesa Cattolica, aveva portato così una grave spaccatura interna alla Chiesa e dato vita a nuove dottrine, naturalmente eretiche.


 


[Modificato da Caterina63 03/08/2014 15:42]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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