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Lettera di sant'Agostino ai... Pentecostali A.D. 2014

Ultimo Aggiornamento: 21/02/2015 12:47
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03/08/2014 15:40
 
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La commovente testimonianza dottrinale e spirituale di chi ha fatto "ritorno a casa"La commovente testimonianza dottrinale e spirituale di chi ha fatto "ritorno a casa"

Come devono essere accolti nella Chiesa gli eretici.

 

Che cosa avete da dire ancora? Volete forse che tiriamo in ballo l'ultima vostra obiezione?

Eccola: “Sì, voi possedete la Chiesa, ma come ci accogliete se volessimo passare a voi?”.

Rispondo brevemente: “Vi accogliamo come accoglie quella Chiesa che noi ritroviamo nei santi Libri canonici”.

Deposto, quindi, lo spirito di contraddizione, di cui sono gonfi tutti quelli che non vogliono lasciarsi vincere dalla verità di Dio, ma si lasciano vincere dalla loro perversità, potete facilmente capire che i sacramenti divini sono nei buoni e nei cattivi: ma nei primi per la salvezza, nei secondi per la dannazione. E benché sia grande la differenza tra coloro che li praticano degnamente o indegnamente, essi sono sempre gli stessi: per i primi costituiscono un premio, per i secondi un giudizio.

 


(...)  I Pentecostali, invece, volendo che sia degli uomini ciò che è di Cristo, tentano di inculcare i più falsi e più assurdi insegnamenti (...)».

 

****

E aprendo una “parentesi” qui, aggiungiamo noi, i Pentecostali arrivano a dire:

  • che Maria Santissima non è la Madre di Dio, con la conseguente falsificazione sull’identità del Cristo;
  • che il Battesimo valido sia solo quello dato da adulti e che un cattolico battezzato da bambino non è vero credente se non farà il loro battesimo da adulto e detto dello Spirito Santo;
  • che i Sacramenti, tranne il loro battesimo e la Comunione senza la Presenza reale, sono invenzione della Chiesa Cattolica;
  • che Gesù Cristo non è realmente presente nell’Eucaristia;
  • che i Santi che intercedono per noi sono solo quelli “viventi” sulla terra e che non esiste la loro intercessione dal Cielo e quindi negano il Culto a Maria Santissima e ai Santi, le canonizzazioni e la Messa in quanto propiziatrice;
  • che non esiste il Purgatorio quindi non vi è il Suffragio per i Defunti, sono definite come bestemmie tutte le pie pratiche della devozione come il Sacro Cuore di Gesù ed altre;
  • che non esiste la gerarchia apostolica, quindi negano il primato petrino e l'obbedienza al Vescovo, negano il Sacerdozio ministeriale Ordinato;
  • che sono per il Sola Scriptura e dunque rinnegano la Tradizione della Chiesa.

 

Chiusa la “parentesi” ridiamo voce a Sant’Agostino.

 

****

«(...) Chi è nella Chiesa.

Quindi, nel seguente passo dell’Epistola dell’apostolo Paolo ai Galati, dovete rilevare, senza spirito di contesa, come sia giusto che gli eretici, che si correggono dal loro errore, se già hanno il sacramento che hanno dovuto avere (il Battesimo), ricevano solo ciò che non c'era e che in essi non si riprovi e offenda ciò che c’era.

Sono ben note – egli dice – le opere della carne: fornicazioni, impurità, lussurie, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordie, gelosie, dissensi, eresie, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come già vi ho detto, che quanti le compiono non possederanno il regno di Dio.

Tutti costoro non sono nel giglio, né sulla pietra; e tra essi si trovano anche gli eretici. Perché voi, quindi, per non dire altro, non battezzate dopo gli ubriaconi, i lussuriosi e gli invidiosi, che non possederanno il regno dei cieli e non sono sulla pietra e, poiché non sono sulla pietra, senza dubbio non vengono considerati nella Chiesa, dato che il Signore ha detto: Su questa pietra edificherò la mia Chiesa? (...)

 

Se l’eretico viene alla Chiesa si corregge solo nell’errore.

Considerando e riflettendo, senza ostinazione, su queste cose, potete facilmente capire che in ciascuno va corretto ciò che è deviato e approvato ciò che è retto; e che gli va dato ciò che manca; ciò che invece c'è gli va riconosciuto.

Pertanto, se un eretico viene a farsi cattolico, corregga il suo errore, non profani il sacramento di Cristo, riceva il vincolo della pace, che non aveva e senza il quale non poteva essergli fruttuoso il battesimo che aveva.

Tutt’e due, infatti, sono necessari per conseguire il regno di Dio: il battesimo e la giustizia.

Ora, in chi disprezza il battesimo di Cristo non può esservi la giustizia, mentre il battesimo può trovarsi anche in chi non ha la giustizia: però non può essere fruttuoso. Come infatti la Verità ha detto: Se qualcuno non rinascerà dall'acqua e dallo Spirito, non entrerà nel regno dei cieli; così la stessa Verità ha anche detto: Se la vostra giustizia non sarà maggiore di quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli; così che non è solo il battesimo a condurre al regno, ma anche la giustizia; e chi è privo di uno o di entrambi, non vi può giungere.

Perciò, quando noi diciamo agli eretici: “È la giustizia che vi manca, e senza la carità e il vincolo della pace nessuno può averla”; e quando essi stessi riconoscono che molti hanno il battesimo senza la giustizia, e se non lo riconoscessero, li convincerebbe la divina Scrittura, mi stupisco poi che il nostro rifiuto di ribattezzare quelli che hanno un battesimo, che non è loro ma di Cristo, essi lo interpretino come se noi ritenessimo, ormai, che a loro non manca niente.

E visto che nella Cattolica non viene loro ridato il battesimo, che essi scoprono di avere, mi stupisco che pensino di non ricevere nulla in essa, dove ricevono ciò senza di cui il battesimo che hanno serve per la loro rovina e non per la salvezza. Ma se non lo vogliono capire, a noi basta avere quella Chiesa di cui le Scritture sante e canoniche ci offrono chiarissime testimonianze.

Come accogliere un eretico che viene nella Chiesa.

Mi dica, ora, un eretico: “Come mi accogli?”. Gli rispondo subito: “Come usa accogliere la Chiesa alla quale Cristo rende testimonianza. Credi di saperlo meglio tu, come devi essere accolto, del nostro Salvatore, medico della tua ferita?”.

Ma forse tu mi dirai: “Leggimi, allora, come Cristo ha ordinato di accogliere quelli che dall’eresia intendono passare alla Chiesa”.

Veramente, un ordine chiaro ed esplicito non lo leggo né io né tu.

Se infatti Giovanni fosse stato un eretico ed avesse battezzato nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, dato che dopo il suo battesimo Paolo ordinò alle persone di farsi ribattezzare, otterresti la risposta che cerchi, ed io non avrei niente da replicare. Come pure, se Pietro fosse stato battezzato dagli eretici nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, lui, al quale il Signore disse: “Chi si è lavato non ha più bisogno di lavarsi una seconda volta”, io otterrei ciò che cerco, e tu non avresti niente da replicare.

Ma ora, dato che nelle Scritture non incontriamo persone che sono passate dall'eresia alla Chiesa e sono state accolte come dico io o come dici tu, allora credo che se esistesse un saggio, al quale il Signore Cristo avesse reso testimonianza, e noi lo consultassimo su questo problema, non dovremmo affatto esitare a fare quanto egli dicesse, per non essere giudicati di opporci, non tanto a lui, quanto al Signore Cristo, della cui testimonianza egli si accredita.

Ora, la testimonianza Cristo la rende alla sua Chiesa.

Prendi il Vangelo; leggi dove dice: Era necessario che il Cristo patisse e risorgesse il terzo giorno, e nel suo nome fosse predicata la penitenza e la remissione dei peccati a tutte le genti, incominciando da Gerusalemme.

Come dunque questa Chiesa accoglie in tutte le nazioni, a partire da Gerusalemme, senza esitazioni e senza indugi, così devi essere accolto tu. Se però ti rifiuti, non è né a me, né ad un'altra persona, che così ti accoglie, che tu resisti pericolosamente, ma al tuo stesso Salvatore e contro la tua salvezza, perché non vuoi credere di essere accolto come accoglie quella Chiesa, raccomandata dalla parola di colui, al quale, come tu stesso ammetti, è empio non credere... (...)» (3).

 

***********

 

Quanto abbiamo letto - che è testo originale di Sant'Agostino - ci è stato “autorizzato” indirettamente dallo stesso Pontefice Papa Francesco: dove e quando?

Oltre alle parole sopra riportate nell'udienza di giugno, l’allora cardinale Jorge Mario Bergoglio nel 2009 fece la prefazione ad un libro dedicato a Sant'Agostino, e nella quale scrisse:

«Se Agostino è attuale, se ci è contemporaneo – come questo libro documenta – lo è soprattutto perché descrive semplicemente come si diventa e si rimane cristiani nel tempo della Chiesa. Quel tempo che è il suo, così come è il nostro. “Quel tempo breve – ripete più volte Agostino commentando le parole di Gesù nel Vangelo di Giovanni (Gv 16, 16-20) – che va dall’ascensione al cielo del Signore nel Suo vero corpo al Suo ritorno glorioso” (...)

L’immagine per me più suggestiva di come si diventa cristiani, così come emerge in questo libro, è il modo in cui Agostino racconta e commenta l’incontro di Gesù con Zaccheo (...) alcuni credono che la fede e la salvezza vengano col nostro sforzo di guardare, di cercare il Signore. Invece è il contrario: tu sei salvo quando il Signore ti cerca, quando Lui ti guarda e tu ti lasci guardare e cercare. Il Signore ti cerca per primo. E quando tu Lo trovi, capisci che Lui stava là guardandoti, ti aspettava Lui, per primo.  (...)

Il Signore della pazienza che ci viene incontro sperando che noi, come Zaccheo, saliamo sull’albero dell’humilitas. A Lui sant’Agostino rivolge la bella preghiera riproposta di recente anche da Benedetto XVI, che può sintetizzare anche tutto questo libro: “Concedi ciò che comandi, e poi comanda ciò che vuoi”. Concedici il dono di tornare come bambini, e poi domanda di essere come bambini, per entrare nel Regno dei cieli» (4).

 

Sia lodato Gesù Cristo

Sempre sia lodato

 

 

NOTE

1) Papa Francesco Discorso alla comunità Pentecostale Caserta 28.9.2014

2) ibidem. come sopra

3) testo integrale Lettera di sant’Agostino ai Donatisti

4) Don Giacomo Tantardini, Il tempo della Chiesa secondo Agostino. Seguire e rimanere in attesa. La felicità in speranza, Città Nuova, Roma 2009, 388 pp.




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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